lunedì 31 dicembre 2007

FAMILY DAY SPAGNOLO

Domenica 30 dicembre l'episcopato spagnolo pensava di concludere il 2007 con una massiccia mobilitazione contro il governo Zapatero... con tanto di messaggio del papa.

Ma gli organizzatori, come riferisce puntualmente El Pais, vista la scarsissima partecipazione di popolo, hanno tentato e diffuso la falsificazione delle cifre. Mentre El Pais riporta la cifra di 160.000 partecipanti in base ai più qualificati conteggi di aziende specializzate e neutrali, molti giornali si sono fidati delle notizie fornite dagli organizzatori.

La "truffa" è sottile, ma l'inganno è spesso. Un fatto è certo: l'episcopato spagnolo sta mobilitando tutta la chiesa cattolica in vista delle elezioni politiche della prossima primavera.

"Sparare" la cifra di 2 milioni di partecipanti, vuol dire proseguire con il consueto metodo della manipolazione, ma l'episcopato ha usato questa falsificazione per mettere in campo una buona partenza elettorale contro Zapatero.

E sapete chi c'era dall'Italia? C'erano Andrea Riccardi, presidente della comunità di Sant'Egidio, Carron di Comunione e liberazione e Chiara Lubich dei Focolarini, cioè i fedelissimi del Vaticano e della destra cattolica.

ATTENTI AL DIAVOLO

Oltre a Padre Amorth, anche il papa crede nel diavolo. Sembra una favola, invece è realtà. Più volte Benedetto XVI, anche da cardinale, affermò l’esistenza del diavolo.

Si può sorridere sconsolatamente. Dopo secoli di esegesi, siamo al fondamentalismo…

I linguaggi satanici e demoniaci della Bibbia, come sanno persino le pietre, sono funzionali alla evidenziazione della presenza massiccia e spaventosa del male in tutte le sue forme. Parlare oggi dell’esistenza del diavolo, significa rendere ridicola la fede.

Le “diavolerie” sono nostre; bisogna contrastarle, sono il “prodotto umano” di cause ben individuabili. È troppo comodo metterle sul conto del diavolo.

Confondere l’immaginario biblico con il messaggio è imprigionante. A questo proposito vorrei ricordare quanto sia importante lo studio delle Scritture, l’esegesi, l’ermeneutica biblica.

Quanto sia liberante entrare con consapevolezza nel mondo dei linguaggi e quanto sia oppressiva una “citazione” testuale della Bibbia che non tenga conto degli apporti dei metodi storici, critici e linguistici.

Non esiste nessun diavolo. Smettiamola di spaventare la gente. In genere sono le fobie sessuali e le paure personali che contribuiscono alla credenza nel diavolo.

UCCISA

La tragedia del Pakistan ha alle spalle una folle mano armata. Che si tratti di Al Qaeda o altri diventerà presto chiaro.

Ma gli USA devono riflettere: mettere al potere dei burattini scatena la violenza e la democrazia si allontana. E’ così in Medio Oriente e sarà così in Afghanistan.

Ora ne guadagnerà il dittatore che gli USA hanno imposto che sta già invocando l’unità nazionale, ma per il popolo è guerra civile.

La strada delle armi porta sempre alle stesse conclusioni.

ALLARME IN VATICANO

C’è una grande agitazione nel nostro mondo dei conservatori e dei restauratori delle reliquie…

Dopo che la seconda testa di Sant’Agata è andata in putrefazione, il sospiro di San Giuseppe diventa impercettibile, la penna dell’arcangelo Gabriele è in disfacimento, il latte della beata vergine Maria si è raggrumato, il dito di Sant’Ermenegildo si è frantumato, la pupilla di Santa Brigida si è polverizzata e la lingua di Sant’ Antonio ha perforato la teca, adesso nei “reliquari” circola una disperazione senza pari.

A Roma, infatti, si sta sbriciolando la “sacra culla” del bambin Gesù che è conservata nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Cardinali desolati, vescovi affannati, fedeli disperati. Roma gemente!

Capirete… ne va la fede. Adesso hanno messo in sicurezza il velo di Maria Vergine, i sandali di San Giuseppe, la pelle dell’asinello, lo sterco del bue, la paglia della grotta…ed altre preziose reliquie. E, per finire…l’avambraccio di Santa Genoveffa è diventata una salsiccia… Ne va, ne va la fede!

Non siete allarmati voi che leggete queste tragiche notizie! Capite: se ci mancasse la “sacra culla” del bambin Gesù, come faremo ancora a vivere, a credere? Questi sì... che sono i veri problemi della nuova evangelizzazione…. Senza la “sacra culla” avrà ancora senso leggere il Vangelo?

Ovviamente, sono domande inquietanti nei sacri palazzi vaticani… Tanto inquietanti che allontanano dagli altri problemi “secondari”, come la violenza, la fame, la guerra…..

UN BUON ESEMPIO NATALIZIO...

Il giorno dopo il Natale: “Una violenta baruffa è scoppiata nella Basilica della Natività a Betlemme tra preti greci ortodossi e armeni causata da rivalità sul controllo di una parte del sito sacro alle confessioni cristiane.

A quanto si è appreso la baruffa, che si è conclusa col ferimento di cinque preti e di due poliziotti, è scoppiata dopo che preti greci ortodossi, impegnati in lavori di pulizia postnatalizia nella basilica, sono stati assaliti da preti armeni che li hanno accusati di aver “sconfinato” nell’area a loro riservata.

Cominciata con urli e rimproveri la lite è degenerata a vie di fatto, con l’impiego di scope e sbarre di ferro fino a un pugilato vero e proprio tra preti, davanti a un pubblico esterrefatto di fedeli.

E’ stato necessario l’arrivo della polizia palestinese – due dei cui agenti sono stati contusi nel parapiglia assieme a cinque preti – per porre fine alla rissa. I preti malconci hanno dovuto essere curati nel vicino ospedale di Bet Jalla.

Ha contribuito a calmare gli animi anche l’intervento del sindaco Victor Batarse. Non è certo la prima volta, ha detto, che le pulizie postnatalizie nella basilica sono causa di baruffe tra preti. “Nei precedenti due anni tutto era filato liscio, quest’anno purtroppo non è stato così” ha poi osservato tirando un sospiro.

La basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme è un altro teatro, a volte, di aspre risse tra preti delle diverse confessioni cristiane che si accusano di sconfinare in aree della Chiesa a loro assegnate da un plurisecolare status quo” (L’Unità, 28 dicembre 2007).

La notizia, diffusa da tutti i quotidiani italiani e stranieri, ha allarmato il papa che ha diramato un comunicato per cardinali e arcivescovi: “D’ora in poi, visti i fattacci di Betlemme, siete pregati di partecipare alle nostre riunioni senza scope, mazze di ferro, bastoni pastorale e altri oggetti contundenti. Regolate i vostri conti fuori dallo spazio sacro. L’unico che potrà usare il bastone sono io”. Tutto per la nonviolenza… E’ sempre meglio prevenire...

sabato 29 dicembre 2007

INCREDIBILE, MA VERO

Un sano richiamo al testo e al messaggio biblico, in un momento in cui il nome di Dio viene usato e abusato nei palazzi del potere, viene non dai “pastori” della chiesa ma da un laico.

Eugenio Scalfari, in dialogo con la senatrice Binetti, ha scritto un pregevole articolo sul Repubblica del 27 dicembre.

Già il titolo, “Non nominate il nome di Dio invano”, anticipa un contenuto che saremmo aspettati da qualche credente. Ne raccomando la lettura.

SULLA SCHIENA DELL'ALTRO

Ospito nel mio blog questa bella pagina di monsignor Gianfranco Ravasi. Una volta tanto arriva qualcosa di buono dalla curia vaticana.


MATTUTINO - 21 Dicembre 2007

SULLA SCHIENA DELL'ALTRO

"Siedo sulla schiena di un uomo, soffocandolo, costringendolo a portarmi. E intanto cerco di convincere me e gli altri che sono pieno di compassione per lui e desidero di migliorare la sua sorte con ogni mezzo possibile. Tranne che scendendo dalla sua schiena".

Da uno scritto minore intitolato Che fare?, saggio che ebbe un suo successo, traggo questa immagine vivace e provocatoria.

A proporla è quel grande romanziere russo che è stato Tolstoj (1828-1910), noto anche per la sua sensibilità sociale: egli, al colmo della celebrità, aveva deciso di destinare i notevoli diritti d'autore delle sue opere ai contadini perché potessero acquistare gli ottocento ettari della tenuta di Jasnaja Poljana che in passato egli aveva ceduto ai suoi familiari.

Leggendo quelle sue righe, il pensiero va spontaneamente a tutte le forme di sfruttamento che l'umanità nella sua storia ha perpetrato. Dalla schiavitù fino al colonialismo e alle moderne prevaricazioni delle multinazionali e a certi esiti della stessa globalizzazione scorre un filo nero di sopraffazioni e di abusi.

Spesso questi crimini sono stati compiuti anche da chi aveva la bocca piena di parole che andavano nel senso opposto, come socialismo, solidarismo, fraternità, uguaglianza.

Ma, senza ricorrere a questi fenomeni storici generali, un po' tutti in qualche occasione della vita ci siamo seduti sulla schiena di un altro approfittando di lui.

Pur convinti della validità assoluta del messaggio cristiano sul rispetto della dignità della persona e del valore dell'amore, abbiamo curato il nostro interesse prevalendo sugli altri, forse anche ricorrendo all'ingenuità altrui, adottando la divisa della furbizia e della manipolazione.

Un esame di coscienza sulle nostre relazioni sociali diventa, quindi, sempre necessario per essere eventualmente pronti a scendere dalla schiena del prossimo.

Gianfranco Ravasi

AFFETTI PER LA BINETTI

Ogni volta che si vota
la Binetti e' piu' devota.
Alza a Dio una preghiera
che la rende ancor più fiera.

Al Senato c'e' un angolino
dove ha messo un lumicino.
E' lo spazio piu' sacrosanto.
Li' le appare lo spirito santo.

Se domani c'é una votazione
lei s'aspetta un'apparizione.
Come inizia la coroncina
giunge dal ciel una vocina.

Grande invidia ha destato
nel palazzo del Senato.
vota sempre la benedetta
come il Signore a lei detta.

O santa vergine Binetti,
hai superato la Pivetti.
Dell'impegno prendiamo atto,
con Ruini sei coppia di fatto.

"NE FACCIO A MENO"

Dopo l'osceno invito a "curarsi" rivolto agli omosessuali dai centri per le "terapie riparative", molti gay e lesbiche hanno espresso un chiaro: NE FACCIO A MENO.

Anna Paola Concia, su L'Unità del 27 dicembre, fa appello alla ragionevolezza: "Di una cosa siamo malati noi lesbiche e gay. Siamo malati di normalità. Perchè poter vivere vite normali, essere considerati normali, questo sì è il nostro grande e profondo desiderio. Questo chiediamo a tutti. Servono leggi, serve cultura. Serve tutto per compiere anche nel nostro Paese quella che sarebbe una vera rivoluzione: la normalità dell'omosessualità".

Bisogna forse curare questi "curatori" che hanno il cervello colonizzato dal pregiudizio e dal catechismo cattolico ufficiale.

SARKOZY, L'AMORE, LA POLITICA

La luna di miele con Carla Bruni ha segnato la fine della luna di miele con il suo stesso elettorato.

Il comportamento spavaldo del presidente francese, ostentamente spendaccione, è suonato scandaloso per la maggior parte dei francesi.

Il "presidente dei ricchi" ha gettato la maschera proprio quando la Francia è entrata in una fase di forti tensioni sociali.

Sembra il fratello minore di Berlusconi: tanta propaganda, grande declamazione, politica dei privilegi, odio degli stranieri...

Questo è il vero Sarkozy fuori dalla campagna elettorale. Ha ragioni da vendere Lodoli quando scrive che sostituire la ragione con le emozioni è una vera sciagura.

I grandi imbonitori vogliono dei fans anzichè dei cittadini

SANDRINO, ANNI 8. NATALE 1950

Don Sandro racconta un episodio della sua infanzia. Lo riporto nel mio blog perché è significativo.


Quando ero in terza elementare la mia maestra ci fece scrivere una lettera a Gesù per ricevere da lui un regalo a Natale ( e poi la diede di nascosto ai nostri genitori). Io e il mio compagno di banco scrivemmo di avere come regalo un cammioncino fantastico che abbiamo visto in un negozio.

Durante il mese di dicembre il mio compagno, figlio di un imprenditore, si comportò molto duramente in classe e la maestra gli disse che se faceva così Gesù non gli portava il regalo che aveva chiesto. Io invece cercai di comportarmi bene per ricevere il regalo.

Quando arrivò la notte di Natale io al mattino mi alzai, andai in cucina e, invece del cammioncino che avevo chiesto, trovai un cavallo a dondolo. Salii sul cavallo a dondolo, cominciai a dondolarmi agganciandomi alle sue orecchie. Mi resi conto che una era rotta.

Mi venne in mente che qualche settimana prima io ero andato da quel mio compagno e salito sul suo cavallo a dondolo gli strappai un' orecchia. Mi resi conto che quello era il cavallo a dondolo rotto che il mio amico aveva buttato via in pattumiera.

Andai allora subito a trovare il mio compagno. Arrivato in casa sua vidi che a lui Gesù aveva portato il cammioncino.

Tornai a casa mia, andai al presepio e presi in mano la statuetta del Gesù bambino e, gridando, dissi : “Perché non lo hai portato anche a me che sono stato più buono a scuola ?” E l'ho buttata per terra.

La mia mamma mi prese in braccio. Mi portò nella stanza da letto, nascosto dalle mie sorelline, e, piangendo, mi disse : “Sandrino ti confesso che i regali di Natale non li porta Gesù ma dobbiamo comprarli noi. E tu sai che noi non abbiamo soldi. Allora il tuo papà è andato a raccogliere quel cavallo a dondolo, lo ha pitturato e te lo regala a te”.

Allora io, piangendo anch’io, gli dissi : “Mamma perchè non me lo avete detto prima. Voi sapete che io non avrei mai chiesto a voi di spendere soldi per farmi un regalo. E a Gesù avrei chiesto qualcosa d'altro, non un regalo”. Andai a raccogliere la statuina di Gesù bambino e la rimisi nel presepio.

E cominciai a pensare fin dall'ora che quelli che nella loro vita hanno molte cose belle non le hanno perchè amati da Gesù che gliele regala.
Ma solo perchè sono ricchi. E ho sentito invece Gesù vicino a me e agli altri poveri del mondo.

giovedì 27 dicembre 2007

BLAIR CATTOLICO

Nessun problema per questo suo passaggio (non conversione!) da una chiesa all’altra.

L’arcivescovo di Canterbury gli ha augurato di fare un buon cammino spirituale dentro la chiesa cattolica. Cattolici erano già moglie e figli.

Io, invece, ho fatto un’altra riflessione. Si parla tanto del suo cammino di fede, ma resta il fatto che uno dei più brutali guerrafondai è stato proprio lui.

Questo è il problema: Blair, come primo ministro inglese, si è sempre dichiarato cristiano ed è sempre stato un uomo d’arme, un alleato schiavo del militarismo USA.

Non ha visto in questo suo comportamento nessuna contraddizione… Questa è la tragedia.

BESTEMMIE NATALIZIE

L’offensiva antimusulmani ha toccato dei punti estremi e io mi stupisco che la magistratura non intervenga a fermare questa barbarie.

Dalle ronde alle ordinanze razziste fino al sindaco-sceriffo si sta dispiegando, specialmente nel Nordest, una strategia precisa.

Dietro le crociate per un Europa Cristiana, quello in salsa padana è un cristianesimo immaginario, senza Cristo.

Qui la religione “cattolica” è usata come bandiera per nascondere la politica della difesa dei propri interessi e dei propri comodi.

Se magistratura e potere politico lasciano correre, commettono un errore gravissimo. Il razzismo va combattuto alle radici. Ed è già tardi.

Vedere i musulmani pregare in un parcheggio mentre noi abbiamo le chiese mezze vuote e ben riscaldate, potrebbe essere una delle nostre bestemmie natalizie.

Sarebbero questi musulmani il cancro che corrode la nostra Italia o il vero cancro non sta nel razzismo leghista e berlusconiano che disgrega il tessuto sociale?


Per oggi e per domani

Se saprò guardare
avanti e oltre me stesso
con fiducia in Te,
Dio della vita;
se saprò scommettere
sulla strada di Gesù
con il cuore di un fanciullo;
se saprò pregare
come un figlio si rivolge
a suo padre;
se saprò seminare
e poi affidare tutto alla terra,
allora ogni giorno scoprirò un tesoro
nel campo della mia piccola vita.

VENDITE: PALLARO

Anche il senatore Pallaro ha fatto un amaro regalo di Natale a Prodi dichiarando apertamente che è tempo che torni Berlusconi al governo.

Gli acquisti continuano… e Berlusconi, aiutato da Turigliatto e Dini, ha vissuto questi giorni natalizi alla grande, facendo acquisti… De Gregorio esulta e già sogna un ministero.

Resta lo sconcerto di questo mercato dove è tutto in vendita… quando mancano gli ideali e il senso dello stato.

L’EUROPA S’ALLARGA

Il 21 dicembre resterà nella storia come la data del “grande allargamento”. Ora l’Europa è lo spazio umano di 400.000 cittadini/e.

Cadono le frontiere e i paesi dell’Est registrano una crescita economica consistente. Ancora una volta si può constatare come i paesi dell’ ex impero sovietico non conoscono la miseria e la fame nella misura in cui queste realtà sono presenti nel Centro America, il “cortile di casa” degli USA.

Ma le contraddizioni restano vistose, enormi. L’Europa s’allarga, ma una comune politica europea non è ancora visibile.

L’allargamento, che ritengo un processo positivo ed irreversibile, porrà altri problemi, sia sul versante del dialogo con la Russia, sia sul quadro interno.

La libera circolazione pone problemi, ma evidenzia anche che ovunque crescono nuove povertà. E’ l’Europa solidale che stenta a farsi strada.

Su questo terreno politico, economico e culturale anche le chiese cristiane e le religioni possono contribuire, non stipulando nuovi concordati o cercando privilegi, ma diffondendo pratiche di solidarietà.

Se in Italia 500.000 minori sono sfruttati a livello lavorativo, allora sembra proprio che si globalizzi la povertà.

Non c’è un minuto da perdere nel controllo di questi fenomeni devastanti, incivili, fortemente regressivi.

VOGLIONO GUARIRE GLI OMOSESSUALI

L’iniziativa è stata intelligente ed audace. Un giornalista di “Liberazione” ha finto di essere gay e si è presentato per “farsi curare” presso un gruppo cattolico.

Sei mesi di percorso in cui ha scoperto il circuito italiano di “taumaturghi del sesso deviato”. Si tratta di “centri terapeutici” che seguono le teorie e le pratiche dello psicologo Joseph Nicolosi.

I “legionari di Cristo” e “l’Opus Dei” credono fermamente in queste teorie che in Italia vengono promosse dall’equipe del presidente degli psicologi e psichiatri cattolici Tonino Cantelmi, docente alla Pontificia Università Gregoriana.

Un buon confessore e uno psicologo o psichiatra doc alla Binetti… e diventa possibile “guarire”!!!

Il segretario nazionale dell’Arcigay Aurelio Mancuso protesta contro questa barbarie contraria a tutte le dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e interpella il ministero della Salute perché intervenga.

Per conoscere questa “terapia” e le sue inqualificabili pratiche raccomando la lettura del volume di Rigliano e Graglia “Gay e lesbiche in psicoterapia” (Cortina Editore).

La chiesa a livelli ufficiali promuove questa operazione repressiva. Incredibile, ma vero.

PASSATO REMOTO

Dunque... e' gia' andato:
questo natale e' passato.
del tutto ormai commerciale,
diventa ogni anno piu' banale.

Le chiese l'hanno neutralizzato
facendone un natale imbalsamato.
del potenziale sovversivo del messaggio
non e' rimasto nemmeno un assaggio.

Il vaticano e' tutto ben contento
e' riuscito appieno nel suo intento.
hanno gestito bene il bambinello,
cosi' pure il bue e l'asinello.

Generale e' stata la soddisfazione,
grande la gioia di tutta la corporazione.
soddisfatta anche l'associazione commercianti:
tra loro ormai van scelti i nuovi santi.

In verita' poco si parla ormai del nazareno.
alla chiesa sembra interessare sempre di meno.
Dai poveri ci si e' un po' tanto discostati:
"colpa dei tempi che son cambiati".

CONTRO IL COLESTEROLO NATALIZIO

Un po' di pace e di riposo;
dialogo con parenti, amici, amiche
e relazioni un po' allentate;
alcune buone camminate;
leggere, leggere, leggere;
poco papa e pochissima televisione;
qualche minuto al giorno di lettura biblica.
Consiglio vivamente Isaia 1 e Isaia 58:
sono due mazzate bibliche
da accogliere nei nostri cuori;
aiutano ad uscire dal nostro perbenismo.

mercoledì 26 dicembre 2007

GESU' CRESCEVA...

Commento alla lettura biblica - domenica 30 dicembre 2007

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima». C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui (Luca 2, 22-40).


Siamo di fronte ad un racconto leggendario costruito da Luca con precisi intenti teologici: per l'evangelista (che scrive almeno 80 anni dopo la nascita di Gesù e circa 50 dopo la sua morte) si tratta di "dimostrare" che Gesù era l'atteso di Israele, quello di cui i profeti avevano preannunciato la venuta.

In realtà Luca parla alla sua comunità in cui la tensione si era un po' affievolita e vuole riproporre questo spirito di "attesa" alla sua generazione di credenti.

Anna (= misericordia) e Simeone (=Dio ha ascoltato) diventano per Luca dei cristiani esemplari. Egli con il consueto processo di retroproiezione colloca già all'inizio della vita di Gesù, quel "riconoscimento" che avvenne solo molto più tardi.

Può darsi che Maria e Giuseppe, in ossequio alla legge del tempo, abbiano portato al tempio di Gerusalemme Gesù. In realtà non tutti erano rigorosamente tenuti a questo adempimento.


La presentazione al tempio, in ogni caso, è qui più un "episodio" simbolico che non un dato storico. Il racconto, inoltre, congiunge la "purificazione" di Maria a quella del bambino che non era contemplata da nessuna legge. Il libro del Levitico stabiliva per la donna dopo il parto uno stato di impurità della durata di quaranta giorni durante i quali erano limitati i suoi contatti comunitari e preclusa la sua partecipazione alle funzioni religiose.

L'evangelista qui, facendo un po' di confusione su rituali ebraici che non conosce bene, parla della "loro purificazione" coinvolgendo anche Giuseppe, ma la legge (scritta da uomini) non contempla nessuna impurità maschile.


Ovviamente Gesù, se fu portato al tempio, passò del tutto inosservato e nessuno si accorse dell'arrivo di questa famigliola di gente semplice. I poveri, quando nascono e quando muoiono, non hanno attorno alla culla o alla cassa da morto tanta ressa.

L'intento di Luca è teologico: ecco è arrivato il messia, luce per le nazioni e gloria per Israele e i giusti lo riconoscono. Le attese sono realizzate.


Lo si riconosce lentamente

La realtà del nostro incontro con Gesù, della "scoperta" del suo messaggio radicale e sovversivo, l'accoglienza reale del suo invito a "cambiare vita" avviene molto lentamente in ciascuno di noi.

Ma le figure di Simeone e Anna, anche se "creazioni" dell'evangelista Luca, sono davvero molto significative. Esse rappresentano l'apertura del cuore al dono di Dio, lo sguardo rivolto al futuro, due esistenze piene di fiducia.


In questo Simeone ed Anna parlano ai nostri cuori e la loro testimonianza risulta davvero efficace; solo chi si radica nella fiducia in Dio, solo chi si affida alle "promesse" della Parola di Dio sa vedere cieli e sentieri di salvezza nel presente e nel futuro.

La loro vita ha saputo attendere, guardare lontano, dice Luca alla sua comunità che qualche volta perde i colpi e si scoraggia quando non si vedono i frutti dell'impegno profuso.


E' un messaggio che va diritto al nostro cuore, alla nostra esistenza quotidiana. Simeone ed Anna sono persone vibranti di passione, di amore; sono l'opposto del credente abitudinario, stretto tra routine e progressivo raffreddamento.

Direi che oggi questo mantenere il nostro cuore caldamente e saldamente ancorato al sogno di Dio è la sfida centrale per ciascuno/a di noi proprio mentre le vecchie logiche del potere si impongono nel mondo e nella chiesa.


E' inevitabile che, sulla strada di Gesù, qualche "spada trapassi la nostra anima", come annuncia Simeone a Maria. Non certo perchè a noi piaccia cacciarci nelle sofferenze o cercarci dei guai, ma perchè il sentiero di Gesù trova opposizioni e crea scompiglio e inquietudine sia in chi lo contrasta che in chi cerca di percorrerlo.

Anche lui cresceva

E' bello pensare al nostro "fratello Gesù", come scrivono tanti studiosi ebrei, che ha percorso l'ineludibile sentiero della crescita. Anche Gesù, come ognuno/a di noi (pur avendo ricevuto da Dio una missione che scoprirà molto lentamente...) ha dovuto ascoltare ed imparare il messaggio delle Scritture, cercare la volontà di Dio, scegliere tra amore ed egoismo, affrontare le incertezze, affrontare le difficoltà.

Questo fatto conferisce fiducia alla nostra vita quotidiana. Più che interrogarci e torturarci sui risultati e sui traguardi raggiunti, è stimolante percorrere sentieri di crescita, in cammino come Gesù, sapendo che l'amore di Dio è su di noi, ci accompagna. Crescere vuol dire cambiare, aprirci, credere nella vita, affidarci a quel Dio che ci accompagna.


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Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finchè non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre e nella notte fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: dall’Egitto ho chiamato il mio figlio. [...] Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse:”Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nel paese di Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino”. Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese di Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nàzareth, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: “Sarà chiamato Nazareno” (Matteo 2, 13-15.19-23).



Sognatori e sognatrici


Ecco un altro sogno…La Bibbia, nei due Testamenti, è piena di uomini e donne che sognano.I sogni, nel linguaggio biblico, sono momenti ed esperienze in cui si viene raggiunti da un messaggio.

Quando nel sogno compare la figura angelica, ciò sta ad indicare che si tratta di un messaggio che viene da Dio. Noi siamo poco abituati a questi linguaggi poetici, ma in grandi capolavori letterari dell’antichità sono popolati da sognatori e sognatrici.


Nel clima di sbigottimento e di incertezza in cui, secondo questo passo del Vangelo di Matteo, si muove Giuseppe, il sogno enuncia e annuncia una speranza: Dio non ci lascia mai senza qualche segno, qualche messaggio, qualche stimolo, qualche invito.

Spesso i segnali che Dio ci fa giungere non ci arrivano attraverso canali straordinari. Il “linguaggio” di Dio spesso è fatto di “cose”, di fatti e di incontri assai comuni. Chi va in cerca di segni miracolosi forse si mette sulla strada sbagliata.


Nei solchi del quotidiano

Nella mia vita non ho avuto nessuna visione, nessun angelo mi ha parlato e nessuna stella mi ha guidato. Ho forse potuto cogliere qualche traccia, qualche segnale della volontà di Dio nella assidua e rigorosa lettura della Bibbia e ancora di più nel dialogo con le persone più appiedate, più emarginate.

E’ stato l’ascolto delle persone, il tentativo di condividere gioie, lotte e speranze, la ricerca di uno stile di vita sobrio, il luogo, lo spazio umano in cui ho trovato i segni di Dio.


Vorrei tutta la vita rimanere attento, in ascolto dei “segnali” per collocare la mia esistenza dalla parte delle donne oppresse, dei teologi sconfessati, dei separati e divorziati privati dei sacramenti, dei gay e delle lesbiche, di chi lotta per avere il diritto ad una terra, ad un lavoro, ad una casa.

Per me nel 1963, giovanissimo prete, sono stati i primi venti ragazzi omosessuali che ho incontrato nel ministero ad aprirmi gli occhi. Sapevo a malapena che esistessero gli omosessuali e le lesbiche.

Ero anch’io stato formato e forgiato da una cultura del pregiudizio, dell’esclusione, della pelosa compassione. Fu un ascolto lungo, perplesso, difficile e umile che toccò il mio cuore e guarì il mio sguardo.


Ringrazio Dio per quegli incontri dai quali nacquero in larga misura le mie “disgrazie istituzionali” e i miei primi tentativi di uscire dalle prigioni dogmatiche. Da quel tempo, grato a Dio e non meno a quei ragazzi che perdonarono la mia ignoranza e la mia lentezza nel capire, decisi che avrei cercato di fare qualcosa contro il pregiudizio della mia chiesa gerarchica e qualcosa in compagnia di tanti fratelli e sorelle offesi nella loro dignità.

Ho raccontato questo mio personale itinerario non perché esso sia particolarmente significato o esemplare, ma perché in esso ho visto che è l’ascolto reciproco e quotidiano che cambia in profondità la nostra vita. Il sogno, in questo stupendo racconto biblico, ha sconvolto la vita di Giuseppe che è stato così invitato a guardare con fiducia oltre i suoi schemi mentali.

“Alzati”, “alzatosi”, “alzati”, “alzatosi”

Se leggete attentamente il testo, vi accorgete che per ben quattro volte ricorre il verbo alzarsi, levarsi. Due volte è all’imperativo e due volte indica l’azione con cui Giuseppe si mette in viaggio.

Qui Giuseppe, il giovane sposo di Maria e papà di Gesù, sa accogliere il messaggio con disponibilità e agisce con decisione. Si muove, vince gli indugi, affronta le sue responsabilità.

Che cosa può voler dire per noi? Forse il significato non è così criptico, difficile, segreto. Se da Dio, attraverso i fratelli e le sorelle o attraverso i fatti quotidiani e le nostre vicende personali, ci arriva l’invito a metterci in viaggio, a prendere le responsabilità per un mondo più giusto, allora “alziamoci”, cioè non giriamo la testa da un’altra parte.

E non diciamoci che oggi manchino segni, voci, inviti che sollecitino la nostra piccola azione quotidiana. Forse il punto decisivo per ciascuno di noi sta nell’accoglierli e nel “levarsi”, nell’assumere la gioia e la fatica del viaggio.

O Dio di Gesù,
aiutami a vedere i segni
che mi invitano ad alzarmi dai miei torpori
e aiutami a non abbandonare
il Tuo sogno di un mondo altro,
dove il pane, la casa, il lavoro, l’acqua,
l’amore siano più importanti del mercato,
dove condividere sia più bello che accumulare.
Questo “alzati” sia una indicazione per il 2008 che stiamo per iniziare.
Un anno da vivere “in piedi”,
non rinchiusi nelle nostre nicchie o ripiegati su noi stessi a leccarci le ferite.
Un anno da vivere attenti ai segni del Cielo
che in genere ci vengono dalla terra.
Un anno, mio Dio, tutto da vivere
senza “adorare” le abitudini e i luoghi comuni,
senza perdere la fiducia in Te e nelle persone con cui camminiamo.

martedì 25 dicembre 2007

A TE E CON TE

Amico, amica
non ho parole d'augurio
se non queste:
continuiamo a cercare,
a pregare, a sperare, a lottare,
a praticare sentieri umili
di solidarieta'.
Mettiamo il cuore
in cio' che facciamo.
E' bello sapere
che Dio ci accompagna
anche quando non ce ne accorgiamo
ben oltre e aldila' del natale.

SORPRESE NATALIZIE

Insomma, c’è da essere piuttosto…tramortiti in questo Natale che ci riserva alcune sorprese non proprio al cioccolato.

Non parlo di Turigliatto che è "passato con Forza Italia": lo avevamo capito da un pezzo. Non è una novità (ma chi lo ha votato?).

Non parlo nemmeno delle politiche di esclusione che Milano e altri sindaci leghisti organizzano contro i bimbi stranieri (non devono essere figli di clandestini e non devono superare il 30% del totale): esse sono la “normale” prosecuzione di una autentica “caccia allo stranero”.

Non parlo della “compra-vendita” dei senatori che, nonostante tutto, prosegue sotto banco. Dini e soci lo dimostrano.

Parlo dell’alleanza strategica dal Vaticano e Presidente della Repubblica Francese. Marco Politi scrive su Repubblica di venerdì 21 dicembre:

“Sarkò ribattezza la Francia. Dai tempi di Clodoveo nessun leader francese è arrivato in Vaticano con tanto entusiasmo per Santa Romana Chiesa. Il neo-presidente porta in omaggio al pontefice una cattolicità ostentata, l’esaltazione delle radici cristiane della Francia: sono cattolico di tradizione e di cuore… Con Ratzinger c’è pieno accordo nel definire un crimine l’oblio dell’eredità cristiana del Continente”.

In San Giovanni Laterano, accanto al cardinale Ruini, viene insediato nella carica di “primo canonico” della basilica e pronuncia un discorso talmente ratzingeriano che i numerosi prelati presenti si spellano le mani negli applausi.

Dunque Sarkò è “canonico della cattedrale”! Lo vedete voi con l’ermellino andare a recitare il breviario… accompagnato da Carla Bruni? Per lui si può fare un eccezione… e si può chiudere più di un occhio.

Intanto è già stata programmata la visita del papa in Francia per dire ancora una volta che la morale laica è giunta all’esaurimento. Il papa questa volta potrà citare un canonico della cattedrale di San Giovanni in Laterano.

Come non osservare che il Vaticano pur di fare alleanze e garantirsi potere, venderebbe Gesù Cristo?

Nei prossimi giorni ascolteremo il discorso natalizio in cui il papa parlerà della famiglia, dei poveri, della pace con quella consueta cantilena soporifera che conosciamo dall’infanzia.

Evidentemente con Sarkò sulla famiglia cristiana ha glissato un po’.

PRIGIONIERI DELLA TRADIZIONE

Per fortuna non più tutti a Natale si accontentano di leggere il mito come un fatto di cronaca.

Mentre i bollettini parrocchiali, il catechismo ufficiale, le predicazioni papali e parrocchiali, Enzo Bianchi su Repubblica del 21 dicembre, Avvenire e infiniti altri giornali ci raccontano del bambino nato a Betlemme con tutto il seguito di angeli e di pastori, compaiono molti studi storici e biblici che ci insegnano a guardare, oltre il mito, alla storia del nazareno.

In questo senso fa piacere che Il Venerdì di Repubblica (21/12/2007) dica esplicitamente che:

E’ più probabile che Gesù sia nato a Nazaret. Il luogo di residenza di Maria e Giuseppe è Nazaret. I principali fatti della vita di Gesù si svolgono in quell’area. E’ presumibile che il Gesù storico sia nato lì. Ma la città non godeva di buona fama … Luca vede la difficoltà, così costruisce la storia del censimento, stabilendo la discendenza di Gesù dalla stirpe di Davide (che era di Betlemme). Ma non ci fu alcun censimento in quel periodo. La menzione di Betlemme nel Nuovo Testamento è fatta da due evangelisti, Luca e Matteo, che intendevano stabilire la messianicità di Gesù fin dalla nascita…” (Remo Cacitti, docente di storia del cristianesimo antico alla Statale di Milano e autore del libro “Dal Gesù storico al cristianesimo imperiale”).

Si ha la netta percezione che queste ovvietà, ormai presenti da un secolo su tutte le ricerche bibliche in tutte le lingue, non entrino nella predicazione.

E così un bellissimo mito, pieno di significato, viene narrato come una cronaca. Così il mito viene banalizzato.

C’è una ragione dietro a questa operazione: solo una lettura fondamentalista del mito permette alle gerarchie di salvare i dogmi la cui costruzione cadrebbe sotto i colpi della lettura storico-critica dei testi.

Però qualcosa muove. In questi giorni è ricomparso in libreria il volume di Francesco Saba Sardi (Il Natale ha 5000 anni, Bevivino Editore, pagg. 720, € 28,00), che evidenzia come “il mito natalizio” è già presente in altre culture e religioni precedenti quella cristiana.

La “colpa” non è del mito, ma di chi lo legge male... E’ il Gesù storico che parla alla nostra fede.

IL CRISTIANESIMO NASCE NEL SECONDO SECOLO

“Negli anni precedenti la seconda metà del secondo secolo, è difficile parlare di cristianesimo in quanto religione organizzata e accettata, se non propriamente riconosciuta.

Prima di questo periodo, il cristianesimo era sia nel giudaismo, sia fuori dal giudaismo, senza però costituire una religione svincolata dalle sue radici giudaiche.

Verso la metà del secondo secolo, il cristianesimo iniziò ad acquisire una relativa autonomia rispetto al giudaismo, senza però mai rompere del tutto i ponti: questa corrente religiosa non ha una vera data di nascita, perché la sua edificazione è durata più di un secolo…; un divorzio che non sarebbe mai stato pronunciato, nonostante le reciproche scomuniche.

Nel corso del secondo secolo, ebbe luogo l’emarginazione delle comunità cristiane di origine giudaica (il giudeo-cristianesimo): furono queste ultime a costituire, progressivamente la “Grande Chiesa”…

Il cristianesimo della “Grande Chiesa” era andato costituendosi durante il secondo e terzo secolo attraverso l’elaborazione di concetti nuovi, come quello di eresia e di dogma.

Ed ebbe modo di costituirsi a spese di un folto gruppo di tendenze relegate nell’ombra della marginalità…”
(Storia del cristianesimo, Mondadori 2007, pag 21).

Queste riflessioni del professore Simon C. Mimouni (Direttore di studi a Parigi, all’École pratique des hautes études, dipartimento di scienze religiose) entrano nel merito della storia delle origini dei vari cristianesimi.

Dentro un volume assai diseguale, le pagine del grande studioso francese, qualora fossero accolte nel lavoro esegetico ed omiletico-pastorale delle chiese cristiane, ci aprirebbero ad una rilettura storica straordinariamente ricca e ad un riflessione teologica davvero innovativa.

La progressiva separazione dall’ebraismo-giudaismo ha segnato una svolta profonda nel senso che, solo dopo tale rottura, è stato possibile costruire una dogmatica cristologica e trinitaria.

Solo un contatto vivo con la storia ci permette di leggere correttamente queste formulazioni e di approssimarci all’esperienza delle origini.

IL CANONICO SARKO’

Le regole e i principi valgono, ma il potere conta molto di più. Se avete seguito l’accoglienza che il papa e la chiesa cattolica romana hanno accordato al presidente francese, vi siete certamente poste alcune domande.

Forse lo hanno fatto canonico onorario perché ha lasciato la “quindicesima” moglie e si è professato cattolico…?

Lui non va contro i principi… come Welbi, gli omosessuali, i transessuali, separati/e e divorziati. E’ un uomo e un Presidente “secondo natura”.

Forse lo hanno voluto premiare per la sua politica xenofoba? Forse, siccome Sarkò è in caduta libera di consensi, gli serviva una “benedizione papale”?

Forse sotto sotto c’ è uno scambio di favori? Il Vaticano non fa nulla per niente. Non è un’associazione di volontariato. Gatta ci cova…

UNA TELEFONATA FRA AMICI

A volte una telefonata svela un mondo. Quella tra Berlusconi e Saccà, venuta alla luce, pochi giorni fa, resta una documento terrificante del livello di corruzione di queste due persone.

Non c’è bisogno di commento. Anche loro, come Speciale, sarebbero quei “perseguitati”…!

Eppure Franco Turigliatto, Fernando Rossi, Lamberto Dini e Manzione, questi senatori che ormai sono passati dall’altra parte, di fatto lavorano per il ritorno del “Silvio nazionale al governo”.

QUANDO LE ISTITUZIONI....

Quando le istituzioni fanno cose serie, a volte i cittadini entrano in gioco e partecipano.

Il Comune di Pinerolo ha organizzato sabato 22 dicembre una "festa-ricordo-impegno" per i 60 anni della Costituzione della Repubblica Italiana.

Dopo il saluto del sindaco Paolo Covato e del presidente del Consiglio Comunale Alberto Barbero, il senatore Elvio Fassone ha illustrato, con singolare competenza ed altrettanta passione, lo spirito e il metodo con cui si è arrivati alla carta costituzionale.

Poche volte si è vista in città una partecipazione così numerosa e qualificata, segno che la politica non è morta e spesso riesce ad essere vicina alla gente.

Ci vogliono persone serie e discorsi seri. Qui è successo e può succedere in tanti luoghi.

domenica 23 dicembre 2007

LA COSTITUZIONE

A Pinerolo, sabato 22 dicembre alle ore 15.00 nei locali dell'Aditorium "Baralis" di via Marro, avrà luogo un incontro molto significativo per ricordare i 60 anni della Costituzione della Repubblica Italiana.

Avremo la fortuna di essere introdotti in questa "memoria" e in questa rivisitazione storica dal senatore Elvio Fassone, insigne studioso della carta costituzionale.

RUGHE

L'diozia è senza limiti. Per sbarrare la strada ad una donna come Hillary Clinton alla prossima elezione presidenziale USA, la destra americana ha diffuso una fotografia che la ritrae stanca e con un volto segnato dalle rughe.

La destra ha già montato la sua propaganda condita di ideologie antifemministe: "Un uomo anziano appare decisivo, autorevole, serio mentre una donna anziana è soltanto una vecchia".

Pensieri da pattumiera.... però questo è il clima culturale USA di questi anni, il "grande paese democratico" che dà lezioni a tutto il mondo.....

Non si tratta solo di cervelli in avaria: dietro questi messaggi c'è una politica, quella che difende gli interessi delle corporazioni più forti

DISTRAZIONI PERICOLOSE

In queste settimane non è facile mantenere la concentrazione sull’essenziale: troppe vetrine e strade illuminate rischiano di renderci tutti un po’ ciechi, almeno un po’ di più del solito.

I giornali sono pieni di commenti e di chiacchiere sul presidente francese e la sua nuova fiamma. Gli amori di Sarkò e Carla sembrano vicende internazionali…! Così pure si scrivono pagine e pagine sugli amori infranti dei VIP.

Intanto vengono fuori le alleanze tra destra e il “soldato sleale”, tra Speciale e Forza Italia, i segreti e meno segreti intrecci di poteri che “lavorano” contro lo Stato, a spese dei cittadini.

E mentre siamo distratti dalle nenie natalizie e dai romanzetti d’amore, al comune di Roma non passa la proposta del registro delle unioni di fatto.

Il vaticano, attraverso quel vescovo ultratradizionalista che è monsignor Elio Sgreccia, si rallegra e ancora una volta propone di “curare” gli omosessuali: “Chi ha particolari tendenze sessuali, come gli omosessuali, non va discriminato, ma aiutato con interventi di tipo psicologico e con terapie adeguate”. Una canzone già sentita!!!

Quando il vaticano si rallegra, su questo terreno dei diritti civili… è tornata la notte e… le stelle sono poche. Non resta che attrezzarci per una lotta lunga, non violenta, civile, anche fuori dai palazzi.

E mentre noi siamo un po’ distratti, scopriamo che l’8% degli italiani ha comprato un’arma per difendersi e un altro 4% sta ragionando sul suo eventuale acquisto.

E’ meglio tenere gli occhi aperti per capire che cosa sta capitando. Si semina paura e si raccoglie aggressività. Chi compra un’arma… forse domani la userà.

UNA BRUTTA NOTIZIA

Miriam Mafai su Repubblica di martedì 18 dicembre è intervenuta a commento della vicenda romana che ha negato il registro delle coppie di fatto. Riporto alcune righe del suo intervento che ritengo rigoroso e realista.

“Dall’esito del voto in Campidoglio esce confermata, in modi di cui è difficile prevedere le conseguenze, la rottura dell’unità del Partito Democratico quando siano in discussione problemi che le gerarchie cattoliche ritengono “non negoziabili”, quei problemi che vengono generalmente definiti “eticamente sensibili”, ma che sarebbe più corretto definire con il termine di “diritti civili”.

Di qui, dice il risultato di ieri in Campidoglio, non si passa. I cattolici presenti in politica sono bruscamente richiamati all’obbedienza.

Ma il Partito Democratico nasceva nell’intenzione di chi lo aveva fortemente voluto, sulla scommessa della possibile unità tra le culture laiche presenti nelle fila dei Democratici di Sinistra e della Margherita.

Uno sforzo di mediazione doveva essere possibile, evitando l‘irrigidirsi delle rispettive posizioni. La proposta dei Dico, elaborata insieme dalle ministre Pollastrini e Bindi andava esattamente in questa direzione. Ma è stata nei fatti prima ridimensionata e poi respinta.

Una vittoria, senza dubbio, per le gerarchie cattoliche. Una sconfitta per chi aveva scommesso su una possibile convergenza e unità dei due diversi riformismi.

Una sconfitta, per finire, per Walter Veltroni che di questo nuovo Partito Democratico è stato eletto segretario. No, eravamo più laici quarant’anni fa, quando il nostro Parlamento ha approvato, nell’oramai lontanissimo 1970 la legge sul divorzio.”

Non siamo altro che una provincia vaticana e dobbiamo rassegnarci a questa sorte? No e poi no. Chiediamo laicità e non operazioni sottobanco.

I guru nascosti in chiesa

Ricevo da una persona che mi chiede di pubblicare sul mio blog un interessante articolo. Ecco di seguito la sua lettera e l'articolo.

Caro Franco,
sono un' assidua lettrice del suo blog e ho avuto il piacere di conoscerla personalmente alla recente conferenza di A. Potente. Le chiedo una cortesia che penso sia in linea con il tipo di spiritualità che le comunità di base propongono (autonoma e consapevole).

Si tratta di pubblicare il documento che allego. E' un articolo uscito il 10 dicembre sulla Stampa di Torino che , a mio parere dovrebbe continuare a girare per arrivare ad informare quante più persone possibile.

So per esperienza personale che i guru cattolici esistono e che spesso la loro opera piò essere assimilata alla manipolazione mentale e al plagio. L'istituzione spesso tace e lascia fare per ovvi interessi.

Spero molto che possa accogliere la mia richiesta, che preferirei rimanesse anonima, e la saluto cordialmente.
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I guru nascosti in chiesa

di: Filippo Di Giacomo e Giacomo Galeazzi
da: La Stampa, 10 dicembre 2007

Frequentate un movimento, una «comunità», oppure un «cammino spirituale» con il qualificativo «cattolico»? Allora, attenzione. Vi propongono pratiche liturgiche e devozionali ripetitive e superstiziose come esorcismi e «benedizioni di guarigione»? Vi chiedono obbedienza al «fondatore»? Vi invitano al digiuno e ad altre pratiche penitenziali?

Vi sottopongono, anche grazie all'utilizzo della confessione, a un po' di terrorismo psicologico, quel tanto che basta a farvi venire qualche senso di colpa? Vi inculcano strane teorie classiste e una buona dose di pregiudizi e maldicenze su coloro che non la pensano come il capo movimento? Vi chiedono piccoli sacrifici, soprattutto di ordine economico?

Non ci sono dubbi: siete incappati in una setta.

Giovanni Pannunzio, coordinatore nazionale di Telefono Antiplagio: «Mi chiedo cosa ci sia di cattolico e di cristiano in tutto ciò. Praticamente queste congreghe vengono a demolire quello che i nostri padri ci hanno insegnato ed abbiamo imparato ad amare.

I Ricostruttori nella preghiera, per esempio, potrebbero essere tranquillamente chiamati "distruttori"». Insieme alla Comunità degli angeli custodi, quella dei Ricostruttori, fondata a Torino dal gesuita Gian Vittorio Cappelletto e presente in tutta Italia con ambulatori ayurvedici, casali per training ed un clero "incardinato" di sacerdoti provenienti da decine di diocesi, è la "comunità cattolica" più sospetta d'Italia.

Con degli addentellati giudiziari cha hanno portato uno dei suoi adepti don Pierangelo Bertagna, ad essere sospettato di trentotto casi di pedofilia ed arrestato mentre era pastoralmente impegnato a Farneta, in Valdichiana. Sui giornali dell'aprile 2006, all'epoca dei fatti, il commento agghiacciante del successore di don Bertagna a Farneta, don Lorenzo Spezia, anche lui "ricostruttore": «un incidente».

Ad aprile di quest'anno, anche il fondatore, padre Cappelletto, è finito sui giornali come presunto autore delle lettere anonime con le quali si indicava alla famiglia di Francesco e Salvatore Pappalardo, i due bambini scomparsi a Gravina, il luogo della sepoltura dei piccoli.

Anna Maria Giannini, ordinario alla Sapienza e psicologa del telefono verde cattolico contro le pressioni psicologiche: «Sono i gruppi "borderline", con intenti manipolatori verso persone suggestionabili. Alcuni gruppi non sono immuni neppure dal controllo sulla vita intima dei loro affiliati. Un controllo finalizzato a mantenere la coerenza della condotta del singolo al gruppo di appartenenza».

Il boom dei movimenti ecclesiali è ormai sfuggito di mano all'autorità ecclesiastica che, in realtà, non riesce nemmeno a conoscerne il numero. Negli ultimi venti anni, ovunque sono spuntati gruppi fondati da personalità, spesso chierici, che hanno forte presa sulle comunità locali, vescovo compreso. Nei loro statuti, affermano di fare riferimento alla dottrina cattolica ed alla guida del vescovo, in realtà dipendono dalla volontà del rispettivo fondatore e dirigente supremo.

Dino Potenza, presidente di Tutor, la onlus di volontariato anti-plagio dell'associazione cattolica "Libera": «La manipolazione mentale si spinge fin dentro la famiglia. Si innesca un meccanismo errato tra il leader del gruppo e l'adepto, tra il sacerdote ed il fedele».

Fondamentale come mezzo di controllo è la confessione, travisata rispetto al suo significato di sacramento. Dalle segnalazioni ricevute, è stato accertato che la confessione può essere un modo per acquisire informazioni riservate poi usate come strumento di ricatto su persone che hanno commesso errori o hanno vissuto episodi particolari.

Il terreno di coltura di questa incontrollata fioritura sono soprattutto i gruppi di preghiera devozionali, il movimento pentecostale, lo spiritualismo settario, forme di neognosticismo, movimenti intimisti e «new age» creati da sacerdoti-santoni e guaritori. Sono infatti realtà, basate sul concetto di «guarigione psicologiche» che nascono e proliferano selvaggiamente ai margini di ogni discernimento della Chiesa.

Questa, in realtà, con il Pontificio Consiglio dei Laici tenta di vigilare su questo sterminato arcipelago, soprattutto per impedire la manipolazione delle coscienze ricorrendo all'alibi di garantire la guarigione spirituale con metodi psicologizzanti. Ma molte associazioni, come ha dimostrato il recente caso della Comunità Incontro di don Gelmini, aggirano agevolmente ogni pericolo di controllo evitando di richiedere il riconoscimento canonico e appoggiandosi solo sul riconoscimento civile.

Altre eludono ogni sguardo inquisitorio limitando la propria azione nella località dove sono sorte. Ma anche in questo caso, durante la visita ad limina, i vescovi ammettono di non sapere quasi nulla delle associazioni e dei gruppi sorti nel loro territorio.

Don Aldo Bonaiuto, responsabile della taskforce anti-sette della comunità Giovanni XXIII: «Per definizione il cattolicesimo dovrebbe essere quanto di più universale e aperto a tutti, invece in realtà questi gruppi si autoghettizzano per meglio imporsi, anche contro i legittimi pastori, come gli esclusivi depositari della vera fede».

Se l'autorità ecclesiastica è costretta ad alzare le mani, cosa può fare quella civile? Giovanni Pannunzio: «Il legislatore, dopo l'abolizione del reato di plagio, 26 anni fa, si è totalmente disinteressato al problema, e l'Italia è diventata una jungla, una riserva di caccia dei santoni. Forse la questione tornerà alla ribalta quando a subire il danno sarà il parente di qualche parlamentare o ministro».

O forse quando, grazie alla Guardia di Finanza, si dimostrerà che nel nostro Paese, non tutto quello che viene chiesto in nome della Chiesa rientra negli interessi della Chiesa. Il boom dei movimenti, avverte il sociologo Sabino Acquaviva, è tanto una grande risorsa quanto un pericolo mortale: «Sono un segno epocale di vitalità della Chiesa, che però rischia di essere travolta dalle dinamiche centrifughe e dalla crescita incontrollata dei santoni cattolici».

E intanto i «Ricostruttori nella preghiera» aprono 50 sedi in Italia con la sola approvazione del vescovo di La Spezia.

La tragica storia di Loredana

Aveva 16 anni. Per "recuperarla" il Tribunale dei minori di Catania l'aveva assegnata a un centro di accoglienza dove ha dovuto vivere tre mesi con 35 ragazzi nordafricani
Trans suicida in una comunità. La tragica storia di Loredana

di FRANCESCO VIVIANO
da: Repubblica, 18 dicembre 2007

All'anagrafe si chiamava Paolo, 16 anni, sesso maschile, nata a Catania, ma lei si sentiva donna, si vestiva da donna, si truccava e si faceva chiamare Loredana. Alcuni anni fa aveva subito maltrattamenti dal padre, faceva una vita sregolata, dormiva di giorno e viveva di notte. La madre non riusciva a sostenerla, con il padre, dopo le violenze subite, non aveva rapporti, era intervenuto il Tribunale dei Minori di Catania.

Sette giorni fa Loredana si è impiccata con il suo foulard preferito dentro la stanzetta della "Comunità Alice", a Marina di Palma di Montechiaro (Agrigento) dove era ospite da tre mesi per essere "recuperata". E per "recuperarla" il Tribunale dei Minori di Catania l'aveva assegnata a una comunità dove era costretta a vivere insieme a 35 ragazzi, tutti maschi, extracomunitari, tunisini, marocchini, algerini tra i 15 e i 17 anni, tutti clandestini arrivati dalle coste nordafricane.

Lei, Loredana, era l'unica "donna" di quella comunità e l'avevano assegnata li "perché nessuno la voleva" dice Linda Lumia, l'assistente sociale del centro che quattro giorni fa, insieme ad altri "ospiti" di "Alice" l'ha accompagnata al cimitero di Assoro (Enna) dove Loredana è stata seppellita. "C'erano la madre e i suoi fratelli, ma nessuno dell'Arci Gay, neanche un fiore" sottolinea Linda Lumia che ha dovuto affrontare una situazione incredibile.

Ma è mai possibile che un ragazzo, di fatto donna, per essere recuperata sia mandata in una comunità fatta solo di maschi extracomunitari? L'assistente sociale del centro di accoglienza "Alice" - una bella struttura che sorge a poche centinaia di metri dal mare, con una piscinetta, un campetto di calcio, ottima cucina e stanze da albergo a tre stelle - allarga le braccia e non nasconde la sua impotenza davanti a una situazione del genere finita in tragedia.

Dentro il centro Loredana, che "era in prova", non avrebbe avuto problemi di sorta, sostengono i responsabili della struttura, ma gli operatori tentavano comunque di "proteggerla". "Era la prima volta che ospitavamo in un centro per maschi, una "ragazza" e per lei avevamo allestito - dice Linda Lumia - una stanzetta singola. Aveva in qualche modo la sua privacy, utilizzava il bagno delle donne per le operatrici del centro, mangiava con noi. Era anche contenta perché aspettava con ansia l'inizio del corso professionale per parrucchiera, ma l'altro giorno ha deciso di farla finita".

La Procura di Agrigento ha aperto un'indagine che avrebbe accertato il suicidio ma sta ancora indagando per accertare eventuali responsabilità di altri. Si vuole accertare anche come e perché un ragazzo, di fatto donna, sia finita in quel centro popolato da soli uomini e non in un'altra struttura più adeguata.

La notizia del suicidio di Loredana era stata diffusa dal deputato di Rifondazione Comunista, Vladimir Luxuria: "Nonostante l'impegno degli assistenti sociali - dice la parlamentare - la giovane non era in una struttura specializzata ad affrontare i problemi della disforia di genere, soprattutto in una fase delicata come quella adolescenziale. Occorre attivare una seria politica di inserimento sociale e lavorativo a partire dalla realizzazione di strutture più specifiche e mirate".

"Ma dov'era l'Arci Gay quando ho chiesto di darmi una mano?" dice l'assistente sociale Linda Lumia. "E' chiaro che la nostra struttura non era certo la più adatta per affrontare una situazione del genere, così delicata e complicata. Ma noi siamo stati gli unici e non buttare fuori Loredana.

Nessuno la voleva, tutti gli altri centri ai quali era stato chiesto di ospitarla hanno detto di no. Loredana aveva "precedenti" era stata ospitata in altri centri da dove era fuggita e dove forse aveva creato qualche problema. Ma noi abbiamo fatto il possibile, abbiamo chiesto anche all'Arci Gay di darci una mano. A parole dicevano che avrebbero fatto qualcosa, ma non si sono mai visti né sentiti".

L'assistente sociale che con Loredana aveva stabilito un ottimo rapporto e con la quale si confidava non nasconde le difficoltà incontrate nel gestire quel centro con 35 maschi e una donna. "Noi abbiamo fatto il possibile e se Loredana si fosse trovata male poteva andarsene in qualunque momento perché in questi centri tutti sono liberi di entrare ed uscire, poteva fare come tanti altri minori extracomunitari che stanno qui o in altri posti un paio di giorni e poi spariscono. Ma non lo aveva fatto, anche perché non aveva dove andare, perché nessuno la voleva".

Prima d'impiccarsi Loredana aveva scritto due lettere, una alla madre e un'altra ad un suo amico con il quale intratteneva una fitta corrispondenza. Fra tre giorni si sarebbe trovata faccia a faccia con suo padre nel processo. "Non posso più vivere così, non ce la faccio più e ho deciso di farla finita...", ha scritto prima di impiccarsi alla finestra della sua stanza vicino alla parete dove aveva affisso un grande poster di Marilyn Monroe.

venerdì 21 dicembre 2007

RUSHDIE – SCALFARI

Repubblica di questi ultimi giorni ha ospitato due articoli assai stimolanti circa il concetto e la pratica della laicità.

Per Rushdie non si tratta tanto o soltanto di liberarsi dai sacerdoti e gestori delle religioni, ma di buttare all’aria ogni senso della divinità: “Le saggezze antiche sono sciocchezze moderne. Vivi nel tuo tempo, usa quello che conosci e quando sarai diventato adulto, forse finalmente la razza umana sarà diventata adulta con te e avrà messo da parte le cose da bambini” (Repubblica, venerdì 14 dicembre, pag. 49). Questa la strada maestra che Rushdie indica al suo giovane interlocutore.

Scalfari, che di laicità è un maestro, dissente alla grande: “Si può definire questo un manifesto della laicità? Da laico e da non credente ho qualche dubbio in proposito. Sento che il suono, il sentimento, la visione della laicità non sono questo. Non sono rispecchiati da queste parole, da un’arringa così impietosa e a sua volta così intollerante” (Repubblica, 16 dicembre, pag. 29).

Sono ancora una volta d’accordo con Scalfari. Siamo poi così sicuri che le saggezze antiche siano tutte cose da bambini da buttare? E siamo così sicuri che tutte le certezze nuove siano la verità assolutamente affidabile?

Questo nuovo dogmatismo è come quello dei fondamentalisti. Lo conosco bene e non credo che ci aiuti a crescere. Quando si scelgono le scorciatoie, il rischio è quello di credere di dire delle novità mentre si cade nelle solite trappole.

IL DALAI LAMA

“Io sono marxista”: una dichiarazione piuttosto inattesa come “il mio successore, prossima incoronazione dell’Infinita Compassione, potrà essere donna”.

Il papa non l’ha ricevuto, intento com’è a trattare con il governo di Pechino sulla nomina dei vescovi e sulla “chiesa patriottica”.

Tutti i potentati, fatte poche eccezioni, non si sono spinti tanto avanti nell’accoglienza perché oggi non bisogna guastarsi gli affari con la Cina.

Il Tibet può attendere… che tristezza… Quando gli affari sono al primo posto, succede che il dialogo va in soffitta.

TIR – TAR: IL GENERALE SPECIALE

Chi ha sopportato la ribellione cooperativa dei TIR potrà anche farcela a reggere lo sconcerto che viene dalla sentenza dei giudici amministrativi del TAR del Lazio.

Il governo saggiamente ha provveduto a bloccare il rientro in campo del generale che è sotto accusa ben documentata di “frode” ai danni dello Stato.

Certo è che esistono anche da noi persone che, prese con le mani nel sacco, si dichiarano perseguitate. Questa è l’eredità del berlusconismo.

DA CHE PULPITO VIENE LA PREDICA...

Vittorio Zucconi, dopo il “ritratto d’Italia” che giunge da voci accreditate della stampa USA, risponde con un articolo che, anche se lunghetto, vi prego di leggere con attenzione. Riporta dati presi dalle fonti ufficiali.


L´America si specchia nel declino degli altri
da: Repubblica, 16-12-2007

C´è un Paese depresso nel mondo, dove i cittadini hanno l´incubo dell´immigrazione, i ponti autostradali crollano, ogni bambino nasce con trentamila dollari di debito nazionale ma senza la sicurezza di essere vaccinato, la stessa casta politica di vecchioni impopolari e detestati spadroneggia da decenni e il 71% degli abitanti non ha fiducia nel futuro.

Si chiama Stati Uniti d´America. American mucillagine. E´ facile dipingere il tramonto degli altri con qualche dato e qualche citazione ben scelta.

Il prodotto interno lordo americano sta rallentando, al 2,2 per cento (in termini reali) nel trimestre ottobre-dicembre 2007, ben al di sotto di quel 3,5% previsto dal ministero del Commercio.

La Borsa boccheggia e vacilla per l´effetto della catastrofe dei mutui immobiliari avrà sulla liquidità e sul credito nel 2008. Gli economisti si accapigliano per decidere se gli Stati Uniti siano avviati verso l´inflazione, la stagflazione, il rallentamento, la stagnazione o la recessione.

Nessuno, neppure i 17 politicanti che si azzuffano con vacue parole, giaculatorie o concorsi di simpatia, per la Casa Bianca ha un´idea nuova, un proposta che vada oltre il «fidatevi di me» perché sono meno peggio di quell´altro.

Il dollaro chiuderà l´anno avendo perduto il 40% del proprio valore rispetto alla parità iniziale con l´Euro, che fu accolto nel 2002 dagli osservatori americani, New York Times compreso, con sarcasmo.

Per la prima volta dal 1976, il dollaro canadese, considerato dagli statunitensi come danaro buono per giocare a Monopoli, ha raggiunto la umiliante parità con il dollaro Usa, uno contro uno.

La classe politica, «i politici» nel chiacchericcio italiano, è antica e impotente. Anche dimenticando benevolmente (noi italiani siamo più generosi) che gli Usa rischiano di far la spoletta fra due sole famiglie, i Clinton e i Bush, al governo dal 1988 (Bush I, Clinton, Clinton, Bush II, Bush II, forse di nuovo una Clinton) oltre il 90% di deputati e senatori ha la rielezione assicurata, meno turnover che nel Soviet Supremo d Breznev.

L´età media nel Senato degli Stati Uniti ha superato i 60 anni. La House, la Camera, il corpo giovane e pimpante, i 56 anni. La presidentessa, chiamata qui «Speaker», la signora Nancy Pelosi ha 67 anni, mentre il capo gruppo di maggioranza democratica al Senato, Harry Reid ne ha 68. Non ci sono limiti alla rieleggibilità.

Nel 2003, mancò prematuramente all´affetto dei suoi cari il senatore Strom Thurmond. Aveva 101 anni. Se Montecitorio e Palazza Madama non raccolgono più del 32% del favore degli italiani, essi sono addirittura idoli del pubblico al cospetto delle due camere americane, apprezzate soltanto dal 23% della gente.

George W. Bush, attorno al 32% nell´indice di popolarità presso i suoi concittadini, non ha molto da invidiare, né da essere invidiato, rispetto a Romano Prodi.

L´indebitamento cresce di un miliardo di dollari al giorno e aveva raggiunto, ieri, la non trascurabile cifra di 9 mila 175 miliardi di dollari. La immensa ricchezza nazionale che dovrebbe sgocciolare verso le categorie in basso, non scorre affatto a valle.

L´Italia scandalizza il New York Times e l´ambasciatore Ronald Spogli con quell´11 per cento di cittadini che annaspano sotto il livello della povertà. Ma gli Usa sembrano tollerare benissimo di peggio, essendo la percentuale di americani ufficialmente in miseria superiore alla nostra, al 12,3 %.

In passato fu più alta, ma poiché nel frattempo la popolazione è aumentata, il numero dei poveri è cresciuto e oggi sono 36,5 milioni, record storico.

Cresciuto è anche il numero di coloro che non hanno alcuna forma di assicurazione sanitaria, oggi a 47 milioni di persone, e devono ricorrere ai pronto soccorso degli ospedali o alla carità pubblica per qualsiasi malanno, dalla bronchite al cancro.

Un fatto che aiuta a capire perché gli Stati Uniti siano al secondo posto tra le nazioni sviluppate per morti neonatali (dietro soltanto la Lettonia) e molto lontani, fortunatamente per noi, dall´Italia.

Sono realtà deprimenti, soprattutto in una nazione che non batte ciglio a stanziare (bilancio 2008) 696 miliardi per la Difesa, ma pone due volte il veto presidenziale all´estensione della copertura sanitaria pubblica ai bambini perché costerebbe appena 36 miliardi.

Rasmussen, una casa di ricerche demografiche attendibile, rivela che il 71% dei cittadini sentono che l´America «è sulla strada sbagliata», un record. Preoccupante sintomo di malaise, di funk, di depressione, questo dato.

Coraggio, America, alza la testa e non dare ascolto ai giornali e ai sondaggi.

mercoledì 19 dicembre 2007

LETTONIA: IL CARDINALE CHIEDE AI POLITICI DI ELIMINARE I GAY DALLA VITA PUBBLICA

(12/12/2007) Nonostante nella giornata di ieri la Lettonia, insieme all`Italia e alla Finlandia, siano state richiamate dalla Commissione Europea per insufficienti misure anti omofobia, il cardinale Pujats chiede di disapplicare le leggi europee "contro la morale".

RIGA - Il cardinale cattolico della Lettonia Pujats ha chiesto pubblicamente ai partiti politici di fare una legge che vieti ai gay di essere eletti a cariche pubbliche.

Mentre il paese si prepara ad eleggere un nuovo parlamento l'alto prelato nella sua lettera al paese chiede ai tre principali partiti politici di non mettere in lista nessun gay e di non nominare alcun omosessuale a cariche non elettive: i party leaders devono "essere pronti a difendere la nazione contro l'invasione dell'omosessualità nella vita pubblica", secondo quanto riporta il Baltic News Service.

Il cardinale continua inoltre dicendo che le leggi europee devono essere disapplicate se vanno contro la morale della nazione. Tutti e tre i principali partiti hanno preso le distanze dalle posizioni del cardinale.

Ieri Lettonia e Italia sono state ufficialmente richiamate dall'Unione Europea per non aver approvato una legge contro le discriminazioni basate sull orientamento sessuale.
Giorgio Lazzarini
redazione@gay.tv

NATALE: SCOPRIRE IL GESU' STORICO

Commento alla lettura biblica - domenica 23 dicembre 2007

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme,per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Luca 2, 1-14).

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa (Matteo 1,18-24).



Tornano le feste natalizie. Non le definirei feste pagane perché il paganesimo aveva una sua dignità, culturale, morale e religiosa.

L’essenza del nostro natale è, invece, commerciale: un fatto di merci… Sembra che la vita in questi giorni sia ridotta a merce.

Allora è tutto da buttare? Direi proprio di no, ma gli aspetti positivi vanno cercati e costruiti aldilà delle vetrina e degli svolazzi angelici.

Qualche informazione

La festa del “Natale cristiano” nasce molto tardi: “Il Natale è testimoniato per la prima volta nel calendario della feste del Cronografo romano di Dionisio Filocalo dell’anno 354, ma, tenuto conto della data di composizione dello stesso (l’originale è del 335-336), appare probabile che si sia introdotto a Roma già prima del 336. A Milano la festa del Natale fu celebrata dal 337, in Antiochia e Costantinopoli intorno al medesimo tempo o poco dopo; in generale però si diffuse solo con lentezza, tanto che in Occidente che in Oriente, cosicché ancora l’imperatore Giustino II (565-578) si vide costretto ad imporla per tutto l’Impero Romano… La scelta del giorno 25 dicembre fu determinata, con tutta probabilità, dal fatto che il mondo romano celebrava in questo giorno il solstizio d’inverno, la nascita del dio Sole (Natalis solis invicti), il culto del quale era molto diffuso nell’impero da Aureliano in poi. Al posto della festa pagana ora doveva subentrare una festa cristiana, così è chiamato spesso Cristo dal terzo secolo in poi… Il simbolismo della luce ebbe forse una parte notevole anche nella istituzione della festa dell’Epifania in Oriente” (K. Bhilmeyer - H. Tuechle, Storia della chiesa, pag. 410, Morcelliana, Brescia 1969).

Il Natale cristiano si diffuse con difficoltà nei secoli V - VI - VII e nell’ottavo secolo è ormai patrimonio acquisito. E’ una informazione non ancora così diffusa e acquisita.

C’è un perché: ai cristiani nei primi secoli interessavano le scelte e il messaggio centrale di Gesù, non tanto i suoi dati anagrafici. La carta d’identità che i vangeli di Luca e Matteo ci forniscono è teologica, cioè costruita per darci un insegnamento.

Che cosa possiamo sapere sulle origini di Gesù?

Chi in questi giorni andrà alla messa di Natale ascolterà le leggende, suggestive e significative, dei vangeli di Matteo e di Luca che tutti ricordiamo dagli anni del catechismo.

Matteo e Luca, come si può leggere all’inizio dei due vangeli, ci riportano due racconti leggendari molto diversi. In Matteo il protagonista umano è Giuseppe, in Luca è Maria.

Il teologo e biblista Ortensio da Spinetoli, grande studioso di queste pagine evangeliche, scrive “La storia che gli evangelisti raccontano è immaginaria. I fatti così narrati non sono mai accaduti” (Il vangelo di Natale, Borla, pag. 5).

Ma allora è tutta una montatura? Assolutamente no. Gesù non è una leggenda, un personaggio mitologico, una creazione ecclesiastica, un’invenzione di qualcuno. Però i modi con cui si parla della sua nascita sono simili a quelli con cui si narrano le nascite dei “personaggi religiosi” dell’antichità.

La nascita “straordinaria” (da una vergine, da una sterile, con fecondazione divina) è un genere letterario diffusissimo nell’antichità e i racconti della nascita e dell’infanzia di Gesù vanno letti in quel contesto culturale e letterario che è mitico, non falso.

Con questo “linguaggio del meraviglioso” gli autori antichi, esattamente come i nostri evangelisti, intendono dirci che questi “personaggi” sono stati dotati da Dio di una missione particolare.

Essi vogliono trasmetterci una verità ben chiara: queste persone sono per noi un punto di riferimento, un dono straordinario di Dio. Ecco che, per sottolineare l’importanza di queste persone e del loro messaggio, gli autori antichi proiettano una luce particolare sulle loro origini.

Luca e Matteo si adeguano a questo genere letterario, tipico del loro tempo, e lo usano per trasmetterci un messaggio molto concreto: “Gesù è un grande dono di Dio fatto all’umanità. La sua vita e la sua fede in Dio sono per noi molto importanti”.

Scrivono questi vangeli per invitare gli uomini e le donne del loro gruppo e del loro tempo a prendere sul serio la vita e il messaggio di Gesù. Chi legge questi brani come una cronaca li travisa e non scopre il messaggio che essi intendono comunicarci.

Nasce in una famiglia numerosa

Ovviamente Gesù è figlio di Maria e Giuseppe: “Non ci sono dubbi in proposito” (Giuseppe Barbaglio. Gesù ebreo di Galilea, Dehoniane, pagg. 120 ss.). La madre è Maria… mentre il padre è Giuseppe…

Gesù è chiamato il figlio del falegname (Matteo 13, 55), di Giuseppe (Luca 4, 22 e in Giovanni 6, 42 2). Gesù nasce in un famiglia numerosa, ci documenta il biblista cattolico Giuseppe Barbaglio. Della madre e dei fratelli di Gesù ci parla Marco (3,31).

In Marco 6, 3 i compaesani di Nazaret si stupiscono della sua sapienza: “Non è costui il falegname, il figlio di Maria e fratello di Giacomo, Ioses, Giuda e Simone? E le sue sorelle non sono qui presso di noi?”. La stessa informazione troviamo nel vangelo di Matteo 13, 55-56.

Giuseppe, dunque, non era quel vecchietto che l’iconografia, per avvalorare la leggenda della nascita verginale di Gesù, ci ha mostrato. La scappatoia di coloro che parlano di cugini è priva di senso: il greco del Nuovo Testamento ha parole diverse per indicare il cugino (anepsios).

Lo studioso M. Goguel, con mille altri, conclude: “Per la storia non esiste il problema dei fratelli di Gesù: esiste solo per la dogmatica cattolica” che ha voluto fare della leggenda della verginità di Maria un fatto biologico anziché simbolico.

Dunque Gesù nasce in una normale famiglia con tutta probabilità a Nazaret. Betlemme è la designazione teologica che si aggiunse per inserirlo nella dinastia di Davide. Questo oggi gli studiosi della Bibbia ci documentano con molto rigore.

Non si tratta di cancellare queste poetiche narrazioni, ma di saperle interpretare. Il guaio sta nel leggere questi racconti come resoconti di cronaca…

Ecco il passaggio importante

Il Natale ha un senso non se non ci fermiamo alle belle e suggestive leggende di Luca e Matteo, ma se ne scopriamo il significato.

Parlando delle origini, questi racconti in realtà vogliono richiamare la nostra attenzione sulla vita storica di Gesù, sul suo insegnamento. Nel linguaggio del loro tempo ci richiamano a non trascurare la persona, le scelte, l’insegnamento di Gesù.

Per Luca e per Matteo Gesù è un regalo che Dio ha fatto all’umanità, un grande dono: ecco il significato del “meraviglioso”…

Noi siamo tentati di mettere da parte, di sottovalutare il messaggio di Gesù e, invece, questi testi ci richiamano all’esigenza di dare peso al vangelo.

Non ci interesserà più allora come è nato Gesù: esattamente come sono nato io e come sei nato tu. Ci interessa far nascere in noi la fiducia in Dio che ha sostenuto tutta la vita contro corrente di Gesù.

Ci interessa scoprire che quell’uomo chiamato Gesù di Nazaret è realmente vissuto in quella terra che oggi chiamiamo Palestina come un vero credente in Dio e un vero profeta di giustizia.

Vivere il Natale significa entrare nel cammino di Gesù

Vivo un Natale cristiano se faccio nascere e rinascere continuamente in me e attorno a me l’impegno per una società più giusta, nonviolenta, senza discriminazioni.

Questa è stata la storia vera di Gesù; lui ha lottato tutta la vita contro i pregiudizi, perché la fraternità e la sororità diventassero lo stile di vita quotidiana al posto del dominio, delle disuguaglianze, delle emarginazioni.

I retorici natali delle messe di mezzanotte, lo spettacolo televisivo dei discorsi del papa e le orge caritative di questi giorni sono vernici che coprono con un mantello religioso le ingiustizie e le ipocrisie.

Se gusteremo in questi giorni un po’ di riposo, se avremo momenti di dialogo e di convivialità semplice e gioiosa, se sapremo sostare un po’ in silenzio e in preghiera, potremo ricavarne un gran bene.

Sarà un’occasione per ricollocare più in profondità e per rilanciare con maggiore coerenza a partire da noi la voglia di generare relazioni nuove, per non abbandonare né il sogno né l’impegno per un mondo altro.

E poi, cari amici dell’Arcigay di Bergamo, come non rinnovare l’impegno a lottare perché in tutto il mondo gay, lesbiche, transessuali possano vivere secondo la loro natura, secondo quello che sono, alla luce del sole, sotto il sorriso di Dio?

Vi bacio e vi abbraccio ad uno ad uno e… non lasciatevi turbare dalle “parolacce” vaticane. Ma è fondamentale che ci ricordiamo che sarà un buon Natale davvero se lotteremo ogni giorno non solo per noi, ma per tutte le persone oppresse, violentate, messe ai margini, non tutelate nei loro diritti, per gli stranieri, i lavoratori a rischio nei cantieri di lavoro…

Non lasciamoci troppo rapire dal bue e dall’asinello, dallo svolazzo degli angeli, da Maria vergine o extravergine… La poesia natalizia può essere feconda, stimolante, se non è evasiva.

Dio ancora una volta ci ricorda, attraverso la figura di Gesù, che è possibile orientare la nostra vita verso un mondo più giusto e felice anche a piccoli passi, anche con le piccole possibilità che ci offre la nostra esistenza quotidiana.

lunedì 17 dicembre 2007

SONO SEMPRE IN RITARDO...

Cari amici e care amiche che mi scrivete,
voglio chiedervi di avere pazienza.

Ricevo un mucchio di posta e i miei ritmi di lavoro non mi permettono di rispondervi subito come desidererei. Mi spiace tanto.

Abbiate pazienza. Tra viaggi, studi, ascolto delle persone, preghiera, visite agli ammalati, accompagnamento di persone tossicodipendenti, cura della mia comunità e di altri gruppi…sono sempre in ritardo e amo rispondervi con calma, con gioia.

Sulle vostre lettere i battiti del mio cuore si fanno sempre più veloci e spesso piango di gioia e di dolore tanto che tengo sempre un fazzoletto a portata di mano.

Grazie dei vostri pensieri, delle vostre osservazioni…mi arricchiscono.

Sono così spesso in treno, in autobus tra una città e l’altra, tra un gruppo e l’altro e le giornate volano via come il vento. Oltre 13-14 ore il giorno non ce la faccio più…

Tutti i giorni sono per me molto impegnativi. Vi risponderò… e presto.

Tra questa richiesta di pazienza e la mia lettera vi mando già un abbraccio di tutto cuore.

UN GRANDE PRESIDENTE

Sempre di più, nel suo lavoro quotidiano e nelle sue dichiarazioni, Napolitano si dimostra, quale è in verità, un grande presidente della Repubblica.

Davanti all’attacco di Berlusconi alla magistratura ha saputo, con toni alti e precisi, difenderne l’autonomia richiamando al rispetto dei ruoli e delle competenze istituzionali.

Così, di fronte alle critiche radicali di una certa stampa americana, non è caduto nella trappola della “difesa nazionalistica dell’Italia ad ogni costo”, ma non ha nemmeno ceduto a quello spirito autolesionistico che oggi circola su tanta stampa nostrana.

Piangersi addosso, fare i disfattisti, vederci come i più infelici è diventato una moda.

Adesso se non sei un po’ piagnone, non sei in regola con lo spirito del tempo.

In realtà questo piangere come se fossimo all’apocalisse, è un modo elegante per scaricare guai e responsabilità sul governo, sui politici, sugli altri…e non prenderci la nostra parte di responsabilità.

Certo, esistono tanti volti amari della nostra realtà, ma…limitarsi a piangere non cambia la società.

Senza contare che certi piagnoni in questi giorni si buttano negli acquisti fino ad ingolfarsi
.

sabato 15 dicembre 2007

SANTA PAOLA BINETTI

Il presidente del Senato della Repubblica, con squisita cortesia, ha voluto inviare al mio blog la registrazione di un evento spirituale avvenuto durante i lavori al cospetto di tutti i senatori e le senatrici appena dieci giorni fa. Ecco la fedele pubblicazione di quanto l’arcangelo Gabriele ha percettibilmente sussurrato. Dio non sembra d’accordo con la Binetti.

O santa Binetti Paola
davvero sei una favola…
Combatti contro gli omosessuali…
questi esseri così carnali.

In te il cardinal Bertone
ha trovato la testimone.
Ti adora il cardinal Ruini
e d’accordo è pure Fini.

In questo Stato depravato,
o forte apostola del Senato,
ti faranno un monumento
e il papa è così contento!

Solo un mondo eterosessuale
è quello vero e poi normale.
Altrove è tutta perversione,
come dice fra' Buttiglione.

Un bel giorno il Padre eterno,
che non crede più all’inferno,
mi ha fatto una rivelazione:
“La Binetti ha un ossessione”.

Al buon Dio sta a cuore
che nel mondo ci sia l’amore.
Quando si ama tutto è bello.
A lui non interessa il modello.

LA PROCURA DI NAPOLI

Se ci sei, cara Giustizia, batti un colpo. Questa sarà la volta buona in cui riusciremo a visitare in carcere un detenuto di nome Silvio?

La corruzione non ha limiti e Berlusconi deve essere trattato come ogni altro cittadino. Se non è così, la giustizia perde i colpi.

Questa volta sembra proprio che le prove siano schiaccianti.

Due comunicazioni

- Sto pubblicando alcuni commenti biblici sul sito dell’Arcigay di Bergamo: http://www.arcigaybergamo.it/

- I giorni dal 25 dicembre al 6 gennaio sono per me tra i più impegnativi dell’anno. Per incontri e dialoghi è più che mai importante prenotare per tempo (tel: 340 8615482).

BIBBIA E OMOSESSUALITA’

Incontro mensile del gruppo “La scala di Giacobbe”:
- Sabato 15 alle ore 17, in c.so Torino 288 - Pinerolo, presento alcune riflessioni sui testi biblici che solitamente vengono citati contro l’omosessualità: “Perché e come leggere la Bibbia oggi: quale spirito e quali metodi?". Dopo avremo l’opportunità di cenare insieme. La serata di dialogo sarà dedicata a “Solitudine e solidarietà nel mondo di oggi”.
- Domenica 16 alle ore 10 parteciperemo all’eucarestia della comunità di base. Seguirà un pomeriggio di dialogo.

PINEROLO: PRETI STRANIERI

La diocesi di Pinerolo ha in Italia un primato particolare: nessuna diocesi ha una percentuale così alta di preti stranieri.

Così pure in gran parte sono stranieri i seminaristi salesiani e il seminario internazionale che ha sede in Val Pellice, a pochi chilometri dalla città.

Il vescovo continua ad “attingere” qua e là. L’ultimo arrivato è polacco. E’ probabile che, come gli altri preti e seminaristi stranieri, non sia proprio un “figlio del Concilio”.

E’ impressionante constatare quanto questa forte presenza di preti stranieri ci riporti ad una teologia preconciliare.

Lentamente, non certo con i ritmi che caratterizzano questa diocesi, tutte le chiese locali sono ormai largamente popolate da presenze di “missionari” stranieri, quasi sempre legati ad esperienze della destra ecclesiale.

PADRE PIO: UN IDOLO DI STOPPA?

Il giudizio severo e sferzante di papa Giovanni XXIII su padre Pio da Pietrelcina risulta piuttosto accreditato e confermato da chi legge la vicenda storica rigorosamente ricostruita da Sergio Luzzato, docente di storia moderna all'università di Torino, in un libro edito da Einaudi.

Il volume "Padre Pio. Miracoli e politica nell'Italia del novecento" (pagg. 420, € 24,00) ha, tra l'altro, il pregio di collocare il frate all'interno delle vicende politiche ed ecclesiali del secolo scorso.

Superstizione ed affari vanno sempre d'accordo. Consiglio questa bella lettura natalizia.

giovedì 13 dicembre 2007

FIRENZE: ALLE PIAGGE

Nella parrocchia di base delle Piagge succede un fatto interessante che finora, un po’ in solitudine, avveniva solo nella nostra comunità di Pinerolo.

Sandra e Fortunato che vivono insieme da oltre 10 anni vogliono sposarsi. Nulla di strano. Ma lei è transessuale. Dopo un lungo cammino psicologico è stata operata a Londra: ora si sente pienamente donna.

Sandra e Fortunato sono credenti e si sono stabiliti alle Piagge dove don Santoro e la comunità li hanno accolti con gioia.

Don Santoro Alessandro e la comunità hanno comunicato al cardinale la loro intenzione di celebrare queste nozze. La curia dà segnali piuttosto tempestosi visto che Sandra e Fortunato, ambedue ben oltre i sessant’anni, confermano il loro desiderio.

“Quanto al certificato di battesimo non averlo aggiornato è un vulnus giuridico da sanare, non una norma da imporre contro uno stato civile riconosciuto”, sostiene don Alessandro.

A me queste situazioni capitano spesso. Nove anni fa quando vidi che una curia non accettava di aggiornare l’atto di battesimo, mi permisi di farlo personalmente, d’accordo con il parroco.

Correggemmo il certificato di battesimo e così relativizzammo un diktat ecclesiastico disumano e celebrammo festosamente quel bel matrimonio.

Ci sembrò evangelico – lo faccio tuttora – mettere il bene delle persone prima di un “foglietto di carta” quando vedo che non è possibile trovare ascolto nell’istituzione.

Conosco Sandra da molti anni... Auguri a voi.

UNA COPPIA PERICOLOSA

Parlo della coppia Betori – Binetti, un vescovo e una senatrice, una strana coppia di fatto estremamente solida, legata da vincoli profondi, assolutamente collaborativi.

Lei vota in Senato contro i gay (anche Lei è ossessionata dall’omosessualità) e il celebre monsignore subito le telefona per congratularsi della sua “obbedienza” al magistero della chiesa da brava chierichetta.

Dunque in Italia c’è qualche speranza per le coppie di fatto… purché siano caste, ideologiche, omofobiche, con la benedizione vaticana…

Certo che mettersi in coppia come monsignor Betori e la Binetti è un fatto raro, ma in questi tempi succede di tutto.

La telefonata del monsignore, che è segretario generale della conferenza dei vescovi italiani, dimostra ancora una volta con quanta “premura e vicinanza” la gerarchia cattolica segua le vicende parlamentari italiane. Il che non promette nulla di buono.

E se Veltroni facesse un fischio ai chierichetti per richiamarli alla correttezza politica?