martedì 30 giugno 2009
DUE GIUDICI DA ESPELLERE
IL MERCATO DELLE RELIQUIE
PIANGERE E RIDERE
El Pais scrive:
« L’ombra della coca vola su Berlusconi »
Sfida da Madrid-------Il quotidiano spagnolo non fa sconti. Dopo aver pubblicato le foto di Antonello Zappadu a
Marmotti
Non
Umiliatelo dicendogli
Che siamo
Pagate
Lui crede
Che facciamo
Volontariato
Per gli anziani!
PERCHE' IL CERVELLO NON ARRUGGINISCA
Letture per l’estate
Categorie di impegno
JOSE’ ANTONIO PAGOLA
“Gesù. Un approccio storico”, Borla, Roma 2009, pag. 600, Euro 48
JOSE’ MARIA VIGIL
“Teologia del pluralismo religioso”, Borla, Roma 2008, pag. 512, Euro 40
LORENZO SALAS
“Una fede incredibile nel secolo XXI”, Massari editore, Bolsena 2008, pag. 224, Euro 12
CARLO PAPINI
“Da vescovo di Roma a sovrano del mondo”, Claudiana, Torino 2009, pag. 400 Euro 39
ROBERTA DE MONTICELLI
“La novità di ognuno”, Garzanti, Milano 2009, pag. 400, Euro 18,60
SABINO CHIALA’
(a cura di), “I detti islamici di Gesù”, Mondadori, Milano 2009, pag. 460, Euro 40
GENOVA PRIDE
Ho letto che è stata una festa partecipata e costruttiva. Ora, come ogni giorno, dobbiamo proseguire la lotta per i diritti di tutti/e.
Una constatazione è emersa chiaramente a Genova: non è la fede, non è la chiesa come popolo ad opporsi agli omosessuali. E’ solo la gerarchia cattolica. Questo è liberatorio.
lunedì 29 giugno 2009
OSCURAMENTO INTERNET
L'attacco finale alla democrazia è iniziato! Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo.
Ieri, 28 giugno 2009, nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l'obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senza tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC), è stato introdotto l'articolo 50-bis,
"Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet".
Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l'articolo è diventato il nr. 60. Anche se il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta" che non vuole scollarsi dal potere.
In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo.
Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero. Il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger,ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L'attività di
filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, e tutta l'informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l'unica fonte informativa non censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che vede un'impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d'interessi.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e
multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un
testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.
Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet?
Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l'Italia come la Cina e la Birmania.
Fate girare questa notizia il più possibile.
E' ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani.
E' in gioco davvero la democrazia!!
UN SOGN SVANITO
BERLUSCONI NETANYAHU
Che sotto i due siano d’accordo non è una grande scoperta. Resta il fatto che gli insediamenti ebraici in terra palestinese continuano e non si intravede nessun cambiamento di rotta, nonostante il forte richiamo di Obama. Su questo terreno il discorso deve essere chiaro. Non basterà bloccare i nuovi insediamenti. Bisogna cedere ai palestinesi o distruggere quelli esistenti, ritornando alle posizioni del 1967.
SOLO IN ITALIA
domenica 28 giugno 2009
Ricevo e diffondo
Claudio Giambelli
4 LUGLIO: GIORNATA DELL'INDIPENDENZA DI VICENZA
|
LEGGERE RIFLETTERE
L’Italia è un paese razzista?
dal“Venerdì” di “Repubblica”. del 26 giugno 2009
Risposta: sì.
Parte il coro di proteste: ma va là, sono generalizzazioni inaccettabili! I veri razzisti siete voi, privilegiati e snob, che ce l’avete con il popolo. Neanche ve lo immaginate cosa significhi vivere nel casermone di periferia con certi brutti ceffi, e magari il campo rom lì accanto alla fermata dell’autobus.
Se poi allo stadio parte il coro “non ci sono negri italiani”, subito arriva il commissario tecnico della Nazionale pronto a spiegare: suvvia, trattasi di quattro imbecilli, non confondiamo il razzismo con l’ignoranza che c’è sempre stata e sempre ci sarà.
La collezione dei “singoli” episodi, detti anche “casi isolati”, in cui una persona viene insultata, aggredita, discriminata per via della sua appartenenza etnico-religiosa o anche solo per il colore della sua pelle è ormai normalità quotidiana che difficilmente fa notizia. Quando è proprio inevitabile darne conto sui giornali, l’increscioso fatto di cronaca viene ascritto alla voce “esasperazione”: se la gente diventa razzista è perché non ce la fa più a sopportare. Reagisce all’ipocrisia di chi vorrebbe nascondere l’evidenza, cioè la propensione maggiore degli stranieri a commettere reati. Un sociologo come Luca Ricolfi scrive editoriali sul tasso di “pericolosità” degli immigrati confrontato con quello della popolazione italiana. Ma non è razzista, sia ben chiaro. Al contrario, è coraggioso perché sfida la censura del “Politically correct”.
Poi ci sono i pignoli. Ti spiegano che non bisogna parlare di razzismo ma semmai di xenofobia, cioè di ostilità allo straniero. Grazie della precisazione davvero essenziale. Ci mettiamo l’animo in pace perché il razzismo italiano contemporaneo non incorpora più –se non in settori marginali- le teorie del razzismo biologico otto-novecentesco secondo cui esisterebbero popoli superiori e popoli inferiori. Per intenderci, ora non si dice più che i negri sono selvaggi, gli ebrei subdoli e gli ariani invece nobili. Ci si mette a posto la coscienza precisando: apparteniamo tutti alla medesima razza umana; ma è meglio che quelli lì, anche per il loro bene, se ne stiano (tornino) a casa loro.
Vanno per la maggiore in tv e sui giornali i propagandisti della differenza. Amanti del parlare chiaro, loro sì vicini al popolo che incontrano al mercato e sulla metropolitana (mentre si sa che gli antirazzisti mandano il filippino a fare la spesa e viaggiano su limousines con l’autista). Se i romeni stuprano noi lo scriviamo, va bene? Se gli zingari rubano perché dovremmo nasconderlo? E se i musulmani ci odiano perché far finta di non vedere?
Così si alimenta e si legittima il circuito del nuovo razzismo italiano. Licenza di gridare il risentimento generalizzato contro intere comunità. Comprensione per chi trasferisce in gesti individuali o azioni organizzate tale ostilità. Lodi ai politici che promettono riforme in senso discriminatorio del diritto.
A questo punto viene il bello. Perché di fronte alle denunce e alle proteste di coloro che vengono irrisi come “buonisti” (anche la bontà in questo paese è diventata una parolaccia) si leva l’accusa: ma come, non vi rendete conto che parlando a sproposito di razzismo voi non fate altro che favorirne la diffusione? Placatevi. Minimizzate come noi. Lasciate perdere le sparate “paradossali” di sindaci, ministri, deputati europei –sotto elezioni anche del presidente del Consiglio schierato, udite, udite, contro la società multietnica- e pazienza se sono un po’ troppo “colorite”. Non cadete nella trappola, lasciate che i capipopolo diano voce alla “pancia” del popolo.
Perché? Perché altrimenti sarete voi (saremo noi) a far crescere il razzismo in questo paese che prima ne era immune. Un po’ come dire che se gli ebrei non si fossero allargati troppo, in Germania, quell’Hitler lì mica ce l’avrebbe fatta…
Il prossimo 6 luglio deporrò come parte lesa di fronte all’ottava sezione del Tribunale di Milano, dove è stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata da istigazione all’odio razziale un redattore di “Radio Padania Libera”. Un tale che minacciava me, “nasone”, di “venirmi a prendere in sinagoga per il collo, e non in senso figurato” perché colpevole di avere paragonato gli ebrei a “quella banda di ladri dei rom”.
Ebbene, sul “Foglio” mi hanno accusato di vigliaccheria perché dall’alto del mio potere ho querelato un povero megafono di malumori popolari. Già, perché io sarei il privilegiato, l’ammanicato, l’amico dei banchieri (mica male come replica del più classico stereotipo antisemita); e con il mio comportamento arrogante ho anch’io favorito l’ascesa al potere delle camicie verdi.
Non avevo bisogno di questa conferma per riconoscere il grado di assuefazione cui siamo pervenuti, con l’aggravante dell’inconsapevolezza.
L’Italia è un paese razzista? Sì.
SAREBBE BELLO
sabato 27 giugno 2009
CHIUDERE LE BOCCHE
OFFERTA DI COLLABORAZIONE
MA GUARDA UN PO'......
QUANDO IL PADRONE ORDINA....I SERVI OBBEDISCONO
I dirigenti dell'emittente La7 hanno comunicato che il programma di Maurizio Crozza non ci sarà più nei prossimi palinsesti.
Giuseppe Giulietti
(24 giugno 2009)
RICEVO E PUBBLICO
|
venerdì 26 giugno 2009
IL PAPA RATZINGER SCRIVE A PAPI BERLUSCONI
L'UOMO FRAGILE COME UOMO CAPACE
Se è vero, come credo, che viviamo in un società in cui si smarriscono continuamente i riferimenti più solidi, non si tratta di costruirne altri, finti, e per di più violenti. Si tratta invece di acquistare la consapevolezza del limite, che è anche un dono, anzi che può aprire al per-dono. L’uomo onnipotente abbrutisce nel risentimento, è incapace di perdonare e si pensa imperdonabile. Si diffonde con grande rapidità e potenza il mito della perfezione, il mito dell’autonomia fine a se stessa, un’autonomia che è incapacità di incontrare l’altro, di riconoscersi figli, “figli dell’uomo”: in aramaico “figlio dell’uomo” significa semplicemente “essere umano”. La nostra natura ci consegna gli uni agli altri fin dalle origini: grazie ad altri siamo nati, grazie ad altri possiamo tornare ad uscire da noi stessi, fuori dall’universo chiuso della colpevolizzazione e della perfezione, del merito e della colpa. Che + perfetto non perdona e, soprattutto, non si perdona. Un senso di colpa di carattere individualistico, figlio del delirio di perfezione e del merito, è proprio di chi vuol farsi “figlio a se stesso” per non riconoscersi “figlio dell’uomo”, nel limite e nella riconoscenza, nell’obbligo e nella cura. Questo senso di colpa avvelena, impedisce di vedere il volto dell’altro, la relazione di fiducia.
Ivo Lizzola, in Animazione Sociale n. 12/2008
UN LIBRO PREZIOSO
AA.VV., Sostenere la domiciliarità. Assistere e curare a casa. Castelplanio 2009, p. 112, euro 11,50.
Il quaderno analizza il quadro normativo nazionale delle cure domiciliari: le scelte organizzative delle singole regioni, l’esperienza del sostegno alla domiciliarità attraverso lo strumento dei buoni servizio e degli assegni di cura, il ruolo delle Unità valutative. Un’ultima parte è dedicata alla regione Marche attraverso la verifica del funzionamento del sistema delle cure a domicilio, seguita da una doppia analisi del sistema dei servizi territoriali per la disabilità e per malati non autosufficienti. Il quaderno intende richiamare l’attenzione sul sostegno alla domiciliarità, indicando quali sono i diritti delle persone ed i doveri delle istituzioni insieme alle scelte organizzative che possono aiutare le famiglie che intendono assistere un proprio congiunto a domicilio. E’ necessario quindi che all’enfasi nei confronti della domiciliarità si accompagnino le conseguenti scelte in termini di finanziamento e di organizzazione. Le ricorrenti analisi che segnalano una maggiore diffusione delle cure a domicilio non devono trarre in inganno: una cosa sono le prestazioni erogate, altro è la presenza di un effettivo servizio di cure a domicilio. All’aumento delle prestazioni non equivale, infatti, automaticamente la presenza di un reale sistema di cure domiciliari che garantisce la presa in carico. Troppo spesso, purtroppo, le famiglie che scelgono la strada dell’accoglienza a casa di malati gravi si sentono tradite e abbandonate dai servizi sociosanitari territoriali. Il quaderno - a dieci anni dalla pubblicazione di “Curare e prendersi cura: la priorità delle cure domiciliari” (1999) - intende portare nuovamente l’attenzione sulle cure a domicilio affinché siano più compiutamente sviluppate.
Per ordinare direttamente il volume versamento su ccp n. 10878601 intestato a: Gruppo Solidarietà, Via Calcinaro 15, 60031 Castelplanio (AN).
giovedì 25 giugno 2009
DA "LA ROMANZA D'ESTELLA"
BASTEREBBE UN PO' DI DECENZA
IL DIO AMICO DELLA VITA
21 Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. 22 Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi 23 e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». 24 Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
25 Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia 26 e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, 27 udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: 28 «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». 29 E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
30 Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». 31 I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?». 32 Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33 E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34 Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male».
35 Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36 Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!». 37 E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38 Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. 39 Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40 Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. 41 Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!». 42 Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43 Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. (Mc 5, 21-43)
Qualche volta succede anche a me che il desiderio e la fretta di ricavare un "messaggio" da un testo biblico mi impediscano di leggerlo e di godermi la bellezza artistica di una pagina. Ora questo brano è riportato anche in Matteo e Luca, ma il confronto gioca a favore di Marco. Si tratta di un racconto letterariamente affascinante in un greco che nulla concede alla retorica, ma risulta pieno di particolari e di osservazioni che solo un grande narratore ha potuto regalarci. Già l'intreccio dei due episodi, come un incastro perfettamente riuscito, conferisce al racconto un movimento di attesa, di meraviglia... Con una insuperabile regia il tutto viene tenuto insieme tanto da costituire un quadro unitario popolato di personaggi vivi e diversi. Mi raccomando: quando leggiamo una pagina biblica non dimentichiamo di goderci l'arte, il genio narrativo, la bellezza coinvolgente di uno scritto. Spesso la Bibbia ci regala dei capolavori e solo l'abitudine a certa predicazione scialba e incolore ci privano del gusto di una lettura che tocca il cuore. Dietro questa penna si intravede un cuore innamorato di Gesù e del suo messaggio.
Alle spalle
Basta un minimo di conoscenza del mondo reale in cui molte persone, specialmente se donne, erano costrette a una "vita negata", ad una non vita, per capire quanta realtà quotidiana sia condensata in questa pagina: "Quei poveri che circondavano Gesù erano in buona parte donne, prive dell'appoggio di un uomo, esse erano indubbiamente le persone più vulnerabili. D'altra parte, in quella società patriarcale essere donna significava essere destinata a vivere in stato di inferiorità e soggezione agli uomini" (Antonio Pagola, pag. 236). Sole o sottomesse, le donne di quel tempo spesso soffrivano le malattie che sono il prodotto dell'emarginazione. Gesù riserva loro un'attenzione affettuosa e uno sguardo diverso e le donne se ne accorgono. Le rende "visibili" ed esse, nell'avvicinarsi a lui, avvertono come un invito ad alzare la voce, la testa, a prendere coraggio, a sentirsi persone, "soggetti" e non oggetti.
Il genio dell'incontro liberatore
Gesù, di fronte alle due donne di questo brano, si accorge del loro desiderio di vita, del "sangue vitale" che se ne va perchè questa donna non ha incontrato nessuno che l'abbia accolta, valorizzata, amata. La vita se ne va, la gioia di vivere si spegne come in una emorragia inarrestabile se non realizziamo il "tocco tenero" e personalizzante dell'essere valorizzati e amati. La vita "dorme", cioè non viene alla luce, non ci "invita" alla felicità, se nessuno ci ha fatto sentire una voce calda ed una mano tenera e rassicurante per farci uscire dalla prigione di un io insicuro o schiavo dell'angoscia o dei sensi di colpa o di una esistenza quotidiana spersonalizzante. Il Gesù storico, pieno dell'amore di Dio, aveva una direzione precisa nel suo agire: mettere a frutto, con i più desolati della sua terra, il potenziale di amore che percepiva di avere ricevuto da Dio. Certamente chi incontrò in profondità Gesù, al di là della concezione miracolistica che certe letture ingenue potrebbero lasciarci, incontrò un uomo che trasmetteva felicità, benessere, liberazione dall'angoscia, salute, coraggio. Gesù si prendeva cura degli ultimi come profeta del regno di Dio. L'emorroissa aveva (eccome!) tentato qualche terapia, anzi molte. Ma tutti avevano pensato solo alla sua malattia. Gesù, invece, si interessa alla sua persona. Come nel frastuono funerario attorno alla dodicenne tutti davano già per spacciata la ragazza, Gesù pensa e agisce per "risvegliare", fa sentire il calore della mano e la forza della voce.
Quanta gente attende
Molta vita, molte energie si ridesterebbero se noi avessimo la fede di Gesù. Dico questo non per metterci nei panni e nell'illusione degli operatori di miracoli, ma per accrescere la nostra fiducia nella forza dell'amore. Dio ha deposto in ciascuno di noi tante possibilità, tante energie di amore; se non le spegnamo nella mediocrità e nell'indifferenza, possiamo anche noi, nelle relazioni quotidiane, essere umili testimoni di pace e di benessere. Spesso tante persone si sono avvicinate alla comunità cristiana per "toccare Gesù", con la speranza di un messaggio di vita e di fiducia. Invece hanno trovato dei distributori di regole, degli addetti al culto, dei ripetitori di un disco noto e astratto. Sono grato a Dio, immensamente grato, per il fatto che nella mia vita ho potuto incontrare e "toccare" alcuni testimoni del vangelo che non erano dei semplici funzionari di una istituzione ecclesiastica. Mi hanno a volte guarito dalla paura di scommettere e mi hanno testimoniato che la gioia del vangelo esiste davvero e può entrare nei nostri cuori.
C'è un però
Noi, come Gesù, per convertirci e scoprire i talenti che Dio ha messo in noi, abbiamo bisogno di vivere dentro la realtà a partire dagli ultimi. Se ci ritiriamo in un cristianesimo evanescente, spiritualista, nostalgico, ridotto alla salvezza dell'anima, difficilmente potremo raccogliere la lezione che ci viene da questa pagina. Gesù sapeva bene che già allora esisteva una religione delle regole e una religione delle persone. Egli fece la sua scelta. Per lui, grande adoratore di Dio, era inutile, vano, contraddittorio e impossibile parlare del "regno di Dio" senza partire dal bisogno di liberazione delle persone più emarginate, dall'invito all'"alzarsi", all'impegno di cambiare ciò che distrugge la giustizia e rende impossibile la felicità. E' nell'incontro con queste donne e con altre persone sofferenti che Gesù scopre i dono che Dio gli ha fatto. L'ascolto, l'attenzione e il "contatto" onesto e concreto con le persone prima di tutto guarisce noi stessi e poi ci mette sulla strada della conversione, della solidarietà. Se non giriamo la faccia dall'altra parte, se non evitiamo l'incontro difficile forse ci incamminiamo sulla strada di Gesù.
mercoledì 24 giugno 2009
VIGLIACCHERIA DEI SINDACI
I SINDACI DEI COMUNI DELLA DIOCESI DI CASERTA TACCIONO!
di Sergio Tanzarella
Un appello per conferire al vescovo Raffaele Nogaro la cittadinanza emerita di Caserta. Per coloro che stanno vicino Caserta o in Campania appuntamento da non mancare è per il giorno 30 giugno alle ore 18 presso l'Università in via Vivaldi a Caserta (dietro la stazione) dove in nome della nostra sovranità di cittadini daranno la cittadinanza emerita al Vescovo Nogaro.
Come è a tutti noto il padre Raffaele Nogaro il 31 dicembre
E’ certo molto grave la totale mancanza di iniziative delle Amministrazioni Comunali di Caserta, Capodrise, Casagiove, Castel Morrone, Limatola, Maddaloni, Recale, San Marco Evangelista, San Nicola
Eppure l’episcopato di Nogaro è stato tutto teso alla difesa della vita, della salute, del lavoro, del territorio e delle sue risorse locali e della dignità di tutti gli esseri umani residenti nella diocesi. L’impegno episcopale del padre Nogaro ha tradotto l’annuncio del Vangelo in una testimonianza disinteressata e coraggiosa. Quanti sono stati in questi anni gli operai delle fabbriche minacciate di chiusura che hanno trovato sempre aperte le porte dell’episcopio? E quanti i cittadini malati o vittime di soprusi e ingiustizie che hanno trovato nel vescovo un baluardo insormontabile nei confronti dell’arroganza o dell’indifferenza del potere politico? E quanti migranti sono stati accolti fornendo loro tutela, presentazioni, garanzie? E quanti nuclei familiari si sono potuti ricongiungere grazie all’azione di mediazione con uffici italiani e stranieri! E tutti sono stati accolti senza che venisse chiesta loro nessuna notizia circa la religione professata o l’essere credenti o non credenti.
Dunque, a poco più di due settimane dalla conclusione del mandato gli Amministratori tacciono inoperosi. Mentre ci si sarebbe attesi una sorta di gara tra i sindaci a realizzare manifestazioni e celebrazioni si osserva un silenzio totale e indicativo dei propri giudizi nei confronti del vescovo e del suo operato.
Questa scelta è ancora più grave per l’Amministrazione comunale di Caserta città capoluogo e centro della diocesi! Certamente una manifestazione pubblica di lode e riconoscenza sarebbe dovuta passare prima attraverso un riconoscimento di colpa da parte del Sindaco e della sua Giunta per aver favorito e permesso l’apertura della omicida discarica dello Uttaro e nell’esprimere riconoscenza proprio al vescovo lasciato solo a difendere la città facendosi rinchiudere più volte, all’età di 73 anni, sotto il sole nella discarica mortale. E questo è certo uno degli atti più alti del magistero del padre Nogaro: l’impegno totale per la difesa della vita, attraverso la difesa dell’ambiente e della legalità sostituendosi alle istituzioni latitanti o complici di coloro che attentano alla salute dei cittadini. Un impegno riaffermato più volte anche contro cave e cementifici protetti dalle scelte dissennate di rinnovo delle autorizzazioni, contratti di coltivazione e di attività da parte dei sindaci di Maddaloni.
Questi fatti spiegano il silenzio di sindaci e amministratori ma dimostrano anche l’abissale distanza che questi ormai hanno dai cittadini che vorrebbero rappresentare. Infatti, la quasi totalità dei cittadini, senza alcuna distinzione, avverte nei confronti del vescovo Nogaro un inestinguibile debito di riconoscenza e gratitudine che non saranno certo i sindaci della diocesi di Caserta in grado mai di cancellare. Ne sono prova le tante richieste che in queste ore le Amministrazioni comunali stanno ricevendo ma esse chiedono che qualsiasi celebrazione riconosca prima queste gravi colpe, per non suonare come retorica e vuota, opera di continuata mistificazione e incensamento proprio nei confronti di un vescovo che l’incenso lo ha lasciato in sacrestia.
Sergio Tanzarella
DEMOCRAZIA IN PERICOLO
NOTIZIE INQUIETANTI....... DA LEGGERE ED INOLTRARE
Trento 09/06/2009
Un noto religioso, padre Giorgio Butterini (del convento dei cappuccini di Trento) ha diffuso una E-mail nella quale critica il governo Berlusconi perché - scrive testualmente - "si sta dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l'informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l'unica fonte informativa non censurata".
Il frate ha titolato la sua innovativa forma di comunicazione elettronica Perche' lo Spirito vi tenga svegli, e nel testo ricorda - tra l'altro - che "l'attacco finale alla democrazia è iniziato. Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo". Padre Butterini - sentito dall'Agi - ha confermato il contenuto della E-mail, laddove scrive che, "secondo il pacchetto sicurezza approvato in Senato, se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire ad una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo". Il religioso aggiunge che "il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione dell’attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da
L'interrogativo che padre Butterini pone è quindi questo: "Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la casta con questa legge?. Il cappuccino di Trento conclude cosi: "Obama ha vinto le elezioni grazie ad Internet. Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l'Italia come la Cina e la Birmania. Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più possibile. È ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani: è in gioco davvero la democrazia!!!.
SESSO ORGIASTICO COCAINA
martedì 23 giugno 2009
DALL'UNITA' : ESCORT
DISASTRI E BANALITA
• Ciò che succede a Teheran lascerà un segno. Ormai è il segnale della svolta, per quanto la sanguinaria repressione del regime voglia far credere che ora tutto è in pace.
• La disoccupazione è in aumento e il governo canta e conta presunti successi. L'Aquila è la dimostrazione dell'incapacità ad affrontare i problemi. Del resto tra Villa Certosa e Villa Grazioli…evidentemente c'è qualche distrazione…
• Il papa anche lui divaga… Tra i mille problemi veri, promulga un retorico e clericale documento sull'anno sacerdotale e poi, tanto per incoraggiare un po' la superstizione, va sulla tomba di Padre Pio.
• Ma guarda un po' quanta attenzione al fenomeno migratorio… Perché? A Villa Certosa Berlusconi ospitava molte donne slave. Le televisioni sono improvvisamente diventate pudiche: non si parla di queste feste molto ben documentate e fotografate. Il Palazzo ordina il silenzio. È aria di regime. Conosco bene il legame tra cocaina e orge: anche questo non manca mai nei regimi.
DUE APPUNTAMENTI
CAPITA ANCHE QUESTO
Così muore la carità Cristiana
di Rosario Amico Roxas
Accade a Ragusa presso la Chiesa dei Gesuiti, per mano del parroco Francesco Lupo (prete più per mestiere che per vocazione !).
La scorsa domenica era giorno di Prima Comunione; uno dei bambini aveva invitato i suoi amichetti, figli di extracomunitari e come tali "abbronzati", così li avrebbe catalogati il presidente del consiglio.
Il parroco li caccia fuori dalla Chiesa perché li scambia per questuanti, stante il colore della pelle e il loro abbigliamento inadatto alla circostanza, ma che pure rappresentava il meglio in loro possesso. Francesco Lupo, parroco, li caccia fuori non dalla sua casa ma dalla Casa di Cristo, dove lui, parroco, è chiamato a servire non a comandare.
I bambini escono mortificati dalla Chiesa, non capiscono - erano stati invitati !
I genitori del comunicando spiegano, chiariscono. Così il parroco ritiene di scusarsi pubblicamente, aggravando la sua già precaria condizione, dice che aveva scambiato quei bambini per accattoni, perché nelle ore della funzione "è un via vai di questuanti per l'elemosina". Dimentica il parroco che nella Casa di Cristo non esiste il concetto di elemosina, ma si eleva quello della Carità Cristiana, che coniuga insieme la solidarietà, la fratellanza, l'Amore, tutti valori che il parroco (prete per mestiere e non certo per vocazione !) ha dimostrato di non possedere.
Non so proprio come è andata a finire, ma è certa la mortificazione inflitta a quei bambini, portatori di una pelle scura e non adeguatamente abbigliati, da un sacerdote che dovrebbe insegnare e testimoniare la solidarietà e non la discriminazione, la Carità Cristiana che supera l'elemosina.
Di fronte a queste false testimonianze che mortificano lo spirito del cristianesimo, mi onoro dichiararmi con umiltà ma con rigore:
Rosario Amico Roxas
Martedì 16 Giugno,2009
APPELLO SIGNIFICATIVO
>
> APPELLO alle FIRST LADIES dei PAESI PRESENTI al PROSSIMO G8 dell'AQUILA
>
> NON VENITE all'APPUNTAMENTO ITALIANO
>
> Siamo profondamente indignate, come donne impegnate nel mondo dell'università
> e della cultura, per il modo in cui il presidente del Consiglio italiano,
> Silvio Berlusconi, tratta le donne sulla scena pubblica e privata.
>
> Non ci riferiamo solo alle vicende relazionali del premier, che
> trascendono la sfera personale e assumono un significato pubblico, ma
> soprattutto alle modalità di reclutamento del personale politico e ai
> comportamenti e discorsi sessisti che delegittimano con perversa e ilare
> sistematicità la presenza femminile sulla scena sociale e istituzionale.
> Questi comportamenti, gravi sul piano morale, civile, culturale, minano la
> dignità delle donne e incidono negativamente sui percorsi di autonomia e
> affermazione femminili.
>
> Il controllo che Berlusconi esercita sulla grande maggioranza dei media
> italiani, in spregio a ogni regola democratica, limita pesantemente le
> possibilità di esprimere dissenso e critica. Risulta difficile, quindi,
> far emergere l'insofferenza di tante donne che non si riconoscono nell'immagine
> femminile trasmessa dal premier e da chi gli sta intorno.
>
> Come cittadine italiane, europee e del mondo, rivolgiamo un appello alle
> first ladies dei paesi coinvolti nel prossimo G 8 dell'Aquila perché
> disertino l'appuntamento italiano, per affermare con forza che la
> delegittimazione della donna in un paese offende e colpisce le donne di
> tutti i paesi.
>
>
> Chiara Volpato (Professore Ordinario – Università di Milano-Bicocca)
>
> Angelica Mucchi Faina (Professore Ordinario – Università di Perugia)
>
> Anne Maass (Professore Ordinario – Università di Padova)
>
> Marcella Ravenna (Professore Ordinario – Università di Ferrara)
>
>
>
> ADESIONI a: marcella.ravenna@unife.it
>
>
>
>
>
lunedì 22 giugno 2009
GHEDINI E LA SUA CULTURA
RICEVO DA DON FEDERICO E PUBBLICO VOLENTIERI
Sono appena tornato da un viaggio in Camerun. Della visita del papa non rimane che la sua foto assieme al presidente Paul Biya appesa sulla vetrina di qualche edicola della capitale. Due capi di stato a confronto, sbiaditi dalla forte umidità. Mentre passeggio noto ancora la loro immagine stampata sulle stoffe che le donne africane usano per creare i coloratissimi vestiti tradizionali. Mi presento come italiano e subito un tale, cattolico osservante, mi chiede un poster di Benedetto XVI, da appendere nell'ufficio della sua fanta-associazione. Mi accorgo infatti che si tratta di un bugiardo, un ciarlatano che prova ad intenerire il cuore degli occidentali per ricevere fondi per la sua associazione che non c'è. Lo evito ma non gli nego il poster desiderato.
Ho un amico in Camerun, si chiama Etienne ed è parroco di Ombessa, una cittadina di qualche migliaio di abitanti. É stato il primo camerunense ad aiutarmi gratuitamente, quando nel 2003 un imprevisto mi aveva obbligato a chiedere aiuto. Mi ospitò nella sua canonica assieme ad un gruppo di giovani padovani. Da allora ci manteniamo in contatto.
Gli spiego la situazione in Italia, parrocchia del papa, le difficoltà che incontrano i movimenti di riforma e chiedo a lui di raccontarmi la situazione dei preti in Camerun. Mi risponde senza mezzi termini: «Credevo che in Italia, "Paese sviluppato", ci fosse più democrazia all'interno della Chiesa cattolica! Qui i vescovi non possono alzare la voce su alcune questioni come il celibato obbligatorio dei preti altrimenti perderebbero i finanziamenti che arrivano dal Nord del mondo. Comunque la maggior parte dei vescovi, e non solo dei preti, ha moglie e figli, ma non lo dichiara pubblicamente. E spesso sono i preti più bravi a lasciare il ministero!»
Parla in generale, fatica a condividere con me la sua situazione personale. Ma riesco ad intravvedere qualcosa, oltre le parole. É dispiaciuto per l'improvviso spostamento di una giovane suora con la quale collabora. Sono una squadra, li vedo, li sento. Sono belli e mi fanno tenerezza. Lei lo chiama "padre" e lui "sorella", anche in privato?
Organizza un incontro con gli adolescenti della parrocchia. Francesco, un mio compagno di viaggio, rivolge loro la classica domanda: "Qual è il vostro sogno?" Su 20 partecipanti 5 ragazzi vogliono diventare preti e una ragazzina suora. Incredibile! Le vocazioni non sembrano essere in crisi, lì dove l'ordinazione sacerdotale ti garantisce una bella casa con la televisione, un automobile seminuova e una cuoca discreta. Proprio in questi giorni un altro mio compagno di ordinazione ha comunicato al vescovo Mattiazzo di lasciare il ministero ufficiale. Non crede nell'obbedienza al vescovo, nel celibato obbligatorio, nella presunzione dell'istituzione cattolica. Dunque tra non molto avremo in Italia un clero composto quasi interamente da giovanotti africani e indiani. Giocheranno a fare i preti in cambio di uno stipendio in grado di mantenere tutta la loro famiglia d'origine. E li chiamiamo sottosviluppati?!
don Federico Bollettin
CAMBIARE SI PUO'
domenica 21 giugno 2009
IL PAPA E PAPI
GUAI A CHI VIVE SENZA PASSIONE
La candela accesa
Davanti al Crocifisso di una chiesa
una candela accesa
Si strugge per l’amore e per la fede.
Dà tutta la luce,
tutto quanto il calore che possiede
senza badare se il fuoco
la logora e la riduce a poco a poco.
Chi non arde non vive.
Com’è bella la fiamma
d’un amore che consuma
purchè la fede resti sempre quella!
Io guardo e penso.
Trema la fiammella,
la cera cola e lo stoppino fuma…..”
Trilussa
di Gad Lerner