mercoledì 23 luglio 2008

I DOPATI DELLA DOMENICA

Dopo la vicenda del doping al Tour, Repubblica ha dato il via ad una serie di inchieste, rigorose e serie, sull'immenso popolo degli sportivi truccati. Risulta che mezzo milione di persone in Italia fa uso di sostanze dopanti per conquistare le gare amatoriali, per i muscoli in palestra, per non sentire la fatica nelle varie competizioni paesane. Si alimenta così un giro d'affari da due miliardi di euro l'anno. Nessuno se ne occupa; il fenomeno resta nascosto mentre flebo, ormoni e insulina costituiscono la farmacia nera del fai da te in continua espansione. Sempre secondo Repubblica del 22 luglio, l'industria parallela coinvolge medici, farmacisti e allenatori. Maurizio Crosetti così inizia la preziosa inchiesta ora citata:
"C'è chi rischia la vita per vincere la corsetta ciclistica amatoriale alla sagra del prosciutto, siringandosi da sè. C'è chi riduce i propri testicoli a noccioline rinsecchite pur di gonfiarsi i bicipiti di un altro paio di centimetri. C'è chi va incontro al cancro, alla leucemia, alla trombosi, all'impotenza pur di arrivare al traguardo della maratona di paese prima dell'amico rivale. Sono i pazzoidi del doping della domenica, in Italia almeno mezzo milione di sportivi truccati e senza controllo, vittime del mito della vittoria anche quando la vittoria non vale niente, solo l'orgoglio di arrivare davanti, o di specchiarsi e vedere muscoli lucidi e turgidi da culturista. Sono i "dopati fai da te", cioè il vero motore di un'industria parallela a quella della droga, nelle mani della criminalità organizzata, che fattura due miliardi di euro all'anno e che nel 2007 ha visto commerciare Epo per oltre 200 milioni.
Perchè quelli come Riccò sono soltanto la punta dell'iceberg. Sotto il fenomeno si rivela per quello che è: un commercio mondiale che coinvolge medici, farmacisti, allenatori e naturalmente atleti."
C'è di che pensare per restare con gli occhi aperti su questa società che "si uccide pur di far bella figura". Il problema non è solo e sempre lontano da noi.

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