martedì 30 giugno 2009

DUE GIUDICI DA ESPELLERE

La notizia ha dell'incredibile. Il giudice della  Consulta Luigi Mazzella ha organizzato a casa sua, complice il collega Paolo Napolitano, una cena con Berlusconi, Alfano, Letta, Vizzini, Bruno. L'Espresso ha rivelato  la cena che (ridicolo!!) il giudice Mazzella vorrebbe far passare come la normale cena di un privato cittadino.
I due giudici saranno tra coloro che il 6 ottobre parteciperanno alla prima seduta della Consulta per decidere sulla costituzionalità del lodo Alfano che riguarda proprio i processi di Berlusconi .Questi giudici devono essere sospesi da ogni incarico ed estromessi dalla Consulta

IL MERCATO DELLE RELIQUIE

    Povero Paolo di Tarso, grande testimone di fede ed appassionato predicatore del messaggio di Gesù! Deve subire un altro affronto.Ora le sue ossa, vere o presunte, diventeranno una reliquia e cominceranno i soliti rituali di chi vuole vedere  e toccare e poi fioriranno gli affari. Santi e madonne sono investimenti sicuri. Il vaticano non si lascerà scappare di mano un affare così redditizio. Povero Paolo, non avresti mai pensato di diventare una reliquia e una "macchina" per fare soldi. Solo a sentirti chiamare "san Paolo" saresti diventato paonazzo dalla rabbia tu che, da credente ebreo, sapevi che uno solo è santo: Dio.

PIANGERE E RIDERE

El Pais scrive:

 

« L’ombra della coca vola su Berlusconi »

Sfida da Madrid-------Il quotidiano spagnolo non fa sconti. Dopo aver pubblicato le foto di Antonello Zappadu a La Certosa, con Topolanek in tenuta adamitica e una serie di fanciulle, adesso parla di cocaina. E tira in ballo uno degli amici di Tarantini, frequentatore di villa Certosa.

 

 

 

Marmotti

                   Non

              Umiliatelo dicendogli

                  Che siamo

                    Pagate                              

                                                                                Lui crede

                                                                             Che facciamo

                                                                             Volontariato

                                                                           Per gli anziani!

PERCHE' IL CERVELLO NON ARRUGGINISCA

                          Letture per l’estate

 

Categorie di impegno

 

JOSE’ ANTONIO PAGOLA

“Gesù. Un approccio storico”, Borla, Roma 2009, pag. 600, Euro 48

 

JOSE’ MARIA VIGIL

“Teologia del pluralismo religioso”, Borla, Roma 2008, pag. 512, Euro 40

 

LORENZO SALAS

“Una fede incredibile nel secolo XXI”,  Massari editore, Bolsena 2008, pag. 224, Euro 12

 

CARLO PAPINI

“Da vescovo di Roma a sovrano del mondo”, Claudiana, Torino 2009, pag. 400 Euro 39

 

ROBERTA DE MONTICELLI

“La novità di ognuno”, Garzanti, Milano 2009, pag. 400, Euro 18,60

 

SABINO CHIALA’

(a cura di), “I detti islamici di Gesù”, Mondadori, Milano 2009, pag. 460, Euro 40

 

 

 

GENOVA PRIDE

Per un contrattempo non ho potuto essere presente al Gay Pride.

Ho letto che è stata una festa partecipata e costruttiva. Ora, come ogni giorno, dobbiamo proseguire la lotta per i diritti di tutti/e.

Una constatazione è emersa chiaramente a Genova: non è la fede, non è la chiesa come popolo ad opporsi agli omosessuali. E’ solo la gerarchia cattolica. Questo è liberatorio.

lunedì 29 giugno 2009

OSCURAMENTO INTERNET


L'attacco finale alla democrazia è iniziato! Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo.
Ieri, 28 giugno 2009, nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l'obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senza tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC), è stato introdotto l'articolo 50-bis,

"Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet".

Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l'articolo è diventato il nr. 60. Anche se il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta" che non vuole scollarsi dal potere.
In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo.
Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero. Il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger,ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L'attività di
filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube,  e tutta l'informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l'unica fonte informativa non censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube.   Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che vede un'impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d'interessi.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e
multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un
testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.
Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet?

Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l'Italia come la Cina e la Birmania.

Fate girare questa notizia il più possibile
.
E' ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani.
E' in gioco davvero la democrazia!!

Rosario Amico Roxas

UN SOGN SVANITO


 
" Se le minorenni napoletane, le prostitute di Bari, i voli di Stato con inviti privati e i reclutatori di veline non porteranno a nulla di peggio, una cosa è chiara; il sogno di Berlusconi di salire al Quirinale è svanito tra gli scandali delle feste erotiche."
( El Pais, 25 giugno).

BERLUSCONI NETANYAHU

 

Che sotto i due siano d’accordo non è una grande scoperta. Resta il fatto che gli insediamenti ebraici in terra palestinese continuano e non si intravede nessun cambiamento di rotta, nonostante il forte richiamo di Obama. Su questo terreno il discorso deve essere chiaro. Non basterà bloccare i nuovi insediamenti. Bisogna cedere ai palestinesi o distruggere quelli esistenti, ritornando alle posizioni del 1967.

SOLO IN ITALIA

"In altre nazioni se i politici vengono meno alle regole (anche minime) o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni. Perchè tanta diversità in Italia? " ( Don Antonio Sciortino, direttore di "Famiglia Cristiana", 23 giugno)

domenica 28 giugno 2009

 
----- Original Message -----
Sent: Friday, June 26, 2009 4:35 PM
Subject: 4 luglio 2009 a Vicenza, restituiamo il Dal Molin ai cittadini!

Ricevo e diffondo

Claudio Giambelli

4 LUGLIO: GIORNATA DELL'INDIPENDENZA DI VICENZA
Manifestazione
ore 15.30
Via M.T. di Calcutta (Rettorgole)

Appello: alla vigilia del G8, tutte/i a Vicenza



Alla vigilia del G8 e dell'arrivo in Italia di Obama i No Dal Molin invitano tutte e tutti a Vicenza per liberare il Dal Molin dalla nuova base di guerra

Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro popolo [...]
un conveniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione.

[Incipit alla Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America]

Vogliamo essere indipendenti nel costruire il futuro del nostro territorio; vogliamo che quest'ultimo sia sensibile alle opinioni di gran parte dell'umanità che rifiuta e, troppo spesso, subisce la guerra come strumento di controllo e oppressione. Vogliamo costruire l'Altrocomune come pratica di autogestione e autonomia dei cittadini, fondandolo sulla disobbedienza alle imposizioni e sulle pratiche condivise; vogliamo riprenderci la nostra terra come luogo del vivere bene collettivo e non come oggetto di scambio tra governi.

Dall'8 al 10 luglio, all'Aquila, si terrà il vertice del G8; in un luogo volutamente scelto perché non ci siano voci di dissenso, capi di stato e di governo si riuniranno per decidere le sorti del nostro futuro, senza di noi. Tra essi, ci sarà il Presidente statunitense Obama: come si giustificano le sue promesse sulla fine dell'arroganza militare statunitense quando a Vicenza fa base la guerra?

La vicenda vicentina rappresenta, da questo punto di vista, una delle tante contraddizioni nella politica estera statunitense che promette legalità, rispetto e trasparenza, ma pratica illegalità, sopruso e imposizione. Come annunciato da importanti esponenti dell'amministrazione nordamericana, il Dal Molin sarà oggetto di discussione del summit al G8, non per restituire la democrazia a coloro a cui è stata negata, bensì come oggetto di accordo segreto e scambio tra governi per la ridefinizione, a partire da Africom, della presenza militare statunitense in Italia.

Vicenza, patrimonio Unesco, è assoggettata alle servitù militari; la città che ha espresso la propria netta opposizione e ha ricevuto per questo la solidarietà di ogni angolo d'Italia, ha visto il bavaglio stringersi sulla sua bocca: palesi illegalità progettuali hanno accompagnato il tentativo di "sradicare alla radice il dissenso locale" prima impedendo alla città di esprimersi, poi perseguendo centinaia di cittadini con condanne pecuniarie e procedimenti penali.

Ma Vicenza è anche uno dei tanti luoghi di costruzione di quel mondo che non accetta il diktat di quanti, riuniti per pochi giorni nelle regge imperiali, vorrebbero scrivere a tavolino la nostra storia. Quello del movimento vicentino non è un romanzo romantico e triste; le donne e gli uomini di questa città vogliono riscrivere la storia reale, stracciando le pagine su cui politici e militari hanno già disegnato il suo futuro di asservimento e tacita accettazione.

Il 4 luglio, giornata in cui gli statunitensi festeggiano la propria indipendenza dall'impero britannico, vogliamo decretare la nostra indipendenza dall'impero militare statunitense, liberando la terra dalla presenza di una nuova base di guerra.

Nei tre anni di mobilitazione trascorsi abbiamo imparato che un sol giorno non cambierà le sorti della nostra città; ma sappiamo anche che la strada che abbiamo davanti non può che portarci a nuove sfide: per questo, alla vigilia del vertice del G8 e dell'arrivo in Italia di Obama, chiediamo alle donne e agli uomini che vogliono opporsi alla militarizzazione e alla guerra di tornare nelle strade di Vicenza e iniziare a costruire, dal basso e collettivamente, l'indipendenza dell'Altrocomune, ovvero un territorio libero e inospitale alla presenza militare perché vissuto e realizzato da un arcobaleno di diversità che, nel costruire un mondo di pace, liberano il territorio dalle servitù militari e dalle devastazione ambientale.

4 luglio 2009 a Vicenza, restituiamo il Dal Molin ai cittadini
Indipendenza, dignità, partecipazione: la terra si ribella alle basi di guerra.


Per info e adesioni:

Comitato No Dal Molin
Web: www.nodalmolin.it
E-mail: 4luglio@nodalmolin.it

 

LEGGERE RIFLETTERE


L’Italia è un paese razzista?

di Gad Lerner

dal“Venerdì” di “Repubblica”. del 26 giugno 2009

Domanda: l’Italia è un paese razzista?
Risposta: sì.
Parte il coro di proteste: ma va là, sono generalizzazioni inaccettabili! I veri razzisti siete voi, privilegiati e snob, che ce l’avete con il popolo. Neanche ve lo immaginate cosa significhi vivere nel casermone di periferia con certi brutti ceffi, e magari il campo rom lì accanto alla fermata dell’autobus.
Se poi allo stadio parte il coro “non ci sono negri italiani”, subito arriva il commissario tecnico della Nazionale pronto a spiegare: suvvia, trattasi di quattro imbecilli, non confondiamo il razzismo con l’ignoranza che c’è sempre stata e sempre ci sarà.
La collezione dei “singoli” episodi, detti anche “casi isolati”, in cui una persona viene insultata, aggredita, discriminata per via della sua appartenenza etnico-religiosa o anche solo per il colore della sua pelle è ormai normalità quotidiana che difficilmente fa notizia. Quando è proprio inevitabile darne conto sui giornali, l’increscioso fatto di cronaca viene ascritto alla voce “esasperazione”: se la gente diventa razzista è perché non ce la fa più a sopportare. Reagisce all’ipocrisia di chi vorrebbe nascondere l’evidenza, cioè la propensione maggiore degli stranieri a commettere reati. Un sociologo come Luca Ricolfi scrive editoriali sul tasso di “pericolosità” degli immigrati confrontato con quello della popolazione italiana. Ma non è razzista, sia ben chiaro. Al contrario, è coraggioso perché sfida la censura del “Politically correct”.
Poi ci sono i pignoli. Ti spiegano che non bisogna parlare di razzismo ma semmai di xenofobia, cioè di ostilità allo straniero. Grazie della precisazione davvero essenziale. Ci mettiamo l’animo in pace perché il razzismo italiano contemporaneo non incorpora più –se non in settori marginali- le teorie del razzismo biologico otto-novecentesco secondo cui esisterebbero popoli superiori e popoli inferiori. Per intenderci, ora non si dice più che i negri sono selvaggi, gli ebrei subdoli e gli ariani invece nobili. Ci si mette a posto la coscienza precisando: apparteniamo tutti alla medesima razza umana; ma è meglio che quelli lì, anche per il loro bene, se ne stiano (tornino) a casa loro.
Vanno per la maggiore in tv e sui giornali i propagandisti della differenza. Amanti del parlare chiaro, loro sì vicini al popolo che incontrano al mercato e sulla metropolitana (mentre si sa che gli antirazzisti mandano il filippino a fare la spesa e viaggiano su limousines con l’autista). Se i romeni stuprano noi lo scriviamo, va bene? Se gli zingari rubano perché dovremmo nasconderlo? E se i musulmani ci odiano perché far finta di non vedere?
Così si alimenta e si legittima il circuito del nuovo razzismo italiano. Licenza di gridare il risentimento generalizzato contro intere comunità. Comprensione per chi trasferisce in gesti individuali o azioni organizzate tale ostilità. Lodi ai politici che promettono riforme in senso discriminatorio del diritto.
A questo punto viene il bello. Perché di fronte alle denunce e alle proteste di coloro che vengono irrisi come “buonisti” (anche la bontà in questo paese è diventata una parolaccia) si leva l’accusa: ma come, non vi rendete conto che parlando a sproposito di razzismo voi non fate altro che favorirne la diffusione? Placatevi. Minimizzate come noi. Lasciate perdere le sparate “paradossali” di sindaci, ministri, deputati europei –sotto elezioni anche del presidente del Consiglio schierato, udite, udite, contro la società multietnica- e pazienza se sono un po’ troppo “colorite”. Non cadete nella trappola, lasciate che i capipopolo diano voce alla “pancia” del popolo.
Perché? Perché altrimenti sarete voi (saremo noi) a far crescere il razzismo in questo paese che prima ne era immune. Un po’ come dire che se gli ebrei non si fossero allargati troppo, in Germania, quell’Hitler lì mica ce l’avrebbe fatta…
Il prossimo 6 luglio deporrò come parte lesa di fronte all’ottava sezione del Tribunale di Milano, dove è stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata da istigazione all’odio razziale un redattore di “Radio Padania Libera”. Un tale che minacciava me, “nasone”, di “venirmi a prendere in sinagoga per il collo, e non in senso figurato” perché colpevole di avere paragonato gli ebrei a “quella banda di ladri dei rom”.
Ebbene, sul “Foglio” mi hanno accusato di vigliaccheria perché dall’alto del mio potere ho querelato un povero megafono di malumori popolari. Già, perché io sarei il privilegiato, l’ammanicato, l’amico dei banchieri (mica male come replica del più classico stereotipo antisemita); e con il mio comportamento arrogante ho anch’io favorito l’ascesa al potere delle camicie verdi.
Non avevo bisogno di questa conferma per riconoscere il grado di assuefazione cui siamo pervenuti, con l’aggravante dell’inconsapevolezza.
L’Italia è un paese razzista? Sì.

SAREBBE BELLO

Indipendent e Times dedicano due pagine ciascuno al caso italiano delle ragazze invitate nelle vile del presidente  del Consiglio.
La stampa inglese parla, senza mezzi termini, di dimissioni del cavaliere di Arcore e indica Draghi come successore alla guida del governo.
Intanto le "ragazze della corte di Silvio" bisticciano tra loro: " Io c'ero a Olbia, io non c'ero, io forse c'ero, ho dormito là una volta sola...." Insomma......parlare di bordello forse è la parola più appropriata.
A rendere comico l'imperatore s'aggiunge l'ultima sua retromarcia:  " Non ho mai parlato di bocche chiuse...." il solito incompreso dai signori del complotto che travisano sempre il suo pensiero.

sabato 27 giugno 2009

CHIUDERE LE BOCCHE

Andiamo verso il delirio dell'imperatore. Ora l'intrattenitore erotico e l'utilizzatore finale di donne a Villa Certosa e a Villa Grazioli parla chiaro. Basta citare le sue parole: " Bisogna chiudere la bocca a quegli organismi anche internazionali che continuano a diffondere dati di calo del Pil anche di 5 punti, a tutti quei signori che parlano, che strillano di crisi...Agli imprenditori ho detto: minacciate di non dare più la pubblicità a quei media che sono anch'essi fattori di crisi, perchè la crisi a questo punto è psicologica. Stampa e TV non devono diffondere paura".
Dire irresponsabile è troppo poco. Aveva ragione Veronica Lario a domandarsi quale fosse l stato di salute di Berlusconi.
 

OFFERTA DI COLLABORAZIONE

In vaticano c'è davvero qualche disguido. Il papa ha voluto la messa in latino. Ora , finita l'enciclica, vuole che sia pubblicata in latino, nel rispetto della tradizione. Ma gli esperti vaticani vacillano.... e non riescono a tradurre il testo papale nell'antico idioma dei romani.
Senta, caro papa, me ne mandi una copia in buon italiano e tenterò di fargliene una bella traduzione latina. Siccome è lei, gliela farò gratis...... permettendomi eventualmente qualche piccolo cambiamento... facendo scorrere il suo testo da destra a sinistra. Credo che ne risulterebbe un testo composito con una inedita collaborazione

MA GUARDA UN PO'......

Ha dell'incredibile, ma è vero. Dopo mesi di complice silenzio del cardinale Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, l'illustre prelato fa una sortita vuota come una campana senza batacchio, generica, rivolta a chissà chi.... Che novità! Il cardinale dice (udite..udite!) che i politici devono essere coerenti, ma poi - tanto per dare un aiutino a Berlusconi - aggiunge che bisogna evitare "i clamori e i riflettori".
Non sarà mica un invito a insabbiare tutto, caro signor cardinale? Voi siete tanto espliciti e taglienti contro omosessuali, separati.....e siete tanto "prudenti" con i potenti, sporcaccioni o assassini che siano. Si lavi un po' la bocca, caro arcivescovo, e si faccia uno "sciacquo al Vangelo". Magari ritroverà qualche parola chiara e un po' di coraggio.
 

QUANDO IL PADRONE ORDINA....I SERVI OBBEDISCONO

 
24.06.09 - Crozza cancellato perchè sgradito al governo?
I dirigenti dell'emittente La7 hanno comunicato che il programma di Maurizio Crozza non ci sarà più nei prossimi palinsesti.
Naturalmente hanno respinto con sdegno la sola idea che possa trattarsi di un intervento censorio.
Vogliamo crederci anche perchè abbiamo sempre avuto una grande fiducia nelle potenzialità di questo gruppo.
Dobbiamo tuttavia ricordare che non pochi esponenti del governo e della destra avevano più volte inserito Maurizio Crozza e il suo programma tra quelli a loro sgraditi.
Sarà una casualità ma sarebbe stato meglio, assai meglio evitarla.
Naturalmente ci auguriamo che i milioni di cittadini che avevano scelto di seguire Maurizio Crozza e i suoi programmi potranno continuare quanto prima a rivederlo. Restiamo sempre in attesa, infine che venga revocata la scomunica inflitta a Daniele Luttazzi al quale non viene concesso più neppure un secondo.

Giuseppe Giulietti

(24 giugno 2009)

RICEVO E PUBBLICO

 
 arrow Articoli arrow Politica arrow Dieci quesiti sul premier "privato" 
Scritto da Nando dalla Chiesa   
25 June 2009
 

(l'Unità, 25 giugno 2009) - Gossip da Novella 2000 o affare di Stato? Credere al tg1 o alla stampa di tutto il mondo? In proposito avrei anch'io, come si usa, dieci interrogativi da proporre.

Primo interrogativo.
A quanto pare il premier trascorre parte ragguardevole del suo tempo coltivando un universo di giovani donne. Pensando a invitarle, a intrattenerle, a inseguirle per telefono, a disegnare e acquistare regali per loro, a raccomandarle. Avere un capo del governo che si dedica a queste incombenze invece di lavorare per il paese, e che anzi per loro diserta appuntamenti ufficiali in cui è già stato annunciato, è un fatto privato o un fatto pubblico?


Secondo interrogativo.
Il capo del governo ha trasformato una sede privata (palazzo Grazioli) nella nuova vera sede della presidenza del consiglio. Alla luce di quello che abbiamo saputo, su questa scelta ha senz'altro giocato un ruolo importante la possibilità di sbarazzarsi degli accertamenti troppo rigorosi di Palazzo Chigi sugli ospiti in entrata e in uscita. Il fatto che la sede del governo cambi per meglio consentire il viavai incontrollato di una folta corte pittoresca e border-line è un fatto privato o un fatto pubblico?


Terzo interrogativo. Le molte giovani donne che hanno rapporti di amicizia, di tenerezza e di complicità con il capo del governo vengono ricompensate e talora risarcite con incarichi di rilievo nella politica, con candidature a ogni livello, dalle europee alle circoscrizionali, con posti nella pubblica amministrazione o enti vari. Il fatto che si sia affermato questo criterio di scelta per reclutare la classe dirigente politica (nemmeno più per concedere delle parti televisive…) è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quarto interrogativo.
La normativa sulle intercettazioni telefoniche approvata dal Senato ha preso il via dalla pubblicazione di registrazioni che riguardavano le relazioni e i problemi del capo del governo con alcune giovani signore dello spettacolo, e dunque dalla preoccupazione del capo del governo di tutelare questa sua sfera di intimità. Vivere in un paese che per queste ragioni viene costretto ad abbassare la guardia contro la criminalità è un fatto privato o un fatto pubblico?


Quinto interrogativo.
Il capo del governo è visibilmente sotto ricatto. Chi ha fotografato, chi ha filmato, chi ha visto, chi ha sentito. Un numero sterminato di persone che deve essere zittito o acquietato (anche con posti e carriere). Ma può permettersi un paese di essere governato di chi è nella condizione di subire ricatti in serie e senza fine? Ed è questo è un fatto privato o un fatto pubblico?


Sesto interrogativo.
Da quel che ci è stato raccontato, donne sconosciute possono entrare nella dimora del presidente del consiglio, fare foto e registrare. C'è una questione di vulnerabilità del governo. Soprattutto chi evoca complotti ogni giorno non faticherà a comprendere che, una volta scoperta l'infallibile via d'ingresso, anche una potenza straniera ostile potrebbe avere accesso a informazioni privilegiate. E' questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Settimo interrogativo.
Imprenditori arricchiti in pochi anni sono in grado di stringere rapporti preferenziali con il capo di governo facendo "bella figura" con lui grazie alla raccolta e consegna a domicilio di donne giovani e piacenti a pagamento. Che ripercussioni ha sul sistema degli appalti, sulle cordate in affari, sulle concessioni, un rapporto preferenziale di questo tipo? Ed è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Ottavo interrogativo.
Una ragazza senz'arte né parte, invitata a cena dal capo del governo, reclama di essere pagata perché "non lo faccio mica per la gloria". In qualunque paese del mondo un invito a cena dal capo del governo vale compiacimento, orgoglio. Qui no, non più. Come se Cenerentola chiedesse di essere pagata dal Principe. Ma se il prestigio della carica cade tanto in basso, anche per effetto dei comportamenti del capo del governo medesimo, è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Nono interrogativo. I giornali di tutto il pianeta parlano di ciò di cui tacciono le nostre televisioni. Il governo dell'Italia è oggi lo zimbello del mondo occidentale. E' questo un fatto privato o un fatto pubblico?


Decimo e ultimo interrogativo.
Siccome la centralità politico-culturale dell'harem si è sviluppata di pari passo con lo svuotamento del parlamento e con l'imbavagliamento dell'informazione, si assiste di fatto a un surreale scivolamento istituzionale: dalla repubblica parlamentare verso il sultanato. E' questo un fatto privato o un fatto pubblico?


P.S. Le stesse ossessioni del capo del governo segnalano qualche sua difficoltà ad essere, come dicevano i latini, "compos sui" (Veronica: mio marito non sta bene). L'equilibrio psichico di un capo di governo è un fatto privato o un fatto pubblico?

 

venerdì 26 giugno 2009

IL PAPA RATZINGER SCRIVE A PAPI BERLUSCONI

Ho intercettato questo breve scritto confidenziale del papa a papi Berlusconi e ho la gioia di presentarlo in anteprima ai miei lettori e lettrici.  Leggetelo con devozione come distillato di libertà profetica.
 
Caro, caro fratello in Cristo
in questi giorni non t'ho più visto,
ma sappi che ti sono vicino:
con me sei sempre tanto carino.
 
Cattivi giornali vogliono spodestarti:
io ti scrivo, invece, per esortarti.
La tua famiglia si è allargata,
 dimostri un'accoglienza smisurata.
 
Corrono a te moltissime donne.
Del resto non si vive solo di madonne.
Da vero cristiano ami la vita comunitaria:
apri le tue ville a gente assai varia.
 
Vergini o meno, giovani e straniere
in carne ed ossa, proprio donne vere.
Del resto Gesù amava le meretrici,
era il grande amico delle peccatrici.
 
Generoso tu offri persino un tetto
e metti a disposizione anche un letto.
C'è chi va e chi viene dalle tue ville
rubandoti le poche ore tranquille.
 
Come sei carino ed accogliente.....
come ti apprezza la tua gente.
Ti raccomando a Maria Immacolata,
madre celeste da te tanto amata.
 
Difensore della famiglia e della cristianità,
sei uno specchio trasparente di castità.
Finchè sarai dell'Italia l'imperatore,
detterò legge da gran signore.
                                                        Papa Benedictus una cum indulgentia plenaria et cum remissione omnium peccatorum.
 

L'UOMO FRAGILE COME UOMO CAPACE

Se è vero, come credo, che viviamo in un società in cui si smarriscono continuamente i riferimenti più solidi, non si tratta di costruirne altri, finti, e per di più violenti. Si tratta invece di acquistare la consapevolezza del limite, che è anche un dono, anzi che può aprire al per-dono. L’uomo onnipotente abbrutisce nel risentimento, è incapace di perdonare e si pensa imperdonabile. Si diffonde con grande rapidità e potenza il mito della perfezione, il mito dell’autonomia fine a se stessa, un’autonomia che è incapacità di incontrare l’altro, di riconoscersi figli, “figli dell’uomo”: in aramaico “figlio dell’uomo” significa semplicemente “essere umano”. La nostra natura ci consegna gli uni agli altri fin dalle origini: grazie ad altri siamo nati, grazie ad altri possiamo tornare ad uscire da noi stessi, fuori dall’universo chiuso della colpevolizzazione  e della perfezione, del merito e della colpa. Che + perfetto non perdona e, soprattutto, non si perdona. Un senso di colpa di carattere individualistico, figlio del delirio di perfezione e del merito, è proprio di chi vuol farsi “figlio a se stesso” per non riconoscersi “figlio dell’uomo”, nel limite e nella riconoscenza, nell’obbligo e nella cura. Questo senso di colpa avvelena, impedisce di vedere il volto dell’altro, la relazione di fiducia.

 

Ivo Lizzola, in Animazione Sociale n. 12/2008

 

UN LIBRO PREZIOSO

AA.VV., Sostenere la domiciliarità. Assistere e curare a casa. Castelplanio 2009, p. 112, euro 11,50.

 

Il quaderno analizza il quadro normativo nazionale delle cure domiciliari: le scelte organizzative delle singole regioni, l’esperienza del sostegno alla domiciliarità attraverso lo strumento dei buoni servizio e degli assegni di cura, il ruolo delle Unità valutative. Un’ultima parte è dedicata alla regione Marche attraverso la verifica del funzionamento del sistema delle cure a domicilio, seguita da una doppia analisi del sistema dei servizi territoriali per la disabilità e per malati non autosufficienti. Il quaderno intende richiamare l’attenzione sul sostegno alla domiciliarità, indicando quali sono i diritti delle persone ed i doveri delle istituzioni insieme alle scelte organizzative che possono aiutare le famiglie che intendono assistere un proprio congiunto a domicilio. E’ necessario quindi che all’enfasi nei confronti della domiciliarità si accompagnino le conseguenti scelte in termini di finanziamento e di organizzazione. Le ricorrenti analisi che segnalano una maggiore diffusione delle cure a domicilio non devono trarre in inganno: una cosa sono le prestazioni erogate, altro è la presenza di un effettivo servizio di cure a domicilio. All’aumento delle prestazioni non equivale, infatti, automaticamente la presenza di un reale sistema di cure domiciliari che garantisce la presa in carico. Troppo spesso, purtroppo, le famiglie che scelgono la strada dell’accoglienza a casa di malati gravi si sentono tradite e abbandonate dai servizi sociosanitari territoriali. Il quaderno - a dieci anni dalla pubblicazione di “Curare e prendersi cura: la priorità delle cure domiciliari” (1999) - intende portare nuovamente l’attenzione sulle cure a domicilio affinché siano più compiutamente sviluppate.

 

Per ordinare direttamente il volume versamento su ccp n. 10878601 intestato a: Gruppo Solidarietà, Via Calcinaro 15, 60031 Castelplanio (AN).

 

 

giovedì 25 giugno 2009

DA "LA ROMANZA D'ESTELLA"

"O fanciulle lusinghiere
 che ascoltate il trovator
 non amate un cavaliere
 fosse pur commendator".
                                                    Olindo Guerrini e Corrado Ricci

BASTEREBBE UN PO' DI DECENZA

Famiglia Cristiana ha dato voce ai lettori e alle lettrici che hanno espresso con coraggio e dignità , in una valanga di lettere, il loro disgusto,  soprattutto la loro sollecitazione alla chiesa ufficiale affinchè parli in un contesto in cui è stato superato ogni limite di decenza. Si noti che Famiglia Cristiana è una testata assolutamente fedele alla gerarchia. Però c'è di tanto in tanto in questo settimanale un piglio di intelligenza, di coerenza e di dignità.
La gerarchia cattolica per ora tace perchè Berlusconi rappresenta l'alleato che in assoluto ha garantito più privilegi, più potere e più denaro alla istituzione cattolica ufficiale. Vito Mancuso, in un lucido scritto comparso oggi su Repubblica, fa appello ad una chiesa profetica che saprebbe sciogliere l'abbraccio con il potere. Io non mi attendo che dai sacri palazzi sgorghi una chiesa profetica ( non tentiamo Dio chiedendoGli miracoli) . Mi basterebbe una chiesa " decente", che abbia un pò di decenza. Ma questa sconcia cupola vaticana, oggi come nei secoli passati, è alleata di sporcaccioni, di assassini, di commercianti di carne umana, di fabbricatori di armi, di mercanti del tempio, di apostoli del capitalismo, di corrotti di ogni genere,di mafiosi....purchè le garantiscano privilegi , denaro, potere.
Se le garantiscono potere denaro e privilegi,va tutto bene e si può tacere consolidando le sporche amicizie. Il Vangelo è altrove.

IL DIO AMICO DELLA VITA

Commento alla lettura biblica - domenica 28 giugno 2009

21 Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. 22 Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi 23 e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». 24 Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
25 Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia 26 e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, 27 udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: 28 «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». 29 E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
30 Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». 31 I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?». 32 Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33 E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34 Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male».
35 Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36 Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!». 37 E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38 Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. 39 Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40 Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. 41 Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!». 42 Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43 Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. (Mc 5, 21-43)

Qualche volta succede anche a me che il desiderio e la fretta di ricavare un "messaggio" da un testo biblico mi impediscano di leggerlo e di godermi la bellezza artistica di una pagina. Ora questo brano è riportato anche in Matteo e Luca, ma il confronto gioca a favore di Marco. Si tratta di un racconto letterariamente affascinante in un greco che nulla concede alla retorica, ma risulta pieno di particolari e di osservazioni che solo un grande narratore ha potuto regalarci. Già l'intreccio dei due episodi, come un incastro perfettamente riuscito, conferisce al racconto un movimento di attesa, di meraviglia... Con una insuperabile regia il tutto viene tenuto insieme tanto da costituire un quadro unitario popolato di personaggi vivi e diversi. Mi raccomando: quando leggiamo una pagina biblica non dimentichiamo di goderci l'arte, il genio narrativo, la bellezza coinvolgente di uno scritto. Spesso la Bibbia ci regala dei capolavori e solo l'abitudine a certa predicazione scialba e incolore ci privano del gusto di una lettura che tocca il cuore.  Dietro questa penna si intravede un cuore innamorato di Gesù e del suo messaggio.

Alle spalle

Basta un minimo di conoscenza del mondo reale in cui molte persone, specialmente se donne, erano costrette a una "vita negata", ad una non vita, per capire quanta realtà quotidiana sia condensata in questa pagina: "Quei poveri che circondavano Gesù erano in buona parte donne, prive dell'appoggio di un uomo, esse erano indubbiamente le persone più vulnerabili. D'altra parte, in quella società patriarcale essere donna significava essere destinata a vivere in stato di inferiorità e soggezione agli uomini" (Antonio Pagola, pag. 236). Sole o sottomesse, le donne di quel tempo spesso soffrivano le malattie che sono il prodotto dell'emarginazione. Gesù riserva loro un'attenzione affettuosa e uno sguardo diverso e le donne se ne accorgono. Le rende "visibili" ed esse, nell'avvicinarsi a lui, avvertono come un invito ad alzare la voce, la testa, a prendere coraggio, a sentirsi persone, "soggetti" e non oggetti.

Il genio dell'incontro liberatore

Gesù, di fronte alle due donne di questo brano, si accorge del loro desiderio di vita, del "sangue vitale" che se ne va perchè questa donna non ha incontrato nessuno che l'abbia accolta, valorizzata, amata. La vita se ne va, la gioia di vivere si spegne come in una emorragia inarrestabile se non realizziamo il "tocco tenero" e personalizzante dell'essere valorizzati e amati. La vita "dorme", cioè non viene alla luce, non ci "invita" alla felicità, se nessuno ci ha fatto sentire una voce calda ed una mano tenera e rassicurante per farci uscire dalla prigione di un io insicuro o schiavo dell'angoscia o dei sensi di colpa o di una esistenza quotidiana spersonalizzante. Il Gesù storico, pieno dell'amore di Dio, aveva una direzione precisa nel suo agire: mettere a frutto, con i più desolati della sua terra, il potenziale di amore che percepiva di avere ricevuto da Dio. Certamente chi incontrò in profondità Gesù, al di là della concezione miracolistica che certe letture ingenue potrebbero lasciarci, incontrò un uomo che trasmetteva felicità, benessere, liberazione dall'angoscia, salute, coraggio. Gesù si prendeva cura degli ultimi come profeta del regno di Dio. L'emorroissa aveva (eccome!) tentato qualche terapia, anzi molte. Ma tutti avevano pensato solo alla sua malattia. Gesù, invece, si interessa alla sua persona. Come nel frastuono funerario attorno alla dodicenne tutti davano già per spacciata la ragazza, Gesù pensa e agisce per "risvegliare", fa sentire il calore della mano e la forza della voce.

Quanta gente attende

Molta vita, molte energie si ridesterebbero se noi avessimo la fede di Gesù. Dico questo non per metterci nei panni e nell'illusione degli operatori di miracoli, ma per accrescere la nostra fiducia nella forza dell'amore. Dio ha deposto in ciascuno di noi tante possibilità, tante energie di amore; se non le spegnamo nella mediocrità e nell'indifferenza, possiamo anche noi, nelle relazioni quotidiane, essere umili testimoni di pace e di benessere. Spesso tante persone si sono avvicinate alla comunità cristiana per "toccare Gesù", con la speranza di un messaggio di vita e di fiducia. Invece hanno trovato dei distributori di regole, degli addetti al culto, dei ripetitori di un disco noto e astratto. Sono grato a Dio, immensamente grato, per il fatto che nella mia vita ho potuto incontrare e "toccare" alcuni testimoni del vangelo che non erano dei semplici funzionari di una istituzione ecclesiastica. Mi hanno a volte guarito dalla paura di scommettere e mi hanno testimoniato che la gioia del vangelo esiste davvero e può entrare nei nostri cuori.

C'è un però

Noi, come Gesù, per convertirci e scoprire i talenti che Dio ha messo in noi, abbiamo bisogno di vivere dentro la realtà a partire dagli ultimi. Se ci ritiriamo in un cristianesimo evanescente, spiritualista, nostalgico, ridotto alla salvezza dell'anima, difficilmente potremo raccogliere la lezione che ci viene da questa pagina. Gesù sapeva bene che già allora esisteva una religione delle regole e una religione delle persone. Egli fece la sua scelta. Per lui, grande adoratore di Dio, era inutile, vano, contraddittorio e impossibile parlare del "regno di Dio" senza partire dal bisogno di liberazione delle persone più emarginate, dall'invito all'"alzarsi", all'impegno di cambiare ciò che distrugge la giustizia e rende impossibile la felicità. E' nell'incontro con queste donne e con altre persone sofferenti che Gesù scopre i dono che Dio gli ha fatto. L'ascolto, l'attenzione  e il "contatto" onesto e concreto con le persone prima di tutto guarisce noi stessi e poi ci mette sulla strada della conversione, della solidarietà. Se non giriamo la faccia dall'altra parte, se non evitiamo l'incontro difficile forse ci incamminiamo sulla strada di Gesù.

mercoledì 24 giugno 2009

VIGLIACCHERIA DEI SINDACI

I SINDACI DEI COMUNI DELLA DIOCESI DI CASERTA TACCIONO!

di Sergio Tanzarella

 

Un appello per conferire al vescovo Raffaele Nogaro la cittadinanza emerita di Caserta. Per coloro che stanno vicino Caserta o in Campania appuntamento da non mancare è per il giorno 30 giugno alle ore 18 presso l'Università in via Vivaldi a Caserta (dietro la stazione) dove in nome della nostra sovranità di cittadini daranno la cittadinanza emerita al Vescovo Nogaro.

 

Come è a tutti noto il padre Raffaele Nogaro il 31 dicembre 2008 ha presentato le proprie dimissioni da Vescovo della diocesi di Caserta e il 25 aprile 2009 è stato reso ufficiale il nome del suo successore. Da allora si sono susseguite numerose manifestazioni pubbliche per rendere onore al padre Nogaro che ha dato onore ai poveri mettendoli al primo posto del proprio episcopato, ha difeso l’ambiente e il territorio e ha dato significato alla “civitas casertana”. Tra queste affollatissime manifestazioni vi sono state quella dell’Azione Cattolica, quella delle ACLI con la presenza del presidente nazionale e di due ex presidenti nazionali, e ben due incontri presso la parrocchia Santissimo Nome di Maria con la presenza del vicerettore dell’Università Gregoriana e la partecipazione complessiva di più di 500 persone. E infine il riconoscimento pubblico dato al vescovo durante il Meeting dei Giovani di fine maggio da parte di AGESCI, Movimento dei Focolari, Pastorale Giovanile, e Azione Cattolica. Manifestazioni tutte che erano la testimonianza di un comune sentire e non certo manifestazioni retoriche o di circostanza.
E’ certo molto grave la totale mancanza di iniziative delle Amministrazioni Comunali di Caserta, Capodrise, Casagiove, Castel Morrone, Limatola, Maddaloni, Recale, San Marco Evangelista, San Nicola la Strada, che ad oggi a 18 giorni dal 4 luglio ultimo giorno – dopo quasi vent’anni di episcopato – della presenza ufficiale di Nogaro in diocesi non hanno inteso offrire un cenno pubblico di riconoscenza al padre Nogaro.
Eppure l’episcopato di Nogaro è stato tutto teso alla difesa della vita, della salute, del lavoro, del territorio e delle sue risorse locali e della dignità di tutti gli esseri umani residenti nella diocesi. L’impegno episcopale del padre Nogaro ha tradotto l’annuncio del Vangelo in una testimonianza disinteressata e coraggiosa. Quanti sono stati in questi anni gli operai delle fabbriche minacciate di chiusura che hanno trovato sempre aperte le porte dell’episcopio? E quanti i cittadini malati o vittime di soprusi e ingiustizie che hanno trovato nel vescovo un baluardo insormontabile nei confronti dell’arroganza o dell’indifferenza del potere politico? E quanti migranti sono stati accolti fornendo loro tutela, presentazioni, garanzie? E quanti nuclei familiari si sono potuti ricongiungere grazie all’azione di mediazione con uffici italiani e stranieri! E tutti sono stati accolti senza che venisse chiesta loro nessuna notizia circa la religione professata o l’essere credenti o non credenti.
Dunque, a poco più di due settimane dalla conclusione del mandato gli Amministratori tacciono inoperosi. Mentre ci si sarebbe attesi una sorta di gara tra i sindaci a realizzare manifestazioni e celebrazioni si osserva un silenzio totale e indicativo dei propri giudizi nei confronti del vescovo e del suo operato.
Questa scelta è ancora più grave per l’Amministrazione comunale di Caserta città capoluogo e centro della diocesi! Certamente una manifestazione pubblica di lode e riconoscenza sarebbe dovuta passare prima attraverso un riconoscimento di colpa da parte del Sindaco e della sua Giunta per aver favorito e permesso l’apertura della omicida discarica dello Uttaro e nell’esprimere riconoscenza proprio al vescovo lasciato solo a difendere la città facendosi rinchiudere più volte, all’età di 73 anni, sotto il sole nella discarica mortale. E questo è certo uno degli atti più alti del magistero del padre Nogaro: l’impegno totale per la difesa della vita, attraverso la difesa dell’ambiente e della legalità sostituendosi alle istituzioni latitanti o complici di coloro che attentano alla salute dei cittadini. Un impegno riaffermato più volte anche contro cave e cementifici protetti dalle scelte dissennate di rinnovo delle autorizzazioni, contratti di coltivazione e di attività da parte dei sindaci di Maddaloni.
Questi fatti spiegano il silenzio di sindaci e amministratori ma dimostrano anche l’abissale distanza che questi ormai hanno dai cittadini che vorrebbero rappresentare. Infatti, la quasi totalità dei cittadini, senza alcuna distinzione, avverte nei confronti del vescovo Nogaro un inestinguibile debito di riconoscenza e gratitudine che non saranno certo i sindaci della diocesi di Caserta in grado mai di cancellare. Ne sono prova le tante richieste che in queste ore le Amministrazioni comunali stanno ricevendo ma esse chiedono che qualsiasi celebrazione riconosca prima queste gravi colpe, per non suonare come retorica e vuota, opera di continuata mistificazione e incensamento proprio nei confronti di un vescovo che l’incenso lo ha lasciato in sacrestia.
 

Sergio Tanzarella

 

DEMOCRAZIA IN PERICOLO

 

NOTIZIE INQUIETANTI....... DA LEGGERE ED INOLTRARE

Trento 09/06/2009

Un noto religioso, padre Giorgio Butterini (del convento dei cappuccini di Trento) ha diffuso una E-mail nella quale critica il governo Berlusconi perché - scrive testualmente - "si sta dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l'informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l'unica fonte informativa non censurata".

Il frate ha titolato la sua innovativa forma di comunicazione elettronica Perche' lo Spirito vi tenga svegli, e nel testo ricorda - tra l'altro - che "l'attacco finale alla democrazia è iniziato. Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo". Padre Butterini - sentito dall'Agi - ha confermato il contenuto della E-mail, laddove scrive che, "secondo il pacchetto sicurezza approvato in Senato, se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire ad una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo". Il religioso aggiunge che "il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione dell’attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da 50.000 a 250.000 Euro per i provider ed il carcere per i blogger da 1 a 5 anni, per l'istigazione a delinquere e apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali".

L'interrogativo che padre Butterini pone è quindi questo: "Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la casta con questa legge?. Il cappuccino di Trento conclude cosi: "Obama ha vinto le elezioni grazie ad Internet. Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l'Italia come la Cina e la Birmania. Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico.

Fate girare questa notizia il più possibile. È ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani: è in gioco davvero la democrazia!!!.

SESSO ORGIASTICO COCAINA

Quando nelle ville dai vari nomi entrano le "polverine", in genere i signori non la usano per dar sapore agli alimenti. Queste "merci" girano molto e devono saperne anche in una clinica di Bra, molto attrezzata anche per accogliere le conseguenze e le emergenze da "polverine". Giuseppe d'Avanzo dovrebbe fare una ricerca in proposito

martedì 23 giugno 2009

DALL'UNITA' : ESCORT

" Non so che significhi esattamente la parola escort, ma leggo nel vocabolario latino sotto la voce scortum:
1) pelle, cuoio
2) meretrice, sgualdrina
Nell'Asinaria di Plauto (v.867) si legge: "Is apud scortum corruptelae est liberis,lustris studet", cioè, all'incirca, " lui frequentando le puttane corrompe con l'esempio i suoi figli, e gl'interessa solo il bordello".
Verrebbe da dire mestamente: nihil sub sole novi!
                                                                        Joannes Carolus Rossi

DISASTRI E BANALITA’

ORGE E COCAINA

• Ciò che succede a Teheran lascerà un segno. Ormai è il segnale della svolta, per quanto la sanguinaria repressione del regime voglia far credere che ora tutto è in pace.

• La disoccupazione è in aumento e il governo canta e conta presunti successi. L'Aquila è la dimostrazione dell'incapacità ad affrontare i problemi. Del resto tra Villa Certosa e Villa Grazioli…evidentemente c'è qualche distrazione…

• Il papa anche lui divaga… Tra i mille problemi veri, promulga un retorico e clericale documento sull'anno sacerdotale e poi, tanto per incoraggiare un po' la superstizione, va sulla tomba di Padre Pio.

• Ma guarda un po' quanta attenzione al fenomeno migratorio… Perché? A Villa Certosa Berlusconi ospitava molte donne slave. Le televisioni sono improvvisamente diventate pudiche: non si parla di queste feste molto ben documentate e fotografate. Il Palazzo ordina il silenzio. È aria di regime. Conosco bene il legame tra cocaina e orge: anche questo non manca mai nei regimi.

DUE APPUNTAMENTI

MONCALIERI:
martedì 30 giugno alle ore 21.00 ci incontriamo per alcune riflessioni sul libro di Antonio Pagola " Gesù. Un approccio storico" ( Borla editore, pagg. 600, Euro 48).
Per informazioni  Pina 011/641087.
 
TORINO:
giovedì 2 luglio ci troviamo come "Gruppo comunità nascente" per celebrare l'eucarestia nel contesto della lettura del vangelo di Marco.
L'appuntamento in Via Pio V 17/E alle ore 20,15  Per infornazioni :Vilma 349/6014039
 

CAPITA ANCHE QUESTO

 

Così muore la carità Cristiana

di Rosario Amico Roxas

Accade a Ragusa presso la Chiesa dei Gesuiti, per mano del parroco Francesco Lupo (prete più per mestiere che per vocazione !).

La scorsa domenica era giorno di Prima Comunione; uno dei bambini aveva invitato i suoi amichetti, figli di extracomunitari e come tali "abbronzati", così li avrebbe catalogati il presidente del consiglio.

Il parroco li caccia fuori dalla Chiesa perché li scambia per questuanti, stante il colore della pelle e il loro abbigliamento inadatto alla circostanza, ma che pure rappresentava il meglio in loro possesso. Francesco Lupo, parroco, li caccia fuori non dalla sua casa ma dalla Casa di Cristo, dove lui, parroco, è chiamato a servire non a comandare.

I bambini escono mortificati dalla Chiesa, non capiscono - erano stati invitati !

I genitori del comunicando spiegano, chiariscono. Così il parroco ritiene di scusarsi pubblicamente, aggravando la sua già precaria condizione, dice che aveva scambiato quei bambini per accattoni, perché nelle ore della funzione  "è un via vai di questuanti  per l'elemosina". Dimentica il parroco che nella Casa di Cristo non esiste il concetto di elemosina, ma si eleva quello della Carità Cristiana, che coniuga insieme la solidarietà, la fratellanza, l'Amore, tutti valori che il parroco (prete per mestiere e non certo per vocazione !) ha dimostrato di non possedere.

Non so proprio come è andata a finire, ma è certa la mortificazione inflitta a quei bambini, portatori di una pelle scura e non adeguatamente abbigliati, da un sacerdote che dovrebbe insegnare e testimoniare la solidarietà e non la discriminazione, la Carità Cristiana che supera l'elemosina.

Di fronte a queste false testimonianze che mortificano lo spirito del cristianesimo, mi onoro dichiararmi con umiltà ma con rigore:

 

Rosario Amico Roxas 


Martedì 16 Giugno,2009

APPELLO SIGNIFICATIVO

> ADESIONI A: marcella.ravenna@unife.it
>
> APPELLO alle FIRST LADIES dei PAESI PRESENTI al PROSSIMO G8 dell'AQUILA
>
> NON VENITE all'APPUNTAMENTO ITALIANO
>
> Siamo profondamente indignate, come donne impegnate nel mondo dell'università
> e della cultura, per il modo in cui il presidente del Consiglio italiano,
> Silvio Berlusconi, tratta le donne sulla scena pubblica e privata.
>
> Non ci riferiamo solo alle vicende relazionali del premier, che
> trascendono la sfera personale e assumono un significato pubblico, ma
> soprattutto alle modalità di reclutamento del personale politico e ai
> comportamenti e discorsi sessisti che delegittimano con perversa e ilare
> sistematicità la presenza femminile sulla scena sociale e istituzionale.
> Questi comportamenti, gravi sul piano morale, civile, culturale, minano la
> dignità delle donne e incidono negativamente sui percorsi di autonomia e
> affermazione femminili.
>
> Il controllo che Berlusconi esercita sulla grande maggioranza dei media
> italiani, in spregio a ogni regola democratica, limita pesantemente le
> possibilità di esprimere dissenso e critica. Risulta difficile, quindi,
> far emergere l'insofferenza di tante donne che non si riconoscono nell'immagine
> femminile trasmessa dal premier e da chi gli sta intorno.
>
> Come cittadine italiane, europee e del mondo, rivolgiamo un appello alle
> first ladies dei paesi coinvolti nel prossimo G 8 dell'Aquila perché
> disertino l'appuntamento italiano, per affermare con forza che la
> delegittimazione della donna in un paese offende e colpisce le donne di
> tutti i paesi.
>
>
> Chiara Volpato (Professore Ordinario – Università di Milano-Bicocca)
>
> Angelica Mucchi Faina (Professore Ordinario – Università di Perugia)
>
> Anne Maass (Professore Ordinario – Università di Padova)
>
> Marcella Ravenna (Professore Ordinario – Università di Ferrara)
>
>
>
> ADESIONI a: marcella.ravenna@unife.it
>
>
>
>
>

lunedì 22 giugno 2009

GHEDINI E LA SUA CULTURA

" Qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, ancorchè fossero vere le indicazioni di questa ragazza, il premier sarebbe l'utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile".( Niccolò Ghedini, deputato Pdl e avvocato di Berlusconi, a proposito delle dichiarazioni di Patrizia D'Addario, 17 giugno).

RICEVO DA DON FEDERICO E PUBBLICO VOLENTIERI

 
LA CHIESA CATTOLICA IN CAMERUN 

 

Sono appena tornato da un viaggio in Camerun. Della visita del papa non rimane che la sua foto assieme al presidente Paul Biya appesa sulla vetrina di qualche edicola della capitale. Due capi di stato a confronto, sbiaditi dalla forte umidità. Mentre passeggio noto ancora la loro immagine stampata sulle stoffe che le donne africane usano per creare i coloratissimi vestiti tradizionali. Mi presento come italiano e subito un tale, cattolico osservante, mi chiede un poster di Benedetto XVI, da appendere nell'ufficio della sua fanta-associazione. Mi accorgo infatti che si tratta di un bugiardo, un ciarlatano che prova ad intenerire il cuore degli occidentali per ricevere fondi per la sua associazione che non c'è. Lo evito ma non gli nego il poster desiderato.

Ho un amico in Camerun, si chiama Etienne ed è parroco di Ombessa, una cittadina di qualche migliaio di abitanti. É stato il primo camerunense ad aiutarmi gratuitamente, quando nel 2003 un imprevisto mi aveva obbligato a chiedere aiuto. Mi ospitò nella sua canonica assieme ad un gruppo di giovani padovani. Da allora ci manteniamo in contatto.

Gli spiego la situazione in Italia, parrocchia del papa, le difficoltà che incontrano i movimenti di riforma e chiedo a lui di raccontarmi la situazione dei preti in Camerun. Mi risponde senza mezzi termini: «Credevo che in Italia, "Paese sviluppato", ci fosse più democrazia all'interno della Chiesa cattolica! Qui i vescovi non possono alzare la voce su alcune questioni come il celibato obbligatorio dei preti altrimenti perderebbero i finanziamenti che arrivano dal Nord del mondo. Comunque la maggior parte dei vescovi, e non solo dei preti, ha moglie e figli, ma non lo dichiara pubblicamente. E spesso sono i preti più bravi a lasciare il ministero!»

Parla in generale, fatica a condividere con me la sua situazione personale. Ma riesco ad intravvedere qualcosa, oltre le parole. É dispiaciuto per l'improvviso spostamento di una giovane suora con la quale collabora. Sono una squadra, li vedo, li sento. Sono belli e mi fanno tenerezza. Lei lo chiama "padre" e lui "sorella", anche in privato?

Organizza un incontro con gli adolescenti della parrocchia. Francesco, un mio compagno di viaggio, rivolge loro la classica domanda: "Qual è il vostro sogno?" Su 20 partecipanti 5 ragazzi vogliono diventare preti e una ragazzina suora. Incredibile! Le vocazioni non sembrano essere in crisi, lì dove l'ordinazione sacerdotale ti garantisce una bella casa con la televisione, un automobile seminuova e una cuoca discreta. Proprio in questi giorni un altro mio compagno di ordinazione ha comunicato al vescovo Mattiazzo di lasciare il ministero ufficiale. Non crede nell'obbedienza al vescovo, nel celibato obbligatorio, nella presunzione dell'istituzione cattolica. Dunque tra non molto avremo in Italia un clero composto quasi interamente da giovanotti africani e indiani. Giocheranno a fare i preti in cambio di uno stipendio in grado di mantenere tutta la loro famiglia d'origine. E li chiamiamo sottosviluppati?!

don Federico Bollettin

CAMBIARE SI PUO'

Il risultato delle elezioni provinciali di Torino ci lascia capire che il centro-destra può essere messo in crisi e può essere avviato un percorso politico diverso. Se si confermasse la tendenza ora presente anche nella provincia di Alessandria, davvero saremmo in presenza di un cambiamento di rotta  promettente.
Auguri vivissimi a Paolo  Alemanno del centro-sinistra confermato sindaco di Saluzzo. E ora aspettiamo i risultati della provincia di Milano.

domenica 21 giugno 2009

IL PAPA E PAPI

Caro papa Ratzinger,
che ne dici del tuo carissimo amico "papi", delle liturgie erotiche di villa Certosa e di palazzo Grazioli? Non è lui , il papi, che fino a ieri tu hai salutato, abbracciato e benedetto come il "defensor fidei" ( difensore della fede), della sacralità della vita e della famiglia? Non è lui, il papi di tante donzelle, che ha sempre garantito e garantisce ancora i privilegi della istituzione di cui tu sei l'ayatollah sovrano e infallibile?
E se, per caso, dietro a tale zelo, si venisse a scoprire che non c'è altro che viagra e cocaina? Io che da 30 anni vivo a contatto con soggetti tossico-dipendenti, mi offro gratuitamente per una consulenza sulle tue amicizie.
Caro papa Ratzinger, torna a casa: potrai più facilmente scordare e rompere queste cattive frequentazioni. Intanto in Germania è stata varata una legge seria e liberatrice sul testamento biologico con il parere favorevole della chiesa cattolica e delle chiese protestanti. Ti auguro lunga vita e forse un giorno potrai avvalertene, fuori dalle malsane influenze vaticane. 

GUAI A CHI VIVE SENZA PASSIONE

                                   La candela accesa

 

Davanti al Crocifisso di una chiesa

una candela accesa

Si strugge per l’amore e per la fede.

Dà tutta la luce,

tutto quanto il calore che possiede

senza badare se il fuoco

la logora e la riduce a poco a poco.

Chi non arde non vive.

Com’è bella la fiamma

d’un amore che consuma

purchè la fede resti sempre quella!

Io guardo e penso.

Trema la fiammella,

la cera cola e lo stoppino fuma…..”

                                                                             Trilussa