mercoledì 29 febbraio 2012

Preghiamo insieme:

Non rassegnarsi, lottare

Non disperare, sperare

Non odiare, amare

Non reprimere la collera,

ma esprimerla in forma costruttiva di impegno e servizio

Non calcolare, rischiare

Non servire i potenti ma i deboli

Non cedere, credere

Non ripetere, pensare

Non tacere, parlare

Non restare soli, pregare

Non intristire, godere l'amicizia

Non raziocinare senza passione d'amore,

lasciar parlare in noi anche poesia e profezia

Non chiudere confini, ma aprire gli spazi dello spirito,

che sono gli spazi dello spirito,

che sono gli spazi dell'uomo inedito che è dentro di noi

e del Dio nascosto nel suo cuore.

Enrico Peyretti

 

SONO CON DIO

In queste settimane ci hanno lasciato due filosofi credenti di fama internazionale, ma soprattutto maestri di fede liberatrice.

  • È morto John Hick di cui ricorderemo gli apporti profondissimi per uscire dalle prigioni delle dogmatiche cristologiche.
  • È morto anche Giulio Girardi che è stato un perseguitato per il suo impegno a fianco dei lavoratori e come convinto fautore delle teologie della liberazione.

Li ricorderemo più diffusamente nei prossimi giorni. Ora li pensiamo presso Dio nella pace.

Maggioranza cattolica nell'universo paritario

Delle 14.149 scuole paritarie, l'81,5% è gestito da enti privati per lo più a carattere religioso: 9.371 sono enti cattolici o di ispirazione cristiana (nel 1991 erano arrivati a quota 11.121). Nell'insieme le scuole cattoliche costituiscono due terzi dell'intero sistema paritario, ma nella secondaria di secondo grado (le medie superiori) le proporzioni si invertono: prevalgono le scuole di altri gestori. I salesiani guidano 140 istituti paritari e, forti della loro tradizione educativa, in queste ore sono in prima linea a contestare l'ipotesi governativa di tassare con l'Imu tutti gli istituti paritari.

 (Repubblica, 27/02)

SPARITI 45.000 POSTI

In dieci anni negli ospedali italiani sono spariti 45mila posti letto, circa il 15%, tagliati per razionalizzare e ridurre le spese. Ci hanno rimesso i pronto soccorso, che hanno meno spazi dove ricoverare i casi urgenti. La riduzione delle degenze, da noi più marcata che nella maggior parte degli altri paesi europei, da anni viene indicata come fattore positivo per l'assistenza. «è vero ma probabilmente non avevamo messo bene in conto l'invecchiamento della vita della popolazione, e l'incremento delle malattie croniche - spiega Carlo Nozzoli, segretario di Fadoi, l'associazione dei medici internisti - Mancano letti, di certo per acuti ma anche di lungodegenza, quelli per intenderci dove mettere il novantenne con la febbre e la tosse che ha bisogno dell'ossigeno». Così i malati tornano più volte all'anno al pronto soccorso. «Ci vuole anche una maggiore risposta del territorio, i medici di famiglia devono seguire i loro pazienti per evitare queste ricadute», aggiunge Giorgio Carbone, segretario della Simeu, la società di medicina di urgenza: «Al calo dei letti si risponde con una organizzazione migliore di tutto il sistema sanitario. Siamo pronti a fare le nostre proposte al ministro».

(Repubblica, 21/02)

martedì 28 febbraio 2012

LA LETTERA

don franco barbero,
ho 22 anni e sono cristiano non in virtù di una appartenenza alla chiesa cattolica o a qualsiasi altra denominazione, ma in quanto discepolo di Gesù. questa sera, guardando il chiambretti show, sono rimasto positivamente colpito del suo senso di autocontrollo e amore sincero per il prossimo. in qualità di fratello e con sincera umiltà mi permetto di rivolgerle delle "critiche", sperando possano essere di edificazione reciproca.  non sono d'accordo con il suo acconsentimento alla realizzazione di matrimoni omosessuali.Perchè? perche lo dice la Parola di Dio.l'apostolo Paolo lo dice chiaramente. E' qualcosa a cui non dobbiamo adeguarci. dobbiamo amare gli omosessuali ma non cullare il peccato. e volevo chiederle il motivo per cui non crede nell'esistemza dell'inferno. Gesù stesso ne fa menzione. sono convinto che in quanto cristiani dovremmo esporre il vangelo nella sua completezza e non solo le parti che comprendiamo di esso o adattandolo alle mode dei tempi. e lo dico soprattutto a me stesso. Non sono un bigotto. sono il primo ad adottare un approccio laico alla fede. ma noi non predichiamo noi stessi o un messaggio nostro, ma quello di Dio per l'umanità. è un messaggio d'amore sono d'accordo. ma anche un messaggio di ravvedimento.  un abbraccio fraterno!:)  le voglio bene   

UNA RISPOSTA

Carissimo Francesco,
sento nelle tue parole l'anelito verso una fede vera, non di facciata, profonda e motivata. Ti sento spiritualmante vicino nel discepolato di Gesù, anche se le nostre idee teologiche sono molto diverse. Una chiesa che viva del Vangelo accoglie con gioia il confronto e la realtà delle nostre differenze. Peccato che ho solo il tempo per scriverti troppo brevemente.
  • Come teologo e biblista che ha passato la vita tra la gente di strada e gli studi, non posso leggere nella Bibbia - se so contestualizzarla - nulla contro l'omosessualità. Nei miei libri l'ho ampiamente documentato sulla scorta di centinaia di studi di teologi e teologhe cattoliche. La Bibbia ebraica e la Bibbia greca, alle quali ho dedicato la mia vita, spesso purtroppo vengono lette in modo fondamentalistico.
  • Certo, guai a piegare la Bibbia ai nostri comodi, ma guai a chi estrae ed estrapola versetti qua e là e li "spara" contro le persone. In questo modo nella Bibbia trovi tutto e il contrario di tutto e così ti trovi davanti ad uno "stupidario".  Il Vangelo nella sua completezza (sono almeno 4 più alcuni ancora più antichi di cui oggi abbiamo notizia) significa amore e accoglienza nel suo messaggio centrale, non nei "codici culturali" del tempo che, per esempio, sono offensivi per le donne. Ne potremo riparlare o potrai venirmi a trovare.
  • Il ravvedimento non può essere "cambiare noi stessi secondo le leggi ecclesiastiche", ma secondo l'essenza del messaggio di Gesù. Oggi tra Gesù e chiesa ufficiale c'è una totale discontinuità sul terreno della ricchezza, dell'affettività, della dedizione ai poveri.
  • L'inferno è una simbolica del linguaggio apocalittico, ma esso ha la funzione "provocatoria" dei linguaggi antichi: è un forte appello alla conversione. Ma un Dio che punisce per sempre è una bestemmia. L'inferno c'è eccome: è qui sulla terra. L'inferno è la violenza, lo stupro, la pedofilia, la guerra, il capitalismo, l'abbandono dei poveri, il lusso dei potenti e dei commercianti di corpi.
Caro Francesco, vedi se qualche mio pensiero può confrontarsi con i tuoi.
Intanto ti abbraccio con tanto affetto.
    don Franco

GRUPPO PRIMAVERA: SABATO 3 MARZO

Ciao a tutti, allora l'incontro con Franco è confermato per SABATO PROSSIMO 03.03.2012, sempre alle 16,00 a Piossasco. Bisogna finire alle 18,30 perchè Franco ha un impegno a Pinerolo. Ci presenterà l'interessante libro di Pesce "Da Gesù al Cristianesimo", di non facile lettura (se lo dice lui!). Un saluto a tutti.
PS Noi ci occupiamo dell'andata (o del ritorno) ma qualcuno si offre per uno dei 2 viaggi? grazie. Antonella




 


A MILANO: SABATO 3 MARZO


SABATO 3 MARZO – ORE 17.00 – SEDE DI VIA SOPERGA 36

Incontro con gli autori del libro «Curare i gay?»

OLTRE L'IDEOLOGIA RIPARATIVA DELL'OMOSESSUALITÁ

Tra i numerosi libri a cui ha lavorato Paolo Rigliano, psichiatra e psicoterapeuta che dirige il servizio territoriale psichiatrico di un grosso ospedale pubblico, i due che già parlano in maniera specifica di omosessualità si segnalano per il rigore, per la lucidità e per la chiarezza. Quando abbiamo saputo che avrebbe pubblicato il libro Curare i gay? Oltre l'ideologia ripartiva dell'omosessualità in cui viene affrontato per la prima volta in Italia il problema delle terapie riparative dell'orientamento sessuale, gli abbiamo chiesto di venire a presentarlo. Lui ha fatto di più e ha coinvolto anche gli altri autori del libro: Jimmy Ciliberto (psicologo e psicoterapeuta che collabora come clinico e c formatore con numerose strutture) e  Federico Ferrari (psicologo e psicoterapeuta, collabora con il Centro milanese di terapia della famiglia). L'appuntamento, quindi, si preannuncia particolarmente stimolante, anche perché tra gli argomenti trattati c'è anche l'esperienza degli omosessuali credenti di fronte alla psicoterapia.

 


Gianni Geraci (portavoce Gruppo del Guado)

FEDE E FEMMINISMO

Inviamo l'invito dell'iniziativa che si terrà venerdì 2 marzo alle ore 16,30 al Centro Donna dal titolo
Fede e femminismo, il ruolo della donna nelle chiese
Incontriamo Elizabeth E. Green, teologa femminista, pastora presso la chiesa evangelica battista di Grosseto, che presenterà il suo ultimo libro "IL FILO TRADITO-Vent'anni di teologia femminista" (Claudiana editrice).
Francesca Tripodi
operatrice del Centro Donna del Comune di Livorno






GIULIO GIRARDI, UNA VITA VISSUTA NELLA FEDE E NELLA LOTTA


Domani ci ritroveremo per dare tutte e tutti insieme il nostro saluto al nostro caro amico, Giulio Girardi. Lo faremo nel salone della comunità di S. Paolo, dove lui partecipava alle assemblee eucaristiche domenicali, quando era a Roma.
Personalmente ricordo la sua presenza discreta, a dispetto della sua fama accademica di teologo. Non sempre prendeva la parola, ma quando lo faceva aveva sempre qualche immagine originale e illuminante per tutte e tutti noi. E di tanto in tanto qualche suo sintetico pensiero ci giungeva, tramite qualche amico che andava a trovarlo da quando era malato, anche in questi anni di malattia.
E ci piace pensare che questo cerchio che si stringerà intorno a Giulio si allarghi a comprendere tutti coloro per cui Giulio si è adoperato nella sua vita: non solo i credenti che avevano visto nel Concilio Vaticano II speranze di conversione della chiesa al Vangelo, ma anche il movimento operaio, i movimenti di liberazione del sud del mondo e in particolare le popolazioni indigene emarginate e oppresse dell’America latina. La vita di Giulio non è passata senza aver lasciato un segno su tutte queste realtà.
La cerimonia funebre si svolgerà domani, 28 febbraio alle ore 14 a Roma, in via Ostiense 152/B.

Segreteria tecnica nazionale delle comunità cristiane di base




I vescovi all’attacco: no all’ICI

Ici sulle scuole cattoliche: i vescovi dicono no. E i salesiani guidano la rivolta contro la misura che prevede l'Imu anche per gli edifici scolastici di proprietà della Chiesa. Nuova retromarcia del governo sulle liberalizzazioni per i professionisti.

(Repubblica, 27/02)

IL RICOVERO?

Aspetta chi deve essere ricoverato, aspetta chi ha bisogno di una cura e poi tornerà a casa e aspettano anche le ambulanze, che devono ritirare la loro lettiga rimasta in un pronto soccorso dove non ci sono più barelle per i malati. E nel frattempo non possono andare a soccorrere altre persone in difficoltà. Nei dipartimenti di emergenza bisogna avere pazienza. L'ingorgo può capitare ovunque. A Napoli come a Genova, a Torino come a Firenze. Secondo un'indagine del sindacato di medici ospedalieri Anaao e del Tribunale diritti del malato svolta in 70 strutture di emergenza-urgenza, prima di fare il triage, cioè di vedere inquadrato il proprio problema, si aspettano da pochi minuti a mezz'ora. Chi è stato classificato come codice giallo, quindi di gravità medio-alta, può aspettare fino a 5 ore prima della visita. Se il codice è verde si sale a 12 ore. Chi deve essere ricoverato nel 37% dei casi osservati aspetta oltre 6 ore e così nel pronto soccorso spuntano le barelle. Ma sono state rilevate anche punte di 22 ore per trovare un posto in reparto. Evidentemente casi come quello dell'Umberto I sono sfuggiti alla ricerca.

(Repubblica, 21/02)

lunedì 27 febbraio 2012

TARANTO: DIOSSINA COME ETERNIT

Tra la folla spunta un cartello: «L' Ilva è come l' Eternit». Un ragazzo urla: «Beviamo latte alla diossina». Erano centinaia ieri i cittadini che hanno manifestato fuori dal tribunale di Taranto, dove si è svolto l' incidente probatorio nell' ambito dell' inchiesta sulle emissioni di sostanze tossiche delle acciaierie Ilva. Presente alla protesta anche Bill Emmott, ex direttore dell' Economist insieme a una troupe televisiva. Nell' udienza a porte chiuse, i quattro consulenti chimici nominati dal gip Patrizia Todisco hanno esposto i risultati delle analisi avviate nel novembre 2010 e durate un anno. Nel procedimento sono indagati per disastro doloso e colposo e altri cinque reati, cinque dirigenti dell' industria siderurgica.

(Repubblica, 18-02)

CHE VINCA LA NONVIOLENZA

La manifestazione NOTAV ha registrato una partecipazione massiccia e nonviolenta. Ovviamente è sempre necessario isolare i violenti che spesso sono persone estranee al movimento popolare. Anche certi linguaggi come "Caselli mafioso" risultano grotteschi e falsi.
Proprio in queste ore giunge la notizia dell'incidente in cui è incorso Luca Abba'. Speriamo in bene per la sua ripresa.
Si prevede una notte di tensione. Mi auguro che prevalgano la nonviolenza e il buon senso.

TRUPPE USA ASSASSINE

Le truppe assassine degli USA, che hanno invaso l'Afghanistan, continuano ad oltraggiare i sentimenti del popolo bruciando il Corano.

E' proprio tipico dell'imperialismo americano coltivare il disprezzo dei popoli ai quali si dichiara guerra.

Ragionano con le armi più che con il cervello.

“Così si ingannano le donne”

L'ex pm Calcagno: rischio di gravidanze "vendute"
«Una decisione che, se confermata, mi pare sconvolgente. E per certi aspetti perfino fraudolenta, in quanto si presta a fuorviare la volontà delle persone, a fornire loro rassicurazioni ingannevoli». Graziana Calcagno, a lungo alla guida della Procura per i minori di Torino, soppesa bene le parole: da magistrato che ha visto passare sotto i suoi occhi decine di casi dolorosi, di abbandoni o di liti in famiglia, sa bene quanto sia sottile e decisivo insieme il confine che separa un bambino desiderato da un altro non voluto.
Dottoressa Calcagno, in che modo la decisione di versare un assegno mensile alle donne che decidono di non abortire si intreccia alla legge 194 che rende possibile l'interruzione volontaria della gravidanza?
«Questo emendamento stravolge lo spirito della legge, che parla espressamente di maternità e paternità consapevoli. E' obbligo di chi riceve una donna che vuole interrompere la gravidanza, sia esso il medico di base o il consultorio familiare, far emergere le ragioni che l'hanno spinta alla sua decisione, ascoltando eventualmente anche il padre del concepito. E di cercare di rimuoverle. Se una signora si rivolge al suo medico e dice "non posso avere questo bambino perché non ho soldi, ma lo vorrei", quella donna ha già diritto a ricevere assistenza dai servizi sociali. E' avvilente pensare che una somma in denaro, specie se piccola, ma anche là dove fosse grande, possa far cambiare idea su una cosa tanto importante».
Ma se la ragione per scegliere l'aborto è la mancanza di denaro, offrire quel denaro non è un'opportunità in più?
«Credo che l'aiuto che le istituzioni dovrebbero dare sia ben altro: asili nido, incentivi alle mamme disposte ad accudire anche qualche altro bimbo, sostegno complessivo alla donna, alla sua vita e al suo lavoro. Così invece si fa il contrario. Paradossalmente, si potrebbe verificare il caso di chi, per ottenere quei soldi, decide di avviare una gravidanza e poi, come consente una legge dello Stato che non può essere contraddetta da una norma regionale, non riconosce il bambino alla nascita e dunque lo rende adottabile. Un po' come l'utero in affitto, che la legge italiana vieta, o come la prostituzione, soltanto che in questo caso, anziché la prestazione sessuale, si "vende" la gravidanza».
E' importante la cifra?
«No, o meglio non è decisiva. L'assegno al momento della nascita di un figlio è una misura, per molti aspetti, assai migliore: in quel modo si offre un aiuto, anche simbolico, a chi si è già impegnato a diventare genitore, in un momento difficile per il  paese, per i giovani, per le famiglie. Così invece si mercifica una scelta cruciale come la maternità».
Quali possono essere le conseguenze di una nascita non voluta?
«Tragiche. Per un bambino, essere desiderato e dunque amato, a partire proprio dalla madre, è più importante di qualsiasi benessere materiale. Se invece quel bambino non è stato voluto, se lui stesso diventa un intralcio alla vita di una donna o di una coppia che non erano pronte al suo arrivo, sarà sempre infelice, così come lo sarà la stessa madre. Sono situazioni alle quali, purtroppo, ho assistito molto spesso e non mi pare il caso di incentivarle. Sono contraria all'aborto, ma se si vuole prevenirlo occorrono altri strumenti».
Tra gli argomenti di chi ha avanzato questa proposta c'è anche quello che la prevenzione dell'aborto, pur prevista dalla legge, nella pratica non si realizza. Qual è la sua risposta?
«E' un'osservazione singolare, specie se proviene dalle istituzioni pubbliche. Se i consultori non funzionano a sufficienza, se i servizi sociali non riescono a fare prevenzione, è, appunto, un problema delle istituzioni, che richiede scelte e non nuove norme. Lo ripeto: il rapporto tra madre e figlio è cruciale per la vita di ogni individuo, e va trattato con estremo riguardo, con delicatezza. C'è troppo zelo per i bambini non ancora nati, e troppo poco per quelli già venuti al mondo».

Vera Schiavazzi
(Repubblica, 16 febbraio)

domenica 26 febbraio 2012

DANIELE E ROBERTO.....PROSSIMI SPOSI

Ciao Don Franco…

Ti scrivo per dirti che io con Daniele ed i nonni ti abbiamo aspettato finche sei apparso al Chiambretti,

come sempre ne sei uscito egregiamente e ti ringrazio per l’immagine vera che porti di noi omosessuali “normali”,

quelli che vivono il quotidiano lavorando, pagando le tasse, aiutando il prossimo e soprattutto amando….

Abbiamo bisogno di far riscuotere la nostra immagine nei confronti dell’opinione pubblica!

Grazie di cuore…ho apprezzato molto la lettera che hai pubblicato sul blog in risposta a quel burattino.

 

Infine avremmo il piacere di mandarti il link al sito del nostro matrimonio:

http://www.matrimonio.com/web/186405

 

sta girando su facebook tra amici e parenti ed ho provveduto ad inviarlo anche all’indirizzo della Paola Concia.

Anche se il nostro matrimonio non è legale, vorrei che in rete se ne parli, perché nonostante le leggi stupide e primitive,

c’è gente che ha una gran voglia di gridare il proprio amore e poi chissà…magari un giorno avremo qualche riconoscimento.

Grazie ancora per la possibilità che solo tu ci puoi offrire di prometterci il nostro amore reciproco davanti a Dio.

Con grande affetto e amicizia

Roberto e Daniele

NON ABBIATE PAURA DELLE DONNE

 La donna è più predisposta a quell’unità di vita tra piccolo e grande, tra dentro e fuori, tra interiorità ed esteriorità che è il modo contemporaneo in cui Cristo ci appare oggi. In un tempo come il nostro nel quale è forte la scissione tra le affermazioni di principio e i comportamenti pratici, anche tra i cristiani che tanta fatica fanno a raggiungere una unità di vita.

Però, come non credo all’inferiorità femminile, non credo neanche ad una superiorità della donna neppure nel rapporto con Gesù. Credo invece, profondamente, in un’assoluta parità della donna con l’uomo, ma una parità così radicale da consentire una sua altrettanto radicale differenza con lui. Una differenza anche nel loro rapportarsi a Dio. Una differenza che purtroppo gli uomini, tutti, anche quelli di Chiesa hanno tradotto, banalmente, con inferiorità. Un errore, ma direi di più: un vero e proprio peccato che non solo Gesù non commise mai, ma dal quale proprio e solo lui, in tutta la storia umana, ha aiutato davvero ad affrancarci, cambiandone il segno.

Questo non è ciò che avviene nella Chiesa. Le suore oggi sono consapevoli dell’assurdità di questa posizione, dell’errore enorme, della perdita secca che, non loro, ma il mondo maschile della Chiesa subisce nel non valorizzare il femminile. Qualcosa che non può dominare, controllare e che pure sarebbe una ricchezza e una benedizione per lui e per la Chiesa.

Credo che la Chiesa rischi di perdere l’occasione storica di una grande, potente, alleanza con il genere femminile. La Chiesa, lungo la sua storia, si è alleata tante volte con le donne: nei momenti in cui si è sentita sconfitta, ad esempio dopo la rivoluzione francese, o in i tutti i passaggi cruciali del processo di secolarizzazione, si è sempre alleata con quel senso di pietà religiosa che la donna riusciva a fare vivere in casa comunicandola ai propri uomini, ai figli, al proprio marito sempre più lontani dalle pratiche religiose. Si trattava di una devozione mai disgiunta da un profondo e rigoroso cambiamento interiore, fatto di onestà, formazione del carattere e coerenza. Ecco allora, ancora una volta, la capacità femminile di tenere uniti il dentro e il fuori.

Poi, con il processo di emancipazione femminile, dalla fine dell’Ottocento in poi, questa alleanza si è spezzata: la donna è diventata sempre di più veicolo e metafora della modernità vista solo nei suoi pericoli, in primo luogo la libertà dell’individuo.

Oggi questo processo è giunto agli esiti più estremi. Quello che papa Wojtyla ha chiamato svolta antropologica, che non è quella bandiera ideologica rinfacciata su tutti i fronti. Lui l’assume, fin dal tempo in cui, lavorando al Concilio contribuì al n. 22 della Gaudium et Spes in questi termini: Cristo svela pienamente l’uomo all’uomo, perché solo nel mistero del Verbo anche il mistero dell’uomo incarnato trova vera luce. Dio ha posto nell’uomo un seme di eterno. Cioè Cristo aiuta l’uomo ad essere pienamente uomo e qui Wojtyla aggiunge che, in questo passaggio, la cooperazione femminile è fondamentale, essenziale. È fondativa, non accessoria o secondaria.

Oggi la libertà soggettiva e i diritti individuali sono la cultura dominante, come a fine Ottocento fu la questione sociale. E come allora la Chiesa riuscì a farsene carico con una dottrina sociale capace di rispondere in avanti alle domande del collettivismo socialista e dell’individualismo liberale, così deve fare ora con il tema delle libertà individuali. E la donna da minaccia suprema potrebbe essere la più preziosa alleata.

Vorrei dire molto serenamente ai nostri sacerdoti e alle nostre gerarchie: non dovete avere paura del rapporto vero con le donne. E questo significa in primo luogo che, quando si parla giustamente e inevitabilmente di valori irrinunciabili, l’etica, che ne è il fondamento, si può fondare solo sull’amore e non sullo scambio politico: quello, lo sappiamo bene, ci vuole, sarebbe dannosamente ingenuo ignorarlo. Ma non è mai, assolutamente mai il patteggiamento politico a dovere avere l’ultima parola. E questo non per purismo imbelle ma perché, semplicemente, non funziona. Le donne possono essere il centro propulsore di una sorta di nuova costituente antropologica, in cui in nome di un comune umanesimo, che non può esistere se non è anche un umanesimo femminile, si possono trovare più ragioni comuni con i non credenti che argomenti di divisione. Due sono i vizi da evitare perché questo sia possibile: la colpevolizzazione o il moralismo, ne abbiamo avuti tanti esempi in questi dieci anni e abbiamo visto come siamo finiti.

Nel nuovo protagonismo dei cattolici nella politica italiana le donne possono essere centrali, quale ponte e dialogo con i non credenti, possono essere pilastri di una nuova cooperazione. E, invece, come sono apparse le donne sulla scena pubblica nell’ultimo ventennio? O come corpi mercificati, o come fattori divisivi dei valori non negoziabili. Eppure è altro lo spazio per le donne.

È chiaro ormai per tutti che la crisi del mondo occidentale è etica prima che economica. Ma se nuove regole, una stessa nuova etica non cresce e matura dall’interiorità, dalla maturità complessiva delle persone non potremo mai risollevarci. È irrealistico, prima che sbagliato, pensare ai bisogni dei giovani, i più penalizzati dalla crisi, come pure opportunità di occupazione. Lo so, sembra da pazzi, eppure è proprio adesso, quando la situazione materiale si fa più difficile, che la forza interiore dell’amore e della generosità diventa potente per sperare e progettare, per essere onesti e generosi. Un sentire che dobbiamo comunicare alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi di un Occidente ormai neppure più sazio ma solo disperato.

(Emma Fattorini, L’Unità 11 febbraio)

 

 


IL MARTIRIO DELLA GRECIA E GLI STRUMENTI FINANZIARI

 La Grecia viene martirizzata con gli odierni strumenti del martirio: gli strumenti finanziari. Ma noi europei, sul piano simbolico-culturale abbiamo consapevolezza di quale sia la posta in gioco nello scempio a cui viene sottoposto il popolo greco?

Non fino in fondo. La conoscenza che abbiamo della Grecia oscilla fra una abborracciata cultura classica fatta di mozziconi di frasi ridicolmente insulse da esibire nelle stagioni vacanziere e le vacanze stesse programmate sul consumo gastronomico di risorse naturali e vestigia archeologiche.

A parte questo, poco altro, forse la musica di Zorba e il «fiume amaro» del grandissimo Mikis Thodorakis fruito però come easy listening e sottratto alla sua intrinseca bellezza.

Ma la Grecia e i greci sono ben altro pur con tutte le responsabilità che si vogliano attribuire alla parte imbelle e corrotta della sua classe dirigente. La Grecia ha dato al mondo lingua, concetti, espressioni che hanno forgiato il nostro sapere filosofico e scientifico, estetico e tecnologico con l’energia dell’Ellenismo ed ha attraversato una storia particolarmente travagliata con il fuoco interiore della Grecità.

Io come europeo sono solidale con la Grecia per tutto il debito che ho con il suo genio che ci ha colmato di doni inestimabili. E piango con i greci per i loro dolori come piangi con la tua gente perché, nei miei limiti, ho cercato di ascoltarne l’intimità imparando il neo ellenico, leggendo i suoi poeti, ascoltando le memorie dei suoi vecchi, cantando le sue canzoni.

E come Cassandra grido fermiamo il martirio dei greci perché è il nostro martirio.

(Moni Ovadia, L’Unità, 18 febbraio)

…SEI PRECARIA E INCINTA…?

La "clausola sulla gravidanza" nei contratti per i giornalisti autonomi per i programmi di rete, anziché tutelare e favorire la dona incinta, decreta la barbarie: "Sei precaria e incinta? Ebbene la Rai ti licenzia".

Dico e ripeto: siamo alla barbarie.

SI MUOVE IN AFGHANISTAN

Le morti dei soldati e dei civili non fanno più notizia. Le nostre "missioni sanguinaria" finiscono tutte in solenni funerali di civili e di soldati.

La pazzia della guerra non ha ancora dimostrato la sua faccia e non ha aperto altre strade?

PINEROLO: “NOI VECCHI”

Martedì 28 alle ore 17 introduco una ricerca di gruppo sul tema "La nostra vecchiaia tra speranze e paure".

L'incontro è fissato al Centro Comunale di Via Clemente Lequio ed è aperto a chiunque voglia aggiungersi.

HELDER CÀMARA – VESCOVO

Mi sto sentendo male uscendo per la strada, portando il pane dell'Eucarestia depositato in un ostensorio dorato, circondato da pompa e splendore, sapendo che, allo stesso tempo, il corpo di Gesù è ignorato e maltrattato nelle persone povere che giacciono sui marciapiedi, nei bambini di strada…

Alfano: si va avanti con i congressi

BARI - La Digos di Bari sequestra nella sede del Pdl gli elenchi dei circa 6mila 500 iscritti al partito. Il procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno apre un'inchiesta per violazione della privacy, dopo l'articolo di Repubblica "Tessere false, arruolati anche avversari" - di martedì 14. E' il caso delle 139 adesioni di gente "ingaggiata" a sua insaputa, compresa una militante del Pd. Il segretario Alfano prima corre ai ripari, poi fa marcia indietro. Aveva dichiarato: stop ai congressi, se necessario. Ma cambia rotta: «Ho avuto conferma del pieno rispetto delle regole e quindi i congressi in programma questo week-end saranno regolarmente svolti». L'ex sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano, insiste: «Intollerabili i giochetti delle tessere sottoscritte a pacchetti "per fare bella figura" ».

(Repubblica, 17 febbraio)

sabato 25 febbraio 2012

TARANTO: DIOSSINA COME ETERNIT

Tra la folla spunta un cartello: «L' Ilva è come l' Eternit». Un ragazzo urla: «Beviamo latte alla diossina». Erano centinaia ieri i cittadini che hanno manifestato fuori dal tribunale di Taranto, dove si è svolto l' incidente probatorio nell' ambito dell' inchiesta sulle emissioni di sostanze tossiche delle acciaierie Ilva. Presente alla protesta anche Bill Emmott, ex direttore dell' Economist insieme a una troupe televisiva. Nell' udienza a porte chiuse, i quattro consulenti chimici nominati dal gip Patrizia Todisco hanno esposto i risultati delle analisi avviate nel novembre 2010 e durate un anno. Nel procedimento sono indagati per disastro doloso e colposo e altri cinque reati, cinque dirigenti dell' industria siderurgica.

(Repubblica, 18-02)

IL CORANO INCORAGGIA L’EROS

"In Occidente avete sempre una strana idea del mondo musulmano. L'Islam non proibisce il sesso, anzi lo considera un diritto". La scrittrice e studiosa iraniana di genere Farzaneh Milani insegna Donne e Islam all'università della Virginia e sta per pubblicare l'edizione francese del suo ultimo libro sulle iraniane, Les mots sont mes armes, le parole sono le mie armi.

Cosa pensa dell'immagine delle musulmane in Occidente?

"Sono due: una è la musulmana a cui la sessualità è proibita. L'altra è l'odalisca che agogna il sesso, esperta e disponibile. Ma c'è una terza immagine: la realtà fi un Islam che incoraggia il sesso. Certo ponendo dei parametri entro cui è concesso, ma senza concepire il peccato originale di Adamo ed Eva".

Cos'è la sessualità, secondo l'Islam?

"Un diritto per uomini e donne. Per l'Islam, se una donna può provare che il amrito non la soddisfa sessualmente, ha diritto al divorzio".

Cosa pensa delle giovani musulmane americane di seconda o terza generazione?

"Che ce ne sono di tutti i tipi e totalmente intergrate"

(Alessandra Baduel, Repubblica 14 febbraio)

MEGLIO TARDI CHE MAI

ROMA - Perché non possiamo più dirci comunisti. È la critica, e l´autocritica, di Rossana Rossanda che in un editoriale sul manifesto spiega perché il quotidiano è in crisi. Una crisi, scrive, che non nasce solo e tanto dal calo delle vendite. Anche se, conteggia, la diffusione è andata giù da otto anni a questa parte: «La media dei primi trent´anni era circa di trentamila copie, una nicchia ma solida e rispettata. Ora è circa la metà». Ma il punto è che nel mondo, da quel lontano 1971, è cambiato quasi tutto «ma noi non ne abbiamo tratto ed esplicitato le conseguenze». Da qui la domanda: possiamo ancora dirci comunisti, come recita la testata del giornale? La risposta della Rossanda è no, «io credo che almeno nei tempi brevi non si possa più dirlo».

(Repubblica, 19-02)

NON POSSONO CAPIRE


Vista la denuncia dei redditi dei nostri governanti, è evidente che, vivendo negli agi e nel privilegio, non possono capire i problemi di chi è precario, disoccupato e deve arrivare a fine mese con mille euro e magari pagare l'affitto ...

Chi vive nella ricchezza non può capire la fatica di arrivare a fine mese. Guardate i redditi della ministra Fornero e capite subito la "distanza" che esiste dal mondo del lavoro.


MERCEGAGLIA STRAPARLA

Guardi tra le sue schiere e i suoi alleati.

Lì può trovare molti ladri e fannulloni ben più che tra i lavoratori.

Insultare i lavoratori ormai è una maniera per non affrontare i veri problemi.

Collegi, case di studio e per ferie a Roma frutterebbero 25 milioni

Gli ostelli, le case per ferie, le case di studio, i collegi che fanno riferimento a frati, suore, missionari, ancelle della Carità sono molto diffusi, in ogni parte d'Italia. Aperti a giovani, famiglie, singoli, gruppi sono tutti a pagamento. Un reale censimento su chi paga regolarmente l'Ici e chi no non esiste. Benché molti Comuni, in vista delle nuove modifiche introdotte dal governo Monti su Imu e aggiornamento delle rendite catastali, hanno messo mano a un nuovo censimento che tenga conto anche degli edifici sinora esentati dall'imposta. A Roma, al solito, dove la presenza di queste strutture è davvero importante, il problema è stato posto da tempo. Esiste un documento ufficiale datato 17 marzo 2009 e protocollato come RC3825 che certifica un mancato incasso annuo per il Comune pari ad almeno 25,5 milioni di euro di gettito Ici da immobili della Chiesa adibiti a uso commerciale. Una cifra importante, che molti reputano sottostimata, destinata a crescere, per la revisione degli estimi e le nuove regole del governo Monti.

(Repubblica, 17 febbraio)

venerdì 24 febbraio 2012

CURARE I GAY?

 Siccome a Pinerolo Paolo Rigliano presenterà il libro Curare i gay? Sabato 25 febbraio alle ore 21 presso il Salone dei Cavalieri di via Giolitti (in centro della città), ecco la presentazione che ricavo da Delia Vaccarello (L’Unità del 13 febbraio):

 

“Curare i gay? Piuttosto «liberarli». Sono davvero «terapie» le cure per i gay? Per nulla: traducono in termini pseudo scientifici i pregiudizi popolari e nel vano tentativo di modificare l’orientamento sessuale alimentano il disprezzo del paziente verso se stesso e della società verso l’omosessualità, colpendo al cuore la democrazia degli affetti.

A smontare gli assunti dei terapisti «riparativi», mostrandone fragilità e inefficacia e indicando le nuove linee delle terapie affermative, è un testo fresco di stampa dal titolo Curare i gay? (Cortina) scritto da Paolo Rigliano, Jimmy Ciliberto, Federico Ferrari. Un testo scientifico non privo di fervore politico, secondo il quale la questione centrale oggi rispetto all’omosessualità è favorire la liberazione del paziente nell’ottica del diritto di ciascuno di vivere in maniera legittima la propria affettività e del diritto-dovere della società di essere equa e rispettosa.

CHI SONO ALLORA?

L’assunto da cui partono i riparativi è invece la negazione degli omosessuali, i quali semplicemente non esisterebbero. Chi sarebbero allora? «Eterosessuali con problemi di omosessualità». L’unione tra persone dello stesso sesso sarebbe solo un atto sessuale compulsivo, qualcosa di secondario, e quindi una deviazioe da correggere rispetto al vero progetto biologico che vede Natura e volontà divina coincidere. È questo il credo dei fondamentalisti impegnati a trasformare la psicoterapia in una teopsicologia e ad appoggiare il più retrivo conservatorismo.

«L’unione eterosessuale rimane il progetto di Dio per l’Umanità», dice uno degli assertori tesi a parlare soprattutto di omosessualità maschile. Opposto è l’atteggiamento degli autori del testo che, passando al setaccio le terapie riparative, ne mostrano i presupposti di oppressione. Fanno riferimento tra gli altri agli assunti dell’American Psychological Association: non solo dal 1973 a oggi l’omosessualità è considerata una variante normale e positiva dell’orientamento sessuale umano, ma essa non va vista come un elemento isolato, un gusto, qualcosa che si aggiunge, e che si può «togliere». Invece coinvolge l’interezza della persona, a partire dal nucleo centrale fino all’atto sessuale più concreto. L’omosessualità ha pari dignità rispetto all’eterosessualità, ed è anche parimenti preferibile.

Eppure, nata circa venti anni fa in America, l’associazione Narth è capofila di tentativi per modificare l’orientamento sessuale di pazienti afflitti da un sistema sociale e familiare svalutante, le cui sofferenze andrebbero alleviate e che si vedono sottoposti a mortificazioni per raggiungere al massimo l’esito repressivo di limitare qualcuno dei comportamenti.

Dopo aver smontato la tentazione di alcuni terapeuti di promettere impossibili conversioni, il libro indica alla comunità scientifica nuove strade mettendo a nudo la passione civile che lo anima. «L’obiettivo primo del paziente deve essere la sua liberazione». La relazione terapeutica offre al paziente l’occasione per sperimentare la fiducia in sé e nel proprio sentimento d’amore e di erotismo. Questa stessa ottica spinge gli autori a valorizzare nella terapia con le persone omosessuali credenti l’esperienza di molte realtà cristiane di base e le letture alternative del messaggio cristiano che parla di amore, di comunione, e di realizzazione piena di sé nel consorzio umano.

L’obiettivo è quello di costruire con il paziente omosessuale un’apertura «su un orizzonte di valori» di giustizia e di eguaglianza. In ballo c’è per la comunità scientifica la sfida di liberare e sostenere il paziente dentro un orizzonte sociale e politico che tuteli la persona e legittimi la pluralità delle identità sessuali.”

 

“TROPPO CARRIERISMO TRA I PRELATI”

Città del Vaticano - Monsignori che non hanno avuto la promozione sognata e sacerdoti che colpiscono con lettere al veleno. È soprattutto il carrierismo nella Chiesa a causare il recente profluvio di missive con contrasti tra le diverse fazioni vaticane. Dai messaggi del cosiddetto Corvo alle note sullo Ior, alle ultime dichiarazioni su un fantomatico attentato alla vita del Papa. Lo sostiene un alto prelato curiale che per 46 anni ha ricoperto incarichi chiave nell´amministrazione vaticana. Monsignor Francesco Saverio Salerno, vescovo di Cerveteri, oggi in pensione, è stato prima segretario generale alla Prefettura degli affari economici e poi al Supremo tribunale della Segnatura apostolica. Magistrato sia nel settore economico che in tutti i rami della giustizia ecclesiastica, conosce in modo perfetto i meccanismi, e gli umori, dell´ambiente.

Monsignor Salerno, ma perché queste lettere escono adesso?

«Fatti del genere si sono verificati anche durante gli altri pontificati. Esiste una segretazione molto vincolante ma non si può escludere l´iniziativa non sempre fedele di qualcuno. In passato, gli autori sono stati spesso individuati». 
Chi fa uscire questi documenti? E da dove?

«La documentazione curiale, come ho detto, è segretata. Dal contenuto delle carte si può individuare da quale ufficio curiale vengono e da quali possibili soggetti». 

Per molti l´obiettivo da colpire è il braccio destro del Papa, Tarcisio Bertone.

«Secondo la mia personale opinione, no». 

In Vaticano alcuni sostengono di sì.

«Da quanto ho letto sulla stampa penso che questo tipo di iniziativa sia da correlare alle parole del beato Giovanni Paolo II». 

Che cosa aveva detto Karol Wojtyla?

«Si era ripetutamente espresso contro comportamenti conflittuali e a motivazione carrieristica. E mi riferisco esattamente al discorso per gli auguri natalizi alla Curia romana del dicembre 2000, e alla lettera apostolica a chiusura del Giubileo». 

Carriera e veleni, dunque. E oggi Benedetto XVI è sotto attacco?

«Lo escludo. In modo categorico. Anche da parte di chi non condivide la sua impostazione del governo della Chiesa». 
Ma l´iscrizione, a cui questo Pontefice tiene molto, del Vaticano nella "white list" europea è a rischio?

«È necessario porsi un´altra domanda: era davvero indispensabile per la Santa Sede adottare la nuova moneta euro? Bisogna avere chiaro che la scelta vaticana dell´euro è stata libera, come fu libera la scelta dell´adozione della lira italiana». 

Quindi?
«È prevalsa la tesi di adottare l´euro. E, di conseguenza, la Città del Vaticano ha assunto la qualifica di Stato extracomunitario, però equipollente. Da qui la necessità di entrare nella "white list"». 

E il rischio di non entrare c´è?

«A mio giudizio, e per la conoscenza che ho dell´economia vaticana e a fronte delle ultime disposizioni normative antiriciclaggio, lo escluderei». 

(Repubblica, 12 febbraio)

 

 


DAL VANGELO DI MARCO 1,12-15

Dal vangelo secondo Marco (Mc 1, 12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse
Gesù nel deserto ed egli vi rimase
quaranta giorni, tentato da satana;
stava con le fiere e gli angeli lo
servivano. Dopo che Giovanni fu
arrestato, Gesù si recò nella Galilea
predicando il vangelo di Dio e
diceva: “Il tempo è compiuto e il
regno di Dio è vicino; convertitevi e
credete al vangelo”
In quel tempo, lo Spirito sospinse
Gesù nel deserto ed egli vi
rimase quaranta giorni, tentato
da satana; stava con le fiere e
gli angeli lo servivano.


COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

NON SIAMO FIGLI E FIGLIE DI EROI

(Marco 1,12 – 15)

Alla scuola del Battista, Gesù ha maturato la consapevolezza di dover impegnare tutte le sue forze a servizio del "regno di Dio", alla causa dei poveri e alla testimonianza di una fede liberata dagli orpelli sacerdotali e legalisti.
Era cresciuto da ebreo pio ed osservante, ma già a Nazaret aveva cominciato a constatare quanto il messaggio profetico del Dio amico dei deboli fosse stato oscurato e spesso tradito. Alla sinagoga del villaggio aveva ascoltato e riposto nel cuore le parole infuocate, audaci e provocatorie dei profeti.
L'incontro e la frequentazione del Battista avevano nutrito quella fiamma che era diventata un fuoco incontenibile.
E ora gli giungeva la notizia dell'arresto del suo amatissimo maestro. Ogni indugio gli sembrava ormai incompatibile con ciò che agitava il suo cuore.
Mentre Luca e Matteo ci narrano la sequela delle "tentazioni", Marco in poche righe ci tratteggia l'inoltro di Gesù nel deserto e il suo successivo passaggio nei villaggi.

Eccolo nel deserto
Nella Bibbia che Gesù aveva ascoltato in famiglia, da papà Giuseppe e dalla mamma Maria, il deserto designava un tempo di prova, di concentrazione sull'essenziale, di preparazione ad una missione impegnativa, di intimo contatto con Dio.
E Gesù, appartatosi, non poté non sentire quanto fosse rischioso continuare la strada del Battista, quanti "satana" e quante "fiere" avrebbe potuto trovare sul suo cammino. Gesù sapeva bene quanta "fortuna" avessero incontrato i profeti, quanta sordità ed opposizione avrebbe trovato anche lui ...
Ma nel deserto, cioè nella solitudine, Gesù prepara spazio nel suo cuore alle situazioni e alle persone che incontrerà. Un  cuore ingombro di cose, pieno di sé, di certezze e di dogmi, non ha posto per altri. Aveva conosciuto troppi maestri che non sapevano ascoltare e vendevano per volontà di Dio regole umane, tradizioni, interessi di casta. Invece aveva ben presenti le figure dei profeti e dei sapienti di Israele. Per Gesù i veri "maestri" erano come i profeti e i saggi: coinvolti nella vita del popolo, capaci di ascoltare, di imparare, di riconsiderare, di camminare con "gli umili del paese", di vivere in prima persona le asperità, le gioie, i dubbi e le ristrettezze della "gente di strada".
Il "deserto" in qualche modo fu la preparazione immediata, la messa a punto del suo progetto di predicatore itinerante.

Dove troverà la forza?
Certamente Gesù non era un ingenuo o uno spirito eroico che potesse sentirsi un gigante, una persona capace di affrontare qualsiasi opposizione o difficoltà senza tentennamenti, cedimenti, battute d'arresto.
Sapeva bene come lo avrebbero osteggiato i benpensanti e quanta solitudine a tratti lo aspettasse. Certamente la domanda si sarà proposta con estrema lucidità:"Dove troverò le forze per questo cammino"?
Più e più volte Gesù, come tutti i Vangeli ci ricordano, lascerà i discepoli e le folle per ritirarsi a pregare in luogo appartato. Come avevano risposto a questa domanda i profeti, Ester, Giuditta, la madre dei maccabei e tanti altri ebrei nei periodi di schiavitù e di deportazione? Come avevano fatto Scifra e Pua a dire di no al faraone? E Daniele come aveva fatto a non tradire davanti alla fornace ardente?
Dove Abramo aveva trovato la forza per partire e come aveva Mosé sopportato le delusioni del viaggio?
Gesù conosceva molti di questi "racconti di fede" che passavano di bocca in bocca, da cuore a cuore. Erano gli anziani a trasmettere queste "storie di vita e di fede". Le aveva "stampate" nel suo cuore. La risposta era sempre stata la stessa: noi non siamo né eroi né figli di eroi. Siamo un popolo che ripone fiducia nel Dio della libertà. Dobbiamo fare affidamento su di Lui, attingere da Lui la forza per il nostro cammino.
Questo insegnamento, pur tradito e spesso travisato nelle mille contraddizioni della religione ufficiale, era il succo, il centro, il cuore della fede del suo popolo. Lo apprese in famiglia, alla sinagoga, nel dialogo con la gente del villaggio.
Gesù partì con questa fiducia nella "compagnia" di Dio e gettò la sua vita nella direzione dei villaggi ove vivevano le persone più oppresse e anche più disponibili al messaggio di cambiamento e di conversione.

E noi?
Certo, la "compagnia" di Dio non è affatto un certificato di garanzia contro gli infortuni. Dio non ha liberato Gesù dai pericoli, dall'insuccesso, dalle ostilità e dalla croce, ma lo ha sorretto, gli ha dato luce e forza per il suo cammino di profeta dei poveri.
Nessuna illusione: Dio non ci toglie i sassi che incontriamo lungo il viaggio della vita. Semmai ci aiuta a vederli, ad affrontarli. E' la compagnia discreta, l'acqua della sorgente. Poi tocca a noi, in prima persona, vivere le nostre responsabilità e compiere le nostre scelte.
Credo che questa dimensione della radicale fiducia in Dio sia il pilastro che ha sorretto la vita quotidiana di Gesù.
Noi leggiamo le Scritture, celebriamo l'eucarestia e coltiviamo la preghiera personale e spazi di silenzio proprio per riscoprire che il pozzo non è vuoto, la sorgente ci disseta ancora, il fuoco arde e noi possiamo riscaldarci alla Sua fiamma.
Ancora una volta siamo invitati/e a guardare a Gesù come maestro della nostra fede. Egli ha congiunto nella sua quotidianità una totale fiducia in Dio e una matura assunzione delle proprie responsabilità personali.

Ti prego
Insegnami, o Dio,
a concentrarmi sull'essenziale.
Anch'io, piccola creatura,
posso gettare semi di giustizia
nella terra del quotidiano.
Dentro e oltre le oscurità
che sembrano bloccare ogni sogno,
insegnami a vedere
i raggi del sole
che si fanno strada
verso di noi.

 

GOVERNO AMICO DELLE LOBBY

Ancora una volta il governo cede sulle liberalizzazioni alla volontà bipartisan dei partiti. Non passano i provvedimenti relativi a taxi, farmacie e gas. Scompare anche l'annunciata norma per imporre  l'Ici alla Chiesa. E sul tema lavoro ieri è stata giornata di polemiche. Il ministro Fornero ha ribadito che la riforma si farà indipendentemente dai partiti scatenando la reazione del Pd.
Possiamo dire, viste le mille chiacchere e i mille retromarcia, che siamo difronte ad un governo inconcludente,"fannullone" ,che proprio non fa nulla per i ceti poveri.
Molta eleganza e tanta prosopopea...Di questo passo preparano il ritorno di Belusconi o di qualcosa di simile.

I conventi diventano business

Il caso degli hotel è quello tradizionalmente preso ad esempio quando si parla di Ici e di Chiesa. Molte di queste strutture non nascono come alberghi, ma sono avviate al business solo in un secondo tempo, quando i conventi, le case religiose - sia per il calo delle vocazioni, sia come forma di autofinanziamento - sono destinati, in tutto o in parte, ad attività ricettive. Partono come semplici pensioni, a gestione quasi famigliare e costi modici (spesso condotte da suore), e si trasformano in veri hotel con tanto di stelle e segnalazioni nelle guide turistiche e sui siti di settore. Molte di queste strutture non pagano l'Ici e per evitare il versamento utilizzano quello spartiacque giuridico alquanto fumoso dell'attività commerciale «non esclusiva» che, ad oggi, per la semplice presenza di una cappella all'interno consente loro di non pagare. A Roma, ad esempio, il fenomeno è esploso nel 2000 con il Giubileo, quando la trasformazione fu giustificata dall'accoglienza dei pellegrini. L'Hotel Santa Brigida in piazza Farnese, ad esempio, è citato anche sul sito Tripadvisor.
(Repubblica, 17 febbraio)

giovedì 23 febbraio 2012

VELTRONI CHIACCHIERONE

Quando c'è da creare confusione, da un po' di tempo ci pensa Veltroni. Da anni, con poche idee, interviene su tutto, ma lo senti mille miglia lontano dalla realtà. Peccato.

LEGATA DA 4 GIORNI IN BARELLA

Per giorni sul letto senza sponde legata con delle lenzuola, in attesa di esser ricoverata "da un minuto all'altro": il caso della signora dell'Umberto Primo di Roma ci richiama rudemente alla realtà incivile delle strutture essenziali del nostro paese. Un caso eccezionale? Al contrario: un caso ordinario, ripetitivo, una regola.

E non c'è dubbio che il luogo elementare e primario dove ciascuno può misurare quale sia il livello dell'equità offerta dalle strutture di un Paese  è quello della precarietà fisica, della malattia e della sofferenza (Adriano Prosperi, Repubblica 21/02).

Ormai questi "casi" o simili non contano più. È davvero l'eutanasia della sanità, il degrado, il disprezzo delle persone.

È il volto del capitalismo moderno. A correre dietro all'americanismo…si arriva a questo punto.