venerdì 31 maggio 2013

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

NON BASTA TRNGUGIARE OSTIE: OCCORRE CONDIVIDERE

10 Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida. 11 Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. 12 Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta». 13 Gesù disse loro: «Dategli voi stessi da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14 C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: «Fateli sedere per gruppi di cinquanta». 15 Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. 16 Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17 Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste (Luca 9, 10-17).

 Oggi la liturgia cattolica celebra la festa del Corpus Domini. In questa domenica siamo invitati ad approfondire il significato della eucaristia nella nostra vita comunitaria e personale. Siccome tale celebrazione è ricorrente e addirittura settimanale in molte comunità, corriamo un po' tutti il rischio di "cadere nell'abitudine".

  • La festa del Corpus Domini nasce e comincia a diffondersi con una certa difficoltà nella seconda metà del tredicesimo secolo nella chiesa cattolica romana. Essa incontrò, ben comprensibilmente, una decisa resistenza da parte di biblisti, teologi e vescovi che vi scorgevano, giustamente, un pericoloso allontanamento dal dato biblico. Tanto più che si accentuò sempre di più l'adorazione dell'ostia nella pietà popolare, anche prescindendo da ogni collegamento con la celebrazione eucaristica. Lo stridore è evidente perché la Scrittura non dice "prendete e adorate", ma "prendete e mangiate".

 

  • Si era così formata una teologia eucaristica realistico-metabolica tanto che il successivo Concilio di Trento confermò come dogma "la transustanziazione" e dichiarò che con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione-trasformazione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del corpo di Cristo e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo sangue. Così il Concilio proclamò che "nel sacramento dell'eucaristia sono contenuti veramente, realmente e sostanzialmente il corpo e il sangue di Cristo" tanto da dichiarare l'anatema, cioè la scomunica, contro chi lo negasse.

 

  • Ovviamente si tratta di una interpretazione teologica, non di una verità di fede. Cristiani e cattolici oggi, come nei secoli passati, possiamo comprendere il significato dell'eucarestia in modo molto diverso, cioè con una spiegazione dinamico-simbolica. Mangiare il corpo e bere il sangue di Gesù è un linguaggio simbolico davvero espressivo. Non significa una nutrizione fisica e biologica, ma esprime la possibilità di entrare in profonda comunione di pensieri e di vita con Gesù, di esperimentare la sua presenza nel nostro cammino in modo intimo e profondo. Corpo e sangue esprimono simbolicamente questo nutrire i nostri cuori del messaggio di Gesù, il nostro essere uniti a lui come il tralcio e la vite. Quel pezzo di pane rimane pane, ma noi, mangiandolo, esprimiamo la volontà di "metabolizzare" il suo insegnamento, di fare nostre le sue scelte di vita. Non siamo invitati ad un atto di cannibalismo, ma siamo rimandati alla prassi quotidiana di Gesù. Egli, dopo aver riconosciuto che ogni dono ha origine in Dio, spezzava "scandalosamente" e provocatoriamente il pane, condivideva la mensa con vicini e lontani, con i perduti, i "peccatori", gli eretici, con pagani, con prostitute, con le persone meno accettate e più rifiutate.

 

  • In questa prospettiva non esiste nessuna parola sacerdotale che trasformi un pezzo di pane nel corpo di Gesù, ma l'eucarestia diventa invito e preghiera affinché possiamo lentamente trasformare le nostre vite sulle tracce di Gesù. Le nostre interpretazioni possono essere diverse, ma resta fondamentale che noi realizziamo nella nostra vita quotidiana la pratica della condivisione con chi è più emarginato, che impariamo a condividere, a praticare la solidarietà. Celebrare l'eucarestia non ha nulla di magico, di puramente spirituale. Oggi è azione estremamente sovversiva perché rompe le prigioni dell'io, invita a riporre fiducia in Dio che dispensa i Suoi doni e ci chiede di rispettarne la destinazione universale.

 

  • Per questo motivo è sacrilego "dare la comunione" con atto teatrale a persone come Pinochet o Berlusconi e negarla a separati, divorziati, omosessuali, lesbiche.

 

Non si tratta di "ciucciarsi un'ostia" per la propria consolazione, ma di lasciarsi interpellare circa la nostra vita. Posso anche mangiare e digerire un tabernacolo intero di ostie, posso fare la “comunione quotidiana” ma rimanere completamente estraneo alla prassi di Gesù.

Le forme celebrative cambiano con i tempi e con i luoghi, ma, se si tratta di una mensa, sarà sempre più importante la partecipazione coinvolgente di tutti coloro che vi prendono parte. Il fatto che parli solo e sempre il prete, è uno scoglio da superare. Il fatto che una donna non possa presiedere la celebrazione è frutto dell'ignoranza e del pregiudizio delle gerarchie cattoliche.

Il fatto poi che si celebrino in mondovisione certe eucaristie piene di "gentiluomini di sua santità" che sono affaristi dello IOR, la banca vaticana, e ladri presi con le mani nel sacco e assidui frequentatori di notti brave o di massaggi particolari e simili "virtù eroiche", non è certo un segnale evangelico per il popolo di Dio.

 Il brano del Vangelo

 Chi ha scelto il brano biblico di oggi, consapevole che la festa del Corpus Domini non può essere giustificata biblicamente ma è un'invenzione ecclesiastica tardiva, ci propone molto opportunamente il brano della "divisione" del pane e dei pesci.

 

  • Il significato dell'eucarestia è qui espresso in modo efficace: il mondo soffre perchè il pane, l'acqua, il cibo, la casa, le medicine, il denaro…non sono ben distribuiti. I beni nel mondo sono in abbondanza: ce n'è per tutti (ecco il simbolismo delle dodici ceste di avanzi). E noi, come i discepoli, abbiamo soltanto "cinque pani e due pesci", avvertiamo la nostra impotenza… Se però, "alzati gli occhi al cielo per benedire Dio" (versetto 16) facciamo la nostra parte, qualcosa cambia.

 

  • Il Vangelo non fornisce mai un preciso progetto politico, ma indica una strada. Senza questa pratica della condivisione, il mondo è in mano alle "cricche" all'italiana o ai governi assassini come quello di Israele che "spara sulla pace". La speranza che alimentiamo ogni volta che celebriamo l'eucarestia è proprio questa: Dio ci spinge a condividere e ciascuno/a di noi ha qualche pane e qualche pesce da mettere in comune.

 

  • Il futuro del mondo è in questo dare e ricevere, in questa consapevolezza che i beni comuni ed essenziali non possono essere privatizzati, che siamo responsabili del creato, ma non ne siamo i padroni. L'eucarestia è anche ascolto del grido di chi è privato dell'essenziale per diventare cittadini attivi  e cristiani /e adulti che non accettano né il bavaglio dell'informazione né i diktat di chi crede di parlare in nome di Dio  ed invece è sordo rispetto ai bisogni reali delle persone.
  •  Celebrare l'eucarestia significa ravvivare in noi la fiducia che le barriere e i muri non sono l'ultima spiaggia del mondo e l'ultima parola della storia.

 

GIORNATA NAZIONALE SULLE MINIERE

 

Anche quest’anno Scopriminiera aderisce alla “Giornata nazionale sulle miniere” e organizza una serie di eventi per arricchire, in questa occasione, le visite a quello che, a livello nazionale, è uno dei più grandi e significativi siti minerari dismessi e riconvertiti a polo turistico-culturale.

L’iniziativa, che coinvolge a accomuna, nelle date di sabato 26 e domenica 27 maggio, moltossime realtà su scala nazionale, è proposta per il quinto anno consecutivo e mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche legate alla tutela, conservazione, valorizzazione e fruizione, per fini culturali, didattici e turistici, del patrimonio minerario e geologico italiano.

Per onorare al meglio l’evento, lo staff dell’Ecomuseo delle Miniere e della val Germanasca organizza e propone ai visitatori la possibilità della visita (gratuita) a una mostra temporanea, installata nello spazio museale antistante la biglietteria, legata alla presentazione dei  temi geologici che saranno anche il fulcro della prossima apertura del percorso di visita “Scoprialpi”, lungo la miniera Gianna. Domenica 26 maggio dalle 10 alle 17, esposizione temporanea, dunque, sul Geoparco delle Alpi Cozie “Anteprima Scoprialpi”. Inoltre è prevista l’apertura al pubblico della mostra e proiezione a ciclo continuo del video “La storia del pianeta terra”.

Tutto questo senza dimenticare che Scopriminiera offirà ai visitatori di domenica 26 maggio, come in tutte le giornate di apertura da marzo a novembre, una vasta gamma di opportunità per avvicinarsi alla storia e ai segni tracciati da una realtà lavorativa che da oltre 100 anni caratterizza questa valle, e che dal sottosuolo ha finito per permeare fortemente la società e la cultura della val Germanasca.

Per tutto le info tel/fax: 0121.806987, e-mail: info.ecomuseo@scopriminiera.it, sito: www.scopriminiera.it

,,RICONCILIARSI CON DIO

 

 

Anselm Grün, Riconciliarsi con Dio. Guarire dalle immagini di Dio che ci fanno male, pagg. 184, edizioni Queriniana, €16

 

Molti cristiani fanno fatica a credere. Genitori, insegnanti o rappresentanti della chiesa hanno instillato in loro un’immagine di Dio negativa, offuscando il loro stesso rapporto con Dio. Grün desidera aiutare queste persone a mettersi in cammino verso la riconciliazione con Dio, riscoprendo un Dio che dona protezione e amore.

GRAZIE, SIGNORE, PERCHÉ NON SONO SOLO

 

Grazie, Signore,

perché in questo mondo non sono solo.

Mi hai donato una famiglia,

delle sorelle e dei fratelli in Cristo,

una Parola per la vita e una promessa per la morte:

tu non mi abbandoni e il patto

di una nuova vita con te è eterno.

Insegnami a essere accogliente e paziente,

convincente e coerente, umile e profondo,

a vivere il ministero che mi hai donato

con dignità e spirito di servizio.

Fammi parte di una Chiesa accogliente,

approdo sicuro per ogni anima perduta

e sola in questo mondo.

(da Riforma)

IL DIAVOLO IN SCENA

  Il papa non perde occasione di parlare del diavolo. Probabilmente pensa ai cardinali di curia, ma non è meno probabile che lui sia proprio convinto che esista Satanasso, quello che appartiene a tradizioni religiose più varie.

Davvero si confondono le leggende e le immagini, i simboli e le metafore con la realtà. Si tratta di “linguaggi funzionali” per illustrare la vasta realtà del male.

La TV dei vescovi aveva già parlato del papa esorcista... concorrente del più grande comico cattolico che è padre Amort... poi... Boffo ha dovuto chiarire e ritirare la notizia.


 

Il papa e le donne

Non si sa perché gli uomini riescono a incespicare nell'incontro con noi, anche quando ci vogliono bene. A Napolitano, un gentiluomo che finalmente dice «ministra» con la desinenza in -a, gli viene in mente che i «saggi» sono solo uomini. Il Papa, che fin qui ha detto parole e compiuto gesti affettuosi per tutti, è entrato, inavvertitamente, nella sostanza di contestate richieste «di genere» proprio pensando a noi, che abbiamo visto per prime il Risorto (mentre i maschi stavano chiusi in casa per evitare la polizia e Pietro continuava a piangere per aver rinnegato tre volte il suo Signore). Quindi, dice Papa Francesco, siamo «migliori» e, infatti, siamo «madri» (ed era il momento buono per ricordare alcune «madres» del suo paese, quelle di plaza de mayo). Un complimento o una svolta?
Le donne, in genere, si fidano un po' meno delle parole maschili e incominciano a chiedere che i fatti corrispondano: non sappiamo che cosa farà Papa Francesco, dopo questo periodo di entusiasmi suoi e di tutti. Per quello che ci riguarda vorremmo che chiamasse qualche teologa americana della Federazione delle religiose cattoliche messa sotto inchiesta per «femminismo» e qualche biblista che riesaminasse con lui le ragioni che hanno attribuito agli evangelisti l'invenzione del primato di Pietro, dal momento che Gesù aveva affidato l'annuncio («va e annuncia ai fratelli ... ») a una donna. E che predisponesse una campagna di evangelizzazione dei maschi... Come uomo Gesù non ammetteva la violenza del patriarcato contro le donne nemmeno nel pensiero e chiedeva a tutti - a partire da quella famiglia che non viene mai menzionata nei Vangeli - la responsabilità.
Giancarla Codrignani, Bologna
(Rocca 15 maggio)

giovedì 30 maggio 2013

BAGNASCO: SORDITA' TOTALE

Un ragazzo gay  di 16 anni si butta dal terzo piano della sua scuola, vittima del bullismo omofobo e di una cultura violenta. E oggi Bagnasco ripete la sua antifona contro l'amore omosessuale.
Un po' di intelligenza e  di rispetto avrebbe suggerito almeno un dignitoso silenzio.
Pochi giorni fa elogiava don Gallo  e oggi bestemmia i diritti umani e offende le persone che cercano una vita degna di essere vissuta. La sordità delle gerarchie cattoliche è senza limiti.
(L'Unità 25 maggio)

LETTERA FIRMATA E RISPOSTA


Caro don Franco,

... la morte di don Gallo, mi ha fatto pensare e porre a lei una domanda: “Come mai a don Gallo non sono state date le sanzioni comminate a lei dal Vaticano con tanta serenità?”. Il resto della lettera, lo legga per conoscenza, ma come risposta mi aspetto che faccia centro sulla mia richiesta.

Con grande stima ed affetto.

B.R.

 

Risposta:

Cara amica,

hai ragione: anch’io non ho mai lottato contro la chiesta, ma per renderla più bella, accogliente e d evangelica. Prima di rispondere alla tua domanda precisa, mi sembra importante ringraziare Dio per il dono, la vita, la fede di don Gallo, un vero testimone del Vangelo, sempre dalla parte degli ultimi. Questo è l’essenziale per chi fa riferimento al Vangelo. Anzi, a me sembra l’essenziale per ogni uomo e ogni donna.

Certo fa impressione questo funerale presieduto da un cardinale e tutto il coro di elogi. Anche Avvenire, Il quotidiano dei vescovi italiani, non ha perso l’occasione per un bell’elogio funebre.

Don Gallo, oltrechè uomo del Vangelo, prete di strada e solidale con i più deboli, è stato sempre un sacerdote molto astuto. Mi spiegò la sua astuzia in un incontro a Genova nel 1984 quando mi disse: “Io non vado mai a cacciarmi in questioni teologiche... perché, se ti infili in quei sentieri, la gerarchia ti fa fuori senza pietà”. Come dargli torto? Nessuno mai mi ha rimproverato di occuparmi dei tossicodipendenti (sono ancora coordinatore di una associazione che mosse i suoi primi passi nell’ottobre del 1980), ma subito la gerarchia mi tenne d’occhio quando seppe che dal 1989 qualche donna presiedeva la celebrazione eucaristica. E fu un vero “processo canonico” quando scrissi sulla numerosa famiglia di Gesù, sul significato dell’espressione “figlio di Dio”, quando scrissi che la verginità di Maria è un linguaggio mitologico, quando scrissi che non bastava cambiare il papa, ma bisognava superare la struttura del papato come contraria al Vangelo. Non mi toccarono subito quando difendevo i diritti omosessuali, ma quando passai alla celebrazione pubblica di nozze gay il Vaticano mi lanciò l’interdetto...

Ci sono, cara amica, dei “punti” che fanno scattare la condanna vaticana. Ho sempre ritenuto che fosse mio compito, mia vocazione ministeriale, mettere al primo posto i poveri, senza però trascurare l’esigenza di esprimere la fede in linguaggi e riti nuovi che rispettino il messaggio biblico per i nostri tempi.

Ci fu un vescovo, che voleva salvarmi dagli strali vaticani. Egli mi suggerì o di astenermi da certi terreni o di mescolare ai miei scritti qualche esplicito assenso e frasario dottrinario...

Capivo il suo amore per me, ma non potevo in coscienza ritrarmi da un impegno teologico di “deellenizzazione” del cristianesimo, come scrivono da decenni i più grandi teologi cattolici.

Credo che, nel comune impegno per i poveri e riconoscendo in don Gallo un testimone ed un profeta straordinario, non posso trascurare altri aspetti che ritengo parte irrinunciabile della mia vocazione e mi lega a migliaia di teologi e teologhe in questo lavoro di “trascrizione” del messaggio biblico per il nostro tempo. Non posso recitare il credo niceno-costantinoplitano senza sentire quelle parole dogmatiche che hanno bisogno di essere rispettosamente superate per parlare all’uomo e alla donna “adulta” di oggi. E' proprio il desiderio di "dire Dio oggi" per i non addetti ai lavori che crea in me l'impegno di tradurre il linguaggio della tradizione in parole che siano contemporanee all'uomo e alla donna d'oggi.

La gerarchia non sopporta chi mette in dubbio, studi alla mano, il suo potere sacro ed esclusivo di “interprete infallibile”. Credo di amare i poveri anche concorrendo a liberarli da questa ideologia di dominio. I guardiani dell’ortodossia fanno il loro mestiere. Mi dissocio per amore del Vangelo come oggi fanno milioni di uomini e donne che non cessano affatto di sentirsi parte di questa chiesa come popolo di Dio.

Non sono sicuro di aver risposto alla sua domanda. Ci ho provato, nel breve spazio di una lettera. Ma è ovvio che la gerarchia sa recuperare senza la minima difficoltà i vari Romero, Puglisi, Gallo che costituiscono la “faccia pulita” di una istituzione sporca e compromessa. Ne ha addirittura bisogno e, se non ci fossero, dovrebbe crearli per salvarsi dal “naufragio universale” della sua realtà istituzionale. Presto saranno tutti santi. Questo è il gioco abilissimo dei sacri palazzi. Per fortuna e per dono di Dio, i semi evangelici vissuti e testimoniati da queste persone portano frutti abbandonati nel cuore di tanti credenti e nelle vie del mondo.

Don Franco Barbero

ROGER GARAUDY


La felicità è quando tutta la natura è divenuta mio corpo.



UMBERTO VIVARELLI


Uomo evangelico significa uno che ha incontrato Dio nella carne e nella storia di Cristo, e dei poveri, e in quel cammino procede.



ERICH FROMM

Ci avviamo rapidamente verso una società governata da burocrati che amministrano un uomo-massa ben nutrito, curato, disumanizzato e depresso.


LIBERATI NELLO SPIRITO

Aiutaci, Signore, a riconoscerci davanti a te e al prossimo come santificati, non come santi, come peccatori perdonati, non come impuri purificati, come donne e uomini in attesa della pienezza della redenzione, ma coscienti della propria elezione a nuova vita.

L’annuncio di Pentecoste risuoni nel nostro mondo come una chiamata alla libertà per questa umanità in catene.

Liberate, liberati nello Spirito, dacci di camminare in novità di vita al servizio del nostro prossimo. Amen  

(da Riforma 17 maggio)



EVOLUZIONE

Mai confondere Grillo con il Partito 5 Stelle. Qualcosa si muove e il comico perde terreno. Bastano pochi parlamentari a cambiare la realtà delle due camere.
A settembre ci troveremo forse con qualche bella novità.

IL MORTO CHE CAMMINA

Tutti i sondaggi davano il Partito Democratico in agonia e ormai defunto. Poi eccoti le elezioni amministrative e il defunto era in coma apparente perchè risulta vincitore.
Se si smettesse la cagnara interna e si facesse qualche concreta scelta di sinistra, la prospettiva si riaprirebbe.

INCONTRO DI FINE ANNO DEL GRUPPO PRIMAVERA


Carissimi,

venerdì sera, 31 maggio, come da programma si terrà l'incontro finale del Gruppo Primavera.

Come consuetudine ormai da diversi anni, vorremmo condividere un momento di preghiera e di riflessione con le famiglie residenti e le famiglie ospiti della Comunità che ci accoglie tutto l'anno dandoci l'opportunità di svolgere le nostre attività.

Sarà presente don Franco Barbero.

Questo il programma:

 ritrovo  di tutte le famiglie alle ore 19,15 presso la Comunità;

momento di preghiera;

cena di condivisione.

 Ogni famiglia del Gruppo Primavera porti con se un piatto abbondante da condividere con tutti, famiglie residenti e ospiti, abbeveraggi, pane e una tovaglia..

Non porteremo il cestino con i piatti e bicchieri: useremo quelli del budello.

Se ho dimenticato qualcuno nell'indirizzario girate per piacere questa e.mail.

 ciao a tutti.

Cinzia

 


Vescovo minacciato durante una cresima

Increscioso episodio domenica 19, giorno di Pentecoste, in cattedrale a Pinerolo durante il conferimento del sacramento della Confermazione da parte del vescovo, mons. Pier Giorgio Debernardi, a 23 cresimandi adulti. Tra i concelebranti, inatteso, si è inserito un sacerdote di 71 anni a cui il vescovo, per atteggiamenti poco consoni all'attività pastorale e lunghe assenze in alcun modo giustificate, tolse una decina d'anni fa la parrocchia. Questo sacerdote all'improvviso prendeva il microfono chiedendo a mons. Debernardi quale fosse il suo ruolo in Diocesi. All'invito del vescovo di calmarsi e di spostare la discussione in un altro luogo e momento più idoneo, questi andava in escandescenze, tanto da costringere alcuni fedeli ad intervenire in difesa del presule. Condotto in sacrestia, la cerimonia veniva momentaneamente sospesa, poi il vescovo conferiva al parroco della cattedrale, don Luigi Moine, l'incarico di proseguire nel conferimento della Cresima.

Un governo che punti tutto su cultura e ricerca

Il presidente del consiglio Enrico Letta nel corso di una recente puntata della trasmissione «che tempo che fa» in onda su Rai3, si è lanciato in un'affermazione tanto sorprendente quanto insolita sulle labbra di un politico, soprattutto su quelle di un primo ministro: «Se ci saranno tagli all'università e alla cultura...mi dimetterò». Una dichiarazione davvero coraggiosa. Mi sembra di ricordare che solo un altro primo ministro europeo abbia pronunciato parole tanto impegnative e vi abbia fatto seguire dei fatti: la cancelliera della Germania, signora Angela Merkel. Il premier italiano, Enrico Letta per il momento si ferma a livello delle parole, del resto non si può pretendere troppo, diamogli tempo.
Premetto che non sono un fan di questo governo e non ho nessuna aspettativa riguardo alla sua azione. Devo tuttavia constatare che ci voleva un ex democristiano perché si sentisse sentire pronunciare dal capo dell'esecutivo italiano un aut aut impegnativo in merito a cultura, istruzione e suppongo ricerca. Non ricordo che Pierluigi Bersani nell'intera campagna elettorale impostata sulla smacchiatura del giaguaro abbia mai pronunciato la parola cultura, né che lo abbiano fatto altri autorevoli esponenti del Pd. Ma forse ero distratto io. Lo ha fatto con passione solo Nichi Vendola e per quanto mi riguarda gliene ho sempre reso merito sulle pagine di questo giornale e non solo. Ma mettere la cultura come priorità politica al punto da ipotecare la propria permanenza in carica in base ad essa è altra cosa. Resta da vedere se Letta avrà il coraggio di passare dalle parole ai fatti.
Se posso permettermi un modesto suggerimento: «Lo faccia, ci provi, esageri! Appena possibile convochi un Consiglio dei ministri tutto sulla cultura, sull'istruzione e sulla ricerca., Lo convochi magari ai Musei Capitolini, all'università la Sapienza, o che so, a Cinecittà. E' probabile che non serva assolutamente a nulla perché parlare di cultura, università e ricerca con il partito di Berlusconi, Brunetta e Gelmini è come chiedere a Dracula dì indossare il crocefisso, ma almeno avrà costituito un precedente destabilizzante e forse, in un futuro governo Letta II, formato con una coalizione più «divisiva» magari ma meno insensata, potrà perfino osare pensare di dare avvio al risanamento del Paese e al rilancio del suo sviluppo a partire dalla leva del sapere, della bellezza e della valorizzazione del territorio in ogni sua potenzialità. Potrebbe anche pensare di fare del merito culturale e scientifico la risorsa principale di un nuovo futuro». D'accordo, d'accordo, ho esagerato. Adesso mi sveglio!
Moni Ovadia
(L'Unità 11 maggio)

mercoledì 29 maggio 2013

INTERVISTA A DON FRANCO BARBERO


 

Car* tutt*,

vi metto al corrente di una cosa molto bella accaduta di recente. Alcuni giorni fa una giornalista libera professionista si è messa in contatto con don Franco, dicendo di avere intenzione di realizzare un'intervista da mandare in onda il medesimo giorno in cui in Francia si celebra il primo matrimonio gay. Il tema è quello di mettere in relazione ciò che sta avvenendo nel mondo con la situazione italiana. Franco ha accettato, nel contempo ha chiesto ad alcuni membri della Scala la disponibilità ad offrire la loro testimonianza. Alla fine hanno aderito Mara, Simone, Emanuele, Moreno e il sottoscritto. L'intervista è stata realizzata a casa di Franco lunedì mattina scorso. A quanto ci è stato detto il servizio verrà trasmesso in due momenti diversi. La prima parte va in onda questa sera, mercoledì 29 maggio 2013, tra le
ore 23:30 e le 0:30 su "tg5 punto notte", e sarà essenzialmente la sola intervista a don Franco. In data ancora da confermare andrà in onda la seconda parte dell'intervista, su Italia1 e in orario preserale, dove compariranno anche i contributi degli scalini, che hanno detto la loro sul modo di mettere d'accordo esigenze di fede con esigenze di vivere serenamente la propria sessualità e di vedersi riconosciuti alcuni diritti giuridici. Spero che questa sera non perderete l'occasione di vedere Franco in tv. Se poi qualcuno riuscisse pure a registrare la trasmissione, ancora meglio.

Un caro abbraccio, Marco C.

Per annullare l'iscrizione a questo gruppo, manda una mail all'indirizzo:
LaScaladiGiacobbe-unsubscribe@yahoogroups.com



P


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Lettera ricevuta per via postale

16-05-2013
Lo invito questo mio Apostolo a capire che noi del Cielo vediamo il tuo comportamento e ci vergogniamo per te, che non ai rispetto della tua Comunità credimi, tu stai dando Scandalo ai tuoi Parrocchiani non ti Vergogni?
Lo sai che tu sei un Consacrato della mia Chiesa o no?
Che ti fatto di male per disonorarmi, io mi chiedo Sacerdoti dove volete arrivare senza il mio Amore? Nel profondo dell'inferno?
Rifletti e pentiti se vuoi vedere le porte del Paradiso, ed io chiederò perdono a mio Padre che sta nei Cieli, e ti riaprino le porte del Paradiso, il giorno della tua morte che non è lontana.
Ora ti Benedico.

Lucia Guerini
Gentile signora Lucia Guerini,
pubblico molto volentieri la "simpatica" lettera che lei mi ha inviato come segno di attenzione nei miei riguardi.
Tanto più che lei, nel dépliant allegato, precisa le sue numerose e continue visioni celesti, le voci dal cielo, le rivelazioni particolari.... Io resto un po' perplesso... Non ricevo queste telefonate divine, simili apparizioni angeliche e visioni di luce celestiale. A dire il vero, non sento il bisogno di questa linea diretta con santi e madonne varie... Molto più umilmente, nell'incontro con le persone, nella lettura biblica, nella preghiera, nel piccolo vissuto quotidiano e nei fatti del mondo, io cerco di capire che cosa Dio voglia da me. Il mio è un cammino senza quelle miracolose comunicazioni di cui è ricolma la sua vita.
Le dirò di più. Nutro una profonda diffidenza verso chi sente le voci divine, riceve apparizioni, comunica rivelazioni e messaggi di condanna verso il prossimo.
Svolgendo ogni giorno un servizio di ascolto, come parte integrante del mio ministero, spesso ho constatato che questo fiume di presunti messaggi  divini nasconde illusioni, fantasie, narcisismi, fobie e affari. Sì, tanti affari, come quelli che ruotano intorno a padre Pio o alle madonne varie.
E poi, cara signora Lucia, non si preoccupi della mia salvezza. Quella è nelle mani di Dio e i suoi discorsi sull'inferno ormai fanno sorridere i credenti adulti. Infatti c'è un solo inferno ed è su questa terra. Il suo nome è guerra, violenza, ingiustizia,egoismo, odio dello straniero, stupro...  Dopo la morte ci attende solo un Dio che è Padre e Madre, un porto al quale arriviamo dopo le nostre precarie ed imperfette navigazioni. Il Dio terrorista di cui lei mi scrive, è il parto di alcune menti malate che non hanno ancora scoperto l'autentico messaggio di Gesù, testimone verace di Dio.
La ringrazio di cuore se pregherà Dio (non padre Pio) per me perché tutti, forse anche lei, abbiamo bisogno di conversione e di maggiore adesione al messaggio di Gesù.
Le auguro ogni bene e soprattutto che, tra una visione e l'altra, tra un rapimento estatico e l'altro, trovi il tempo di riposarsi un po' per il suo benessere fisico e mentale.
La saluto con affetto e simpatia.
don Franco Barbero

 

martedì 28 maggio 2013

La riforma della scuola di Rajoy: corsie preferenziali a chi studia religione

L'insegnamento della religione nelle scuole spagnole sarà dì nuovo una via preferenziale per ottenere borse di studio: è una delle misure più contestate della nuova legge di riforma scolastica voluta dal governo conservatore del Partido popular (Pp) di Mariano Rajoy, e che reca il nome del ministro dell'istruzione José Ignacio Wert.
Secondo quanto riporta il giornale E] Pais, di orientamento progressista, il governo conservatore ha accolto così una delle principali richieste della Conferenza episcopale spagnola, decisa a recuperare terreno dopo l'ondata di laicizzazione dei governo Zapatero. Secondo la riforma Wert, la materia dì Educazione alla cittadinanza, introdotta dal Precedente esecutivo socialista e odiata dai vescovi soprattutto per i suoi contenuti in tema di diritti degli omosessuali - scomparirà del tutto. Con la riforma, sarà ancora possibile non studiare religione, ma solo scegliendo una materia alternativa («Valori etici»), e la Materia Religione farà media a tutti gli effetti.
(L'Unità 19 maggio)
Finché per secoli nelle nostre chiese abbiamo parlato di pace, nessuno ha contestato. Quando sulla scorta della parola, si è scoperta la stretta parentela della pace con la ingiustizia, si sono scatenate le censure dei potenti.
Tonino Bello, vescovo

BEATO FRA I MAFIOSI

 

La sera del 19 maggio 1993, di fronte alla sua abitazione di Brancaccio, popolare quartiere di Palermo, veniva assassinato da un gruppo di fuoco don Pino Puglisi. Tra qualche giorno la Chiesa di Roma riconoscerà beato questo suo singolare presbitero.
 Puglisi è stato forse l’ultima vittima della più recente stagione stragista di Cosa Nostra, prima che una parte delle istituzioni della Repubblica cominciasse a combattere la mafia, spinta dall’opinione pubblica; altri sostengono, prima che una diversa parte delle istituzioni decidesse di avviare un processo di pacificazione con Cosa Nostra, per accompagnarne svecchiamento e riconversione.
Non ci occuperemo della cosa in queste poche righe, né della stucchevole polemica se sia opportuno essere fatti santi, o della differenza tra adorazione al santo e preghiera. Vogliamo invece ricordare un altro episodio: l'attentato di Ciaculli del giugno del 1963, in cui persero la vita sette uomini delle forze dell’ordine. Dopo l’attentato di Ciaculli, la chiesa valdese di Palermo, guidata dal pastore Pietro Valdo Panascia, pubblicò il famoso manifesto intitolato «non uccidere».
 In città vogliamo ricordare entrambi gli anniversari.
A luglio con un’iniziativa sul manifesto di Panascia, mentre martedì 21 maggio presentiamo un bel libro su don Pino, per nulla agiografico: «Beato fra i mafiosi. Don Puglisi: storia, metodo, teologia». Vorrei lasciarmi guidare da due spunti offerti al lettore da Augusto Cavadi. Il primo: uno degli elementi di pericolosità di Pino Puglisi e del suo agire in contatto e in relazione con i suoi concittadini di allora fu il non accontentarsi della sola riflessione. Egli seppe coniugare riflessione e azione sociale. Seppe, da insegnante, rapportarsi con diverse anime della città e tradurre in gesti nonviolenti e profetici le sue e le altrui idee contro la mafia. Il secondo: non fu un uomo o un prete «normale». Una persona mite sì, così viene descritto da chi lo conobbe, ma non normale. Don Puglisi non si adeguò al clima clientelare che vigeva nella diocesi, e mai decise di scendere a patti con chi voleva che il suo quartiere restasse arretrato e disgregato, per offrire manovalanza alle cosche. Subì per questo scoraggiamento e stanchezza, solitudine, fu costretto a esporsi, alla fine fu ammazzato, ma non accettò mai quella «normalità» che si traduce in acquiescenza e in fin dei conti in complicità.

(24 maggio, Riforma, Francesco Sciotto)

La gerarchia cattolica che prima lo lasciò solo, ora con la consueta ipocrisia lo proclama santo.

IL DIAVOLO IN SCENA

 

Il papa non perde occasione di parlare del diavolo. Probabilmente pensa ai cardinali di curia, ma non è meno probabile che lui sia proprio convinto che esista Satanasso, quello che appartiene a tradizioni religiose più varie.

Davvero si confondono le leggende e le immagini, i simboli e le metafore con la realtà. Si tratta di “linguaggi funzionali” per illustrare la vasta realtà del male.

La TV dei vescovi aveva già parlato del papa esorcista... concorrente del più grande comico cattolico che è padre Amort... poi... Boffo ha dovuto chiarire e ritirare la notizia.

VI SIETE DOMANDATI PERCHE’?

Ci ha rallegrati il fatto che tante persone abbiano riconosciuto l'umanità e la fede liberante di don Andrea Gallo.
Ma qualche interrogativo non posso tacerlo.
Al funerale di un profeta dei poveri, di un filosofo e di un teologo appassionato, di uno studioso che andò pellegrinando da un capo all'altro del mondo per i diritti dei più deboli, che perse una cattedra di prestigio in una università pontificia romana … non ci fu nessun coro di elogi, nessun cardinale a presiedere l'eucarestia.
Parlo di don Giulio Girardi che morì a Roma circa un anno fa, circondato dalla stima e dall'affetto della comunità di base di San Paolo e dal generale assordante silenzio dell'ufficialità cattolica.
Quale differenza di trattamento per due preti della stessa passione e della stessa coerenza umana e cristiana.
Perché? A mio avviso,è molto importante porsi questa domanda per capire certi meccanismi istituzionali e gerarchici, per favorire un rinnovamento evangelico reale.
Caro lettore, cara lettrice, pensi che queste cose, questi "diseguali trattamenti" succedano a caso?
Io penso di no e tu …? Vuoi darti e darmi una risposta?

don Franco Barbero
La collettività è più forte dell'individuo in tutto, tranne che per un aspetto: il pensiero.
SIMONE WEIL
Storica sentenza di condanna per l'Opus Dei.
Il 26 marzo scorso, la Corte d'Appello di Parigi ha condannato il centro educativo dell'Opus Dei, l'Acut (Associazione di Cultura Universitaria e Tecnica), in quanto colpevole di occultamento di lavoro clandestino. L'Acut dovrà risarcire con 75mila euro Catherine Tissier, iscritta a 14 anni alla scuola alberghiera istituita dall'Acut senza conoscerne l'appartenenza all'Opera, particolare taciuto dall'Associazione fino all'avvio del processo. Catherine, inizialmente di fede tiepida, piano piano si lascia irretire dall'Opus. «Un vero lavaggio del cervello», sostiene, fino a che «accetta» di diventare «numerario ausiliare», e, alla fine degli studi, di lavorare nelle più varie istituzioni dell'Opus senza salario. Stremata, all'età di 29 anni e ridotta a pesare 39 chili, si ammala di una forma grave di depressione. La madre riuscirà a portarla via minacciando l'Opus Dei per «mancata assistenza a persona in pericolo di vita». La successiva lenta guarigione le consentirà di acquisire piena consapevolezza dei danni subiti e di intraprendere il percorso processuale (durato ben 12 anni) a carico dell'Opus. «Finalmente - ha dichiarato - sono autorizzata a dimenticarmi di questo sordido periodo della mia vita»,.
(da Adista 20 aprile)

lunedì 27 maggio 2013

GRUPPO GIOVANI ZONALE


Stiamo leggendo, nel gruppo biblico giovanile di Rivalta, il Vangelo di Marco.

Il prossimo incontro è fissato per mercoledì 26 giugno alle 20,30.

Leggeremo i capitoli 3-4-5.

E' un gruppo meraviglioso. C'è posto .......



"DIO E' GIA' LI'"

Quando mi metto in viaggio per un incontro o un dialogo o un gruppo biblico non ho mai pensato che "porterò Dio", la Sua parola o una testimonianza autorevole.

Cerco piuttosto di entrare in solidarietà reale con le persone che incontrerò ben convinto che Dio è arrivato prima e, nel dialogo, la Sua presenza si manifesta.

Proprio per questo mi trova in perfetta sintonia la teologa Karen Ross che, in Concilium 2/2013, riporta la preghiera scritta sulla copertina del fascicolo di una delegazione di teologi e teologhe che stavano entrando in relazione con una comunità di villaggio in El Salvator.

Questa "preghiera dell'inviato", espressa in forma meditativa, recita così:


Il nostro primo compito nell'avvicinarci

a un'altra persona

a un'altra cultura

a un'altra religione

è di toglierci i calzari

perché il luogo

a cui ci stiamo avvicinando

è sacro ...

Sennò potremmo ritrovarci

a camminare

 in un altro sogno.

Cosa ancor più grave,

potremmo dimenticare

che Dio era lì

prima del nostro arrivo".


Il problema, semmai, è come esserne consapevoli e come accorgersi della Sua presenza e come saperla accogliere.


Franco Barbero




BERLINO VENDO CHIESE

I templi rimangono vuoti? Non resta che vendere, è la risposta della Chiesa cattolica e della Chiesa evangelica. Per la prima, succede a Berlino, dove l'Arcivescovado da qualche settimana ha deciso di mettere a disposizione del migliore compratore i suoi immobili, tra cui una cappella e una chiesa costruite nel secolo scorso e situate nei Laender di Brandeburgo (quello che circonda Berlino) e Meclemburgo-Pomerania-Anteriore. E sul sito www.erzbistumberlin.de, sotto la voce "Immobilien" si trova - informa TMNews il 29/3 - l'annuncio della cappella "Maria Goretti" a Loitz, il cui prezzo è di 20mila euro e include un terreno di 1.057 metri quadrati e una chiesa costruita nel secolo scorso. Una navata di 175 metri quadrati e un terreno di 952 metri costa invece 130mila euro. Prezzi stracciati? Ma cosa fare quando 126.488 persone, informa il bollettino della Conferenza episcopale, hanno abbandonato la Chiesa cattolica tedesca nel 2011, costringendo alla chiusura di 400 edifici ecclesiastici? Anche la Chiesa evangelica è ricorsa alla creazione di un sito, all'indirizzo wwww.kirchengrundstuecke.de, per facilitare la vendita di 170 tra chiese e case parrocchiali e 140 terreni. «Tra le 120mila e le 150mila persone abbandonano la Chiesa ogni anno», ha confermato il pastore Reinhardt Maiwack , portavoce dell'istituzione.
(Adista 20 aprile)