sabato 31 luglio 2010

IL RACCONTO DI UNA BELLA ESPERIENZA

 Cari amici della Scala di Giacobbe,
vorrei condividere con voi la gioia di aver partecipato, dal 18 al 25
luglio, al Campo fede e omosessualità di Agape a Praly.
Il tema di quest'anno era "la minoranza": cosa significa fare parte della
minoranza gay, quali sono le esperienze e i valori che ne accomunano i
membri, quali gli svantaggi e i benefici che ne conseguono. Ci siamo chiesti
se i gay oggi costituiscano una comunità accogliente e solidale. Abbiamo
cercato di definire che cosa sia una minoranza attiva, in grado cioè di far
sentire la propria voce e di proporre alternative alla visione tradizionale
della maggioranza, apportando un cambiamento sociale.
Come sempre accade ad Agape, il tema non è stato affrontato solo da un punto
di vista teorico, ma soprattutto attraverso una serie di prove, giochi,
testimonianze, momenti di dialogo e di scambio di esperienze, che ci hanno
permesso di capire meglio noi stessi attraverso l'ascolto dell'altro.
Non sono mancati poi i momenti di svago, di divertimento, ecc. culminati con
lo spettacolo del sabato sera, con alcune esibizioni davvero strepitose.
Insomma un'esperienza da ricordare, valida soprattutto come momento di
crescita personale e di gruppo, che raccomando vivamente a chi non abbia mai
partecipato (per me era il quarto campo).
Un abbraccio a tutti/e,
arrivederci a presto
Giampaolo

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FEDERALISMO E MANOVRA FINANZIARIA

 

Note di Magda Zanoni

IN ATTESA DI UN IPOTETICO FEDERALISMO, MAI COSI' MORTIFICATE LE AUTONOMIE  LOCALI

Il Paese sta assistendo ad una politica "schizofrenica" in fatto di autonomie locali:

·        da un lato, si dice "abbiamo fatto, si sta facendo, si farà il federalismo fiscale" prendendo provvedimenti per ora ancora del tutto privi di effetti pratici (legge 42/2009 sul federalismo, disegno di legge Codice delle autonomie…)

·        dall'altra, si prendono da anni provvedimenti "reali" che producono effetti immediati che mortificano e riducono fortemente l'autonomia finanziaria e ancor più la possibilità di effettuare scelte strategiche e gestionali a livello locale.

Principio cardine su cui si basa il federalismo è l'autonomia finanziaria degli enti locali, ovvero l'essere svincolati dai trasferimenti statali, che vuol dire che le entrate proprie (decise, controllate e riscosse direttamente) sono la parte rilevante delle entrate. L'autonomia finanziaria dei comuni piemontesi è aumentata fino a raggiungere il 90%  (e  anche oltre per molti comuni), ma con il passaggio dell'Ici prima casa a trasferimento statale, da 2007, è scesa al 70% (e anche meno nei capoluoghi).  Questa trasformazione ha avuto anche un altro effetto collaterale ovvero il "congelamento del gettito alla data del 18 giugno 2008 e, pertanto, i comuni, che avevano un piano di recupero evasione che forniva un gettito in crescita, si sono visti ridurre anche le entrate potenziali immesse nei bilanci di previsione pluriennali. Inoltre, l'aumento della percentuale di  trasferimenti aumenta il grado di  incertezza del bilancio essendo le risorse trasferite ogni anno oggetto di trattativa fra stato centrale e enti locali.

A fronte di una riduzione di autonomia e di riduzione dei trasferimenti e in attesa del federalismo, si sono bloccate per il triennio 2009-2011 tutte le leve fiscali di competenza dei comuni (addizionale Irpef, tosap, ecc). Ai comuni resta solo la possibilità di modulare le entrate extra tributarie con tutto quello che comporta per i servizi erogati.

I bilanci dei comuni devono però tener conto non solo degli equilibri di bilancio ma anche degli equilibri del Patto di stabilità che mettono vincoli sui saldi che attraverso alcuni calcoli individua il contributo  che ciascun ente deve dare per il rispetto del Patto nazionale a fronte delle richieste dell'Unione Europea.

Ma non basta, oltre a ingerire sulle entrate e su quanto spendere, lo Stato impone anche come spendere. Pur condividendo il principio sempre valido della razionalizzazione della spesa e del contenimento delle inefficienze, i Sindaci dovrebbero rispondere solo ai propri cittadini delle scelte strategiche e gestionali. Solo per fare degli esempi, vengono vincolati il personale (spesa, blocco dei contratti, blocco degli stipendi, tagli ai manager ecc) e altre spese specifiche. Dal prossimo anno le entrate da oneri di urbanizzazione (peraltro in forte contrazione a causa della stagnazione del mercato immobiliare), correttamente non saranno più utilizzabili per coprire le spese correnti.

Per quanto attiene al federalismo demaniale, entro fine anno, con uno o più Dpcm, saranno trasferiti alle Province e alle regioni il demanio marittimo e idrico e le miniere, saranno elencati gli immobili dello Stato di cui comuni, province e regioni potranno chiedere l'attribuzione entro 60 giorni. Come potranno serenamente programmare i propri interventi enti che non hanno risorse e che anche quando le hanno, sovente non possono utilizzarle per rispettare il Patto di stabilità?

In questo quadro, si innescano gli effetti diretti sulle entrate dei comuni della manovra finanziaria con la riduzione dei trasferimenti statali per il 2011- 2012 che uno studio del PD nazionale su un campione di comuni  ha stimato con percentuali dal 3 al 20% (ad esempio, Cumiana -3, Giaveno -4, Piossasco -5, Volvera -13). A questi effetti diretti si sommano tutte le riduzioni di entrate che un territorio subirà a seguito delle riduzione delle risorse che avranno regioni e province e che non potranno che essere ribaltate sui comuni (come hanno ben evidenziato la serie di articoli sull'Eco del Chisone di questa settimana sui tagli alle politiche sociali proposti dalla Giunta regionale di Cota).

Conclusioni : verso quale modello di ente locale ci stiamo avviando? 

quello che in autonomia fa scelte locali  (modulazione delle entrate e decisioni di spesa) delle quali risponde pienamente ai propri cittadini; che decide sulla composizione di pubblico/privato, del livello e della qualità dei servizi erogati; che si assume la responsabilità di tagli a fronte di una riduzione della tassazione oppure che aumenta i servizi a fronte di una richiesta di aumento della tassazione della quale risponde; che fa proprie le difficoltà del paese e concorre al rispetto del Patto di stabilità, ma, fatto salvo il saldo (che deve essere positivo tra entrate e spese, ma si può anche decidere di aumentare le entrate) decide in quale modo rispettarlo. In buona sostanza un modello che mette i livelli istituzionali sullo stesso piano come previsto dalla Costituzione tanto è vero che si parla di autonomie locali e che dal Federalismo può trarre rafforzamenti, ma in un quadro normativo che già potrebbe far molto.

oppure

verso quello che riduce le proprie competenze e le proprie responsabilità, che non si fa carico di essere esso stesso motore di sviluppo (con le proprie politiche di investimento, ma anche creando le condizioni dello sviluppo), che riduce la spesa perché imposto dallo Stato, abbassando livelli o qualità dei servizi, che subisce le scelte centrali e che di fronte ai propri cittadini dirà "non è colpa mia, ho rispettato le imposizioni statali, cosa ho promesso in campagna elettorale non l'ho realizzato per colpa di altri".

Nascondersi dietro la ricerca dell'efficienza, che  è sempre doverosa e deve essere ricercata anche in tempi di vacche grasse, è un inganno: con i tagli che si prospettano e dopo anni in cui si lavora per ridurre gli sprechi,  essa produrrà solo un aiuto marginale e gli esempi che vengono portati, ancorchè di impatto mediatico,  non portano pagnotte, ma solo briciole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UNA LETTERA DAL TEXAS

Salve,

sono oggi venuto a conoscenza della Comunità Cristiana di Base, e ho finalmente capito in cosa credo. Mi sento di appartenere a tale gruppo religioso e finalmente mi sento felice. Non ho mai capito perché la Chiesa Cattolica disprezza la natura dell'uomo, quando in realtà né la Bibbia, né il Vangelo la castigano. D'altro canto, ho sempre creduto nella parola del Signore e so che Dio non guarda in faccia a nessuno prima di decidere chi amare e chi no.


Sono la persona più felice del mondo perché ho scoperto che ci sono altre persone cristiane come me che credono nella stessa cosa in cui credo ed è in Italia!

Il mio nome è Rino e sono di Rimini, ma al momento vivo a Dallas, in Texas, da tre anni e mezzo. Sto studiando per diventare commercialista. Non so se tornerò ad abitare in Italia in futuro, ma il solo pensiero che esiste una comunità a cui posso fare riferimento nel mio Paese mi riempie il cuore di gioia. Ci sono delle sedi vicino a Rimini (chiese, ritrovi, ecc)? Esistono delle chiese in Texas?

Grazie tanto per essere presente in Italia e di credere in dei valori così profondi come l'amore incondizionato di tutte le persone, nel rispetto altrui. Sono convinto che etica e morale dovrebbero essere due parole con lo stesso significato, e purtroppo molti non la pensano così. Grazie.

Rino




Carissimo Rino,

la tua lettera mi ha regalato una profonda emozione e la pubblico sul blog perché condivide una gioia e suscita speranza.

Come in molti paesi del mondo anche in Italia esiste una chiesa di base fatta di gruppi, comunità, alcune parrocchie, movimenti e singole persone collegate.

Anche in questo mio piccolo blog cerco di favorire il collegamento tra realtà e persone che, pur in contesti diversi, vivono e lottano per un mondo più giusto e per una chiesa più solidale ed accogliente.  A migliaia di chilometri ci si può sentire in comunione!!

A Rimini non conosco nessuna comunità di base, ma c'è a Roma e a Firenze oltrechè a Pinerolo, Torino, Piossasco…  Esistono poi il Movimento Noi Siamo Chiesa e parecchi gruppi di omosessuali e lesbiche credenti collegati tra loro.

In Texas credo che esista la "chiesa unitariana" che per alcuni aspetti è simile.  Caro Rino, ti abbraccio forte forte e spero di risentirti.  Ma… come si vive in Texas? Non è là che abita Bush?

don Franco

SI SBARACCA.

Basta un pizzico di legalità e Berlusconi va in fibrillazione.

Ciò che sta avvenendo nel PDL non è una rivoluzione, ma il semplice fatto positivo che un gruppo di parlamentari crede che, anche se si è di destra, certe regole sono da rispettare.

Ora Berlusconi alza il pugno e minaccia l'espulsione di Fini. Ma per ora salta la legge bavaglio e salta anche la presunta onnipotenza del ducetto di Arcore. Possiamo fermarlo se torniamo nella strada…

venerdì 30 luglio 2010

OBAMA: IL PUNTO MORTO

Da Israele all'Afghanistan, passando per l'Iraq, Obama sta dimostrando quanto gli USA siano sempre più impotenti rispetto al rinnovamento della politica estera. Ossessionati dall'esigenza di mantenere il ruolo di prima superpotenza (convinzione puramente illusoria), usano sempre di più il pedale militare. Ma si tratta della prosecuzione della vecchia politica imperiale.

Su questo terreno anche un Presidente come Obama non riesce ad uscire dalla tenaglia della cultura militarista. L'Afghanistan sarà per loro un nuovo Vietnam di cui dovranno pentirsi. I poteri forti che condizionano Obama e la scelta della Clinton come segretario di Stato stanno rendendo vane molte delle dichiarino programmatiche del Presidente.

 

APPUNTAMENTI

In questi giorni sono troppo in viaggio.

  • Sabato 31 luglio incontro delle coppie che si preparano al matrimonio.
  • Domenica 1° agosto alle 18,30 presento con l'Autore e con il pastore valdese Platone l'ultimo libro del senatore Fassone a Prali nel nuovo Tempio Valdese.
  • Lunedì 2 agosto incontro con un gruppo di donne lesbiche.
  • Venerdì 6, in Via Gioverti 6 a Pinerolo, incontro con alcune sorelle del gruppo "L'albero di Salvarano".
  • Domenica 8 agosto sarò a Salerno per il matrimonio di Laura e Caterina e lunedì 9 nel mattino a Napoli.

 

giovedì 29 luglio 2010

COMBATTERE LA MAFIA

Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici. La mafia siamo noi. È il nostro modo sbagliato di comportarci. Rita Atria (4 settembre 1974 – 26 luglio 1992)

 

LE SUORE

Sono 88.000 le suore italiane e il reclutamento è sempre più difficile. Il vero problema è sia l'invecchiamento che la enorme crescita delle suore straniere. Stanno arrivando 19mila. Sarebbe tempo di fare una bella riflessione che proprio non esiste. Non basta pensare al reclutamento "indiano". Le suore USA hanno, invece, avviato una riflessione al loro interno. Si noti: è il Vaticano che controlla e vuole bloccare ogni genere di "emancipazione". Ma le suore sapranno ribellarsi e reinventare dei percorsi nuovi.

 

JOSÉ MARIA DIEZ-ALEGRÍA

Il 25 giugno è morto il teologo spagnolo José Maria Diez-Alegría alla bella età di 99 anni. Lo precedette nella casa del Padre pochi anni fa un altro teologo e gesuita spagnolo Gonzales Ruiz che fu suo amico e compagno di lotte. Negli anni del dopo Concilio furono molto attivi anche in Italia. Genzales-Ruiz fu a Pinerolo per ben due volte e potemmo allora dialogare a lungo con lui.

Diez- Alegría dal 1961 fu professore all'Università gregoriana di Roma dalla quale fu allontanato da papa Paolo VI quando pubblicò il suo volume "Io credo nella speranza". Era l'anno 1972.

Quel libro, che conservo come un gioiello teologico, più volte mi è tornato utile proprio per non perdere la speranza. Così un altro maestro della mia giovinezza ci ha lasciati per la patria che tutti ci attende.

Tra i tanti che hanno voluto rendere omaggio al grande teologo spagnolo, il gesuita Javier Dominguez ha voluto ricordare, sul sito di Religión Digital (28/6), le parole pronunciate da Diez-Alegría in occasione del suo 97.mo compleanno, considerandole una sorta di "testamento". "Credo – aveva detto allora il teologo, tra le diverse cose – che Gesù di Nazareth non avrebbe compreso le disquisizioni dei concilii sulle due nature (divina ed umana) e una sola persona divina". L'essenza del suo messaggio, affermava, "è l'opzione per i poveri. Non verremmo giudicati per la nostra fede o per i nostri riti, ma per il fatto che avremo o non avremo dato da mangiare all'affamato. Sono totalmente d'accordo con la Teologia della Liberazione. Penso che la Chiesa cattolica nel suo insieme abbia tradito Gesù. Questa Chiesa non è quello che Gesù ha voluto, ma quello che hanno voluto nel corso della storia i potenti di questo mondo".

 

LA MIA PARTE DI STOLTEZZA

Luca 12, 13 - 21
Uno della folla gli disse: "Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità". Ma Egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perchè anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni".
Disse poi una parabola:
"La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sè: Che farò, poichè non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse:  Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sè, e non arricchisce davanti a Dio".
Siamo posti anche oggi davanti ad una pagina che troviamo soltanto nel Vangelo di Luca. Il nostro evangelista ha il "dente avvelenato", potremmo dire, rispetto alla cupidigia, all'avarizia, alla tentazione dell'arricchire.
Anzi, la ricchezza può diventare il nostro dio ("Non potete servire a Dio e a Mammona" Luca 16,13) e causare una deviazione totale dalla strada di Gesù (l'episodio di Anania e Saffira narrato in Atti 5).
Se guardiamo alla chiesa e alla società di oggi dobbiamo convenire che Luca ha lanciato un grido profetico, un ammonimento salutare, ha visto lontano.
Molti dei tradimenti che le chiese cristiane nel passato e nel presente hanno perpetrato nei confronti del Vangelo, sono stati causati dalla idolatria del denaro. In questi giorni è morto il teologo cattolico Diez - Alegrìa, uomo di fede profonda e coraggiosa.
Poco tempo fa scrisse: "Penso che la chiesa cattolica nel suo insieme abbia tradito Gesù...... Questa chiesa...... è quello che hanno voluto nel corso della storia i potenti di questo mondo".
Come dargli torto?
Ritornando al testo evangelico che oggi meditiamo, è chiaro che il  movimento di Gesù raccolse questo messaggio così esplicito ed impegnativo del Maestro di Nazareth e Luca ne fece uno dei punti centrali del suo Vangelo.
BADATE.........
I versetti 13 - 14 - 15 sono un concentrato di messaggi e di stimoli. Intanto Gesù non accetta di mettersi nel ruolo di chi dà la soluzione tra i due contendenti.
Non li solleva dalla loro non trasferibile responsabilità.
Da vero educatore, Gesù offre un ventaglio di "riflessioni sapienziali" per rendere il suo interlocutore e i due fratelli in grado di ripensare ciò che stanno facendo e in grado di prendere una saggia decisione.
Non sappiamo se i due fratelli ne abbiano fatto tesoro, ma l'insegnamento è di una profondità quasi insondabile.
Talune parole di Gesù mi fanno pensare ad un pozzo d'acqua fresca così profondo da non poterne mai toccare il fondo: "Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia, = (da ogni desiderio di avere sempre di più)".
Già...... la vita non dipende dai beni che abbiamo.
E' così facile crederlo, ma è così difficile praticarlo in un mondo in cui l'ingordigia dei potenti ha prodotto un contagio da cui è difficile difendersi.
Non posso limitarmi a denunciare il marciume, il fango delle cricche di governo e del Vaticano che lavorano in perfetto accordo e spartiscono utili e privilegi; debbo pensare alla mia vita, a convertire i miei desideri, a condurre un'esistenza sobria e solidale.
Ecco il messaggio che ci arriva dalle tante comunità della Teologia della liberazione, da tanti uomini e tante donne che nei luoghi più diversi non pensano ad ingrandire i propri granai, ma a condividere.
Sparsa su tutta la terra esiste (eccome!) una chiesa "altra" che tenta i sentieri impervi ma produttivi delle beatitudini.
STOLTO.......
La parabola che si estende dal versetto 16 al 21 trova una versione parallela e contratta nel loghion 63 del Vangelo di Tommaso: "Gesù ha detto. C'era un uomo ricco che aveva molto denaro. Disse: Userò il denaro per seminare, mietere, piantare e riempire i granai di frutti, in modo che non mi manchi nulla. Ecco che cosa pensava nel suo cuore. La stessa notte morì. Chi ha orecchie per intendere, intenda!".
Intanto non è irrilevante che il Vangelo definisca "stolto - senza discernimento - folle" l'uomo che corre dietro alla cupidigia e all'ingordigia.
Non si tratta semplicemente di una violazione della legge di Mosè (Esodo 20,17) e dell'insegnamento dei profeti (Michea 2,2).
 No, Luca compie un passo ulteriore.
Fedele testimone dell'insegnamento del Nazareno e attento al vissuto dei gruppi in cui è inserito, narra la parabola che ruota attorno a questo "progettatore" instancabile, ingordo e folle e la apre a due constatazioni: c'è chi accumula per sè e chi progetta e accumula secondo l'ottica del Regno di Dio.
Si noti: questo ricco agricoltore non è un ladro, un mafioso, uno sporcaccione, uno spacciatore di droga nei palazzi del potere, come uno della P 3 italiana.
Qui non c'è nulla che indichi malversazione o furto; non c'è nulla che suggerisca un qualche maltrattamento degli operai alla maniera di Marchionne o una qualsiasi azione criminale.
Ma, allora, perchè è stolto?
E' uno stolto, ci dice la parabola "perchè egli vive soltanto per sè, parla a se stesso, fa progetti per se stesso e si congratula con se stesso" (F. Craddock).
La parabola non ha nulla di caricaturale: i beni diventano il tutto della vita e prendono il posto di Dio.
Questo nei due Testamenti biblici è chiamata l'idolatria.
La conseguenza "sociale" è palese: il desiderio ardente dell'accumulo non solo pone i beni come "dio" buttando fuori il reale riconoscimento di Dio, ma produce cecità, indifferenza, chiusura verso i bisogni degli altri, delle altre.
Dunque sono avvertito: devo sorvegliare il mio cuore perchè non succeda anche a me che la "cupidigia", occupando il centro non metta ai margini della mia vita Dio e l'impegno per un mondo più giusto.
AIUTACI
Aiutaci, o Dio,
ad essere consapevoli delle nostre mille fragilità
e della nostra precarietà.
Possano le "cose" che abbiamo
tradursi in scambio e condivisione
nelle piccola realtà
del nostro quotidiano.

mercoledì 28 luglio 2010

"SALVATO DALLA MADUNINA" SILVIO FINANZIA IL DUOMO

Silvio Berlusconi contribuirà personalmente al restauro della guglia maggiore del Duomo di Milano. Forse con 500mila euro o addirittura un milione. “perché la Madonnina – dirà il premier domani sera, a margine del concerto di Charles Aznavour per la raccolta di fondi – mi ha protetto e salvato la vita”. Il riferimento è all’aggressione subita da Berlusconi sette mesi fa, quando in piazza Duomo Massimo Tartaglia lo colpì violentemente proprio con una statuetta raffigurante la cattedrale di Milano. Da quel momento Berlusconi non è più voluto tornare sul luogo dell’aggressione. Lunedì sera ci saranno anche il sindaco Moratti, Fedele Gonfalonieri e Guido Podestà, che premierà Berlusconi come simbolo dei 150anni della Provincia.

(da Repubblica del 18 luglio)

DON VERZE’ E BERLUSCONI

L'uno è esattamente la copia dell'altro. Accanto a Berlusconi sta proprio bene.

Sono della stessa levatura morale. Amici per la pelle, amici di impresa. Per loro Dio e affari sono tutt'uno. Il Vaticano li ama con lo stesso affetto.

Portano "a casa" una montagna di soldi. Provo ribrezzo a pensare a una gerarchia che allontana don Mario, vicino a Cagliari, e benedice tipi squallidi come Verzè.

 

RUFFINI E MINEO

Dunque restano. Il caso di Ruffini, portato in tribunale, ha condannato la direzione RAI.

È tempo di ribellarsi ai "cappellani del duetto" di Arcore che fanno ciò che vogliono ormai ovunque. Si può resistere e rovesciare il duce e mantenere un pizzico di informazione decente.

 

L´AMACA

E come saranno mai, questi "festini gay" ai quali secondo Panorama partecipano un po´ di preti? Più verso l´orgia, con tonache che volano come guepière? O più verso l´allegro convinvio, con barzellette sugli eterosessuali e grasse risate favorite dal buon bere e dallo humour tipico delle minoranze? Il sospetto è che, trattandosi di omosessuali, gravi sulle loro attività un surplus di scandalo, cosa che dal Papa è anche lecito aspettarsi, ma da rotocalchi già distintisi per la pubblicazione di interi annali di chiappe e tette, magari un po´ meno.
Il problema, mi pare, è sempre lo stesso: quando si tratta di pedofilia (che è tanto omo quanto etero) è giusto che suonino le sirene di allarme, e le campane di complemento. Ma l´omosessualità non è, almeno qui in Italia, un reato, e che un sacerdote si innamori della perpetua o del campanaro non è tra i problemi più gravi per la comunità nazionale. Senza volersi intromettere nelle cose vaticane (sarebbe un contrappasso troppo ovvio), spiace pensare che in quell´azienda di così antica fondazione si rischi di non fare carriera se si è gay. Non succede più nemmeno nella fanteria americana, che diamine. (Michele Serra)

 

LAICI ADULTI

In una parrocchia vicino a Cagliari l'arcivescovo forzista e fascista ha imposto l'allontanamento del parroco don Mario.

È nata una bella "ribellione" della comunità che ha resistito al vescovo, invitandolo al dialogo. Vedremo come la vicenda proseguirà, ma è importante segnalare che esistono preti capaci di promuovere la crescita comunitaria e che il loro servizio pastorale è sempre più prezioso in vista dell'autonomia comunitaria.

I

l vescovo ha perso le staffe e tutti/e hanno capito di che pasta è l'aricivescovo di Cagliari.

 

CARI AMICI E CARE AMICHE CHE MI SCRIVETE O LEGGETE QUESTO BLOG,

Quando non vi arriva subito la mia risposta o quando debba far attendere per un colloquio o un incontro, provo un certo disagio.

Ma questa estate sono stato letteralmente "aggredito" (con tanto affetto) da persone che sollecitano incontri e dialoghi personali. Ogni incontro è per me un grande dono di Dio e voglio ringraziarvi per la fiducia e l'affetto che ricevo.

 

Ma oggi vi scrivo con le lacrime agli occhi… Da tre mesi il mio carissimo fratello Alberto, il più giovane della numerosa famiglia, è in terapia per una grave malattia. Alberto, ex sindaco della città di Pinerolo, per due mandati, impegnato fin dalla prima giovinezza nella comunità civile ed ecclesiale dalla parte della giustizia e dei diritti, è stato sempre per me un "faro" di onestà e di fede.

Davanti a questo evento, manifestatosi improvvisamente, ho avvertito ancora una volta la nostra "provvisorietà", i nostri giorni fragili e "contati" e cerco di vivere tutto questo con la fede di Giobbe e di Gesù.

 

Mentre vediamo tanti ladri e piduisti tenere banco, la sofferenza del giusto ci crea uno scandalo ed uno sconcerto che solo con la fiducia in Dio riesco e riusciamo ad affrontare.

Vogliate ricordarci nella preghiera perché il nostro cuore non cessi per un solo momento di vivere tutto al cospetto di Dio nel sostegno reciproco.

 

ALBERTO DA GIUSSANO

La Lega Nord esalta la figura di Alberto da Giussano, rappresentato dalla statua di un guerriero vittorioso che leva lo spadone al cielo. Si tratta di una mistificazione. Infatti Alberto da Giussano, preteso condottiero di una "Compagnia della Morte", non è mai esistito, come rivelò lo storico milanese Rinaldo Beretta nel 1914 precisando che si trattava di un'invenzione d'un cronista del Trecento.

La statua dell'eroe (opera dello scultore Enrico Butti) è dedicata all'ignoto "guerriero di Legnano" (a ricordo della vittoria della Lega Lombarda su Federico di Hohenstanfen, sacro e romano imperatore soprannominato "Barbarossa"). Anche il "giuramento di Pontida" (dei delegati della Lega Lombarda), non c'è mai stato nella locale abbazia benedettina. I simboli della Lega Nord sono invenzioni come la Padania per imbonire la gente semplice e credulona.

Giulio Artelli (Milano)

martedì 27 luglio 2010

SOTTO VUOTO

Se c’è un uomo pronto ad ogni “passaggio” è Rutelli, l’immagine del politico senza idee, se non quella di tornare sulla scena. Incompetente su tutto, cerca una sponda. Puoi trovartelo in qualunque partito, alla ricerca di riemergere. Nemmeno questo gli riesce. Cerca un posto con Casini, ma teme di rimanere nell’ombra. Il “terzo polo”, se continua così, è fatto di “tranfughi” dai vari partiti che si stanno tutti radunando sotto la bandiera e le direttive del cardinale Bertone.

COTA IN FIBRILLAZIONE

Adesso anche il TAR è “rosso” e Cota vede il “nemico”. Eletto governatore del Piemonte con i voti leghisti e fascisti, protesta contro la decisione del TAR che ordina di ricontare i voti di due liste “fraudolente” che lo sostenevano.

Sono in corso altri ricorsi perché anche altre liste che lo hanno sostenuto risultano irregolari. Il suo linguaggio “minaccioso” tende a impedire ciò che sarebbe normale: un ritorno alle urne subito. Il rischio è che si perdano mesi preziosi in lungaggini e polemiche.

NON SEMBRA POSSIBILE, MA?

  • La FIAT va in Serbia e lo stabilimento di Mirafiori a Torino sembra di nuovo senza prospettive. Intanto riprende la "campagna licenziamenti". Uno schiaffo anche a Torino.
  • Si smantella l'università e si parla di una "grande riforma". Davvero le parole sono "scucite" e separate dal loro significato.
  • "Operazione Memoria": siamo all'indecenza… Basterebbe un po' di memoria a noi cittadini per mandare a casa questi signori della cricca e della P3. Questa dovrebbe essere l'operazione memoria…

lunedì 26 luglio 2010

HO LETTO CON SGOMENTO

Ho accettato di incontrare domani, su sua richiesta, l'Autore del servizio giornalistico comparso su Panorama sulle "notti brave dei preti gay". Se andiamo a caccia di notti brave, non è il caso di partire dagli omosessuali, preti o non preti. Non serve creare uno stereotipo, suscitare pruriti e scandali come non servono i diktat e i moralismi vaticani.
Credo che esista un problema ineludibile che riguarda tutti i mezzi di comunicazione di massa: occorre cercare altri linguaggi, altre strade e altri modi di relazionare con il vissuto delle persone omosessuali. Senza mai dimenticare che stiamo parlando di persone. Io conosco moltissimi preti gay che stimo per la loro fede, la loro umanità e lo zelo con cui esercitano il ministero.
Un servizio giornalistico che si rispetti potrebbe servire a porre alla istituzione ecclesiastica le domande circa la disumanità e l'ipocrisia che stanno alla base della emarginazione ecclesiale, civile e sociale di tanti uomini e tante donne. Diversamente si finisce sempre con il solito "dare addosso " alle persone.
Quando raramente partecipo ad un dibattito televisivo sull'omosessualità, quasi sempre (direi sempre) ne esco deluso dal livello culturale infimo in cui hanno spazio soltanto gli urlatori e dove vengono sistematicamente banditi il pensiero, lo stile dialogico, il rispetto e la mitezza. Abituato ogni giorno all'ascolto attento di molte persone, mi trovo in queste situazioni come catapultato in un altro mondo, quello del dileggio e dello spettacolo.
In ogni caso voglio esprimere a tutti i preti omosessuali il mio affetto e la mia solidarietà e vorrei essere vicino in taluni momenti difficili, molto difficili, della loro esistenza e del loro ministero in questa chiesa cattolica ufficiale tanto segnata dalla omofobia.

IGNORANZA E PREPOTENZA

Sei gay? Allora non ti permetto di dare il sangue. Qualche operatore sanitario ignorante si trova non solo in Padania. Un bacio gay in spiaggia? Ecco che arrivano le minacce del bagnino.

Di tutto si può parlare, ma questi toni roventi e minacciosi sono, aldilà del singolo episodio, il segnale di un clima di intolleranza che purtroppo è sempre pesante.

TEMPO DI TORNARE

Ci vuole un coraggio da assassini per continuare a parlare di missione di pace in Afghanistan. Le ultime "rivelazioni" ( che sostanzialmente confermano ciò che i cronisti più seri avevano già anticipato) non fanno che manifestare la grande manipolazione di massa che gli USA di ieri e di oggi e i loro servili alleati continuano a perpetrare.

E' tempo di una svolta: tornarsene a casa da una guerra senza prospettive e mettere fine a questa devastante invasione che ha lo scopo di controllare le risorse del territorio e mantenere un potere sull'intera area.

Retorica, pura retorica. Parlare di “missione” in Afghanistan è uno squallido umorismo. Si tratta di una vera e propria guerra di invasione per vendere armi, impadronirsi di risorse e di territori. E i soldati continuano a morire. Il massacro di cittadini innocenti prosegue senza sosta.

Smettiamola con le farse e i funerali di stato. Anche il Partito Democratico la smetta di allinearsi alle barzellette patriottiche.

Una ulteriore notizia: con le spese totali della “missione Afghanistan” di viaggi, mezzi, armi, foraggiamenti, trasporti, medicinali noi avremmo potuto costruire in Italia un milione e seicentomila alloggi. Avremmo risolto per dieci anni il problema delle case popolari.

NOZZE, BATTESIMO DI ADULTI, PERCORSI DI FEDE

Sono lietissimo, per quanto affaticato, di poter benedire le nozze di alcune coppie che accompagno da anni.

Luigi e Corinne vengono a Torino da Marsiglia. Battezzeremo mercoledì 28 luglio i loro figli nel giorno del loro matrimonio. Luigi ha 59 anni e Corinne 54. louis e Marie hanno 29 e 24 anni. Ci conosciamo da tre anni. In 8 incontri a luglio di ogni anno e nelle feste natalizie abbiamo compiuto un lieto e fecondo percorso battesimale. Ho il cuore pieno di gratitudine a Dio che ha donato la fede a queste persone così impegnate sul terreno dei diritti.

Gioia grande anche per le coppie omosessuali di Salerno, Bari, Fano e Monza. Si tratta di quattro coppie che conosco e con cui faccio cammino "alla scoperta di Gesù"da tre anni. Hanno partecipato a Torino ad alcuni momenti comunitari della "comunità nascente – piccolo cammino cristiano". Abbiamo poi deciso, tranne che per la coppia di Fano, di celebrare nelle rispettive città in un accogliente luogo pubblico il matrimonio di queste coppie anche per favorire la partecipazione di familiari, parenti e amici.

Carissima Valentina, a 26 anni hai preparato e ricevuto a Torino il battesimo cristiano. Ti ho scritto la mia gioia e i miei pensieri… Penso che decidere di vivere il battesimo alla tua età sia un'esperienza da augurare a molti. Buon cammino sulle tracce di Gesù perché il battesimo si fa vita ogni giorno.


Dio di Gesù,
Dio che abbracci tutto il creato,
facci assaporare la Tua presenza,
la Tua compagnia, il Tuo amore
come ristoro nelle fatiche del viaggio.
Tu sei la prima e l'ultima parola,
Tu sei l'inizio e la fine,
Tu sei l'amore senza ombre.

NESSUNA ILLUSIONE

Le correzioni proposte dal governo sulla "legge – bavaglio" renderanno più difficile ascoltare i corrotti con le limitazioni imposte alle intercettazioni.

È bene non lasciarsi illudere. O ritirare il progetto o produrre altre modifiche sostanziali. Per questo giovedì 29 davanti a Montecitorio torna il presidio contro la legge bavaglio delle intercettazioni. Solo attraverso le attuali intercettazioni abbiamo conosciuto le varie centrali del fango e la rete di cinquemila ristoranti della mafia sparsi su tutto il territorio nazionale.

LA GERARCHIA CATTOLICA CILENA

I vescovi cileni, d'accordo con il Vaticano, hanno chiesto l'indulto ai golpisti, cioè il perdono per i militari di Pinochet.

La gerarchia cattolica è stata sempre dalla parte del dittatore Pinochet.

Conservo il grande "manifesto" in cui papa Woytila, in uno dei suoi primi viaggi, comparve in Cile dal palazzo presidenziale a benedire il popolo insieme al sanguinario Pinochet. Quella fotografia di oltre 30 anni fa da sola dice tutto. Papi e dittatori troppo spesso vanno a braccetto.

In Cile ieri e oggi. E in Italia?

domenica 25 luglio 2010

DUNQUE....NO E POI NO...

Ancora una volta il vaticano, dopo l'infelice uscita di Panorama, ribadisce che non si può essere preti e omosessuali. Ai preti omosessuali viene intimato di "cambiare mestiere". E se fosse una vocazione?
Ma, a parte ogni altra considerazione, che facciamo invece dei vescovi e dei cardinali omosessuali? Quelli restano... E se ci capitasse un papa gay?
Dunque... proibito essere prete e gay! Non resta che buttarsi in carriera e ... diventare arcivescovo...  Parecchi ci sono riusciti e qualche volta sono persino tra coloro che "sparano" sui preti gay.

SILENZI COMPLICI

È spaventoso. Non una dissociazione dalle "sporcizie" che emergono dall'intreccio di telefonate e di intercettazioni.

Nemmeno i soliti richiami moralistici che la gerarchia cattolica è solita ripetere. Il Vaticano, commensale di cenette d'affari disonesti, è stato preso con le mani nel sacco.

Io spero che al campo ecumenico nazionale che inizia in questi giorni si abbia il coraggio di dialogare su queste tematiche oggi vitali per la ripresa di credibilità evangelica.

"Chiese e affari" è una tematica sempre più coinvolgente ed attuale.

Certamente l'esperienza ecumenica evidenzia anche modalità corrette, vere e proprie testimonianze di comunità cristiane libere dall'idolo del denaro.

Ci si può correggere ed aiutare.

sabato 24 luglio 2010

LA LETTERA DI SABRINA

Caro Don Barbero,

sento il bisogno di scriverle personalmente. Faccio parte della Comunità di S.PioX, di quella parte che ha denunciato  quanto accaduto non solo a Don Cristian, ma a tutti noi.

Non so a quanto possa essere servito ma se nessuno fa mai niente, se tutti chiniamo la testa e accettiamo passivamente le decisioni non ponderate di altri, non avverrà mai nessun cambiamento. E invece ne servono di cambiamenti, eccome.

Quel giorno , quel bellissimo e commuovente giorno io ero presente. Ricordo perfettamente le sue parole, l'emozione che traspariva dal suo volto e da quello di Maria e Ugo e di Cristiano e Dario. Ricordo che emanavate AMORE. Amore allo stato puro, quell'amore profondo ,pulito, sincero. Quell'amore svincolato da età, sesso, razza, ideologie. L'amore di Gesù Cristo, la sua parola. Perché Gesù  è venuto proprio a ricordarci che Dio è amore, non potere.  Perchè Cristo è vita..è l'eterno e le sue parole non hanno tempo, spazio, confini.....

Ho avuto modo di compiere un cammino con Don Cristian attraverso la catechesi familiare e gli studi biblici e ringrazio Dio di averlo incontrato. Lei si ricorda quell'affermazione forte: "Posso perdere tutto...... ma nessuno mi può portare via la libertà e la fede in Dio".

Io ne ricordo anche un'altra: " La verità deve sempre essere difesa, detta. Alla lunga paga".

La verità è una scelta, la verità è un'impresa. È più facile starsene al sicuro, conformarsi, non sapere, o meglio far finta di non sapere, tacere…..come gli omertosi…vivere nella verità implica tanto, tanto coraggio…….

Ma allora cosa vuol dire CHIESA? Non dovrebbe dire convocazione, assemblea di fedeli. E  CATTOLICA,  non vuol forse dire UNIVERSALE?  Viviamo oggi questa universalità? Viviamo oggi questa convocazione, viviamo in comunione? ...non mi pare... viviamo una Chiesa intesa

come gerarchia, potere. Ogni giorno si  leggono sulle testate dei giornali scandali, implicazioni, del clero in tutto ciò che dovrebbe proprio per la  natura del nostro credo essere aborrito. Stamane la civetta del nostro quotidiano locale riportava questo titolo: " Suora condannata per peculato" …è il denaro che fa da padrone…..ma dov'è finito il messaggio originario del Cristo? Ecco perché oggi tanti e soprattutto quelli più giovani si rivolgono ad altri tipi di spiritualità o peggio ancora si professano atei. Poi ci parli, ti confronti e capisci che la diffidenza non è verso l'insegnamento di Gesù, ma nei confronti della Chiesa intesa come  sistema. È questo che non piace: il sistema. Un conto è la religione ed un conto è la fede. La fede ci impone di domandare, di cercare, di faticare, di cadere, di rialzarsi. La fede ci chiede di andare oltre...come Gesù dobbiamo andare oltre: oltre gli schemi se sono troppo stretti, se sono anacronistici, se sono discriminanti e limitanti. Con Cristo si è aperta una nuova era: l'era dell'Amore.  Solo l'amore rende l'uomo libero dalle chiusure del suo egoismo, da tutte quelle barriere che si costruiscono per l'affermazione di noi stessi, dei nostri istinti.

      Cristo è stato il primo a dire "io sono"  e vuole che ciascuno di noi riesca a dire " io sono":

      sono  col mio pensiero,  ho una coscienza, mi muovo in piena libertà.  Gesù non è il moralista   che ci propinano da secoli…Gesù ti dice " Vuoi guarire? Alzati e cammina"…..ti dice di     camminare non di stare fermo…la staticità, la certezza, il rigore, gli schemi, le dottrine, l'osservanza quasi maniacale sono pesi, catene che impediscono andare verso questo oltre….l'osservanza non cosciente non può portare che al fanatismo, alla più rigida intolleranza nella convinzione di essere i depositari della verità assoluta. E allora il Dio di Gesù , il nostro Dio, un Dio di amore, di gioia, si trasforma nel Dio giudice, inquisitore e vendicativo a cui dobbiamo oblazioni, cieca obbedienza. Ecco perché spesso quando accadono fatti spiacevoli sento dire " Dio dov'era quando mio figlio è morto? Dov'è Dio quando muoiono tutti quei bambini di fame e malattie? Perché Dio mi ha fatto questo? Perché Dio permette tutto questo?" Ma questo non il Dio di cui ci ha parlato Gesù: Dio è Padre-Madre. Può un Padre o una Madre volere il male del proprio figlio? Perché allora nella visione dei più Dio è il responsabile di tutto il male che ci affligge? Perché? Perché è con la paura che si controllano meglio le masse.

Si sente dire " ognuno ha la sua croce". Per me la croce non è sofferenza ma l'impegno nostro di far emergere le forze divine che sono nel nostro essere.......come Cristo dobbiamo diventare creature "in Comunione" e fare come Simone di Cirene  che aiuta Gesù a portare la croce nella salita verso la collina del Golgota.  Gesù e Simone come viaggiatori sulla stessa strada: corpo che sostiene corpo, spalla a spalla, guancia a guancia. Simone accettando di aiutare Gesù si mette dalla sua parte e assume il suo stesso sguardo sul mondo e sull'umanità. L'essenziale è al di là dei salmi, dei digiuni....è una trasformazione continua del nostro cuore che da piccolo si fa aperto, grande, in comunione di amore, di offerta gratuita con gli altri...insieme... Se questo sistema non risponde alle nostre aspettative , si scontra con la nostra coscienza dobbiamo comunque conformarci? Per accogliere Cristo dobbiamo essere nuovi...non aver paura delle diversità, delle nostre debolezze, dei nostri limiti, dei nostri dubbi….già il fatto che ce li poniamo implica una ricerca…....un andare oltre......guardare avanti e non solo indietro e sentire che Cristo passa continuamente...è al nostro fianco, cammina con noi, come nel brano dei due discepoli di Emmaus…....oggi nel presente, domani nel futuro. Cristo diviene così  forza vivificante, aiutandoci a superare le nostre debolezze, le nostre fragilità curandole proprio mentre cammina con noi.  Cristo ha bisogno di persone "forti", capaci di opporsi alle resistenze che si presentano nel lungo cammino della loro vita. Persone che non hanno certezze assolute, che non hanno paura di cambiare opinione, che non hanno paura di smettere di sognare e credere.  "Un'unica FORZA, l'Amore, unisce infiniti mondi e li rende vivi" Giordano Bruno (1548-1600)  Solo così ognuno di noi con le proprie diversità, con il proprio bagaglio ,  andrà  ad arricchire la comunità, sarà comunità. Ognuno di noi ha bisogno dell'altro….... gli stereotipi, sono come l'acqua stagnante....se non si muove tutto muore.

Ringraziandola per l'attenzione accordatami la abbraccio fortemente, come quel giorno in parrocchia.

                                                                                                                                                       Sabrina Nesti

RINGRAZIO SABRINA

La lettera di Sabrina ci dà tanta speranza perchè nella chiesa c'è ancora chi non si lascia irretire ed imprigionare dal calcolo, dalla comoda obbedienza e sa disobbedire ai faraoni in nome del Vangelo.

L'UOMO DEI SACRIFICI

Povero Verdini... deve essersi proprio sacrificato una vita per ragranellare quei quattro soldini da spartire con la sua "cricca"!
"Sono frutto di sacrifici" i suoi milioni di euro: parole che suonano come insulti contro chi, con mille sacrifici seri, non riesce ad arrivare a fine mese.
Verdini ha sacrificato l'onestà (non sa cosa sia), l'intelligenza e il senso del bene comune. Come un animale abituato a vivere nel sudicio, ha deciso di vivere nel fango morale.
Ha sacrificato la sua cosienza, l'ha spenta per servire il ducetto di Arcore e l'adorazione del denaro.

DHO: QUESTO ERA UN VESCOVO

Sebastiano Dho era ed è un vescovo coraggioso. Lascia per limiti di età la diocesi di Alba.

In una piccola diocesi piemontese, ha vissuto il suo ministero in modo cordiale e aperto al dialogo, attento ai problemi sociali ed ecclesiali.

Si tratta di vescovi ormai rari per statura morale e per impegno conciliare. Credo che ad Alba lo rimpiangeranno

venerdì 23 luglio 2010

MA DIO CI ESAUDISCE?

1 Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2 Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4 e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione». 5 Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6 perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7 e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8 vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. 9 Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10 Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11 Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12 O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13 Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Luca 11, 1-13)

Questi brevi versetti del Vangelo di Luca registrano quattro passaggi. Dapprima un discepolo chiede espressamente a Gesù di insegnare al gruppo a pregare. Fino al versetto 4 segue l'insegnamento di Gesù sulla preghiera. Da versetto 5 al versetto 8 si estende la parabola dell'amico importuno. Gli ultimi versetti, dal 9 al 13, riportano alcune considerazioni sulla preghiera messe in bocca a Gesù.

A pregare si impara

Ogni "maestro" di Israele, ogni profeta impartiva ai suoi discepoli molti insegnamenti. Occupava un posto centrale l'insegnamento della preghiera.

Ogni gruppo, oltre alle preghiere tipiche della religiosità ebraica, si caratterizzava anche per un suo modo di pregare che rispecchiava per un suo modo di pregare che rispecchiava in qualche modo la fede di quelle persone.

Si noti: è certamente significativa nell'esperienza dei discepoli la esplicita richiesta di essere ammaestrati circa la preghiera, ma non è meno indicativo ed eloquente il fatto che la richiesta avvenga dopo che i discepoli hanno visto Gesù pregare.

Si insegna a pregare dando testimonianza della propria preghiera. Sono i testimoni i veri maestri di preghiera. Gesù pregava in un modo che invitava a pregare. Per lui non si trattava di recitare formule, ma di entrare in dialogo con Dio ed evidentemente, chi lo vedeva pregare o pregava accanto a lui, aveva questa percezione.

Bisognerebbe che ci domandassimo se il nostro pregare inviti o allontani, se le nostre "liturgie" siano recitazioni o se educhino al dialogo.

L'amico importuno

Non mi soffermo sul Padre nostro perché più e più volte l'ho commentato e perché voglio sottolineare altri due aspetti.

Molte religioni dettano regole precise circa il modo di pregare. Gesù vuole soprattutto lasciarci testimonianza dello spirito con cui rivolgerci a Dio.

Padre, per lui, non è altro che un codice amoroso ed affettivo che esclude ogni paura ed ogni "galateo". Anche in Israele c'era che propendeva per una preghiera "educata, composta, che ripeteva le formule prescritte e collaudate ed approvate",

l'amico importuno è veramente del tutto "fuori regola", eppure Gesù sostanzialmente lo porta ad esempio, lo addita come modello di coraggio, di perseveranza e di fiducia.

Molte persone incontrano insormontabili difficoltà di fronte alle parole che Luca mette in bocca a Gesù: "Chiedete e vi sarà dato…  Poiché chiunque chiede riceve…". Eppure Gesù non vuole illudere. Egli sa bene che Dio tutti ascolta, ma non ci garantisce l'esaudimento preciso delle nostre richieste. Gesù sapeva che altro è essere ascoltati e altro è essere esaudito.

Ma il nazareno non voleva che i poveri, le persone che egli abitualmente incontrava dovessero subire l'umiliazione di quei dottori della legge che consigliavano di tacere anziché proferire "preghiere indegne dell'Altissimo".

Gesù rompe questa paura: sulla scia di Geremia e degli Autori dei Salmi, per Gesù non è importante la "bella preghiera" ma la preghiera vera, spontanea, che apre il cuore del figlio o della figlia verso il Padre.

Si tratta di non inibire la libertà dei più semplici, anzi di assestare un colpo polemico a certi maestri di preghiera più attenti alle regole, alle posture, agli orari che non al cuore.

Il centro è qui: ognuno può, senza anticamera, rivolgersi a Dio, senza lascirsi far velo dai titoli di maestà: "Eterno, Altissimo, Onnipotente…". Dio è Padre, è Madre.

I poveri anche oggi portano nel loro cuore questa certezza e sanno "gridare" a Dio. Purtroppo spesso sono male educati da un percorso catechistico e liturgico che li invita e li sollecita a fare dei "passaggi" totalmente inutili, cioè la cosiddetta intercessione dei santi o di Maria.

Ad un padre amoroso i figli e le figlie parlano direttamente. Questo è l'insegnamento esplicito e chiaro di Gesù. Siamo senza bisogno di intercessori.

Che cosa ci donerà?

Il Padre, ci ribadisce Luca, ci ascolta e ci esaudisce a suo modo.

Come? "Donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano" (versetto 13). Ecco, Dio non è un Padre che ci rimuove ogni difficoltà, che ci salva da ogni male, che ci risolve ogni problema. Ci dà, invece, il Suo soffio vitale, il Suo sostegno profondo, la Sua forza per affrontare la vita e le sue asperità.

Questo vuol dire che siamo liberi di chiedere a Lui con cuore di figli: Egli ci donerà la Sua forza, ci esaudirà a modo Suo, ma ci donerà sempre un soffio del Suo amore per accompagnarci nella vita.

 

FERROVIE DELLO STATO

Ricevo e pubblico

"Ogni anno  - negli ultimi venti - uso almeno 300 volte il treno. Viaggiare per me è una immensa fatica. Fino a qualche anno fa, con limiti e difetti, in Italia esistevano le ferrovie con orari, percorsi e tempi decenti. Ora con Trenitalia si sta dissolvendo quel poco di servizio pubblico tanto prezioso.
Per chi come me usa le ferrovie quasi esclusivamente per lavoro, il disagio è ogni giorno crescente. "Materiali" sempre più guasti (freni, porte che non si chiudono, impianto elettrico intermittente) coincidenze perse, ritardi continui: viaggiare è diventato una impresa. I pendolari sono ormai abbandonati a sé, al treno che riescono a prendere, con servizi sempre più scarsi e sempre più scadenti.
Ti domandi se le ferrovie dello stato esistono ancora cone servizio popolare o se ormai interessino solo più alcune tratte che danno l'immagine dell'efficienza (e molto spesso è  solo immagine). e i cittadini si sono abituati a pagare, subire, aspettare. Tragica rassegnazione. E poi c'è l'aspetto tragico-comico: qualche rara volta capita persino che un treno Torino-Pinerolo arrivi in orario. E noi ci accontentiamo..."

giovedì 22 luglio 2010

UOMINI CHE UCCIDONO LE DONNE

"Quanto più la donna cerca di affermarsi come uguale in dignità, valore e diritti all'uomo, tanto più l'uomo reagisce in modo violento. La paura di perdere anche solo alcune briciole di potere lo rende volgare, aggressivo, violento. Grazie ad alcune inchieste sociologiche, oggi sappiamo che la violenza contro le donne non è più solo l'unico modo in cui può esprimersi un pazzo, un mostro, un malato: un uomo che proviene necessariamente da un milieu sociale povero e incolto. L'uomo violento può essere di buona famiglia e avere un buon livello di istruzione. Poco importa il lavoro che fa o la posizione sociale che occupa. Si tratta di uomini che non accettano l'autonomia femminile e che, spesso per debolezza, vogliono controllare la donna e sottometterla al proprio volere. Talvolta sono insicuri e hanno poca fiducia in se stessi, ma, invece di cercare di capire cosa esattamente non vada bene nella propria vita, accusano le donne e le considerano responsabili dei propri fallimenti. Progressivamente, trasformano la vita della donna in un incubo. E, quando la donna cerca di rifarsi la vita con un altro, la cercano, la minacciano, la picchiano, talvolta l'uccidono.
Paradossalmente, molti di questi delitti passionali non sono altro che il sintomo del "declino dell'impero patriarcale".Come se la violenza fosse l'unico modo per sventare la minaccia della perdita. Per continuare a mantenere un controllo sulla donna. Per ridurla a mero oggetto di possesso. Ma quando la persona che si ama non è altro che un oggetto, non solo il mondo relazionale diventa un inferno, ma anche l'amore si dissolve e sparisce."

Ho riportato alcune righe della profonda riflessione di Michela Marzano, comparsa sulla Repubblica del 14 luglio perché ci aiuta a risalire ai "perché" e a non fermarci alla constatazione del dato terrificante. Solo interrogandoci e "lavorando" sulle cause si possono prevenire questi delitti.