giovedì 31 luglio 2008
L'UNICA IDEOLOGIA
LEZIONE DI STORIA
mercoledì 30 luglio 2008
TUTTI ANTICLERICALI
SULLA RIMOZIONE DI DON ALLUVIONE
Dal sito www.rodoretto.org: "Le dimissioni obbligate del parroco don Alluvione: rassegna stampa"
DUE BELLE NOTIZIE
PADRE GAY OTTIENE A BOLOGNA AFFIDO CONGIUNTO
Un padre omosessuale vince una contesa con l'ex moglie e ottiene dal tribunale l'affidamento congiunto della loro figlia minorenne. "E' una sentenza importante visto che ritiene che l'orientamento sessuale non pregiudichi in alcun modo il rapporto genitori-figli", dice il circolo culturale Mieli mentre Grillini, presidente onorario Arciygay, commenta: "E' una decisione che dovrebbe essere scontata in qualsiasi paese civile".
I GAY VINCONO LA CAUSA CONTRO L'ISOLA DI LESBO
Il tribunale di Atene ha dato ragione alla comunità gay greca che era stata citata in giudizio da tre residenti, due donne e un uomo, dell'isola di Lesbo. Sentendosi offesi dal fatto che il nome della loro città venisse usato per indicare un orientamento sessuale, si erano rivolti al tribunale chiedendo che le donne gay usassero un diverso appellativo per identificare se stesse o che fosse riconosciuto agli isolani di potersi chiamare mylitenesi.
Il tribunale di Atene ha però deciso che lesbica è "un termine usato universalmente, che non definisce in modo esclusivo gli abitanti dell'isola e che non può pertanto essere considerato offensivo". Molto soddisfatti gli attivisti gay locali: "Anche se ci aspettavamo un tale risultato, oggi è un gran giorno" ha commentato Mario Fliakis dell'Olke. E forse un gran giorno lo è anche per l'isola di Lesbo, ogni anno meta di un grande afflusso di turismo femminile.
LA RIVOLUZIONE
Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perchè vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qua". E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini (Matteo, 14, 13-21).
Nessuno si spaventi: rivoluzione mi pare davvero la parola più appropriata per cercare di interpretare questa pagina del Vangelo. Può essere successo che anche per noi, avendola letta, sentita e ascoltata mille volte, essa sia diventata quasi insignificante, irrilevante.
Spesso la predicazione cristiana riesce a rendere incolori le pagine più pittoresche e a rendere insapori anche i "piatti biblici" più appetitosi. Sappiamo bene che il vangelo non ha qui lo scopo di farci la cronaca esatta di quel pomeriggio in cui Gesù incontrò questa folla.
Per lui, come era nella fede del suo popolo, alzare gli occhi al cielo significava riconoscere i doni che Dio ci fa e ritrovare il loro significato, la loro destinazione comunitaria. Nello stesso tempo, alzare gli occhi al cielo significava anche attingere da Dio la forza per condividere, per spezzare la catena dell'egoismo.
martedì 29 luglio 2008
I RIFIUTATI DI NAPOLI
POLITICA VERA
GRUPPO "CATECHESI" 30 ANNI FA
lunedì 28 luglio 2008
I MURI
ELOGIO DEL PRECARIO
COSE SERIE
Operazione Miracolo
Una di queste iniziative è "l'Operazione Miracolo", che ha portato e sta portando gratuitamente serenità a decine di migliaia di persone inferme per problemi di vista in vari Paesi dell'America Latina e in altri Paesi del Mondo e che ovviamente sta dando ottimi risultati anche in tutti i Municipi di Cuba...
A questo proposito desidero riportare alcune impressioni direttamente vissute in Cuba, nel Municipio di Bartoloé Masò in provincia di Granma, dove mi trovavo con Gabriella, compagna della vita, mentre stava svolgendosi l'Operazione Miracolo durata più di un mese e mezzo tra fine febbraio ed inizio aprile di quest'anno. Si tratta di un Municipio con 56.000 abitanti ed una estensione di oltre 600 Km quadrati, che in buona parte si estendono nella zona montagnosa della Sierra Maestra e che è conosciuto per la Città Scolastica Camilo Cienfuegos, che accoglie più di 5000 studenti, una delle prime opere della rivoluzione.
In questa Operazione erano presenti più di 40 medici ed infermieri specializzati in oftalmologia, che hanno visitato quasi 40.000 persone e ne sono state operate con successo più di 1200. Il tutto organizzato dal Ministero della Sanità e a livello locale da Municipio, in forma totalmente gratuita. Ci ha veramente impressionato la grande umanità e l'amore vero e disinteressato con cui siè svolta l'iniziativa.
Tutte le mattine gli specialisti viaggiavano in zone differenti del Municipio spostandosi con piccoli autobus o trattori nelle zone di più difficile accesso, raggiugendo anche a piedi, quando era necessario, i luoghi più remoti. I pazienti venivano visitati negli ambulatori o nei piccoli ospedali locali e, quando avevano difficoltà a muoversi, direttamente nelle loro abitazioni. Nel caso in cui i pazienti dovevano essere operati, venivano trasportati in un ospedalecon le apparecchiature opportune. A me e Gabriella si rimpiva il cuore di commozione nel vedere la semplicità e la dolcezza con cui i medici si rivolgevano e conversavano con i pazienti e a gioia e commozione di questi ultimi nel constatare i miglioramenti e, in certi casi, addirittura il totale recupero della vista.
Esperienze queste che non appaiono nemmeno in sogno a chi vive nei Paesi ricchi del Nord considerati primo Mondo e che però dovremmo avere il coraggio di chiamare ultimo Mondo. Credo che realtà come queste devono veramente spronarci nel prendere iniziative per passare dalla triste realtà impregnata di egoismo del nostro "Mondo di privilegiati" ad una realtà basata sulla solidarietà vera e sull'impegno di dare a tutti condizioni di vita accettabili e di creare veri rapporti di amicizia e condivisione. Questo non è certo facile, essendo continuamente bersagliati da una propaganda che esalta il potere ed il denaro, tuttavia non dobbiamo sentirci impotenti e rassegnati. Iniziative come quest'Operazione Miracolo devono far nascere in noi la speranza che se lo vogliamo e ci impegnamo con amore un Mondo migliore, ossia un Mondo nuovo, è possibile.
Enrico TURRINI
Lo sforzo necessario
Dopo molto tempo, sembrava che essa si fosse arresa ed il buco fosse sempre della stessa dimensione.
Sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutto quello che poteva, e che non avesse più la possibilità di fare niente altro.
Allora l'uomo decise di aiutare la farfalla: prese un temperino ed aprì il bozzolo.
La farfalla uscì immediatamente.
Però il suo corpo era piccolo e rattrappito e le sue ali erano poco sviluppate e si muovevano a stento.
L'uomo continuò ad osservare perché sperava che, da un momento all'altro, le ali della farfalla si aprissero e fossero capaci di sostenere il corpo, e che essa cominciasse a volare.
Non successe nulla, in quanto la farfalla passò il resto della sua esistenza trascinandosi per terra con un corpo rattrappito e le ali poco sviluppate.
Non fu mai capace di volare.
Ciò che l'uomo, con il suo gesto di gentilezza e con l'intenzione di aiutare non capiva, era che passare lo stretto buco del bozzolo era lo sforzo necessario affinché la farfalla potesse trasmettere il fluido del suo corpo alle sue ali, così che essa potesse volare.
Molte volte, lo sforzo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita per superare gli ostacoli.
Il limite e la pazienza
Una sola spira in più aumenterebbe di sedici volte le dimensioni del guscio. Anziché contribuire al benessere della lumaca, la graverebbe di un tale eccesso di peso che qualsiasi aumento di produttività verrebbe letteralmente schiacciato dal compito di affrontare le difficoltà create dall'allargamento del guscio oltre i limiti fissati dai suoi stessi fini.
A questo punto il problema del sovrasviluppo comincia a moltiplicarsi in progressione geometrica, mentre le capacità biologiche della lmaca, nelle migliore delle ipotesi, non possono che aumentare in proporzione aritmetica.
Ivan Illich
Il genere e il sesso.Per una critica storica dell'uguaglianza, Mondadori, Milano1984, pag.111
Rimosso dal vescovo
"Un fulmine a ciel sereno per i cattolici pralini che non sembrano aver gradito la sorpresa. Marina Zancanaro, consigliere comunale di minoranza, se ne fa portavoce e non nasconde l'amarezza: "Non sapevamo nulla: Nessuno ci ha avvertito. La nostra comunità cattolica, che la domenica cresce notevolmente per via dei turisti, si è quindi direttamente rivolta a don Giraudo, in chiesa, per lamentare la scrsa considerazione ricevuta. Se è stato il vescovo a decidere, potava dedicarci un momento per farci capire i motivi della sospensione".
E conclude: "Siamo frastornati. Don Alluvione riusciva a unire le nostre due comunità con il dialogo e il vero ecumenismo, benchè da un anno ormai qui manchi pure ufficialmente il pastore valdese (Wingrid Pfannkuche, che ha lasciato Prali a luglio 2007, ndr)". "Invitato" a dimettersi mediante lettera raccomandata, don Alluvione ha risposto: "Obbedisco, come ho sempre fatto". Questo è quanto si limita a commentare il sacerdote.
Sulla vicenda, il vescovo Debernardi ha inviato un comunicato stampa in cui leggiamo: "Avendo avuto gli avvenimenti di questi mesi ricadute molteplici sull'opinione pubblica, il vescovo, dopo aver consultato la Congregazione per la dottrina della fede e la Congregazione per il clero, e avendo ricevuto dalle medesime Congregazioni l'invito a procedere, è intervenuto chiedendo a don-Giuseppe Alluvione di rinunciare alle parrocchie secondo quanto disposto nei canoni 1740-1747 del Diritto Canonico (relativi al modo di procedere nella rimozione dei parroci, ndr). Don Alluvione ha presentato le dimissioni dalle parrocchie di S.G. Battista in Villa di Prali e di S. Lorenzo in Rodoretto in data 30 giugno e il vescovo le ha accettate il 16 luglio. Essendosi rese vacanti le parrocchie sopra citate, il vescovo ha nominato amministratore parrocchiale il rev. Giovanni Giraudo". "
Un libro per l'estate
Questo volume nasce dalla collaborazione di Noi Siamo Chiesa, Gruppo Pace, Gruppo Promozione Donna come una voce propositiva e contro corrente in un tempo in cui il Concilio è archiviato e torna in vigore la chiesa dei concordati e dei privilegi. Nel IV secolo, quando, dopo l'editto di Costantino, la chiesa veniva sponsorizzata dall'impero romano, Ilario di Poitiers predicava "contro un persecutore insidioso, un nemico che ci lusinga. Non ferisce la schiena con la frusta, ma carezza il ventre. Non confisca i beni, dandoci così la vita, ma ci arricchisce e così ci dà la morte; non ci
spinge verso la vera libertà imprigionandoci, ma verso la schiavitù onorandoci con il potere nel palazzo; non colpisce i fianchi, ma prende possesso del cuore; non taglia la testa con la spada, ma uccide l'anima con l'oro e il denaro". Questo problema, del potere e del denaro, si presenta ancora identico nella chiesa cattolica, soprattutto in Italia, all'inizio del terzo millennio.
Si tratta di un libro che raccomando a chiunque sia interessato a risalire al messaggio originale di Gesù e avverta il disagio di una chiesa gerarchica sempre più aggrappata al potere, al denaro e ai privilegi.
domenica 27 luglio 2008
GIOCO AL RIBASSO
IL BECCHINO DI RIFONDAZIONE
sabato 26 luglio 2008
"ESSERE VINCENTI, LA NOSTRA OSSESSIONE"
Marina Capillari ha intervistato l'antropologo professore Niola su Repubblica del 22 luglio.
Professor Marino Niola, antropologo, doparsi non è solo una tentazione degli sportivi, sta diventando una pratica diffusa, un vizio collettivo: dal Viagra alla cocaina, dalla pasticca di ecstasy per una notte alle bevande energizzanti, l'ansia da prestazione sembra colpire tutti, non solo gli aspiranti campioni
"La nostra cultura non ti permette di perdere un colpo per questo ha fatto dello sport, dell'agonismo, la sua metafora principale, usiamo termini sportivi per parlare di tutto, è come se fossimo sempre impegnati in una partita, in un match e ricorrere a questi dopanti diventa un rituale esorcistico contro l'ansia e la paura, ansia del presente, paura del futuro. Il bisogno è essere lucidi, competitivi e soprattutto vincenti, campioni in qualche cosa".
Non c'è un modo per difendersi dalla società della prestazione, non ci sono degli anticorpi?
"La relazione potrebbe essere un anticorpo, ma noi sostituiamo alla relazione la terapia, siamo soli con le nostre paure e pensiamo di non farcela, una pasticca diventa una consolazione momentanea, usiamo un sintomatico contro il male invece di rimuovere le cause e vediamo gli altri come rivali non come alleati in questa visione agonistica".
Una competizione perenne, ma non è stato sempre così.
"Diciamo che gli anni 70 sono stati l'ultimo periodo slow, con gli anni 80 si è radicata l'idea di una società competitiva, sempre in tiro e ci siamo ancora dentro".
Ecco perché cresce il numero dei dopati Più che vivere interessa vincere. Anzi si è entrati nel funesto convincimento che, per vivere bene, sia necessario vincere. Altrimenti non esisti E io che non ho mai vinto nulla, nemmeno alla lotteria, come la metto?
UN MOMENTO SIGNIFICATIVO
VATICANO IPOCRITA
SIGNIFICATIVO CON ALCUNE AMBIGUITA'
Estratto da Giuseppe Castellese
GESÙ FIGLIO DELL’UOMO
Gesù quando parla di se stesso non usa termini come “messia il Cristo” o “il figlio di dio” o
“salvatore” o “redentore” ma usa una formula che per lo più rimane (stranamente) trascurata e incompresa: Gesù si dice “il figlio dell’uomo”. Cosicché “il figlio dell’uomo” è il titolo più
importante ma il meno conosciuto.
Anche i discepoli non capivano e Gesù, per far loro capire, li porta addirittura fuori dalla terra
giudaica quasi ad aggirare la nefasta influenza della bieca “tradizione”, li porta ai confini del mondo pagano. E dunque, venuto nella terra di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli “chi dicono gli uomini che sia il figlio dell’uomo?”
La comprensione, effettivamente non semplice, di questo titolo presuppone dimestichezza con un modo di ragionare lontano dal nostro. Però, se riusciremo a comprendere, vedremo la nostra vita profondamente modificata.
QUESTA CONDIZIONE GESÙ ATTRIBUISCE A SÉ
Gesù attribuisce a se stesso questa condizione. Figlio dell’uomo significa, pertanto, l’uomo nel quale si manifesta la divinità o, se preferiamo l’altra versione, un dio che si manifesta nell’uomo.
Essendo Gesù, (come l’evangelista dichiara) il dio con noi, qui figlio dell’uomo significa che dio, inGesù, si manifesta “pienamente umano”.
Questa novità portata da Gesù ribalta completamente gli schemi religiosi dell’epoca. In Gesù si manifesta un dio profondamente umano: profondamente umano significa che dio è attento ai bisogni e alle sofferenze degli individui, è un dio compassionevole, un dio misericordioso, perciò un dio pienamente umano. E questo un ribaltamento? nella tradizione religiosa ricordate dio dove è collocato? Dio sta su al settimo cielo; e l’uomo per incontrare dio, cosa doveva fare? Doveva “spiritualizzarsi”, doveva angelizzarsi, magari abbandonando il resto degli uomini (gli anacoreti, gli eremiti) e, attraverso preghiere, attraverso uno stile di vita fatto di devozioni, sacrifici, macerazioni innalzarsi per raggiungere dio: questo è “l’uomo religioso”.
Ma, così facendo, qual è il risultato? L’uomo si innalza per raggiungere dio, dio è sceso invece in Gesù per incontrare l’uomo. Allora, uno sale l’altro scende, e non si incontrano mai.
LE PERSONE RELIGIOSE POSSONO ESSERE ATEE
Ecco perché la religione può essere atea e le persone religiose atee. E la prova qual è? Che spesso le persone più sono religiose, più sono disumane. Non c’è talvolta al mondo persona disumana come una persona molto religiosa: talmente è assorbita dal suo dio, pensa talmente a dio che non s’accorge, non vede le sofferenze di quanti gli stanno attorno. Invece con Gesù dio si è fatto uomo. Allora “figlio dell’uomo” significa un uomo nel quale si manifesta la condizione divina e questo è Gesù.
Gesù insegna: la condizione divina non si manifesta separandosi dagli altri, ma mettendosi a loro servizio; quindi, per Gesù, un dio a servizio degli uomini.
E tuttavia questa condizione di figlio dell’uomo cioè l’uomo come condizione divina, non è una
prerogativa esclusiva di Gesù ma “una possibilità” per quanti lo accolgono. Ogni uomo che accoglie Gesù, abbiamo visto stamattina nel vangelo di Giovanni, ha in sé la condizione divina. Quindi figlio dell’uomo significa l’uomo che ha condizione divina. E questo non vale solo per Gesù ma per tutti quelli che lo accolgono: dio è questo amore che vuole fondersi con l’uomo nell’atto di comunicargli il suo amore.
NON C’È AMORE PIÙ OSCENO
Tutto questo provoca un ribaltamento completo del mondo religioso: nella religione dio era il
traguardo (per definizione impossibile) da raggiungere; perciò l’uomo attraverso le preghiere (ma anche attraverso l’amore [mezzo per] del prossimo) attraverso i sacrifici e attraverso le offerte non doveva far altro che raggiungere questo dio. Bene con Gesù, dio non è più il traguardo degli individui ma il loro “punto di partenza”. È dio che si è fatto uomo, che prende l’iniziativa di amare.
E allora se dio non è più traguardo, ma punto di partenza, non si agirà più per dio, non si faranno le cose per dio ma con Gesù e come Gesù (o con dio e come dio) tutte queste cose si faranno per gli uomini. Vedete, è un cambio radicale. Nel mondo religioso le persone agiscono “per amore di dio”! e non c’è amore più osceno e offensivo e mortificante di quello che tu eserciti verso un tuo simile ma… per amore del Signore! Non c’è offesa più grande che si può fare a un individuo nel dirgli che lo si sta aiutando per carità cristiana, per amore del Signore: “ti perdono per amore del Signore; se fosse per me, capirai, me la legherei al dito, anzi ti vorrei morto!. Ti voglio bene per il Signore.
No; ora tutto questo cambia: non si amano più le persone per il Signore ma con il Signore e come il Signore cioè con la sua stessa capacità d’amore.
UN UOMO CHE HA CONDIZIONE DIVINA
Questo è il figlio dell’uomo: figlio dell’uomo significa un uomo che ha condizione divina che non è esclusiva per Gesù ma possibilità per tutti i credenti. Ogni credente che si umanizza completamente è colui che non è assorbito da dio ma da lui potenziato per potere andare verso gli uomini. Nella religione l’uomo viene assorbito da dio: è tanto assorbito da dio (preghiere, pratiche devozionali che non si accorge, ma soprattutto non ha tempo di occuparsi delle sofferenze e dei bisogni degli altri.
Al massimo costui, se capita che qualcuno gli chiede un aiuto, gli dirà, con il sussiego tipico dei giusti: beh! ti ricorderò nelle mie preghiere! ma un dito non se lo raffredderà.
Attenti a queste persone: sono pericolose; quelle persone che quando vi trovate in un momento di bisogno e voi chiedete che vi si dia una mano, quelle persone non danno la mano, loro le mani ce l’hanno sempre giunte: e, avendo le mani giunte, non possono dare la mano all’altro. Magari diranno, sempre con aria serafica: ti ricorderò nelle preghiere… e tu rimani nella merda esattamente come eri prima.
CON GESÙ, DIO “NON ASSOLVE”
Ebbene con Gesù, dio non assolve l’uomo ma lo potenzia. Accogliendo Gesù l’uomo non viene diminuito, ma potenziato nella sua umanità. E più tu uomo sei profondamente umano e più scopri il divino che è in te. Quindi è una “illusione pia” quella di crescere per incontrare il Signore: questo è un dio immaginario che non incontrerai mai. Dio non sta in alto, dio sta in basso: è dio che si è fatto uomo, profondamente umano e si è messo a servizio degli altri. La conclusione è che appena gli uomini scoprono la loro piena umanità o, che è lo stesso, si fanno profondamente umani, essi scoprono il divino che è in loro e si ritrovano in sintonia con l’amore di dio.
GESÙ NON UN CLERICALE
Gesù non adoperava un linguaggio diplomatico né, tanto meno, un linguaggio clericale! egli butta in faccia questa verità, a volte con violenza, proprio alle persone pie, i farisei: per intenderci, quelli che osservavano 600 precetti nella loro esistenza, quelli che stavano attenti a non trasgredire nessuna regola! e Gesù dice: sveglia gente! Guardate che le prostitute (le prostitute erano immagine dell’impurità) vi sono passate avanti e vi hanno soffiato il posto nel regno dei cieli.
Quindi non la persona religiosa entra nel regno di dio ma la prostituta! E cioè chi? una donna che vive profondamente la sua umanità anche se in maniera sbagliata.
AVEVANO SBAGLIATO PERSONA
Ecco l’equivoco! ricordate quando Gesù entra a Gerusalemme? Ma come è possibile che la stessa folla che l’ha accolto festante, dopo qualche ora dice “crocifiggilo”? Perché? Perché avevano semplicemente sbagliato persona.
Quando la folla accoglie festante a Gerusalemme, cosa dice? Hosanna al figlio di Davide
(espressione ebraica che significa salvaci o signore) quando Gesù entra a Gerusalemme su l’asinello si accorgono che non può trattarsi del bellicoso figlio di Davide, ma il mite, mansueto figlio di dio. A questo punto, non ne vogliono sapere e la stessa folla che aveva gridato hosanna, ora grida crocifiggilo.
LA MORTE DI GESÙ
Ogni volta che Gesù parla della sua morte, della sua fine, emerge che causa della fine non sarà il fatto che egli era il messia, e neanche che era il figlio di dio; tutte le volte la motivazione vera è perché lui si è detto il figlio dell’uomo. Le autorità religiose, quelle che dovevano far conoscere al popolo la volontà di dio, quando in Gesù tale volontà si manifesta la ritengono un crimine che va estirpato con la morte. Qual è la volontà di dio? Quella stessa del figlio dell’uomo e cioè che l’uomo abbia la condizione divina. Giovanni nel suo prologo lo dice in maniera molto chiara: “a quanti lo hanno accolto Gesù, ha dato la capacità di diventare figli di dio”. Dunque la volontà di dio è che ognuno di noi acquisti la condizione divina, e nella fusione con dio, ognuno di noi manifesti in sé la condizione divina. Proprio questo per l’istituzione religiosa è un crimine intollerabile. Perché se diventa vero che l’uomo ha condizione divina, non c’è più posto per il loro sacerdozio. Non solo sono divenuti inutili, sono anche ingombranti. Se è vero che l’uomo è in una condizione divina, se è vero che dio si è unito, si è fuso con l’uomo, ma non c’è più bisogno di quelle sacre istituzioni che servivano da mediazione tra dio e gli uomini. Fintantoché gli uomini non si potevano rivolgere direttamente a dio, avevano bisogno di un sacerdote; ora, invece, non c’è bisogno di sacerdoti perché l’uomo può rivolgersi direttamente a dio. Infatti Gesù dirà: quando
pregate, dite padre nostro. Non c’è bisogno di andare da un sacerdote.
NOTA per le persone nuove: un conto è sacerdote e un conto è dire prete. Il prete, nella realtà cristiana, è da non confondere con il sacerdote. Il sacerdote è il mediatore tra dio e gli uomini.
Con Gesù non c’è più bisogno di andare in un luogo particolare per offrire a dio perché, con Gesù, tutti possiamo accogliere un dio che continuamente si offre a me. Questo ragionamento per l’organizzazione religiosa è un delitto.
LA LIBERTÀ CHE TI CHIEDE GESÙ
Chi mi vuol venire dietro deve, potremmo tradurre, rinunciare alla propria reputazione, essere
considerato come me la feccia il rifiuto della società! Deve accettare il più profondo disprezzo.
Ma perché Gesù chiede questo? Perché quando uno arriva ad accettare questo, ha, cioè, accettato di perdere la reputazione, viene a trovarsi in uno spazio di grande libertà.
Vedete noi non ci comportiamo come veramente siamo per paura del parere degli altri: chi sa cosa pensano, se sanno veramente chi sono!
Noi non diciamo mai quello che veramente pensiamo perché siamo condizionati dall’opinione degli altri e perciò viviamo in una ovattata finzione.
Tante cause di attrito con le persone è perché noi non ci conosciamo: io presento una maschera bella, rispettabile; voi presentate una maschera bella rispettabile e il rapporto non è tra due realtà vere, ma tra due maschere, due finzioni. E le maschere (realtà solo virtuali!) non possono avere relazioni. Ecco il perché dei conflitti!
Allora Gesù dice: rinuncia alla tua maschera; sii te stesso: accetta per amore del vangelo di perdere la tua reputazione. Lo percepiamo tutti: questo è momento doloroso, è il momento del disprezzo, è il momento in cui proprio coloro che ti dovevano essere accanto ti sono contro ma… tu senti proprio allora… l’ebbrezza della libertà.
Immaginatevi, per la prima volta nella vostra esistenza, finalmente solo voi stessi, senza bisogno di fingere per paura che gli altri pensino male; senza dover più mentire nello stile di vita per paura del giudizio degli altri: è proprio l’ebbrezza della libertà.
Gesù vuole persone libere: soltanto dove c’è la libertà c’è lo spirito di dio. E questo, dice Gesù, è necessario per seguirlo. Seguire Gesù significa andare sempre nello spazio più profondo ed intenso della sfera di dio che come dicevamo all’inizio, non è separata dal mondo degli uomini ma gli è intima.
TRE MOSSE
venerdì 25 luglio 2008
COMUNICAZIONE
LOURDES
KARADZIC
giovedì 24 luglio 2008
VARIE
ARCIPELAGO
mercoledì 23 luglio 2008
SEDIA ELETTRICA AD UN EURO
SENSO
Ci impegniamo
per trovare un senso alla vita,
a questa vita, alla nostra vita,
una ragione che non sia una delle tante ragioni,
che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.
Ci impegniamo
a portare un destino eterno nel tempo,
a sentirci responsabili di tutto e di tutti,
ad avviarci, sia pure attraverso un lungo errare,
verso l'amore.
Ci impegniamo
non per riordinare il mondo,
non per rifarlo su misura, ma per amarlo;
per amare anche quello
che non possiamo accettare,
anche quello che non è amabile,
anche quello che pare rifiutarsi all'amore,
poiché dietro ogni volto e sotto ogni cuore c'è,
insieme ad una grande sete di amore,
il volto e il cuore dell'amore.
Ci impegniamo
perché noi crediamo all'amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perpetuamente.
Primo Mazzolari
TAVAROLI: UN ALTRO BUGIARDO
Di tanto in tanto compare qualcuno che si inventa una "pista" e poi ci si accorge che era un castello di carta.
Il quotidiano "Libero" ha avuto i suoi eroi. Ora è il turno di Tavaroli. C'è sempre il tentativo di incastrare Fassino, la cui onestà stupisce e spaventa troppa gente in questo mondo degli affari e degli intrighi.
Metti quattro notizie vere su mille false e così crei un caso
OLTRE E PIU' DI DIO
Sto parlando di Berlusconi per il quale è diventato impossibile essere sottoposto a processo.
Notate bene che così Berlusconi supera il Dio biblico che, nel libro di Giobbe, subisce un vero processo e un atto di accusa. Spesso
COSI' VA IL MONDO
- Dal 28 luglio all'11 agosto il papa sarà a Bressanone per un periodo di ferie. Mentre sono già stati sistemati i pannelli intorno al seminario per proteggere la privacy del pontefice, veniamo a sapere che si è speso oltre un milione di euro per i lavori di sistemazione delle piazze e del seminario. Anche gli Hotel si sono attivati varando il "pacchetto pontefice".
- Su l'ultimo numero de L'Espresso si trova un documentatissimo dossier su "Italia Armata". E' sorprendente scoprire che tredici milioni di cittadini possiedono legalmente pistole o fucili. I controlli sono scarsi mentre i trucchi per aggirare le leggi ci sono e funzionano. È l'altra faccia di un paese che ha paura e si difende da sé. Anche la vendita di armi in rete è in aumento. Si moltiplicano i poligoni di tiro privati, che ora sono aperti anche ai minorenni. Il Nord è la parte più armata. Resta la domanda: quanti detengono armi illegalmente?
BARBONI
I DOPATI DELLA DOMENICA
PREGHIERE
LA GIOIA CHE CAMBIA LA VITA
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Matteo 13, 44-52).
Sono relativamente poche le persone che, dentro la società e la chiesa, fanno della loro vita una "invenzione" continua, che cercano oltre, che sfidano con coraggio le regole sorrette solo dall'abitudine, dal tradizionalismo, dalle mode dettate dalla televisione, dai pregiudizi.
Per andare oltre i miti della bellezza, del narcisismo, della carriera, del successo e buttare la propria esistenza sui sentieri fragili, sovversivi e scomodi di una vita sobria e solidale, bisogna raccogliere la testimonianza di questo mercante che si mette decisamente in viaggio verso la perla preziosa.
Bisogna fare propria la testimonianza del contadino che, trovato il tesoro, butta via tutto e compra il campo in cui c'è il tesoro.
QUANTE COSE ...
Dio che hai soffiato nel cuore di Gesù, oggi Ti prego per la mia piccola vita e per quella delle spose che oggi celebrano davanti a Te il loro matrimonio.
Aiutaci a scoprire il tesoro nel campo per liberarci con gioia di tutto ciò che attarda o blocca il nostro cammino di amore e di solidarietà.
martedì 22 luglio 2008
VITE BEVUTE NEL NORD-EST
ALCUNI APPUNTAMENTI
SANTANCHE'FURENTE
CURZI, IL POTERE, IL CADREGHINO
MANDELA DEDICA I SUOI 90 ANNI AI POVERI
CONTRO IL KEBAB INIZIATIVA LEGHISTA
lunedì 21 luglio 2008
VOLGARITA' E ILARITA'
SOLIDARIETA'
L'INCOMPRESO
domenica 20 luglio 2008
UNA LETTERA CHE FA RIFLETTERE
Il fratello di Federica, con il suo pianto e le sue dichiarazioni, ne esprime tutta la forza. Così come tutti quei messaggi che viaggiano sui blog. La rabbia ha preso un nome, si chiama Victor. L'odio ha assunto un volto, quello di "El Gordo". E mentre le nostre forze più istintive si concentrano in quell'uruguaiano, nella nostra povera Italia avvengono altre tragedie, senza spargimento di sangue. Il nostro presidente del Consiglio si sta facendo una legge ad personam. Non ha ucciso nessuno, ma vuole il bene del Paese. Non ha violentato nessuna ragazzina, ma si proclama un convinto sostenitore delle leggi antiabortiste e filocattoliche. Sulla sua testa non ci sono rasature per confondersi tra la folla, ma ritocchi di chirurgia estetica per mantenersi quello di sempre. Nessuno può urlargli "bastardo", ma applaudirlo e ringraziarlo. E la rabbia sale, ma non può esprimersi così chiaramente come hanno fatto il fratello di Federica, i genitori e gli amici che gridano vendetta. "Crocifiggilo! Impalatelo!" E la rabbia sale e chiede di essere sfogata, altrimenti rimane dentro lo stomaco e produce un cancro.
Quanti motivi ci sarebbero per dare voce alla rabbia dentro di noi? Ma sarebbe facile concentrarla tutta in un individuo o in un etnia, attualmente quella rom.
Il gesto di Victor è più o meno grave di quel padre che uccide la propria figlia? Il gesto di Victor è più o meno grave di quel mafioso che alle spalle conta decine di omicidi? O di quel politico che lo appoggia? C'è un colpevole con la faccia da carnefice, e ve n'è un altro con la faccia d'angelo. Si può violentare uccidendo il corpo e si può violentare uccidendo l'anima che, di conseguenza, può distruggere anche il corpo.
E la rabbia che nutro nei confronti di Victor è la stessa che nutro per quei capi politici e religiosi che con il loro comportamento e le loro scelte uccidono silenziosamente, nell'anima, molte persone. E non possiamo né insultarli, né deriderli. Riceveremo le critiche e le accuse dei loro stretti collaboratori e di una massa acritica che ragiona solo con la pancia. Oltre il danno la beffa!
E la rabbia sale e purtroppo la sfogo nei piccoli gesti quotidiani, in famiglia e al lavoro. Così i reali colpevoli sono in salvo e gli innocenti ne subiscono le conseguenze. A parte le ultime ruote del carro, come Victor.
don Federico Bollettin