martedì 29 maggio 2007

LE VACANZE DEL PAPA

Su "Repubblica" di sabato 26 maggio ho letto con stupore che le vacanze del papa, in questo tempo di eclisse della laicità, costituiscono una spesa non indifferente per lo stato italiano.

Ecco la notizia che Alessandra Longo ci comunica:

Rimetteranno a nuovo prati e boschi, risaneranno scarpate e muretti, rifaranno addobbi e arredi in legno, miglioreranno sentieri e vie d’accesso. Insomma, a Lorenzago di Cadore, provincia di Belluno, faranno tutto per far sentire a suo agio papa Ratzinger che, tra quelle montagne, soggiornerà dal 9 al 27 luglio. La giunta regionale del Veneto, investendo sul ritorno di immagine, e su proposta del governatore Galan, ha stanziato per l’augusta visita un contributo di 345 mila euro".

La "Tribuna di Treviso” pubblica stralci della delibera intitolata:

Iniziative connesse al soggiorno in Regione del Sommo Pontefice”. E’ stata approvata nell’aprile scorso ma solo ora Nicola Atalmi, consigliere regionale Pdci, ha presentato un’interrogazione urgente. A chiedere un aiuto a Galan sono stati il vescovo di Treviso (Benedetto XVI sarà ospite della casa della diocesi) e il sindaco di Lorenzago, Mario Tremonti, espressione di una Lista Civica vicina Forza Italia. Hanno ottenuto rispettivamente 10 mila e 100 mila euro. Il resto dello stanziamento va alla direzione foreste e economia montana. Galan non esclude ulteriori ritocchi di spesa”.

Mi è sorta un’idea, anzi una domanda: a te e a me le rispettive regioni faranno un’apposita delibera per le nostre eventuali vacanze?

Questa povera chiesa cattolica, evidentemente, per consentire un po’ di riposo al povero, poverissimo Ratzinger ha avuto bisogno di questo finanziamento… E’ una vergogna…

LA SCALA DI GIACOBBE

Sabato 26 e domenica 27 abbiamo vissuto due giornate intense. Nell’incontro comunitario sulla figura storica di Gesù, un viaggio a ritroso dal catechismo al vangelo, abbiamo incontrato 11 persone nuove che hanno accolto l’invito lanciato dal gruppo “La scala di Giacobbe”.

Eravamo un bel gruppo quando, dopo cena, abbiamo "invaso" la casa di Dario e Cristiano. La loro relazione dura da dodici anni e abbiamo voluto “benedire” la loro convivenza con questa “inaugurazione” della nuova casa.

Siccome non è proprio la “capanna di Betlemme” Dario e Cristiano si sono dichiarati (è già lo fanno da tempo) disponibili ad una abbondante ospitalità.

Domenica Adriano e Doriana, dopo due anni di cammino, hanno celebrato il loro matrimonio durante l’eucarestia comunitaria. Di seguito potete leggere la liturgia eucaristica che alcuni amici mi hanno richiesto.

Ora Adriano e Doriana sono di nuovo a Roma… dentro i ritmi della vita quotidiana. La loro vita è piantata lungo il ruscello d’acqua viva che è la fiducia in Dio. Il legame creato con la comunità continuerà e sentiamo che l’amore è davvero contagioso.

domenica 27 maggio 2007

Basta !

Ospito volentieri queste riflessioni di don Amedeo Gaetani che esprimono una grave e comprensibili indignazione


Basta, Vescovi allineati e coperti, che non avete e non esprimete un vostro pensiero personale. Vi sento parlare tutti alla stessa maniera. C'era Giovanni Paolo II e parlavate tutti come lui. C'è Ratzinger e parlate tutti come lui. Possibile che non ragionate con la vostra testa? E finitela con le vostre lamentele.

Mons. Caffarra pensi a fare il pastore degli uomini e delle donne gay e lesbiche e di tutti doloro che vogliono, in nome di Cristo, autodeterminare la propria vita secondo Coscienza e nella libertà piena dei figli di Dio, che gridano il sacrosanto diritto di appartenere alla chiesa di Cristo di cui nè lei nè il papa e la gerarchia siete i padroni.

E basta con questa idolatria delle immagini, che per lei sono più importanti delle persone che portano in sè la Vera immagine di Cristo e che,continuamente, angariate con la vostra religiosità medievale. Basta Mons. Caffarra!

Evidentemente il card. Biffi le ha fatto scuola. Blasfemo chi reclama un diritto di appartenenza a Cristo attraverso la comunione eucaristica da voi negata? Ma non si rende conto di quanto sia blasfemo lei, che ha più a cuore un'immagine di una delle tante madonne che proliferano in questo paese, ormai vaticanizzato fino al midollo, che non tante persone che portano in sè l'Immagine vera di Gesù Cristo?

Ma voi vescovi che cosa state facendo? Invece di educare la gente alla vera fede perdete il tempo a venerare le immagini, spargendo nelle comunità vere e proprie idolatrie verso statue e madonne di gesso?

Gesù Cristo non ha forse detto a tutti noi e a lei: "Ero povero e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito, malato e mi avete assistito, carcerato e siete venuti a trovarmi, bisognoso e mi avete consolato?".

Mons. Caffarra, perchè non dà, ogni tanto, una rispolveratina al Vangelo, se ne possiede uno, e vedrà, con suo stupore che Gesù non ci ha mai detto di adorare le immagini a scapito dell'uomo? Ma se lei non lo sapesse, Gesù ha abolito persino l'adorazione di DIO che prescinda dall'attenzione all'UOMO.

Mediti, Mons. Caffarra. Gli uomini e le donne le stanno alla porta. Faccia il Pastore e non il politico.

don Amedeo

Lettera al presidente della Cei

Ricevo da don Paolo Farinella questo scritto che ospito volentieri nel mio blog. La gerarchia è l'opposto del dialogo


Lettera al presidente della Cei, Mons. Angelo Bagnasco arcivescovo di Genova


Sig. Presidente,

il 12 maggio in piazza S. Giovanni a Roma al raduno organizzato dalla Presidenza della Cei attraverso le aggregazioni laicali cattoliche, è accaduto un fatto grave che come presidente dei Vescovi italiani non può lasciare senza risposta. Silvio Berlusconi, notoriamente divorziato e felicemente convivente, ha dichiarato che i cattolici coerenti non possono stare a sinistra, asserendo con questo che devono stare a destra, cioè con lui e con il suo liberismo che coincide sempre con i suoi interessi e mai col «bene comune».

Non è questa la sede per stabilire i confini di «destra» e «sinistra». Una sola annotazione: da tutta la letteratura documentale del magistero, da Leone XIII al «Compendio» pubblicato nel 2004 da Giovanni Paolo II, risalta che i programmi della «sinistra», presi nella loro globalità e alla luce della categoria dirimente del «bene comune o generale» sono molto più vicini alla «dottrina sociale della Chiesa» di quelli della «destra», che, al di là delle parole ossequiose e strumentali, sono la negazione di quella dottrina nei suoi principi essenziali (bene comune, democrazia, legalità, stato sociale, ecc.). Alcide De Gasperi, già negli anni ’50, definiva la DC «un partito di centro che guarda a sinistra».

Benedetto XVI ad Aparecida in Brasile ha detto che la scelta preferenziale dei poveri è costitutiva della Chiesa e ha dichiarato la fine del marxismo (forse intendeva dire del marxismo ideologico e storico come realizzato nel sovietismo) e il fallimento del capitalismo. Silvio Berlusconi è il rappresentante più retrivo del capitalismo speculativo e senza regole, appena condannato dal papa, perché egli adora un solo dio e ha una sola religione: il mercato. A condizione però che il mercato faccia gli interessi dei ricchi, i quali, si sa, sono capaci di sprazzi di «compassione» ed elargiscono elemosine ai poveri, magari davanti alla tv, conquistandosi anche il paradiso e risolvendo il rebus del cammello e della cruna dell’ago. Con le sue tv commerciali, egli guida e gestisce il degrado morale del nostro popolo, imponendo modelli e stili di vita che sono la negazione esplicita e totale di tutti i «valori» cristiani che il raduno del Family Day voleva affermare.

E’ notizia di oggi (14 maggio 2007) che Berlusconi ha comprato la società Endemol, la fabbrica del vacuo, dei grandi fratelli e del voyeurismo amorale e anti-famiglia che fornisce anche la tv di Stato che così viene ad essere, a livello di contenuti, totalmente nelle sue mani. Il conflitto di interessi ora è totale. La sua presenza ad un raduno di cattolici manifestanti a favore della famiglia è strutturalmente incompatibile. Egli non può stare nemmeno nei paraggi del cattolicesimo che di solito ossequia subdolamente e di cui si serve con qualsiasi strumento economico o di potere. Mi fa ottima compagnia P. Bartolomeo Sorge S.J. che ha dimostrato con ampia facoltà di prova sulla scorta del magistero ordinario nei memorabili editoriali di Aggiornamenti Sociali, l’incompatibilità del berlusconismo con la dottrina sociale della Chiesa e ancora di più con i principi esigenti del cristianesimo.

Un altro campione di famiglia cattolica, pontificante al raduno,
fu il deputato Pierferdinando Casini. O tempora! O mores! Il 19 ottobre 2005, all’inaugurazione dell’anno accademico nella Università del Papa, la Lateranense, il Gran Cancelliere, Mons. Rino Fisichella, ebbe l’ardire di presentarlo come esempio di persona che «forte della sua esperienza trentennale di vita politica e sostenuto da una forte coscienza cristiana, può offrire a noi tutti un chiaro esempio di come la fede possa ispirare comportamenti politici liberi e coerenti nella ricerca del bene comune». Parole di un vescovo, Gran Cancelliere nell’Università del Papa, ad un cattolico praticante, divorziato e felicemente convivente con prole.

Tutto ciò crea disorientamento, scandalo e sconcerto nei cristiani che faticano ogni giorno a fare conciliare l’esigenza della fede con il peso delle situazioni della vita, a volte insopportabili. Ad un uomo divorziato che, di fronte a queste dichiarazioni, affermava il suo diritto di «fare la comunione», non ho potuto dare torto, perché non potevo contestare l’autorevolezza di un vescovo e Gran Cancelliere del Papa: ho dovuto dirgli che aveva ragione e che sulla coscienza e responsabilità di Mons. Fisichella, del deputato Pierferdinando Casini e di Silvio Berlusconi, divorziati e conviventi, paladini difensori della «famiglia tradizionale», dell’indissolubilità del matrimonio, poteva andare tranquillo. Rilevo di passaggio che sia Casini che Berlusconi, in quanto parlamentari, usufruiscono «già» per i loro conviventi di tutti i benefici che contestano al progetto di legge sui «DICO».

O la Chiesa è coerente fino allo spasimo, fino al martirio, sapendo distinguere i falsi profeti per difendere le pecorelle dal sopruso e dalla sudditanza di avventurieri senza scrupoli, o la Chiesa si riduce ad una
lobby che intrallazza interessi materiali con chiunque può garantirglieli. E’ una questione «di verità» per usare un’espressione a lei cara. Sulla stampa (la Repubblica 14-05-2007, p. 9) all’interno di una intervista, mons. Giuseppe Anfossi, responsabile Cei per la famiglia, ha dichiarato che Berlusconi si assume la responsabilità di ciò che ha detto. Non parlava però a nome della Cei che, credo, abbia l’obbligo di fare chiarezza e prendere le distanze da simili individui che non fanno onore né alla chiesa, né alla politica (nella concezione espressa da Paolo VI), né al popolo italiano. Se non vi sarà una chiarificazione ufficiale da parte della presidenza della Cei resterà un «vulnus» che ne appannerà la credibilità.

Sulla stampa sono stati pubblicati i capitoli dell’8 per mille che hanno cofinanziato il raduno del
Family Day, suscitando in larghi strati del popolo cattolico una reazione a devolvere altrove la quota della Chiesa, generando ancora una volta una scollatura più grande tra popolo di Dio e Gerarchia che ormai sembrano camminare su sentieri diversi. Mi auguro che lei abbia il coraggio necessario, adeguato alla situazione.

E’ mia intenzione nella giornata di lunedì 21 maggio 2007, rendere pubblica questa lettera di credente ferito che si dissocia dalle parole per nulla cristiane di Silvio Berlusconi e anche dal silenzio pesante della Presidenza della Cei. Nessuna pretesa, solo una testimonianza «nunc pro tunc».

Genova, 14 maggio 2007

Paolo Farinella, prete

venerdì 25 maggio 2007

RATISBONA N. 2

Vi ricordate la scivolata del papa nella celebre lezione di Ratisbona? La storia evidentemente non è il suo forte.

Aprendo in Brasile, ad Aparecida, la V assemblea generale del Celam, l’assemblea dei vescovi latino-americani, il papa due settimane fa aveva proposto una lettura dell’evangelizzazione dei quei popoli come un processo costruttivo e pacifico per le popolazioni indigene e non come un’imposizione di una cultura straniera o alienazione dalle culture precolombiane.

Le sue dichiarazioni, apologetiche e false, hanno destato subito l’indignazione di storici, teologi e comunità indigene.

Accortosi dello svarione e del grave travisamento dei fatti, mercoledì 23 maggio Ratzinger ha corretto il tiro riconoscendo le sofferenze e le ingiustizie inflitte dai colonizzatori alle popolazioni indigene.

Non ha, però, avuto il coraggio di dire apertamente che si è trattato di una conquista violenta e di una evangelizzazione forzata.

Così pure una lettura falsa, mendace e apologetica di quella tragica vicenda storica ha condotto Ratzinger a “prendere atto con gratitudine dell’opera meravigliosa compiuta dalla grazia divina tra quelle popolazioni nel corso di questi secoli”. Che fraintendimento!

Si dimentica che quando il vangelo ha seminato tra quelle genti voglia di riscossa e libertà è stata proprio la gerarchia cattolica ha reprimere, frenare, condannare. Ratzinger, quando fa lo storico, non arriva al 4.

LA PIAZZA DELLE MERAVIGLIE

Il poeta Carlo Cornaglia mi invia questo "sfogo" provocatorio che ospito nel mio blog sapendo che in tempi "pesanti" un po' di ironia fa bene al fegato e allo spirito.


La piazza delle meraviglie


E arrivò il Family Day.
Un milion di farisei
corre in piazza San Giovanni:
con il bimbo di sei anni

c’è la mamma un po’ mignotta
che fa in chiesa la bigotta,
c’è il papà che figli sforna
ma alla moglie fa le corna

perché se poi ti confessi,
ti redimi dagli amplessi
e cantar puoi la famiglia.
C’è Casini che si piglia

un’amica tutta Azzurra
e al microfono sussurra,
come fosse il confessore:

Sarei stato un disertore

se non fossi qui venuto.”
C’è un ometto capelluto,
circondato dai famigli,
che ha due mogli e cinque figli

che con Tizia e con Sempronio
fanno fuor del matrimonio
vagonate di bambini.
Compra scatti birichini

per le pose imbarazzanti
e li paga per contanti.
Con il cappellino bianco
c’è Mastella ed al suo fianco

c’è Fioroni, il baciapile.
Con il suo perfetto stile
c’è Daniela Santanché
e pur la Carfagna c’è.

Da Milano, Formigoni
con famiglie di bidoni
di petrolio e di benzina.
C’è Cuffaro che cammina

affiancato da Andreotti
con famiglie di picciotti.
C’è una donna che lamenta
di non arrivare al trenta

perché mancano i quattrini
per nutrire i suoi bambini:

Meno tasse, ho cinque figli!”,
ma nessun che le consigli

di scopare un po’ di meno.
C’è Pezzotta, senza freno,
che imperversa contro i Dico,
ma di Prodi fa l’amico

con democristiano stile:

Questa piazza non è ostile
certamente al suo governo!”
Lo striscione più fraterno

vuol la Pollastrini al rogo,
uno con cristiano sfogo
dice: “laici talebani!”,
l’altro addita agli italiani


Prodi killer di famiglie”.
Piazza delle meraviglie
questa del Family Day…
Quanti sono i farisei?


Qui siam un milione e mezzo!”
dice chi a mentire è avvezzo
al cattolico uditorio.
Ma Ferrara, De Gregorio

e Isabella Bertolini
son fra i santi pellegrini
contro i Dico salmodianti.
Così grossi ed ingombranti,

ciascun val duecentomila…
perciò il popolo che sfila
per ai Dico porre un freno
è un milione, forse meno.

Carlo Cornaglia

CONCLUSA L’ASSEMBLEA C.E.I.

Ivescovi italiani sono tornati a casa dalla loro assemblea generale. Tutti d’accordo. Tutto come prima.

La consegna è chiara: “Dopo il trionfo del Family Day… ricompattare le fila consapevoli delle proprie possibilità di rilancio della chiesa e del suo potere politico in Italia”.

Non un dissenso… Non una nota evangelica.

Hanno scoperto che c’è la povertà… anzi dilaga…


Ma in che mondo vivono? Sono decenni che se ne discute…

mercoledì 23 maggio 2007

VIDEO SU PRETI PEDOFILI

Sarà possibili vederlo in Italia? Il vaticano darà il permesso (perché siamo a questo punto qui da noi) al governo italiano e alla Rai?

Visto il deperimento o la quasi totale scomparsa della laicità, la domanda non è retorica.

La Repubblica, L’Espresso, Il manifesto, L’Unità e molti altri periodici ne hanno parlato ampiamente.

Si tratta di un filmato che racconta i casi di pedofilia accertati fra gli ecclesiastici, e che attribuisce a Ratzinger, non ancora papa, la responsabilità di aver coperto lo scandalo internazionale.

Una testimonianza che, a quanto sembra, potrebbe avere delle difficoltà a entrare a Viale Mazzini. Michele Santoro, intenzionato a dedicare presto una puntata a questo tipo di crimini, avrebbe chiesto alla Bbc di poter acquistare il filmato.

Nulla da eccepire da parte della televisione britannica, disposta a vendere il suo prodotto che, del resto, ha già fatto il giro del mondo (ed è visibile, sottotitolato in italiano, su Google Video: http://video.google.com/videoplay?docid=3237027119714361315).

Sinceramente desidereremmo tutti/e vedere cose migliori. Ma la realtà va pur conosciuta e le responsabilità vanno accertate. E’ molto triste.

Anche questo è “Santa Romana Chiesa”, quella del Family Day.

QUESTA RICCA CHIESA DEI POVERI…

Di tanto in tanto qualche mezza verità viene fuori. Dico mezza perché c’è molto altro, sul terreno dei privilegi economici, che viene accuratamente taciuto o nascosto.

Da “Annozero” abbiamo saputo che il 22% del patrimonio edilizio italiano appartiene alla chiesa cattolica, con relativi privilegi fiscali.

E non si tratta solo di parrocchie, ma anche di case, dalle quali, per motivi speculativi, vengono sfrattati pure gli invalidi.

Una prova di laicità che avrebbe dovuto essere messa in evidenza al family day. Questo è uno dei modi in cui la chiesa cattolica ufficiale difende la famiglia.

Ma vi prego di rileggere per cinque o dieci volte di seguito. I dati sono accertati: appartengo alla chiesa cattolica il 22% del patrimonio edilizio italiano.

Senza contare quello che prelati, monsignori e preti vari posseggono a titolo privato e personale. Povera chiesa…

Madonna di San Luca

"Ricevo da Giovanni Panettiere, portavoce di Noi Siamo Chiesa Emilia Romagna, queste informazioni che ospito nel mio blog. Una chiesa ufficiale che non sa ascoltare: ecco il dato che si ripete ogni giorno."


1)
ARTICOLO DI "REPUBBLICA": "Gay contro fedeli davanti a San Pietro"

PRC E VERDI CONTESTANO LA MADONNA DI SAN LUCA

Un tappeto di corpi distesi davanti al portone spalancato di San Pietro. Slogan contro il cardinale Bagnasco e un invito diretto a monsignor Ernesto Vecchi: «Vieni fuori, e spiegaci cosa intendevi quando hai detto che la violenza è figlia della trasgressione».

Nella giornata mondiale contro l´omofobia, anche i 350 iscritti alle associazioni gay e lesbiche scelgono di sfilare per la loro personale «via crucis» e di lanciare la loro sfida alla Chiesa. Non incontrandola «per caso», come avevano fatto sabato le donne sandwich di Prc e Verdi durante la processione della Madonna di San Luca in città, ma andando a bussare direttamente alla sua porta. Provocazione che finisce a male parole. Con fedeli arrabbiati e invettive dei manifestanti: «Fascisti, fascisti». E con il portone di San Pietro che sul più bello si chiude in faccia al corteo.
E´ stato il momento più teso della «processione» di tutte le associazioni Lgbt. Corteo con bandiere e politica: da Tiziano Loreti, segretario di Prc, alle deputate di Ds e Prc Katia Zanotti e Titti De Simone, al consiglieri comunali Sergio Lo Giudice (Ds), Roberto Panzacchi (Verdi) e Valerio Monteventi (Prc). Partenza da Piazza Nettuno. In sottofondo, come un rosario, una voce ricorda tutti i morti per omofobia. Tanti cartelli, issati o appesi al collo. «Bagnasco vergogna» non è più un tabù. Il ritornello è sempre contro la Chiesa. E, più in piccolo, monsignor Vecchi, reo di avere detto, dopo l´aggressione a due giovani omosessuali, che «la violenza è figlia della trasgressione». Nessun messaggio pro-Dico. Troppo insipida la legge del governo. Qui si sognano ancora i Pacs.
Lenti e ordinati sfilano verso via Indipendenza e puntano diritti a San Pietro. Appena davanti al portone, di fronte all´altare dove spunta lontanissima la Madonna di San Luca, «tutti già per terra». «Ci stendiamo per manifestare il nostro diritto di esistere». Gridano slogan contro Vecchi. Poi si rialzano, ma non avanzano. Piace stare davanti alla Chiesa.
Alcuni manifestanti depongono cartelli e biglietti ai piedi di padre Gabriele Digani, dell´opera di Padre Marella. Qualcuno dalla cattedrale si spazientisce, grida loro di andarsene. «Vergognatevi» urla una donna. E´ la molla che fa scattare la rabbia: «Fascisti» inveiscono dal corteo. Tensione. Finché le porte della cattedrale non si chiudono. E allora tutti a casa, si torna a Piazza Nettuno. C´è la tentazione di «prendersi» Piazza Maggiore, ma mancano i premessi, la polizia fa no con la mano, e allora stop. Alla fine c´è soddisfazione: «Non enfatizzerei il piccolo episodio di tensione davanti alla Chiesa» dice la Zanotti: «E´ stato un corteo ordinato». «Non condivido chi dice Bagnasco vergogna, ma la Chiesa usa espressioni fortissime contro il mondo gay» dice severo il consigliere della Quercia Lo Giudice. Mentre Tiziano Loreti ironizza: «Vergogna è quasi affettuoso, si fa appello alla parte migliore dell´altro perché controlli la peggiore. E´ una espressione religiosa. Bagnasco non deve offendersi».

Silvia Bignami


(18 maggio 2007)


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2)
C.S.G. - UFFICIO STAMPA CURIA BOLOGNA

Data: __18 maggio '07__

COMUNICATO


In relazione alla manifestazione avvenuta ieri davanti alla Cattedrale di San Pietro, presente la venerata immagine della Madonna di San Luca, l'Arcivescovo di Bologna Card. Caffarra interviene con il seguente comunicato:


L'incivile gazzarra avvenuta ieri davanti al portone della Cattedrale, spalancato per permettere ai fedeli l'accesso per pregare davanti alla venerata immagine della Madonna di San Luca, resterà come una macchia che non si cancella nella storia luminosa e commovente dell'amore di Bologna verso la sua Patrona. Ieri la città è stata offesa. E' stata offesa nel suo sentimento religioso profondo; un sentimento che davanti all'immagine della Beata Vergine sempre sa accantonare divisioni politiche e disuguaglianze sociali, ricomponendo il consorzio umano nella più profonda unità dell'amore orante a Maria. E' stata offesa anche nella sua tradizione civile che ha sempre visto nella Madonna di San Luca il suo più alto vessillo identitario; una tradizione mai interrotta in 531 anni di discese della Venerata Immagine dal Colle della Guardia. E' stata offesa nella sua virtuosa e permanente pratica della tolleranza e dell'ordine civico. Ed è tanto più grave che tale incivile manifestazione, nella quale sono state esibite persino scritte al limite del blasfemo, abbia avuto per protagonisti anche due deputati al Parlamento nazionale e alcuni esponenti politici locali. Come Vescovo di questa città, ritengo doveroso denunciare che simili episodi sono segno evidente di un degrado civico prima d'ora qui sconosciuto, e richiamare le autorità cui compete a far rispettare quelle regole di convivenza che la città e la Nazione si sono date per il bene comune. Invito i fedeli e tutti coloro che tengono tra gli affetti più preziosi quello per la Madonna di San Luca a pregare perché il Signore conforti chi – autorità ecclesiastiche e semplici fedeli – ieri è stato oggetto di dileggio e di offese, e perché Egli si lasci incontrare con il suo perdono, sulla via della conversione del cuore, da chi ha agito forse senza sapere quello che stava facendo.


Bologna, 18 maggio 2007

+Carlo Card. Caffarra
Arcivescovo Metropolita di Bologna

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3)
DICHIARAZIONE DEL PORTAVOCE DI NOI SIAMO CHIESA EMILIA ROMAGNA

Giovanni Panettiere, portavoce di Noi Siamo Chiesa Emilia Romagna, in merito ai fatti di San Pietro dei giorni scorsi, dichiara:

"Manifestare davanti a San Pietro nei giorni della Madonna di San Luca è un gesto forte, che esprime l'enorme disagio da parte della comunità omosessuale, lesbica e transessuale dinnanzi alla morale ed all'azione cattolica in materia. Al Cardinale Caffarra lancio una preghiera: apra le porte di via Altabella ed ascolti, accolga queste donne e questi uomini, che hanno bisogno di parole e gesti concreti di amore e di rispetto. C'è la necessità, nella nostra arcidiocesi e non solo, di una precisa pastorale per le persone omosessuali, lesbiche e transessuali all'insegna dell'ascolto e del vissuto di queste persone. Chi vive a Bologna l'esperienza parrocchiale sa bene quanto sia difficile affrontare questi temi" .


Bologna 19 maggio 2007


Giovanni Panettiere

lunedì 21 maggio 2007

LUCA E MARTINA

La mattina di domenica 20 maggio, durante l’eucarestia della comunità, ho avuto la gioia di “consegnare la Bibbia” a Luca e Martina, un ragazzo ed una ragazza che segnano così il loro passaggio al gruppo dei più alti.

La “festa del Pane Nostro” è una delle giornate più belle che il “Gruppo Primavera” di Rivalta di Torino celebra nel cammino di fede di genitori e figli.

Sentite come si presentano: “Siamo un gruppo di circa 15 famiglie che hanno deciso di occuparsi insieme della catechesi dei propri figli. Siamo nati circa sette anni fa, grazie all’incontro con Maria Grazia Bondesan, che ci ha indicato la possibilità di organizzarci e costituire un gruppo e ci ha parlato delle comunità di base. Allora, suo figlio Francesco aveva circa 4 anni.

L’organizzazione si è andata costituendo passo passo e oggi esiste un gruppo di animatori che si occupa di gestire l’attività mensile con circa 30 ragazzi, di età dai 5 ai 15 anni, suddivisi per gruppi di età: Gattini, Tigrotti e Scoiattoli.

Da circa due anni i ragazzi più grandi si dedicano alla lettura biblica; inoltre, tutti i genitori del Gruppo si ritrovano quasi ogni mese con Franco per approfondire varie tematiche; da tre anni sono anche sorti due sottogruppi di adulti: uno per la lettura biblica, uno per attività legate al Guatemala.

L’attività con i ragazzi si svolge un sabato pomeriggio al mese, all’interno dei locali del Gruppo Famiglie di Rivalta, collegato al Gruppo Abele di Torino, con la possibilità di giocare in un grande prato e, sino all’anno scorso, la possibilità di fare cena tutti insieme una volta al mese.

Il gruppo è attivo durante l’anno scolastico, mentre d’estate molte attività vengono sospese; a Settembre si sancisce l’inizio dell’anno con una gita a Provonda, per programmare le attività e fare una celebrazione comune; il gruppo celebra anche il Natale e la festa del Pane Nostro, con la consegna della Bibbia ai bambini di 10 anni.

La festa del Pane Nostro è nata tre anni fa ed è caratterizzata dalla presenza di Franco, dal coinvolgimento diretto dei bambini e dei genitori, dall’utilizzo di gesti che sottolineano i contenuti prescelti. Quest’anno festeggiamo Luca e Martina”.

Il pane è “nostro” perché va condiviso: questo è vangelo vivo.

Dopo la predicazione, svolta da Cinzia e Cristina, ho avuto la gioia, presiedendo la celebrazione, di consegnare la Bibbia a Martina e Luca. Su queste Bibbie i genitori hanno scritto le loro “dediche” piene di fede e di amore.

Ho cercato di esprimere l’augurio che Luca e Martina diventino “cercatori del tesoro nascosto” dietro e dentro le mille pagine della Bibbia.

Mi sono commosso e ho pianto di gioia. Per me la Bibbia è fuoco che riscalda, è luogo di un appuntamento con il Dio dei poveri, dei profeti e di Gesù, è stimolo al silenzio, alla preghiera, alla conversione, all’impegno.

La Bibbia ha accompagnato ogni passo della mia vita e l’accompagna ancora oggi, sempre più appassionatamente.

Il testo della celebrazione è disponibile per chi volesse, ma voglio solo riportare qui alcune preghiere in essa contenute:

O Dio, siamo qui riuniti dinanzi a Te, per celebrarti e ringraziarti. Lontano da te, la nostra vita perde di senso, il nostro correre si fa affanno e il vuoto dilaga. Ci accostiamo a te come ci si avvicina ad un fuoco di bivacco, a una sorgente di montagna, a un’oasi nel deserto. Il contatto con te ci riscalda e ci rinfranca.

O Dio, anche noi vogliamo camminare sulla tua strada, come hanno fatto Abramo e Sara, Mosè e Aronne, Ruth e Noemi. Ci immaginiamo di camminare al fianco del Nazareno, noi, uomini e donne di “dura cervice”; tante volte, come Pietro, abbiamo sentito “il canto del gallo” che ci indicava la nostra fragilità e la nostra scarsa fiducia, ma sempre tu ci sollevi, ci perdoni, ci rimetti in cammino.

Dio del cielo e di tutte le terre,
aiutaci a camminare nel vento della vita
con la spensieratezza del passero che fa il nido,
senza pensare che giungerà l’autunno.

Prima che i nostri occhi Ti cercassero,
Tu sei venuto verso di noi in mille modi.
Prima che le nostre labbra Ti invocassero,
Tu hai deposto nei nostri cuori la Tua parola.

Apri ogni giorno il nostro cuore
a questo mistero di amore che ci avvolge.
Tu ci hai amato per primo
e ci doni anche oggi la forza di amare.

Tu semini nel cuore della nostra vita
la speranza di una creazione liberata
da ogni violenza e da ogni discriminazione.

Se il Dio che danza le nostre gioie,
che cammina con noi nei nostri “viaggi” della vita.
Donaci il latte nutriente della Tua parola.

Mantieni vivo in noi, nel più profondo di noi,
il Tuo insegnamento per un mondo di giustizia.
Possa il ricordo di Gesù scaldare i nostri cuori
e sospingerci nella conoscenza di tutti e tutte coloro
che cercano giustizia, tenerezza e pace ".

Dedico questo collage della bella liturgia a Silvio e Cinzia, genitori di Luca, e a Cristina e Lorenzo, genitori di Martina, che cercano di testimoniare ai figli e alle figlie il Vangelo di Gesù.

sabato 19 maggio 2007

CHI TOCCA TOTEM MUORE ! - considerazioni su Di.Co. e dintorni

Ospito volentieri questa pagina dell'amico Carlo Vai (psicoterapeuta) autore de “Il Totem e il briccone”, ECIG, Genova


CHI TOCCA TOTEM MUORE !

considerazioni su Di.Co. e dintorni


Il crescendo rutilante degli interventi dei vescovi sui Di.Co. impressiona per lucidità e raffinatezza da manuale di psicologia e - per chi crede in satana - per diabolica perversione.

Mi spiego: se, chi vuole offendermi o castigarmi, mi si scaglia contro con una raffica di pugni, provocherà la mia reazione immediata.

Non così, se mi da' un buffetto che sembra una carezza, accompagnandolo caso mai da parole di dolce rimprovero; intanto, egli studia attentamente la mia reazione. Anch'io sorrido a quel colpetto da Topolino.

Qualche giorno più tardi il mio antagonista torna alla carica. Questa volta è uno schiaffo a colpirmi e le parole sono di disapprovazione nei miei confronti sono ben più pesanti; inoltre egli dice di avere dalla sua importanti personaggi.

Incomincio a capire che il mio nemico non molla, ma non reagisco per paura e spero che con il dialogo riuscirò ad ammansirlo. A questo punto chi mi è ostile capisce di avermi in mano e che può fare di me quello che vuole, e mi massacra di botte facendomi tacere per sempre. Indignazione universale. Ma, ormai, è troppo tardi.

E' quanto i vescovi hanno fatto a proposito dei Di.Co. : Sono contro la morale universale - hanno tuonato. Un coro pressoché unanime ha cantato il ritornello: Ci mancherebbe, anche i vescovi hanno diritto di parlare.

E' poi arrivata la minaccia di vincolare i politici cattolici (con la scomunica ? con il divieto di accedere ai sacramenti? con l'intimidazione di sciogliere i cittadini dall'ubbidienza all'autorità civile per umiliarli fino a una nuova Canossa ?).

Appena qualche timida voce di protesta si è levata dai soliti estremisti... A questo punto il mio nemico mi massacra di botte. Indignazione ma non poi così universale. Il peggio ha ancora da venire.

E il massacro è arrivato, quando il presidente dei vescovi italiani ha paragonato ( salvo poi a smentirlo, ma è una smentita che conferma la prima impressione) i patti di convivenza alla pedofilia e all'incesto. In passato un papa aveva equiparato l'aborto allo sterminio dei campi nazisti.

La precisazione era peggiore dell' iniziale dichiarazione: Il senso della frase del capo dei vescovi era che se la chiesa cedeva suo patti in nome dei diritti delle persone comviventi, poi avrebbe dovuto farlo anche per i pedofili e gli incestuosi...L'accostamento ha del mostruoso anche soltanto per il senso comune.

Mutatis mutandis, l'argomento può essere capovolto: prima si attacca la legge, ancora in fieri, sulle convivenze, poi si passa a muso duro contro istituzioni già approvate da due leggi e due referendum popolari, come divorzio e aborto, poi a deliberazioni ministeriali come l'uso del preservativo e della pillola del giorno dopo ( quanta fobia di sesso!).

Usando l'esempio di Bagnasco, chi impedirà in futuro alla chiesa di far vietare i balli campestri e la musica rock?

Tra i ricordi della mia infanzia vi è quello del parroco che lasciò fuori dalla chiesa una mia coetanea perché era scesa sul ballo a palchetto durante la festa del paese e ad un'altra bambina, che indossava una gonna appena sopra il ginocchio, negò la comunione.

Disgraziatamente, la repressione non è appannaggio della sola chiesa cattolica: Giovanni Calvino mandò sulla forca di Ginevra alcuni uomini che frequentavano troppo assiduamente l'osteria! Senza parlare del fanatismo islamico di cui tutti siamo spettatori.

Davvero, la nostra epoca sarà ricordata non per i suoi costumi da Gomorra ma per il dominio di Totem e dei suoi leccapiedi.

La caratteristica di ogni forma totemica è di non farsi riconoscere, perché essa vive dentro di noi. Quando ci inchiniamo al feticcio per il panico, per conformismo, per paura di cosa dirà la gente, quando ci affrettiamo a volere un santo subito, già allora noi abbiamo abdicato alla scintilla immessa in noi dal creatore, la coscienza.

Carlo Vai

IL BRASILE SE NE VA

L’America Latina comincia a congedarsi dalla chiesa cattolica che ormai conta sempre di meno.

Ancora un po’ di madonne e di gloriose tradizioni, ma il cristianesimo in quelle terre prende altre strade, spesso purtroppo quelle delle sette.

C’è una sola possibilità che il vaticano sta tentando di realizzare: essere il partito di tutte le destre del mondo, costituire il punto di raccordo delle forze restauratrici a livello planetario.

Paradossalmente, parlando dal punto di vista di un credente, la chiesa ufficiale cattolica non ha più nessun ascolto quando parla di Dio, di Gesù o del Vangelo, ma è estremamente efficace quando fa politica di destra.

Possiamo dire che Roma ha scoperto una nuova dimensione: occuparsi direttamente di politica, fare concretamente politica nascondendo il fatto di essere un superpartito politico planetario.

I furbi, i profittatori, gli ipocriti, i signori del mercato, i tanti sepolcri imbiancati della politica corrono all’abbraccio, al bacio del sacro anello e si affrettano a dichiararsi difensori della fede e della chiesa. Poi, si sa, si spartiscono utili e successi.

E’ in questo contesto che martedì 15 parlando
a “Palazzo Nuovo” presso l’Università di Torino ad un bel gruppo di studenti e professori, ho ancora una volta scoperto che c’è un gran bisogno di parlare di Dio, di Gesù, del Vangelo, di una comunità di credenti che non sia subalterna al “partito cattolico”. Dio è “interessante”.

Ma ritorno al Brasile. La conferenza dei vescovi del Brasile, di cui Ratzinger aprì i lavori la settimana scorsa, sta svolgendosi senza nerbo, senza mordente.

Regna la paura di disturbare il comandante supremo. Così la profezia diventa acqua tiepida, stagnante, che puzza di muffa chiesastica e di stucchevole retorica.

Povera chiesa ufficiale, sei ricca di denaro, sei alleata con i grandi palazzi, hai a tua disposizione tutti i media del mondo, riesci in Italia a impedire i DI.CO e a infiltrare in Parlamento i tuoi uomini fidati e le tue piissime donne, ma sei morta dentro, sei sazia di beni materiali, ma chi cerca il Vangelo deve bussare ad altre porte.

Per grazia di Dio, lontano dal palazzo, il Vangelo continua a fiorire.

giovedì 17 maggio 2007

ALCUNI GIORNI DOPO IL FAMILY DAY...

Io ero a piazza Navona dove il “coraggio laico” ha potuto esprimersi: le cifre del corteo di Fini-Berlusconi-Mastella-Pezzotta erano altre, non il milione dichiarato dalla Cei.

Mentre il papa è ritornato umiliato e scornato dal Brasile, dove proprio nessuno gli ha dato la minima attenzione tranne i vescovi, Pezzotta lo ha confortato dicendo che questa giornata ha certamente rallegrato Ratzinger.

La mobilitazione di sabato 12 maggio evidenzia che il Vaticano e le diocesi “hanno trasformato la chiesa italiana nella più potente delle lobby. Hanno voluto il raduno di Roma per mettere in scena una prova di forza politica e muscolare. Hanno attinto a piene mani ai fondi provenienti dall’8 per mille versato nelle loro casse dallo Stato italiano. Stanno risuscitando il clericalismo e l’anticlericalismo. Sono entrati a gamba tesa nell’agone politico” (Eugenio Scalfari, Repubblica 13 maggio 2007).

Una chiesa che fa corpo con Fini, con Casini, con Mastella e simili persone si chiarisce: ormai è una impresa congiunta di forze oppressive, illiberali, che usano l’etichetta “Dio e famiglia” per manipolare il popolo.

A Roma ho intervistato alcune suore nigeriane: “Saremo devote al papa tutta la vita”. Le capisco. Lui è il capo dell’azienda che le ha strappate dalla fame e per loro questa azienda è la grande benefattrice. Molti di noi alla chiesa azienda non hanno interesse.

Eppure queste giornate mi danno tanta speranza. Quando la chiesa gerarchica chiama alla crociata tutti e accetta onesti e furfanti purchè “vadano alla guerra” allora si avvicina un crollo.

Come credente penso che la fede ha un avvenire ben oltre la gerarchia. Ma il “crollo” di credibilità della “chiesa ufficiale” significa, sul piano politico, che i suoi interessi e quelli della destra sono ormai tutt’uno.

La chiesa non può sopravvivere in Italia come forza politica se non coincide con la destra e la destra politica non ha futuro senza questa chiesa. Dopo il Family Day tutto è chiaro. E’ qualcosa di più di una sacra alleanza.

La gerarchia fa politica di destra meglio della destra stessa e la destra si impegna a difendere questa chiesa con cui ormai si identifica totalmente, messi da parte Dio e Gesù Cristo. E il centro sinistra manca di coraggio laico. Persino il Brasile ci dà lezioni di laicità.

CASINI-MASTELLA

Il pericolo non viene da Berlusconi cui fa difetto un minimo di intelligenza politica e possiede solo la forza del denaro (che certo non è piccola cosa).

I veri ostacoli al cambiamento vengono da uomini come Casini e Mastella, i grandi ed astuti manipolatori che usano “la religione” come l’arnese di cucina per servire agli italiani il piatto “patria, famiglia, libertà”.

Questi, in un momento di grande debolezza dell’iniziativa laica, sono abili nel consolidare le loro amicizie vaticane e nel solleticare quelle persone e quei gruppi o nostalgici o rampanti che non vogliono mettere in discussione i privilegi acquisiti all’ombra del “divino Silvio”.

martedì 15 maggio 2007

PRETI CHE SI SPOSANO

Sono in contatto con parecchi preti che mi fanno conoscere il loro amore. Qualcuno ha trovato un amore con cui condividere anche l’esperienza del ministero.

Che si tratti di una coppia etero o di una coppia omosessuale, l’importante è che sia amore vero e profondo.

Milano, Roma, Brindisi: saranno tre celebrazioni di fede in cui saranno protagonisti uomini e donne di grande coraggio.

Questo mi permette di rallegrarmi con le nostre belle copie e di esprimere la speranza che il matrimonio incoraggi ancora di più all’invenzione di nuove forme di ministero, di animazione di gruppi e di comunità.

Quante cose nuove sono possibili nella chiesa di base… L’invenzione dovrebbe diventare il nostro pane quotidiano.

PER CHI MI SCRIVE

Abbiate un po’ di misericordia… Ricevo una infinità di lettere e di e-mail… Cerco di rispondere a tutte… Ora ho un arretrato davvero notevole…
Sono preso da studi, corsi, incontri, dialoghi, dibattiti e faccio fatica a rispondere con tempestività… La vita di un povero pellegrino come me non conosce sosta…
Cercate di capirmi e di avere pazienza… Sono vecchietto e per giunta il lavoro fuori della comunità si è enormemente esteso. Tutti/e facciamo solo quello che possiamo.

domenica 13 maggio 2007

BRASILE: ANDATA E RITORNO

Come da copione: folle, saluti ufficiali, “sparate” contro l’aborto, retorica sulla famiglia…

Il viaggio del papa si è svolto come era prevedibile. La “coerenza” di Ratzinger lascia poco all’immaginazione e alla creatività.

Davanti ad una chiesa, come quella brasiliana che vive una fase di accentuato declino, il papa ha riproposto un cristianesimo chiesastico che ormai non osa più fare i conti con la vita quotidiana della gente.

Mi domando quando finirà questo centralismo romano che spegne le chiese locali e continua a dettare le linee guida, gli obbiettivi, le norme…

Quando mai si troverà il coraggio di rispedire al mittente questi messaggi astratti, eurocentrici, dogmatici?

Il papa può essere contento: la chiesa è obbediente, l’istituzione è tornata compatta, la dottrina è salva…

Restano due grandi problemi: la vita dei poveri e la fede… La chiesa ufficiale sembra piuttosto distratta al riguardo.

Che disastro questo pontificato... Quanto siamo lontani dalla chiesa di monsignor Romero, Camara e tanti altri.

Aspetto solo più l’ultimo discorso… La “collezione” di prese di distanza dalla teologia della liberazione è stata continua.

REQUIEM PER IL PARTITO DEMOCRATICO

Dopo le ultime dichiarazioni di Rutelli (“se fossi solo deputato andrei al Family Day”) penso che sia diventato evidente che tra la Pollastrini e il leader della Margherita c’è l’inconciliabilità…

Il Partito democratico sta morendo in culla proprio in questa assoluta mancanza di laicità. E’ chiaro come la luce del sole.

Credo che i fatti presto dimostreranno l’impraticabilità di questa strada perché i mille Pezzotta, Bobba, Binetti… sono veri i propri dipendenti vaticani. Come si fa a non ammetterlo?

FATTI E MISFATTI

1) Come ci si aspettava il papa, sconfessata la teologia della liberazione, dando appoggio alla scomunica che i vescovi messicani hanno minacciato ai parlamentari che appoggiano la legalizzazione dell’aborto, falsificata la lettura dell’opera di mons. Romero facendola rientrare nello spiritualismo, ha cantato la solita canzone.

Ora, contento di aver proclamato le verità assolute che tanto gli stanno a cuore, sta per rientrare in vaticano e tutto resta come prima. Roma è lontana e i brasiliani hanno ben altri problemi.

Però il “combattente dell’ortodossia” è contento e lascia dichiarazioni sulla infallibile missione della chiesa (si legga gerarchia) che sembrano certezze scadute da almeno un secolo. Lui ci crede.

Quando si accorgerà che il suo transatlantico è diventato una barchetta anche in Brasile? Alcuni amici brasiliano mi hanno confermato che è stato un viaggio di facciata, una parata conclusa con l’ipocrisia del sì alla beatificazione di Romero.

2) Una buona notizia: Blair, il grande bugiardo, il grande sponsor della guerra in Iraq, se ne va.

Un politico di cui gli inglesi hanno progressivamente capito la maschera che copriva il volto di un governante inetto e violento. Porre rimedio ai suoi errori non sarà facile.

3) Comincia il Giro d’Italia... Che “sporcizia” questo mercato del doping. Il calcio è marcio e il ciclismo non è troppo sano.

Speriamo che ci sia almeno qualche lezione che serva a raddrizzare e risanare il “territorio”. Io spero che Cunego, l’atleta che mi ispira più fiducia, non cada nella trappola.

Cercherò di trovare qualche minuto per informarmi sul “Giro” che sta iniziando.

venerdì 11 maggio 2007

SARO’ NELL’ALTRA PIAZZA

Ogni religione ha i suoi fondamentalismi e i sui tradizionalisti.

Non stupisce, quindi, che a dar man forte ai cattolici del Family Day, apertamente conservatori, sia il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.

La santa alleanza omofobica è in piena azione e raccoglie affluenti da ogni “territorio” di cultura illiberale.

Io, invece, andrò al “coraggio laico” (www.radioradicale.it/familytoday) in Piazza Navona e poi partecperò all’incontro di preghiera organizzato alle ore 19.30 presso i locali della comunità cristiana di base di S. Paolo in via Ostiense 152b dal gruppo di omosessuali credenti “Nuova Proposta”.

In fondo è anche bello che nella chiesa possano viverci queste diverse posizioni senza drammatizzare…

Il drammatico sta, invece, nel fatto che la gerarchia cattolica gestisce questa battaglia da protagonista politica come un vero e proprio partito.

E non è meno drammatico il fatto che molti esponenti del nascente Partito democratico siano più papalini del papa… Si parte male, anzi malissimo con un enorme deficit di laicità.

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12 MAGGIO 2007 ore 19.30

L’ASSOCIAZIONE “ NUOVA PROPOSTA
uomini e donne omosessuali cristiani di Roma

Vi invita a partecipare alla

Veglia di Preghiera
"Vi do un comandamento nuovo che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi"

che si terrà presso la sala della Comunità di base di San Paolo
via Ostiense152 b - Roma


parteciperà don Franco Barbero


L’occasione del Family day, promosso da diverse associazioni cattoliche e sostenuta da vari partner laici, che si svolgerà a Roma il 12 maggio 2007, ci offre l’opportunità di ripensare e pregare il tema della FAMIGLIA.

Pensiamo, inoltre, che sia urgente uscire dalle visioni statiche e formali della famiglia, per aprirsi alle molteplici novità che l’attuale contesto sociale e culturale, ormai “globalizzato”, porta come sfida alla famiglia. Intendiamo questa sfida come occasione di rinnovamento ineluttabile che, se accolta, permetterà alla famiglia di inserirsi a pieno titolo in una società in continuo mutamento ed evoluzione. E’ in quest’orizzonte, secondo noi, che la famiglia va ripensata e ridefinita.

Per questo motivo noi, omosessuali credenti, ci troviamo in un atteggiamento di ricerca umile, ma tenace, per capire come dalla nostra identità e dal nostro essere coppia, possano germogliare nuovi ambiti di convivenza, luoghi dove ricevere e dare amore, spazi dove generare e proteggere la vita, nelle forme più diverse.

Anche questi ambiti necessitano di riconoscimento sociale e di tutela giuridica. Anche questi nostri nuclei vanno ritenuti, non uno spazio meramente privato, ma piccole comunità in cui si coltiva e si fa crescere, con la medesima dignità delle famiglie costituite da un uomo e una donna, la vita sociale del nostro paese. Anche queste unioni esigono una tutela giuridica pubblica.

Alla luce di questo, ci schieriamo con quelli che dicono un grande SI alla famiglia come luogo dove l’amore trova la propria dimora, facendosi carne.

Con questi sentimenti nel cuore, desideriamo invitarvi a questa nostra Veglia di Preghiera: per chiedere allo Spirito Santo che illumini le nostre menti e i nostri cuori e per ritrovarci uniti come fratelli attorno allo stesso Padre, ad ascoltare la Buona Novella del Figlio che - solo - ha parole di Vita eterna. Quella vita vera che ognuno di noi - senza distinzione - ricerca…

IL PERSECUTORE E’ ARRIVATO

E’ arrivato in Brasile, per una visita di cinque giorni, il papa che da cardinale fu il grande inquisitore e l’efficace distruttore della teologia della liberazione latino-americana.

In verità, nonostante tutta la sua potente azione di emarginazione continua e capillare dei teologi e delle teologhe della liberazione, una forte presenza di comunità di base è ancora ben visibile e operante nella chiesa brasiliana che attraversa una crisi profonda.

Si tratta, infatti, di una “cattolicità” che perde pezzi di anno in anno con un esodo massiccio di preti che lasciano il ministero e con una consistente avanzata dei movimenti fondamentilistici. La secolarizzazione avanza a grandi passi.

Il papa, come avete notato dalle prime informazioni, va a “confermare nella ortodossia” una chiesa che lo applaude, ma i cui laici non pensano nemmeno lontanamente di allinearsi alla “morale cattolica”. Ma… la dottrina è salva…

mercoledì 9 maggio 2007

LA SOCIETA’ DELL’INCERTEZZA

Non è solo il bel titolo dei un libro straordinariamente affascinate e veritiero di Baumann. Anche il mercato degli USA conosce una stagione che lascia presagire un futuro incerto e probabilmente molto nebuloso.

Segue con molto interesse gli studi Allen Sinai e Stephen Roach, due dei più qualificati economisti USA, che da tempo segnalano la possibilità di una crisi o addirittura di una recessione degli Stati Uniti.

A loro avviso, sono i segnali di cedimento proveniente dal mercato immobiliare che cominciano a farsi sentire in molti ambiti dell’economia e in modo particolare sull’occupazione. A settembre-ottobre si potrebbe addirittura parlare di una vera debacle del mercato immobiliare USA.

Con un pil all’1,3 per cento, con il dollaro ai minimi storici rispetto all’euro, in presenza di una perdita di fiducia dei mercati internazionali rispetto alla tenuta degli Stati Uniti, con una guerra che brucia risorse e divide l’America, Bush si troverà a fare i conti con problemi sui quali sarà meno facile mettere il veto.

La corsa mercantile di Cina e India, la ripresa del Giappone, della Russia e della Germania, le nuove alleanze in America Latina e nei Carabi… tutto questo apre un panorama politico dai lineamenti assai mobili ed incerti.

Ho la percezione che tutti questi segnali non vengono presi sul serio come l’esigenza di “cambiare direzione”, di “correggere la rotta”. E se fra 15 mesi scoppiasse anche da noi la crisi del mercato immobiliare? Gli analisti parlano di gravi problemi che potrebbero diventare letali fra 30-35 anni.

Penso, invece, che sarà il decennio 2010-2020 il banco di prova per una verifica rigorosa della situazione planetaria a tutti i livelli. I tempi sono più vicini, molto più vicini, a mio avviso.

LETTERA A "REPUBBLICA"

A: rubrica.lettere@repubblica.it


Caro dott. Augias,

è chiaro come il sole che il Family day rappresenta una mobilitazione contro i DI.CO. in cui la gerarchia cattolica gioca un ruolo da protagonista e gestisce direttamente una battaglia politica.

Per me, come credente e come prete, è importante ricordare che molti cattolici saranno presenti nell'altra piazza per partecipare al "coraggio laico".

Personalmente parteciperò con convinzione all'incontro di piazza Navona perchè la laicità è parte integrante del mio modo di essere cittadino e credente.

In serata, poi andrò all'incontro di preghiera organizzato dagli omosessuali e dalle lesbiche credenti del gruppo di Nuova Proposta con i quali collaboro da anni.

Queste sono davvero persone che amano la famiglia. Mi piace sottolineare che trovo decisamente importante vivere la libertà di coscienza all'interno della chiesa cattolica, senza alcun patema d'animo.

Un discorsetto a parte meritano i primi passi del neonato partito democratico: quante presenze contagiate dal clericlarismo...

Franco Barbero

lunedì 7 maggio 2007

MI SCRIVE UN CONFRATELLO

Con il permesso di don Amedeo, pubblico questa lettera che mi ha inviato il 30 aprile scorso: un esempio di coraggio e di libertà.

“Carissimo don Franco,

ho visto il filmato del "duetto" tra lei e don Benzi e devo dire che mi sono molto divertito, se così posso esprimermi. Ho notato la differenza delle risposte, ma in questa differenza ho sentito tutto il suo ardore di uomo di Dio e non di legge.

Ma, oltre tutto, una cosa mi ha fatto riflettere seriamente in una risposta di don Benzi: "I gay non possono accedere alla comunione eucaristica perchè non sono in comunione con Dio". Chi è che ha l'ardire di affermare se un essere umano è o non è in comunione con Dio?

Il grave peccato del fariseo al tempio non era tanto quello di essersi dichiarato giusto, in quanto osservante dei comandamenti, ma quello di essersi paragonato al peccatore e di essersi trovato migliore di lui. Questo fariseo, uomo religioso, non fu giustificato da Dio. Certamente il fariseo sarà stato una personcina perbene, dalla integra moralità; ma non amava il peccatore che gli stava vicino, proprio a causa della propria pretesa giustizia e integrità nei suoi confronti.

Questo fariseo magari faceva tante belle cose per gli altri, ma non per amore degli altri, ma solo per riportarli a Dio. E chi è che cerca di riportare gli uomini a Dio se non chi si sente a posto con Dio e superiore agli altri? Chi fa qualcosa per il prossimo, per riportarlo a Dio, è e resta sempre un fariseo, perchè si adopera per l'altro non perchè lo ama così come egli è, ma solo per toglierlo dal peccato, da quello stato che egli, il presunto benefattore, presuntuosamente, ritiene peccato e nei confronti del quale ritiene se stesso immune.

Gesù non ci ha detto di amare il prossimo per ricondurlo a Dio, ma di amare il prossimo come Egli ha amato noi, cioè senza condizioni e senza chiederci se lo merita o meno e soprattutto senza ergerci a giudici di coloro che riteniamo peccatori e che magari, agli occhi di Gesù sono più santi di noi.

Vorrei chiedere a don Benzi per quale motivo lavora per recuperare le prostitute.... per toglierle dal peccato o perchè le ama come persone? Una sua risposta mi ha fatto molto inquietare, perchè riflette la logica farisaica vaticana: A chi gli ha chiesto se un uomo che va a prostitute fa peccato, egli ha risposto: "rovina se stesso". Non ha minimamente accennato al fatto che rovina la prostituta. Per don Benzi è più grave che quest'uomo abbia un rapporto sessuale o che con il suo atto contribuisce a rovinare la dignità della prostituta? Autentica sessuofobia!!! Non c'è altro da dire.

Ah , a proposito, dopo aver visto il filmato e aver accertato che don Benzi ha carta bianca, lo chiamerei mandato trinitario, per poter stabilire chi è in comunione con Dio e chi può o non può accostarsi alla comunione, propongo alla Commissione Teologica internazionale, nonché alla Commissione Biblica, di togliere, da tutti e quattro Vangeli, l'episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci( direi meglio "divisione" dei pani e dei pesci ), dove risulta che "l'eretico" Gesù si dice che abbia dato da mangiare a tutti , 5000 uomini escluso donne e bambini( c'era tutta la Palestina lì presente ).

Ma povero Gesù! E anche smemorato ! Non sapevi, Gesù, che in mezzo a quella gente c'erano persone di ogni estrazione e di ogni tendenza, inclinazione e rozzezza? Certo Signore, l'hai fatta grossa !!! Dare da mangiare a tutti....!!! E se devo dirti la verità, Signore, l'hai scampata per un pelo.....Se ci fosse stato lì don Benzi , non ti salvavi neanche tu.

Anzi sai che ti dico Gesù? Se ti venisse in mente di tornare, proprio tu, in carne ed ossa sulla terra, stai attento che, con quella testa che ti ritrovi, quando muori non ti faranno neanche il funerale religioso. Si, proprio come quel povero Cristo.... oh scusa, di Welby.

Ciao Don Franco. Se vuole pubblicare anche questa mia riflessione, faccia pure.

don Amedeo Gaetani

RICEVO E PUBBLICO

Ricevo e ospito volentieri lo scritto del mio amico sacerdote venezuelano al quale sta molto a cuore la difesa del suo popolo, specialmente dei più poveri.

“Cari Amici,
sono il sacerdote venezuelano Castor Leonardo Lucero Lutenko, e
vi scrivo questa piccola lettera per chiedere aiuto davanti un'ingiustizia che di tante che ha sofferto il popolo Venezuelano. Venezuela in questo momento ha il maggiore indice de crescita economica, e tecnoligica. Venezuela e anche nella vanguardia della pace sociale prendendo misure concrete per le persone che hanno più neccesstà. E anche nella vanguardia nella energia ecologica, benche è una delle nazione più ricche in petroleo, la energia elctrica che usa venezuela è la energia idroelectrica, per la grande risorse di fiume come il Caroni e Orinoco.

Altro punto importante è che le politiche de molte potenze straniere hanno
voluto presentare venezuela come una nazione ignorante. In questo particolare solo vorrei dirvi che Venezuela quando fu conquistata dall'impero Spagnolo, la Regina Isabela la Cattolica ha firmato una Bolla
regale, la quale è un divieto alla schiavitù dell'aborigine Venezolano che erano l'impero Caribico. Quindi nessun aborigine poteva essere schiavo, doveva essere educato per i missionari franciscani, gesuiti dominicani. Così nell'impero Caribico nasce una cultura che è la fusione della mentalità Europea e la mentalità caribica che dopo se unisce con la mentalita africana. Come gli aborigine erano citadini spagnoli. Spagna porta i neri dal Africa per lavorare in terra americana.

Dopo di 350 anni di dominazione, soto il illuminismo francese, il
pragmatismo inglese e il umanismo pre-elenico della antica Grecia, Venezuela inizia la guerra di Independenza sotto le mani dei Venezuelani come Simòn Bòlivar, Jòse Antonio Sucre, Andrez Bello (Fundador de l'universita del Cile)

Devo dire a favore del popolo spagnolo a diferenza del popolo Inglese. Che
il popolo Spagnolo se ha se è fusso con gli aborigine. Cosi in Venezuela inizia una nuova era che viene della toleranza propio della raza mestissa. Che ha potuto continuare il suo mestissagio atraverso della storia, grazie alla toleranza spagnola e alla sua passione, che venezuela ha ereditato. Cosi Venezuela nasce come Nazione; una Madre Caribica e un Padre Spagnolo. Con la formazione della europa occidentale.

Dopo la liberazione del Venezuela e di tutta Sudamerica, tranne il Brasile
giache il Brasile era il impero Brasiliano perche la famiglia regale del Portogalo decide spostarsi al Brasile, dunque il Brasile non ha dovuto lotare per nessuna independenza. Solo che all'inizio del secolo scorso stata una revoluzione in cui il imperatore viene destituito.

Questo piccolo riasunto è per spiegarvi cio che viene a continuazione perche
è una vera emergenza e ingiustizia con una nazione che mai ha participato in nessuna guerra tranne la guerra di independenza e liberazione de altre cinque nazione: Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Panama. Tutti con il coragioso esercito Venezolano al quale sono fiero perche apartengo a questo esercito, non imperialista ma liberatore. Adesso siamo in emergenza...

Il Venezuela si trova in uno stato di massimo allarme perché l'attuale
governo di Hugo Chàvez è in serio pericolo. C'è motivo di ritenere che gli Stati Uniti attraverso la Cia stiano pianificando un colpo di stato simile a quello effettuato in Cile quando il presidente Salvador Allende fu
estromesso e sostituito da Pinochet. I motivi e le ragioni per cui l'attuale governo venezuelano è inviso e osteggiato dall'amministrazione Bush vanno ricercate in alcune scelte "scomode" del presidente Chàvez.

Innanzitutto il Venezuela da tempo, e in particolar modo dopo l'uragano, è
impegnata a fornire gratuitamente le benzina insieme col trasporto pubblico al Bronx, al New Jersey, a New Orleans così come si occupa della costruzione di case popolari in cemento armato, sostituendo le vecchie costruzioni in legno. Ma ciò che più preoccupa il presidente Bush è il ruolo di guida e spinta che il Venezuela ha assunto nel processo di unificazione e di cooperazione dei paesi dell' America del Sud. Il Venezuela, infatti, ha creato insieme all'Argentina, al Brasile, al Cile, alla Bolivia, un Patto Energetico, che sarà "L' Unione di Cooperazione Energetica del Sud America".

Il presidente del Venezuela ha manifestato la sua amicizia e solidarietà con
il popolo degli Stati Uniti, ma è contrario alla politica militare, energetica ed economica di Bush. Questo sta spingendo Bush e dei suoi collaboratori a cercare il modo di eliminare il presidente Chàvez."

Capitano della Aeronautica del Venezuela e Sacerdote Catolico del Ordinariato Militare del Venezuela
Castor Leonardo Lucero Lutenko

sabato 5 maggio 2007

UNA LEZIONE DI LAICITA’

Siccome i nostri politici ed amministratori spesso non sanno agire in coerenza con i principi di uno stato laico, consiglierei loro di recarsi, almeno idealmente, a Città del Messico per una bella lezione di buon costume politico.

Ecco la notizia così come l’hanno riportata molti quotidiani: “ ‘Primero: la ley’. Prima di tutto la legge.

Con queste parole il sindaco di Città del Messico, il progressista Marcelo Ebrard ha rigettato al mittente le dichiarazioni fatte dall’Arcidiocesi messicana, direttamente da Città del Vaticano, dopo la recente approvazione della legge regionale che consente alle donne della metropoli latinoamericana di ricorrere all’aborto entro le prime 12 settimane di gestazione.

Una riforma fortemente voluta da Ebrard ma che aveva già incontrato forti resistenze tra i movimenti ultraconservatori messicani.

Domenica scorsa poi, con il cardinal Norberto Rivera in visita a Roma, è arrivata la scomunica per tutti i politici messicani che hanno approvato la riforma.

‘Continueremo ad agire secondo la legge e la nostra Costituzione - ha detto Ebrard, eletto sindaco nel luglio dell’anno scorso, a capo di una coalizione di centro-sinistra -. La gerarchia ecclesiastica messicana deve capire che viviamo nel XXI secolo e non nel XVII” (Leonardo Sacchetti, L’unità, 1 maggio 2007).

Lo stesso giornale riferisce quanto segue: “Il giovani Marcello Ebrard, eletto come successore e ‘uomo ombra’ di Lopez Obrador, in questo primo anno di governo sta trasformando la legislazione di Città del Messico in una sorta di esempio per le sinistre dell’intero continente.

Non è un caso che, mesi fa, sempre il governo della capitale messicana aveva legiferato sulla creazione di una registro per le coppie di fatto. Non è un caso che Ebrard stia preparando due nuove riforme: quella sul diritto dell’eutanasia e sulla tutela dei minori abbandonati.

Di fronte a questo attivismo, la Chiesa messicana non è certo stata a guardare: manifestazioni di piazza, proposte di boicottaggio per qualsiasi iniziativa pubblica di Città del Messico. Ma, fino a ieri, niente è servito a fermare Ebrard e la sua maggioranza.

Il sindaco ha forse compreso più di ogni altro suo predecessore il ruolo e l’importanza di guidare ‘el monstruo’ (come i messicani chiamano la loro capitale), soprattutto in una fase come quella che vive adesso il Messico, con Lopez Obrador ancora sull’Aventino per la sconfitta del luglio 2006”.

Lezioni da non lasciare cadere. Quando si uniscono intelligenza, coraggio e voglia di cercare il bene vero del popolo, allora si compiono passi concreti.

SOLIDARIETA’ SI’ - CONSENSO NO

E’ idiozia lanciare ingiurie, sporcare i muri con insulti, minacciare e cose simili.

In questo senso la solidarietà a Bagnasco è piena come a chiunque riceva simili violenze.

Però resta intatto il diritto di criticare le sue affermazioni.

Laicità significa confronto, ragionamento, capacità di vivere i conflitti e le divergenze con nonviolenza.

Chi fa simili azioni in sostanza fa l’interesse del vaticano che così alza il vessillo della persecuzione e accresce il suo potere.

Mi viene il sospetto che solo qualche pazzo o qualche forza di destra possa “inventarsi” simili pericolose stupidità.

E poi, si noti, siamo in campagna elettorale… Creare un po’ di caos spinge sempre a destra.


giovedì 3 maggio 2007

TUTTO DA RIDERE

Dunque i vescovi diventano adulti, promossi adulti per la capacità di intendere, volere e decidere senza il permesso del papa?

Grandi titoli, ma… se vai a vedere come stanno davvero le cose, ti accorgi che è la solita… aria fritta.

Passaggio dal potere consultivo dei vescovi riuniti in sinodo a potere deliberativo?

Il nuovo statuto del sinodo (riunione periodica dei rappresentanti dei vari episcopati nazionali), elencando i poteri del papa nell’articolo 1, che tocca a lui decidere circa i pronunciamenti espressi dalla riunione dei vescovi e ratificare le decisioni prese “qualora, in certi casi, il romano pontefice abbai dotato il Sinodo di potestà deliberativa”.

Siamo alle solite. La realtà è che sulle vere questioni il potere resta totalmente nelle mani di chi può decidere se ratificare o no i pronunciamenti dei vescovi…

Fumo negli occhi e… tanto accentramento romano…

SANS-PAPIERS… IL RITORNO!

Nel quindicesimo secolo,
gli Europei sono sbarcati in Africa,
senza lettere di invito,
senza certificati di residenza,
senza visto.

Essi sono rimasti molti anni,
senza documenti,
ma loro nessuno li ha trattati
come “senza documenti”.

Quando gli Europei
avevano bisogno di manodopera
per aprire il nuovo mondo,
hanno importato milioni di nostri antenati
per più di quattro secoli,
senza esigere da loro “dei visti”
perché il loro sudore valeva più
dei semplici visti di ingresso.

Nel diciannovesimo secolo
gli Europei sono tornati in Africa,
senza lettere di invito,
senza certificati di soggiorno,
senza visti,
per restare quasi un secolo
senza visto.

Non ci avete mai pensato?
Voi siete stati ieri da noi
senza visti”.

E per questo, anche noi,
i “senza visto”
noi siano oggi tra voi
senza visto”.

Allora perché tanto baccano?

Akoli,
un sans-papiers, Francia
(da “il granello di senape”, Comunità di Mambre, BUSCA - CN).

martedì 1 maggio 2007

GIOIA TAURO


L’attacco mafioso alla cooperativa di “Libera”, di cui siamo stati informati in questi giorni, dimostra quanto l’Associazione fondata da don Ciotti morda nel vivo perché rappresenta concretamente che “qualcosa può davvero cambiare”.

Considero questo incivile atto di violenza il tentativo mafioso di arrestare una alternativa vera alla rassegnazione, alla disoccupazione, alla disgregazione sociale.

Ma si tratta anche di un attacco a tutta quella chiesa “altra” che non sta al gioco delle varie mafie.

Piena solidarietà agli amici e alle amiche di Libera.

PORTELLA DELLE GINESTRE: I° MAGGIO

Per non dimenticare, segnalo queste righe sociologo Per Giorgio Rauzi, comparse sul L’invito n. 205:

“La strage di Portella delle Ginestre (o della Ginestra) infatti inaugura, con quel tragico primo maggio 1947, quella strategia dello stragismo come strumento politico che segnerà tragicamente altre ricorrenti tappe della nostra storia.

Undici morti e più di 50 feriti tra gli inermi partecipanti alla festa dei lavoratori furono il consuntivo di quella carneficina che la mafia, la CIA e quant’altro perpetrarono in Sicilia, nel periodo costituente, per stroncare (riuscendovi con questo terribile intervento cruento) il forte movimento dei braccianti che, guidati dalla sinistra, chiedevano riforme agrarie e lavoro.

Una carneficina attribuita ufficialmente e materialmente al bandito Giuliano, ma di cui non si sarebbero mai scoperti né mandanti né altri complici esecutori, dal momento che chi avrebbe potuto indicarli venne fatto fuori tempestivamente, in modi cruenti e mai chiariti”.

UNA PROVOCAZIONE MATEMATICA

PIERGIORGIO ODIFREDDI, Perché non possiamo non essere cristiani (e meno che mai cattolici), Longanesi, Milano 2007, pagg. 266, € 14,60.

Ho letto con un misto di piacere e di sconcerto le pagine di questo libro, opera di un insigne studioso e di un brillante divulgatore che ha l’onestà di vivee e difendere il suo ateismo.

Gli appunti critici sul fenomeno storico del cristianesimo, il capitolo sul cattolicesimo e molte pagine dedicata alla ricostruzione delle vicende che portarono alla dogmatica trinitaria rappresentano, a mio avviso, una sistemazione logica apprezzabile, anche se troppo veloce e lineare.

Ma dove l’Autore entra sul terreno dell’interpretazione dei libri e dei passi biblici, suscita spesso un’incontenibile ilarità.

Manca all’Autore, che si improvvisa esegeta ed ermeneuta, gli strumenti di accesso al testo che, talvolta, con toni simpaticamente disinvolti e pesantemente sprezzanti, liquida con quattro battute che evidenziano le sue idee più che quelle espresse nel testo.

A volte la matematica non basta e un po’ di esegesi non guasta… Soprattutto non basta riportare delle etimologie ed elencare dei fatti per un buon utilizzo dei metodi letterari, storici e critici.

Il libro ha una tesi e la persegue senza mai perdere il filo: “non c’è bisogno di essere moderni per sapere che l’esperienza del soprannaturale è solo uno dei nomi della malattia mentale, così come non è necessario essere antichi per credere che nell’estasi gli squilibrati comunichino con Dio” (pag. 146).

La lettura a me è risultata utile e divertente. Mi ha aiutato a riscoprire la bellezza della mia fede cristiana oltre il “cristianesimo criminale” e ad apprezzare sempre di più la ricchezza della ricerche bibliche e teologiche, così lontane dalle affermazioni perentorie e così estranee alla “dottrina ufficiale”.

Libri come questo, purtroppo, non arrivano alla profondità delle domande di Giobbe e di Jonas, ma si leggono con simpatia. Resta tuttavia molto probabile che Odifreddi non sia stato in grado o non abbia voluto assumere il peso e la serietà del discorso religioso.

Forse semplicemente lo scienziato si è un po’ dimenticato che anche il suo mestiere non è onnipotente e onnisciente. Il mondo e la vita non si tagliano come il parmigiano: da una parte “lo profondità logiche” e dall’altra “le superficialità teologiche” (pag. 227).

Mi sembra che le conclusioni del nostro Autore siano troppo perentorie, secche, sicure, assolute: “Dunque, finché ci saranno religioni ci saranno guerre di religioni, come ci sono sempre state e ci sono … Diversamente dalla religioni, la scienza non ha dunque bisogno di rivendicare nessun monopolio della serietà: semplicemente, ce l’ha” (pag. 227). Forse è un po’ troppo.

Che ne pensate? La verità della vita non ce l’ha probabilmente nemmeno la scienza. In ogni caso, il credente non matura se non fa i conti con le “provocazioni”. Per questo motivo ne raccomando la lettura.